Gianfranco Fini e soci corrono ai ripari. Sotto l’ala protettiva del Cavaliere. Hanno tentato un 25 Luglio ’43, ma siccome il 29 marzo 2010 gli ha dato torto, essi corrono, eccome corrono. Il Duce è il duce: magari mandan giù un poco di olio di ricino, ma poi vanno (non solo di corpo) ma anche con l’anima verso il Capo. Son fascisti, mica cazzi. E’ solo qualche buontempone della sinistra che aveva creduto nella leggenda metropolitana di una Destra democratica. Democratica? Ma chi se ne frega della democrazia: quella era solo Polverini per gli occhi. Beh, buona giornata.
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“Difficilmente riuscirò ad avere buoni rapporti anche con Gianni Alemanno che è stato accolto al Campidoglio con i saluti fascisti”. Bertrand Delanoë confessa ad alta voce quello che molti suoi collaboratori sanno da tempo. Al teatro dell’Odéon, davanti a Dario Franceschini e ad altri membri del Pd arrivati con il “Treno per l’Europa”, il sindaco di Parigi ammette tutta la sua distanza politica dal primo cittadino di Roma. Delanoë e Alemanno non si sono ancora mai conosciuti, fatto anomalo per due città gemellate in modo esclusivo da oltre mezzo secolo. Né è previsto un incontro a breve. L’anno scorso, subito dopo la sconfitta di Rutelli e l’elezione del nuovo sindaco di Roma, l’Hotel de Ville aveva preferito non invitare l’esponente di An per le celebrazioni del 25 agosto, festa della Liberazione. Beh, buona giornata.
da torino.repubblica.it
Scontri oggi a Torino a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, tra alcune decine di studenti del Fuan-Azione Universitaria e quelli dei Collettivi universitari autonomi che si sono spintonati sulle scale d’ingresso dell’ateneo. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine che hanno disperso i due gruppi Al centro della contestazione il volantinaggio fatto dal Fuan all’esterno di Palazzo Nuovo per le elezioni universitarie.
Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, quando i giovani del Fuan hanno cercato di entrare nell’Università per riunirsi in un’aula concessa dal Rettore, gli autonomi hanno bloccato l’ingresso. Ne è nata una contrapposizione fra i due gruppi con insulti, scambio di pugni e spintonamenti. Soltanto dopo l’intervento delle forze dell’ordine che hanno effettuato una carica, i giovani del Fuan sono entrati nell’Ateneo ed hanno potuto raggiungere l’aula.
All’interno, tuttavia, i giovani dei Collettivi contestano attualmente l’incontro con slogan contro gli studenti del Fuan. Lo scorso 9 marzo, per lo stesso motivo, c’erano stati incidenti con vari feriti tra le forze dell’ordine e un autonomo arrestato. In seguito il rettore Pelizzetti ha vietato all’interno di Palazzo Nuovo volantini elettorali e banchetti per la raccolta firme. (Beh, buona giornata).
In fondo a Destra.
di PAOLO BERIZZI, autore di “Bande Nere” da repubblica.it
C’è il ministro della difesa La Russa che posa con un “camerata” di una famiglia mafiosa siciliana, i Crisafulli, narcotraffico e spaccio di droga a Quarto Oggiaro, periferia nord di Milano. C’è il suo collega di partito e di governo, il ministro per le politiche europee Ronchi, con uno dei fondatori del circolo nazifascista Cuore nero: quelli del brindisi all’Olocausto.
Lui si chiama Roberto Jonghi Lavarini e presiede il comitato Destra per Milano (confluito nel Partito della libertà). Sostiene le “destre germaniche”, il partito boero sudafricano pro-apartheid – il simbolo è una svastica a tre braccia sormontata da un’aquila – e rivendica con orgoglio l’appartenenza alla fondazione Augusto Pinochet. In un’altra foto compare a fianco del sindaco di Milano, Letizia Moratti. Poi ci sono gli stretti rapporti del sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi, con l’ultra-destra violenta e xenofoba del Veneto Fronte Skinhead. Ruoli istituzionali, incarichi, poltrone distribuiti ai leader delle teste rasate venete, già arrestati per aggressioni e istigazione all’odio razziale.
Fascisti del terzo millennio
Almeno 150 mila giovani italiani sotto i 30 anni vivono nel culto del fascismo o del neofascismo. E non tutti, ma molti, nel mito di Hitler. Un’area geografica che attraversa tutta la penisola: dal Trentino Alto Adige alla Calabria, dalla Lombardia al Lazio, da Milano a Roma passando per Verona e Vicenza, culle della destra estrema o, come amano definirla i militanti, radicale. Cinque partiti ufficiali (Forza Nuova, Fiamma Tricolore, la Destra, Azione Sociale, Fronte Sociale Nazionale) – sei, se si considera anche il robusto retaggio di An ormai sciolta nel Pdl. I primi cinque raccolgono l’1,8 per cento di voti (tra i 450 e i 480 mila consensi). Ma a parte le formazioni politiche, l’onda “nera” – in fermento e in espansione – si allunga attraverso un paio di centinaia di circoli e associazioni, dilaga nelle scuole, trae linfa vitale negli stadi.
Sessantatre sigle di gruppi ultrà (su 85) sono di estrema destra: in pratica il 75 per cento delle tifoserie che, dietro il “culto” della passione calcistica, compiono aggressioni e altre azioni violente premeditate. La firma: croci celtiche, fasci littori, svastiche, bandiere del Terzo Reich, inni al Duce e a Hitler. Sono state 330 le aggressioni da parte di militanti neofascisti tra 2005 e 2008. Concentrate soprattutto in tre aree del paese: il Veneto (Verona, Vicenza, Padova), la Lombardia (Milano, Varese) e il Lazio (Roma, Viterbo). Sono i vecchi-nuovi “laboratori” dell’estremismo nero. Con Roma – anche qui – capitale.
Dalle scuole ai centri sociali
Dai centri sociali di destra alle occupazioni a scopo abitativo (Osa) e non conformi (Onc). Dalle aule dei licei a quelle delle università. Dai “campi d’azione” di Forza Nuova ai raid squadristi delle bande da stadio che si allenano al culto della violenza. La galassia del neofascismo si compone di più strati: e anche di distanze evidenti. L’esperimento più originale è quello di CasaPound a Roma, il primo centro sociale italiano di destra. Da lì nasce Blocco studentesco, il gruppo sceso in piazza contro la riforma della scuola. Una tartaruga come simbolo, i militanti si battono contro l'”affitto usura” e il caro vita. Il leader è Gianlcuca Iannone, anima del gruppo ZetaZeroAlfa: musica alternativa, concerti dove i militanti si divertono a prendersi a cinghiate.
A Milano c’è Cuore Nero. Il circolo neofascista fondato da Roberto Jonghi Lavarini e dal capo ultrà interista Alessandro Todisco, già leader italiano degli Hammerskin, una setta violenta nata dal Ku Klux Klan che si batte in tutto il mondo per la supremazia della razza bianca. Dopo l’attentato incendiario subito l’11 aprile del 2007, i nazifascisti di Cuore nero ringraziano in un comunicato ufficiale tutti coloro che gli hanno espresso solidarietà e sostegno: tra gli altri, “in particolare”, la “coraggiosa” onorevole Mariastella Gelmini, all’epoca coordinatrice lombarda di Forza Italia e attuale ministro dell’Istruzione.
Saluti romani, pistole e ‘ndrine
La famiglia calabrese dei Di Giovine e quella siciliana dei Crisafulli, la destra in doppiopetto di An e quella estremista di Cuore nero. A Quarto Oggiaro, hinterland milanese, la ricerca del consenso politico incrocia sentieri scivolosi. A fare da cerniera tra le onorate famiglie – che gestiscono il mercato della droga -, le teste rasate e il Palazzo è sempre lui, il “Barone nero” Jonghi Lavarini. Quello fotografato con il ministro Ronchi e il sindaco Moratti. Quello che presenta a Ignazio La Russa Ciccio Crisafulli, erede del boss mafioso Biagio “Dentino” Crisafulli, in carcere dal ’98 per traffico internazionale di droga. Camerata dichiarato, il rampollo Crisafulli frequenta Cuore nero così come il cugino James. A lui sarebbe stata dedicata la maglietta “Quarto Oggiaro stile di vita”, prodotta dalla linea di abbigliamento da stadio “Calci&Pugni” di Alessandro Todisco. L’avvocato Adriano Bazzoni è braccio destro di La Russa. C’è anche lui in una foto con Lavarini e con Salvatore Di Giovine, detto “zio Salva”, della cosca calabrese Di Giovine. Siamo sempre a Quarto Oggiaro, prima delle ultime elezioni politiche. (Beh, buona giornata).