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Un candidato alle elezioni europee:”Vedendo quel che è diventata la politica italiana negli ultimi anni, in particolare nelle ultime settimane gonfie di veline, minorenni e satiriasi senili­ sento crescere in me il desiderio di ritirare la candidatura alle elezioni europee.”

EUROPEE: CAVOLA, RIGENERAZIONE POLITICA RICHIEDE SCATTO D’ORGOGLIO = Roma,
2 giu. – (Adnkronos) – «Vedendo quel che è diventata la politica italiana negli ultimi anni, in particolare nelle ultime settimane gonfie di veline, minorenni e satiriasi senili­ sento crescere in me il desiderio di ritirare la candidatura alle elezioni europee». Lo ha detto Andrea Cavola, candidato indipendente alle europee nell’Italia centrale con la Lista comunista e anticapitalista (Rifondazione, Comunisti italiani, Socialismo 2000). «Chi come me è cresciuto vivendo la ‘questione moralè come una stella polare dell’agire politico, anche individuale – ha proseguito – non può che provare rifiuto all’idea di entrare all’interno di un meccanismo che ormai la popolazione vive con assoluto disprezzo. In queste settimane di campagna elettorale, vissute quasi esclusivamente in assemblee di lavoratori di aziende in difficoltà o di interessanti bocconcini ‘pubblicì che si vogliono privatizzare, tra i miei colleghi del settore trasporti o tra realtà produttive esemplari de ‘L’Italia di mezzò, ho potuto misurare la distanza abissale che separa e oppone questa classe politica e la realtà sociale le cui condizioni di vita vengono sepolte e ignorate sotto una valanga di gossip ‘piccantì». «Il sostegno alla mia lista e alla mia persona, che ho trovato in ogni luogo che ho visitato, non mi consentono però di fare questo passo indietro – ha aggiunto -. Al tempo stesso, sento il bisogno di dire che questo sostegno non è da me vissuto come una ‘delega in biancò. E che la rigenerazione della politica, la ricostruzione di una sinistra degna di questo nome, non può avvenire nel chiuso di una tornata elettorale. Ma richiede una sollevazione morale, uno scatto di orgoglio e di dignità, che veda protagoniste tutte quelle forze sociali che sento fisicamente a me vicine in questa battaglia, dalla parte più attiva e conflittuale della Cgil alla galassia del sindacalismo di base, finalmente avviata sulla via della confederazione unitaria. Solo questa sintonia mi convince a rimanere in lizza, mettendomi a disposizione di tutti quelli che ­ in questo vergognoso momento politico ­ hanno ancora meno voce del solito. Per portare in Europa ­ là dove si decide della nostra vita senza alcun controllo democratico ­ il punto di vista e la forza di pressione della parte migliore di questo popolo e di questo paese». (Stp/Ct/Adnkronos) 02-GIU-09 18:34 NNN FINE DISPACCIO

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Alitalia: nuova compagnia, vecchi problemi.

Disservizi, ritardi, organici largamente insufficienti. Ma «conti migliori del previsto».
Intervista a Paolo Maras (segretario SdL) «Il peggio deve ancora venire: Cai è un modello contro i diritti del lavoro» di Francesco Piccioni-Il Manifesto

Ritardi, manutenzione incerta, disservizi, carenza di organico. Alitalia torna in prima pagina, ma con i conti – spiega il socio di riferimento, Jean-Cyril Spinetta, presidente di air France – «al di sopra delle attese». Ne parliamo con Paolo Maras, segretario nazionale dell’SdL- trasporto aereo, steward ora in cassa integrazione.

Quanti problemi ha la «nuova» Alitalia?

Che si faccia il bilancio dei primi 100 giorni è doveroso, ma era già noto che i problemi principali – ritardi, inefficienze, organici e condizioni del lavoro – fossero irrisolti. Non a caso avevamo sempre detto che attraverso questa operazione non passa solo la trasformazione da Alitalia a Cai, ma un treno micidiale addosso a diritti, conquiste, condizioni di lavoro. E anche una visione diversa da quella di una compagnia di bandiera, che presuppone comunque un interesse dello Stato nel garantire servizi ai cittadini. Oggi vediamo anche Formigoni e Castelli strapparsi i capelli per Malpensa, dove non funzione più nulla e i passeggeri rimangono a terra. Certo, se gli organici sono insufficienti, sia a bordo che a terra, succede questo.

Eppure si era detto che si voleva creare una compagnia grande, forte e «italiana».

Fin dall’inizio l’obiettivo era di tenere bassissimi i costi e il personale ridotto all’osso, confezionando un pacchetto appetibile per il migliore offerente. Che in Cai sappiamo essere «mister 25%», ovvero Air France. Che ora dice – traduco – «come fate a ottenere risultati superiori alle aspettative»? In Francia sequestrano i manager, qui avete distrutto sindacato e lavoratori e nessuno dice niente…

Previsioni fosche per i vostri colleghi francesi…

Appunto. In secondo luogo, Spinetta ha sollevato la politica italiana e il governo (quello che diceva «ai francesi, mai») da ogni responsabilità per la cattiva gestione precedente alla vendita. L’unico «colpevole» è stato trovato nel sindacato. Tutti, senza eccezione. Noi siamo convinti che il peggio debba ancora arrivare. Il «problema Alitalia» non c’è più, come la monnezza napoletana. Ma se si pensa che deve ancora la fusione effettiva tra le cinque aziende che compongono oggi la nuova Alitalia, è facile prevedere nuovi «esuberi» causati da queste sinergie.

Ma se già ora nell’«operativo» gli addetti sono pochi…

Se una macchina che ha bisogno di quattro assistenti di volo la fai partire con soltanto due, la legge della «sinergia » funziona anche in quel caso. I numeri delle assunzioni fatte sono fortemente squilibrati rispetto agli stessi impegni iniziali. Gli assistenti di volo – a quattro mesi dalla partenza – sono sotto organico di oltre 400 unità. Si parla ora di 190 assunzioni, che non coprono le necessità.

Le politiche del trasporto dipendono sempre più dalle scelte europee. Come si fa a tenere il punto del conflitto senza una qualche sponda politica?

La vicenda Alitalia è andata come è andata proprio perché c’è una desertificazione della politica. C’è necessità di riportare competenze vere, non ideologiche – insomma esperienze vissute, «sapere di che si parla» – dentro certe istituzioni. Per esempio, credo che la scelta di Andrea Cavola, mio compagno di lotte per oltre 20 anni – di candidarsi come indipendente con Rifondazione, sia assolutamente giusta. La sensazione di questi anni è che non importa quanto tu abbia ragione, quanti lavoratori hai dietro; tutto il sistema – anche l’informazione, con poche eccezioni – si muove a tutela degli interessi del «grande capitale ». Basta vedere il ruolo politico-mediatico del ministro Matteoli: di scioperi nel trasporto non si parla più, nemmeno a livello di annuncio, perché ogni giornalista sa che tanto lui li vieta sempre, con la precettazione. (Beh, buona giornata).

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