di Carlo Bordoni-Il Fatto Quotidiano
Lâantipolitica come rinuncia dello Stato alla politica tradizionale? à la tesi di Ãtienne Balibar, docente emerito allâUniversità di Parigi, noto per i suo saggi Leggere il Capitale (con Louis Althusser) e La paura delle masse, che si ripropone ora con Cittadinanza, pubblicato da Bollati Boringhieri.
Antipolitica come annullamento degli antagonismi politici, delle differenze tra i partiti, dellâomologazione delle forze in campo, allâinterno di una generale stagnazione dove emergono individualità carismatiche che catalizzano lâinteresse pubblico.
La crisi delle ideologie, quelle convinzioni fideistiche su cui si basavano i partiti della sinistra, in grado di raccogliere il consenso di larghe masse popolari, ha lasciato un vuoto, prontamente colmato da una logica individualista e privatistica.
Balibar riprende da Aristotele il termine politeÃa, per indicare un concetto più ampio di cittadinanza: lo speciale rapporto che sâinstaura tra la pólis (città ) e il cittadino, facendone un attore politico. E quindi politeÃa come partecipazione alla cosa pubblica.
Ora, il vacillare di questo rapporto mette in discussione la democrazia.
Due sono le cause principali: la prima è la perdita di unâidentificazione collettiva tra cittadino e Stato, che si manifesta con un eccesso di burocrazia (insieme di complessità formali che mascherano lâinosservanza di aspetti sostanziali) e col prevalere di strutture sovranazionali. Lâaltra causa è appunto lâemergere dellâantipolitica, che non è unicamente una reazione di tipo populista e nazionalista.
Secondo una teoria già proposta da Wendy Brown, il neoliberalismo sottopone le funzioni sociali dello Stato al calcolo economico. Una pratica insolita, che introduce criteri di redditività neservizi pubblici, come se si trattasse di aziende private, regolando sotto un profilo economicistico i campi dellâistruzione, della sanità , della ricerca scientifica, dei servizi sociali, della sicurezza.
Lâantipolitica è pertanto un atteggiamento di de-responsabilizzazione dello Stato, di rinuncia alla sue prerogative tradizionali e la loro progressiva privatizzazione. Le responsabilità si dividono così in una miriade di deleghe sempre più frazionate, fino a convergere sul singolo individuo. Unico responsabile di se stesso.
Del resto il neoliberalismo allâamericana, adottato anche da noi e ravvisabile nei provvedimenti presi dal governo Monti, si sposa bene con lâuscita dalla società di massa: la cosiddetta âdemassificazioneâ. Il processo di individualizzazione che ha riportato in primo piano il concetto di âmoltitudineâ.
Chissà che in futuro non ci aspetti una società âcainaâ, dove ognuno potrà interpretare a suo modo la frase biblica: âSono forse io il custode di mio fratello?â