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Le belle balle ballano coi manager della pubblicità italiana.

Che la pubblicità italiana non faccia più tendenza è un fatto certo, assodato e certificato. Certo, visto il panorama della creatività pubblicitaria made in Italy. Assodato dall’assenza di dibattito culturale, all’interno, ma soprattutto all’esterno del perimetro del mercato. Certificato dai dati ufficiali: la Nielsen sancisce un calo strutturale e sostanzioso dei volumi su tutti i media italiani.

Epperò, ecco che tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 abbiamo assistito a un lunga teoria di dichiarazioni ‘ufficiali’ di importanti manager delle agenzie di pubblicità italiane. Tutti hanno dichiarato lusinghieri risultati, non senza premettere, con una sospetta sintonia, una frase che è sembrata diventare un rito propiziatorio: ‘in controtendenza con l’andamento del mercato’.

Insomma, il mercato è crollato, ma tutti vanno in controtendenza. Deve essere una nuova e rivoluzionaria scoperta scientifica, di cui neppure Piero e Alberto Angela hanno ancora parlato: in ‘controtendenza’ i fiumi non scendono a mare, risalgono le cascate; ‘in controtendenza’ la mela che colpì sulla zucca Isacco Newton è tornata da sola sul picciolo che la teneva stretta al ramo dell’albero; ‘in controtendenza’ i terremoti non fanno crollare le case, le tirano su più belle di prima.

C’è della creatività nell’accezione ‘in controtendenza con l’andamento del mercato’. Magari presentiamo i bilanci al prossimo Festival di Cannes. Hai visto mai che rifacciamo tendenza? Beh, buona giornata.

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La pubblicità italiana a -13,4%. I Ceo della pubblicità in Italia raccontano balle.

Tra la chiusura del 2009 e l’inizio del 2010 i manager italiani delle agenzie di pubblicità hanno rilasciato dichiarazioni incoraggianti. Chi ha vantato incrementi a due cifre (uno ha avuto la sfacciataggine di affermare che la sua filiale di Roma ha fatto più 11%), chi ha avuto addirittura il coraggio di dichiarare +50%. Qui si è letto che un’agenzia ha fatto 40 milioni di fatturato, lì che ha un “billing” di 6o milioni. Balle, balle, solo balle. La verità è che è andato in fumo un modello di business: si è distrutto valore, professionalità, autorevolezza. E si sono distrutti centinaia di posti di lavoro.

Infatti, Nielsen Media Research comunica che gli investimenti pubblicitari nel totale anno 2009 ammontano a 8.515 milioni con una flessione del -13,4% sull’anno precedente. La variazione dicembre 2009 su dicembre 2008 è del -1,6%. Nel confronto mensile, infatti, si registrano valori in crescita per la Televisione, la Radio, il Cinema, Internet, le Cards e l’Out of Home Tv. Rallenta il trend negativo dei Quotidiani.

Ferrero, Wind, Unilever, Vodafone, Tim, Procter&Gamble, Barilla, Volkswagen, L’Oreal e Telecom guidano la classifica dei Top Spender del 2009 con investimenti pari a 1.212 milioni di euro, in calo del -6,6% sul 2008.

Nel 2009 la Televisione, considerando i canali generalisti e quelli satellitari (marchi Sky e Fox), mostra una flessione del -10,2%, ma a dicembre si registra una crescita del +2,5%. Hanno andamenti positivi sul mese: Alimentari, Automobili, Toiletries, Gestione Casa e Farmaceutici.

La Stampa nel 2009 ha un calo del -21,6%. I Quotidiani a pagamento mostrano una flessione del -16,0% con l’Automobile a -26,0%, l’Abbigliamento a -19,7%, la Distribuzione a -19,7% e la Finanza/Assicurazioni a -23,7%. Per quanto riguarda le tipologie pubblicitarie, la Commerciale segna il -17,8%, la Locale il -13,6% e la Rubricata/Di Servizio il -14,8%. In contrazione del -26,6% la raccolta dei Quotidiani Free/Pay Press. I Periodici nel 2009 diminuiscono del -28,7% con l’Abbigliamento a -29,2%, la Cura Persona a -23,0% e l’Abitazione a -32,5%.

La Radio chiude il 2009 a -7,7%, con un exploit del +24,6% sul mese di dicembre grazie alle performances di Auto, Alimentari e Finanza/Assicurazioni. Per quanto riguarda gli altri mezzi gli andamenti sull’anno sono: Affissioni -25,4%, Cinema -4,4%, Cards +0,9%, Out of Home Tv +0,2% e Direct Mail -15,8%. Internet cresce del +5,1% grazie al decisivo apporto della tipologia Search.

Si aggiungono al mercato fin qui analizzato gli investimenti pubblicitari sul Transit, la pubblicità dinamica gestita da IGPDecaux su metropolitane, aeroporti, autobus e tram. Nel 2009 l’advertising su questo mezzo è pari a 99 milioni di euro.

I Ceo delle agenzie di pubblicità italiane dovrebbero rispondere a una sola domanda: mentre raccontavate stronzate ai giornali di categoria, quanta gente avete licenziato? Beh, buona giornata.

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