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Un governo debolissimo, misure economiche durissime: la Bce in supplenza dell’inedia di Berlusconi

Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011
Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell’euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.

Nell’attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1.Vediamo l’esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l’aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l’efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L’accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2.Il Governo ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell’amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l’efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione). C’è l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,

Mario Draghi, Jean-Claude Trichet

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Attualità democrazia Leggi e diritto Popoli e politiche

I tre di Emergency sono liberi. Rimane il fatto che il Governo italiano si è comportato come se fossero stati sequestrati. Se fossero, invece, stati legalmente arrestati la magistratura afghana, non la diplomazia li avrebbe liberati. O l’Afghanistan non è uno stato di diritto, oppure i servizi di sicurezza afghani si sono comportati come sequestratori Talebani. Ultima domanda: è questa la democrazia che stiamo “esportando”?

(Fonte: AGI)
“Il governo ha operato con discrezione e collaborazione tra Farnesina e intelligence, con determinazione ma senza raccogliere polemiche interne”. E’ quanto ha sottolineato Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi, insieme a Franco Frattini, Ministro degli esteri per esprimere soddisfazione per la liberazione degli operatori Emergency.

(Fonte: Agenzia ANSA):
Sono stati rilasciati dopo otto giorni di detenzione i tre cooperanti di Emergency, l’infermiere Matteo Dell’Aira, il chirurgo Marco Garatti e il logista Matteo Pagani, arrestati sabato 10 aprile dalle autorità afghane a Lashkar-gah. Ecco in sintesi le tappe della vicenda:

10 APRILE – Con un blitz nell’ospedale di Emergency di Lashkar-gah nella provincia di Helmand, i servizi di sicurezza afghani (Nsd) arrestano i tre italiani, insieme ad altri sei cooperanti afghani, con l’accusa di preparare un attentato kamikaze contro il governatore della provincia, Gulab Manga. In una stanza della struttura ospedaliera vengono trovati giubbotti esplosivi, bombe a mano e armi. Il fondatore dell’Ong, Gino Strada, definisce “ridicole” le accuse e chiede al governo italiano di intervenire. In una nota la Farnesina ribadisce “la linea di assoluto rigore contro qualsiasi attività di sostegno diretto o indiretto al terrorismo” e allo stesso tempo riconferma “il più alto riconoscimento al personale civile e militare impegnato in Afghanistan per le attività di pace”.

11 APRILE – L’ambasciatore italiano a Kabul, Claudio Glaentzer, incontra i tre fermati in una struttura dei servizi di sicurezza afghani, trovandoli “in buone condizione”. Il giornale britannico Times diffonde la notizia secondo cui i tre italiani avrebbero “confessato” il proprio ruolo nel complotto per uccidere il governatore, citando il suo portavoce, Daoud Ahmadi, mentre secondo la Cnn sarebbero accusati anche dell’uccisione dell’interprete di Daniele Mastrogiacomo, l’inviato di Repubblica sequestrato nel 2007. Gino Strada accusa il governo Karzai di aver “sequestrato” i tre italiani e parla di “una guerra preventiva per togliere di mezzo un testimone scomodo prima di dare il via ad un’offensiva militare in quelle regioni”.

12 APRILE – Per il ministro degli Esteri Franco Frattini parlare di sequestro è “una polemica politica che non aiuta i nostri connazionali”. I tre, aggiunge, “non sono stati abbandonati” dal governo italiano. Frattini annuncia inoltre che inizialmente erano stati “trattenuti” anche altri cinque operatori dell’Ong, tra cui quattro italiane, poi lasciati andare. Nessuna accusa ufficiale viene ancora formulata nei confronti dei cooperanti di Emergency, mentre il portavoce del governatore di Helmand smentisce di aver parlato di confessione e che i tre avessero legami con al Qaida.

13 APRILE – Frattini annuncia una lettera al presidente afghano Karzai per chiedere di accelerare le indagini, mentre la procura di Roma apre un fascicolo senza ipotesi di reato né indagati.

14 APRILE – In un’audizione al Parlamento, Frattini si dice “insoddisfatto” delle risposte finora avute dal governo afghano e spiega che in una lettera a Karzai il premier Silvio Berlusconi chiederà “risposte concrete”. Il titolare della Farnesina annuncia anche che uno dei tre “potrebbe essere presto liberato”.

15 APRILE – Dell’Aira, Garatti e Pagani vengono trasferiti dall’Helmand a Kabul. Continua la polemica tra Gino Strada e la Farnesina. Emergency designa l’avvocato Afzal Nooristani, come difensore dei tre italiani, ma al legale non viene consentito di incontrarli.

16 APRILE – L’ambasciatore Glaentzer, insieme all’inviato di Frattini in Afghanistan Massimo Iannucci, ottiene il permesso di incontrare, uno alla volta, i tre cooperanti italiani detenuti in una struttura dell’Nsd nei pressi di Kabul, trovandoli in buone condizioni di salute e di detenzione. Intanto Gino Strada non esclude un ruolo dei militari britannici nell’arresto dei tre operatori, ma un portavoce del Foreing Office precisa: le truppe britanniche sono entrate nell’ospedale di Emergency solo in un secondo momento, su richiesta delle forze afghane, per renderlo sicuro. L’ospedale viene chiuso e i pazienti più gravi trasferiti in quello governativo di Bost.

17 APRILE – A Roma manifestazione di sostegno ai tre arrestati. In piazza San Giovanni sono 50mila i partecipanti secondo Emergency. Intanto a Kabul Iannucci incontra Karzai che assicura un’inchiesta “chiara e trasparente”. L’inviato di Frattini annuncia in serata di aver trasmesso alle autorità afghane una proposta del ministro che possa portare a “una rapida soluzione” della vicenda.

18 APRILE – Per tutto il giorno si rincorrono voci di un imminente rilascio dei tre. Intorno alle 16.00 la notizia della liberazione data dal ministro degli Esteri Franco Frattini. (Beh, buona giornata).

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Finanza - Economia - Lavoro Lavoro

La crisi economica uccide il lavoro: “Mi sembra un piccolo mondo antico ancorato al ‘900”, disse il Ministro della disoccupazione.

Cgil torna in piazza a Roma, Epifani: “Licenziamenti a valanga”-repubblica.it
Maurizio Sacconi, ministro del welfare: “Mi sembra un piccolo mondo antico ancorato al ‘900”

ROMA – La Cgil torna in piazza a Roma contro il governo, da cui esige risposte su lavoro e crisi. La manifestazione nazionale è stata indetta per sottolineare che il peggio della crisi non è affatto alle nostre spalle e che la ripresa sarà lunga e difficile. A sfilare a fianco dei lavoratori della Cgil anche Italia dei Valori, Partito democratico e studenti universitari. Il corteo, partito nel primo pomeriggio da piazza della Repubblica, si è concluso in piazza del Popolo con un intervento del segretario generale Guglielmo Epifani.

“E’ una piazza straordinaria, grazie a tutti voi che siete qui: queste luci vive permettono anche a chi voleva oscurare le nostre ragioni di vederci chiaro e trasparente”: con queste parole il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha aperto il suo intervento dal palco di piazza del Popolo.

“Chiediamo che il governo cambi registro per affrontare i nodi della crisi” ha detto il leader della Cgil Epifani, sintetizzando lo spirito del corteo di protesta. “Questa è una manifestazione che vuole chiedere al governo cose precise perchè gli effetti più negativi della crisi arriveranno nelle prossime settimane e investiranno l’occupazione”, ha aggiunto. “La crisi avrà gli effetti più negativi sull’occupazione nelle prossime settimane” ha detto ancora il segretario della Cgil, sottolineando come “il governo non stia facendo nulla per sostenere il lavoro e i pensionati”.

“In un anno sono stati persi, bruciati, 570 mila posti di lavoro di cui 300 mila di precari: una media di 50 mila posti in meno al mese. Questo il consuntivo di un anno da quando la Cgil lanciò l’allarme valanga disoccupazione”, ha denunciato ancora Epifani. “La valanga che avevamo previsto – ha aggiunto Epifani – non ha più neanche la ciambella di salvataggio della cassa integrazione, ma è fatto di mobilità, ristrutturazioni, chiusure e licenziamenti a valanga e ancora di altri precari senza tutela”.

Sull’analisi mostra di concordare il segretario del Pd Luigi Bersani, che nel messaggio inviato a Epifani invoca “una svolta nella politica economica del governo”. “La vera exit strategy a cui dobbiamo dare priorità oggi è la exit strategy dalla disoccupazione di lunga durata e dalla stagnazione dei redditi da lavoro – ha scritto Bersani – Il governo ha perso 18 mesi preziosissimi, ha lasciato impoverire il nostro migliore capitale sociale e la nostra più innovativa capacità produttiva faticosamente irrobustita negli ultimi anni”.

Critico invece il ministro del Welfare Maurizio Sacconi: “Mi sembra un piccolo mondo antico che rappresenta un pezzo del Paese, ma rimane ancorato al ‘900 e alle sue ideologie”. Sacconi ha sottolineato tra la Cgil e gli altri sindacati confederali: “Una manifestazione fatta da soli, esaltando in questo modo la separatezza dalle altre organizzazioni sindacali”.

Secondo gli organizzatori al termine della manifestazione c’erano 100.000 lavoratori provenienti da tutta Italia. Ad aprire il corteo uno striscione con la scritta “Il lavoro e la crisi: esigiamo le risposte”. Tante le bandiere della Cgil, della pace, ma anche di partiti della sinistra come il Pd, l’Idv, dei Comunisti Italiani e grossi palloni colorati con la scritta Flc-Cgil.

Nel corteo anche gli striscioni delle aziende in crisi come l’Eutelia: “Eutelia: come arricchire i padroni depredando i lavoratori. Landi, dove sono finiti i soldi e gli immobili di Getronics e Bull?”. I lavoratori hanno raggiunto la capitale con 3 treni e oltre 750 pullman. Tra i partecipanti anche esponenti politici nazionali come Oliviero Diliberto, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero. In testa alla manifestazione la segretaria nazionale della Cgil Susanna Camusso e il segretario regionale del Lazio Claudio Di Berardino.

La Cgil ha deciso di scendere in piazza senza Cisl e Uil, come ha spiegato ieri Guglielmo Epifani rispondendo alle domande di RepubblicaTv. “Non siamo stati in condizione di fare una manifestazione unitaria sui temi della crisi” ha spiegato il leader della Cgil. “Questo ci è riuscito solo a livello locale, non nazionale. Sarebbe stato meglio farla insieme. Un’iniziativa comune peserebbe di più e i lavoratori, in questo momento, hanno bisogno di tutto il sindacato. Comunque, per riportare al centro i problemi di chi perde il posto, meglio soli che niente”. Da piazza del Popolo Epifani ha lanciato tuttavia un appello a Cisl e Uil: “Mando a dire a Cisl e Uil che se si volesse fare lo sciopero generale sul fisco la Cgil ovviamente è pronta ed è in prima fila”.

Con la Cgil sono centinaia, fa sapere l’Unione degli universitari, gli studenti in piazza, all’indomani del primo ok del Senato a una legge finanziaria fortemente contestata anche sui risvolti per ricerca e istruzione. Riguardo alla scomparsa dei fondi destinati ai giovani ricercatori dell’università, il leader della Cgil ha detto “è una finanziaria che non dà nulla al lavoro, agli investimenti e al Mezzogiorno e non c’è soluzione neanche per i precari dell’università”. “Manca la promessa di stabilizzare i giovani ricercatori precari”, ha spiegato il segretario generale della Cgil, aggiungendo: “gli interventi del governo vanno contro il mondo del lavoro”.

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Attualità Media e tecnologia Pubblicità e mass media Salute e benessere

Aspettando il vaccino contro la pandemia della mezza bugia.

Nel tentativo di tranquillizzare l’opinione pubblica, il vice ministro del Welfare, con delega alla Salute, ha detto: “Sono 16 o 17 le vittime italiane ad oggi – ha detto Fazio – contro 44 vittime in Francia, 137 in Gran Bretagna, 63 in Spagna. In Europa sono 317 su 500 milioni di abitanti, un’incidenza di 0,062 per 100.000, mentre in Italia la media è 0,027 per centomila, quindi la metà”.

Veda, caro vice ministro, se lei cita con esattezza le vittime in Europa e le percentuali al millesimo, perché dice che in Italia “sono 16 o 17”?
Sa com’è, uno si preoccupa, non tanto dell’influenza maiala, ma del pressappoco con cui si sta affrontando la situazione. Tanto per fare un esempio, tra 16 e 17 vittime, magari ce n’è una che neanche viene calcolata. Senza contare quel “ad oggi”,che come minimo porta sfiga. Beh, buona giornata.

P.s.: E’ per questo pressapochismo che il governo italiano ha fatto una campagna per la prevenzione dell’influenza A/H1N1 con Topo Gigio?

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Topo Chigi.

(da advexpress.it)
Abbiamo visto Topo Gigio ballonzolare sulle spalle di un paio di sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, durante la conferenza stampa che lanciava la campagna del Governo in favore della vaccinazione contro l’influenza suina.

Dov’è lo scandalo, direte voi? Che un topo venga usato contro l’influenza maiala? Fosse solo questo, sarebbe una intuizione rimarchevole, sia pure nella sua sciatteria.

In realtà non si tratta di uno scandalo che si usi un antico beniamino dei bambini all’epoca della tv in bianco e nero, quando i bambini, oggi ultra sessantenni, cantavano nel Coro dell’Antoniano e Topo Gigio duettava col Mago Zurlì.

Lo scandalo è che ancora oggi il Governo italiano pensi di trattare i cittadini, destinatari di un messaggio pubblicitario a favore della vacinazione di massa contro una nuova epidemia influenzale, come fossero i bambini di ieri.

Pare che il prof. Morcellini, eminente ‘scienziato della comunicazione’ abbia plaudito alla campagna.’Ma cosa mi dici mai?’, avrebbe detto Topo Gigio.
Beh, buon giornata.

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media Salute e benessere

Il governo italiano comunica il vaccino contro l’influenza A: perché trattare i cittadini di oggi come i bambini di ieri? Perché la pubblicità italiana accetta di essere trattata male? E’ più bella che intelligente?

Ma noi facciamo un altro mestiere – dicono i pubblicitari, di PIA ELLIOTT.

Mi sembra di sentirli, i colleghi in pubblicità, che di questi tempi hanno ben altro per la testa che Topo Gigio, appena ricomparso come testimonial della campagna governativa per la prevenzione dell’influenza.

Mi sembra di sentirli mentre dicono che il mestiere del pubblicitario è altra cosa e che quello che ogni tanto si vede in televisione non c’entra nulla con la comunicazione, anzi che è “Pubblicità Progresso”.

Invece, quella con Topo Gigio è la campagna ufficiale per la prevenzione dell’influenza A, promossa dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e realizzata dal DIE, Dipartimento Informazione Editoria della Presidenza del Consiglio. Infatti, la campagna è stata presentata il 6 ottobre a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Buonaiuti, responsabile della comunicazione di governo.

Dicono i pubblicitari: ma queste cose succedono solo a Roma, noi facciamo un altro mestiere. Vero anche questo, ma intanto gli spot con il topo redivivo vanno in onda sulle reti nazionali, in spazi assai ambiti ed è certo che qualcuno li vedrà e penserà “ma tu guarda cosa sono andati a ripescare per farci sentire ancora più cretini del solito”.

Perché non è vero che quello che resta (se resta) nella memoria collettiva deve essere per forza buono e degno. Molte cose si ricordano con fastidio, altre mettono a disagio perché irrimediabilmente datate. E sarebbe anche ora di finirla di credere che tutto ciò che è associabile a Carosello sia lodevole e appropriato. Carosello è cult solo per chi alla pubblicità non ha mai creduto.

Topo Gigio è nato cinquantanni fa, insieme col mago Zurlì e il piccolo coro dell’Antoniniano, per divertire i bambini che guardavano una televisione povera e in b/n.

Poi è ricomparso qualche volta in pubblicità, probabilmente ha anche avuto fortuna all’estero, forse c’è ancora qualcuno che sa rifargli il verso, ma i bambini di oggi prendono il treno al binario 9¾. E in ogni caso: cosa c’entra tutto questo con l’influenza e l’informazione che bisognerebbe fare per prevenirla ed, eventualmente, per vaccinarsi ?

C’entra che, come al solito, si è rinunciato a priori a cercare soluzioni adeguate, ignorando addirittura che tali soluzioni esistono, come esistono professionisti ed agenzie che sanno trovarle.

Ricorrere a Topo Gigio, nel 2009 vuol dire non rispettare l’intelligenza media degli spettatori e dei cittadini e non prendere sul serio un problema che probabilmente lo è.

La campagna di prevenzione dell’influenza A é costata circa 2,5 milioni di euro, ha detto il sottosegretario Bonaiuti, che non sono neanche pochi in questi tempi grami, considerando che Maria Perego ha ceduto gratis il topo e che la messa in onda, almeno sulle reti RAI, avviene negli spazi riservati dal servizio pubblico alla Presidenza del Consiglio: signori spazi, a costo zero.

Altri spot seguiranno – dice giulivo Paolo Buonaiuti, aggiungendo che gli spot con topo Gigio sono stati addirittura richiesti da un grande network latino americano, come si trattasse di un dato di merito e non di livellarsi alle peggiori televisioni del pianeta. (Beh, buona giornata)

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Finanza - Economia - Lavoro Popoli e politiche

Il G8 secondo il New York Times:« una programmazione imperdonabilmente negligente da parte del governo ospite, l’Italia, e la debolezza politica di molti dei leader presenti, lascia poco spazio all’ottimismo».

(fonte:corriere.it)
Il Presidente Usa Barack Obama dovrebbe assumere la guida del vertice del G8 al via in Italia, per evitare che sia uno spreco di tempo e di impegno. E’ quanto scrive nel giorno dell’apertura del summit in un editoriale il quotidiano americano The New York Times. Non sono i problemi a mancare, precisa il quotidiano, «ma una programmazione imperdonabilmente negligente da parte del governo ospite, l’Italia, e la debolezza politica di molti dei leader presenti, lascia poco spazio all’ottimismo».

LA GUIDA – Per questo, scrive il Nyt, «se questa sessione non vuole essere uno spreco di tempo e impegno, il Presidente Obama dovrà assumerne la guida», trasformando la fiducia politica che si è guadagnato negli ultimi sei mesi in capitale diplomatico. Il quotidiano invita quindi il Presidente americano a «fare nuove pressioni sulla Germania perché investa di più nel pacchetto di stimolo», a intervenire sugli altri leader per scongiurare «pericolose tendenze protezionistiche» e a sollecitare una «decisa presa di posizione da parte del G8, Russia inclusa», contro l’ambizione nucleare iraniana.

CLIMA – Sui cambiamenti climatici, gli Stati Uniti sono ancora molto indietro rispetto all’Europa, ammette il Nyt, per cui Obama dovrà fare pressioni sul Congresso americano perchè approvi la sua legge per la riduzione delle emissioni. Al vertice, i leader del G8 «dovrebbero impegnarsi a rispettare l’obiettivo» di raddoppiare gli aiuti ai Paesi poveri, e «ogni Paese dovrebbe annunciare un contributo preciso per questo e il prossimo anno». «Tradizionalmente è l’ospite a dettare tono, tema e agenda di questi incontri – prosegue il quotidiano – ma il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha speso gran parte delle sue energie, nelle ultime settimane, a cercare di eludere le accuse pubblicate dalla stampa sulle sue frequentazioni con escort e minorenni. “Showmanship”: forse. Leadership: no». «Tutti i Paesi presenti all’Aquila hanno un chiaro interesse a favorire una più forte e rapida ripresa economica, a fermare la corsa nucleare dell’Iran, a rallentare il riscaldamento terrestre e a sostenere lo sviluppo delle nazioni più povere del mondo – conclude il Nyt – spetta ad Obama ricordarlo ai leader e stimolarli». Beh, buona giornata.

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Finanza - Economia - Lavoro Media e tecnologia

“Bisognerebbe non avere ogni giorno sinistra e media che cantano la canzone del disfattismo e del catastrofismo”, Berlusconi dixit.

Il Fondo Monetario Internazionale rivede le stime di crescita per l’Italia. Nel 2009, secondo l’Fmi, l’economia italiana si contrarrà del 5,1% rispetto al -4,4% previsto in aprile. Nel 2010 la contrazione sarà pari ad un -0,1%, a fronte del precedente -0,4% stimato. Beh, buona giornata.

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Popoli e politiche

Il Finalcial Times detta l’agenda del ministro degli Esteri italiano. Frattini prende nota.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha annullato la visita in Iran prevista per oggi.

La prevista visita di Frattini nella capitale iraniana era stata accolta con freddezza dagli ambienti diplomatici europei. Il Financial Times ha sottolineato che Roma è il primo Paese a rompere il fronte europeo che dall’elezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza, e dall’inizio della crisi sul nucleare, ha affidato al responsabile della politica estera europea, Javier Solana, il compito di tenere ufficialmente le relazioni con il regime degli ayatollah.

Frattini, scrive il Financial Times, avrebbe voluto mantenere l’effetto “sorpresa”, annunciando la propria presenza a Teheran solo all’arrivo nella capitale iraniana.

La visita non compare nell'”agenda” del ministro sul sito della Farnesina. Il quotidiano economico della City ha registrato sbigottimento per l’iniziativa negli ambienti diplomatici occidentali. Il capo della Farnesina, inoltre, non avrebbe avuto ricevuto alcuna “luce verde” da Washington e un gesto unilaterale dell’Italia, argomenta il quotidiano, avrebbe solo l’effetto di rafforzare Mahmoud Ahmadinejad a meno di un mese dalle elezioni presidenziali. Beh, buona giornata.

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Leggi e diritto Popoli e politiche

Frattini spieghi a La Russa che cos’è l’UNHCR, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati. O nel governo non conta un “fico secco”?

UNHCR è l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati). L’agenzia fu creata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1950 e di fatto, incominciò ad operare il 1° gennaio 1951.

Stati che ancora si stavano riprendendo dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale volevano accertarsi di avere un’organizzazione forte ed efficace che badasse agli interessi dei rifugiati – o li ‘proteggesse’ nei paesi in cui avevano cercato asilo. L’UNHCR fu anche incaricata di aiutare i governi a trovare “soluzioni permanenti” per i rifugiati.

Il mandato originario dell’UNHCR era limitato ad un programma di tre anni destinato ad aiutare coloro che erano ancora rifugiati della Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, gli esodi non solo non cessarono, ma si trasformarono in un fenomeno persistente su scala mondiale. Nel dicembre del 2003, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abolì l’obbligo per l’agenzia di rinnovare il proprio mandato ogni pochi anni.

Lo statuto dell’UNHCR fu redatto praticamente in simultanea con la Convenzione del 1951 sui Rifugiati; ne consegue che lo strumento chiave del diritto internazionale e l’organizzazione designata al suo monitoraggio sono particolarmente ben sincronizzati.

L’Articolo 35 della Convenzione del 1951 rende esplicita la relazione e richiede agli stati di cooperare con l’UNHCR sulle questioni relative alla messa in vigore della Convenzione stessa e ad eventuali leggi, regolamenti o decreti che gli stati possono redigere e che possono avere un effetto sui rifugiati.

Attività
In base al mandato assegnatogli dalle Nazioni Unite, l’UNHCR ha il compito di fornire e coordinare la protezione internazionale e l’assistenza materiale ai rifugiati ed alle altre categorie di persone di propria competenza, impegnandosi nel ricercare soluzioni durevoli alla loro drammatica condizione. Per fornire protezione ed assistenza l’UNHCR è impegnato in tutto il mondo, direttamente o attraverso agenzie partner governative o non governative, in programmi che coprono entrambi i settori di attività.

Protezione
La protezione internazionale dei rifugiati costituisce il nucleo principale del mandato dell’UNHCR e comprende, tra l’altro, attività quali la registrazione dei rifugiati, la consulenza per la documentazione, la raccolta dati anagrafici e biografici dei richiedenti asilo, la localizzazione sul territorio per la fornitura di protezione e di altre soluzioni durevoli alle esigenze derivanti dalla loro condizione di rifugiati. L’UNHCR è inoltre impegnato nella formazione per tutti gli operatori del settore, governativi e non, al fine di garantire al meglio il rispetto, l’applicazione e la promozione dei diritti dei rifugiati.

Assistenza
L’UNHCR, in base al proprio mandato, è incaricato di fornire assistenza nelle crisi umanitarie ai rifugiati in fuga da situazioni di crisi determinate da eventi politici e non naturali.

Tale assistenza generalmente consiste nel garantire i beni di prima necessità come acqua, cibo, assistenza sanitaria, alloggi temporanei e non (tende, infrastrutture prefabbricate e l’allestimento di veri e propri campi dotati delle basilari infrastrutture). L’assistenza comprende inoltre la fornitura di trasporti per le persone e le cose (coperte, indumenti, medicinali, infrastrutture, utensili vari) e interventi di carattere sociale (assistenza psicologica, sociale, istruzione, formazione professionale).

A seguito del disastroso maremoto del 26 dicembre 2004, su richiesta del Segretario Generale delle Nazioni Unite, per la prima volta nella sua storia l’UNHCR è intervenuto in favore delle vittime di una calamità naturale, mettendo a disposizione tutti i propri operatori, mezzi e proprie risorse presenti nei paesi della regione colpita dallo tsunami.

L’UNHCR in Italia
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è presente in Italia fin dal 1953.

L’ufficio di Roma dell’UNHCR partecipa alla procedura di determinazione dello status di rifugiato in Italia e svolge attività relative a protezione internazionale, formazione e training, diffusione delle informazioni sui rifugiati e richiedenti asilo in Italia e nelle varie aree di crisi in tutto il mondo, sensibilizzazione dell’opinione pubblica e raccolta fondi presso governi, aziende e privati cittadini.

Dal 2006, l’ufficio italiano dell’UNHCR ha ampliato le proprie competenze diventando Rappresentanza Regionale responsabile, oltre che per l’Italia, anche per Cipro, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino e Santa Sede, con il ruolo di coordinare le attività regionali in favore di richiedenti asilo e rifugiati presenti in questi paesi. Dal 2009 la Rappresentanza Regionale è responsabile anche per l’Albania.

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Finanza - Economia - Lavoro

Dopo il G20 di Londra, il G8 in Italia serve a niente. Infatti, diventa uno spot elettorale per il governo italiano.

Il G8 si terrà all’Aquila. Il Consiglio dei ministri, riunito nel capoluogo abruzzese, ha deciso di spostare la sede della riunione degli otto Grandi della Terra, prevista per luglio, dall’isola della Maddalena, in Sardegna, all’Aquila.

“La decisione politica è stata presa – ha detto il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli – ora naturalmente il presidente del Consiglio deve consultare tutti i capi di Stato” invitati. La proposta raccoglie già i consensi, anche se cauti, del Pd e dei sindacati.

Parere positivo da Londra e Washington. “La decisione spetta all’Italia e la Gran Bretagna assicura piena disponibilità”, fa sapere un portavoce di Downing Street, Lynn Eccles. Sulla stessa linea le reazioni da Washington, per l’alto valore simbolico e la commozione per la tragedia che ha colpito l’Abruzzo. Beh buona giornata.

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Attualità Lavoro Leggi e diritto Popoli e politiche

Il giudizio dell’ONU su i valori della Destra al governo in Italia.

“È evidente e crescente l’incidenza della discriminazione e delle violazioni dei diritti umani fondamentali nei confronti degli immigrati in Italia. Nel paese persistono razzismo e xenofobia anche verso richiedenti asilo e rifugiati, compresi i Rom. Chiediamo al governo di intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e per garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status”. ILO, organizzazione internazionale del lavoro, dipartimento ONU dixit. Beh, buona giornata.

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