L’attivista gay di Savona, sposato con il suo compagno dopo una lunga protesta, critica le parole dell’ex Segretario di Stato Vaticano Angelo Sodano che alla messa di Pasqua ha espresso solidarietà al Pontefice attaccato dopo lo scandalo dei sacerdoti pedofili. E svela: “All’età di 13 anni fu violentato da un parroco di Savona nascosto dall’omertà dela Chiesa”-i BRUNO PERSANO, genova.repubblica.it
“La Chiesa, dovrebbe essere attorno alle vittime, non al Santo Padre”. In una lettera aperta inviata al cardinale Angelo Sodano, Francesco Zanardi – attivista gay di Savona che il mese scorso si è sposato con il suo compagno dopo una lunga protesta – attacca la presa di posizione del cardinale e svela: “All’età di 13 anni ho subito violenze sessuali da parte di un prete di Savona. Finalmente la giustizia sta facendo il suo corso nei confronti di questo sacerdote che per anni è stato nascosto dall’omertà della Chiesa e della gente”.
Rompendo il protocollo della messa di Pasqua, domenica l’ex Segretario di Stato aveva rivolto un messaggio di vicinanza di tutta la Chiesa al pontefice dopo lo scandalo sulla pedofilia e aveva definito “chiaccericcio” le denunce contro il silenzio usato dal Vaticano per celare gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti. “Ci stringiamo intorno a Lei”, aveva detto il cardinale rivolgendosi al Pontefice. “Il popolo di Dio non si lascia impressionare dal chiacchiericcio, dalle prove che talora vengono a colpire la comunità dei credenti”.
Zanardi critica le parole usate dall’ex Segretario di Stato Vaticano e si indigna “davanti alla pubblica offesa fatta alla presenza del Santo Padre”: “Quelle dichiarazioni – scrive l’imprenditore savonese – infangano non i colpevoli ma le vittime come me. Sono stato anche io abusato da un sacerdote pedofilo che da più di 30 anni miete vittime nel savonese. Un sacerdote che per anni è stato nascosto dall’omertà della Chiesa e della gente”.
La procura di Savona alla quale Zanardi si è rivolto, è la stessa che sta indagando sulla vicenda di don Luciano Massaferro, il prete di Alassio rinchiuso in carcere da più di 3 mesi con l’accusa di aver abusato di una undicenne. “Dal giudice – spiega Zanardi – ho accompagnato altre due vittime di quel parrocco. Frequentavamo la stessa parrocchia, una chiesa nel savonese. Io avevo 13 ani, loro qualche anno meno.
Tutti avevamo alle spalle famiglie sfasciate: chi non aveva il padre, chi la madre alcolizzata. Io non avevo né uno né l’altra. Facevamo i chierichetti in quella chiesa e lui ci portava a fare campeggio nei boschi, oppure ci ospitava in casa della madre anziana. Ci chiedeva di dormire con lui. Credevamo fosse il prezzo che dovevamo pagare per l’affetto che ci mostrava. Ci dava una famiglia, ci ascoltava, ci faceva giocare come un padre, a noi che non avevamo nessuno con cui vivere la nostra adolesenza.
E alla sera ci chiamava in tenda. Per anni ho vissuto con vergogna quei ricordi e anche ora, alcune vittime, pensano che sia sbagliato denunciare il proprio carnefice perché allora ci aveva amato, in una maniera assassina, ma ci aveva dato quell’affetto che un ragazzino ha bisogno per crescere. Ora basta però: chiedo a tutti di trovare la forza e denunciare alla magistratura queste atrocità come ho fatto io. Queste persone non devono fare ad altri, il male che hanno fatto a noi”.
(Be, buona giornata)