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3DNews/ Occupy Wall Street diventa un fumetto.

Usa, autori e disegnatori partecipano a un svolta radicale nel mondo del fumetto
E Batman disse : ora voglio pagare più tasse
“ Occupy Comics ” prova a cambiare in senso sociale le storie dei supereroi
di Giulio Gargia

Occupy Wall Street diventa un fumetto. Ma non solo perchè, come scriviamo negli altri pezzi, autori e disegnatori ne racconteranno gli sviluppi in strisce e baloons.
Ma soprattutto perchè, in maniera ancor più radicale, porta la sua carica di cambiamento all’interno stesso del mondo produttivo del fumetto e diventa Occupy Comics.
Ovverossia un movimento che chiede che cambino gli atteggiamenti e le azioni delle sue creature, quegli eroi del fumetto popolare che influenzano anche tanto il cinema.

Si comincia con Anjin Anhut, il cui “ Occupare Gotham “ ( nella foto in copertina ) mostra
un Batman in costume ma a volto scoperto, quindi riconosciamo il viso del miliardario Bruce Wayne che chiede di essere tassato di più . La Anhut si è ispirata alle dichiarazioni di Warren Buffet, uno dei uomini più ricchi del mondo, che ricordava che il sistema fiscale degli USA permette che la sua segretaria paghi in proporzione più tasse di lui. “ Allora – scrive a Wired – ho pensato di usare Wayne perchè è un uomo ricco che si pone problemi di etica collettiva . Qualcuno in cui quell’1% che contestiamo si possa identificare per chiedersi cosa farebbe Batman in questi casi ? I personaggi dei comics hanno solitamente affrontato i problemi del loro tempo e dato l’esempio,

Le loro storie più forti sono quelli in cui si riflettono i problemi sociali ”.
Ma non è solo una provocazione artistica, quella della Ahut . Uno dei nuovi disegnatori del Batman ufficiale, Scott Snyder già sembra essere su questa strada, tanto che in alcune scene dei nuovi albi fa promettere a Wayne di combattere il capitalismo rapace, ormai totalmente scollegato dalla realtà di Main Street, che negli Usa è l’equivalente del nostro “ la gente “.
“Occupare i Comics è un operazione radicale” dice Matt Pizzolo, fondatore della
casa di distribuzione multimediali indipendente Halo-8 . “ E’ un protesta artistica che riguarda innanzitutto i territori della mente, dove ci sono grandi temi da sviluppare . Non dobbiamo usare vecchi schemi, questa è un’operazione che rompe i paradigmi di destra e sinistra.
Il progetto Occupare Comics prende il via con l’immagine creata da Anna Muckcracker, ed era
originariamente pensato per illustrare all’opinione pubblica al movimento Occupare Wall Street.

Ma poi con l’esclation delle proteste, la brutale repressione della polizia e le adesioni di autori sempre più prestigiosi si è ampliato anche dentro il mondo dei comics.
“Penso che sia un movimento di spazi fisici e spazi astratti, come i fumetti. Quindi la sua cultura può iniziare a occupare spazi mentali condivisi così come le città” immagina Pizzolo. L’occupazione deve essere la più pervasiva e coinvolgente possibile. E’ un modello adatto ai fumetti, in cui i supereroi diventano spesso simboli per il cambiamento sociale.
Così nella nuova serie di Superman di Grant Morrison tanto il giornalista Clark Kent quanto il suo alter ego supereroe trascorrono la maggior parte del loro tempo a combattere l’ingiustizia dopo ingiustizia.

“Quello che sto cercando di fare con Action Comics è forse provocatorio,” ha detto Morrison, quando è uscita Supergods, la sua storia autobiografica culturale del fumetto. “Perché io sto reinterpretando la figura originale di Superman come un campione degli oppressi, e non necessariamente come un tizio che si occupa solo di ordine pubblico o di difendere la patria.” (Beh, buona giornata).

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