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Attualità Fumetti. Media e tecnologia Società e costume

La sciagura della Concordia a fumetti.

La storia del Concordia diventa un fumetto. Con testi in inglese, per un pubblico anglosassone, in attesa di essere pubblicato nei prossimi giorni sui siti http://www.newsarama.com, http://www.comicbookresources.com, http://www.millardword.com, http://www.comicon.com/pulse la storia sarà anticipata dal lancio in Facebook sulle pagine di autori di comics come C.B.Cebulski.

Il lavoro è stato realizzato dalla Scuola Italiana del Fumetto di Napoli e nasce dall’enorme interesse che la vicenda del Concordia ha generato in tutto il mondo, diventando una metafora – nel bene e nel male – dell’attuale situazione dell’Italia.

“ Schettino e De Falco, nella percezione dei media di tutto il mondo, sono diventati personaggi simbolo, archetipi dell’eroe e dell’antieroe, sintesi di quanto di peggio e di meglio ci sia in Italia. – dicono Giulio Gargia e Mario Punzo, promotori dell’iniziativa – Perciò abbiamo proposto a un serie di siti di fumetto anglosassoni di realizzare il racconto in inglese della vicenda, per entrare nel Pokies circuito mediatico internazionale con un linguaggio universale che raccontasse anche i tanti “ eroi “ meno conosciuti che hanno fatto il loro dovere fino in fondo e così hanno permesso di limitare il bilancio delle vittime. Il fumetto permette un racconto più completo, meno soggetto alle semplificazioni che la cronaca del giorno per giorno quasi sempre comporta.”

Realizzata in 2 puntate, con l’ideazione e soggetto di Giulio Gargia, lo script di Michele Assante del Leccese, e i disegni di Ferdinando Silvestri, la storia del Concordia a fumetti sarà successivamente pubblicata in italiano su 3D, il settimanale di cronaca a fumetti, sul sito www.3dnews.it e poi arricchita di nuovi episodi per la pubblicazione cartacea prevista a marzo come inserto di TERRA.

Website : http://www.3dnews.it
disegni: Ferdinando Silvestri
Colori: Marco Matrone
Sceneggiatura: Michele Assante del Leccese
Coordinamento per Scuola Italiana di Comix: Mario Punzo
Art director: Pasquale Pako Massimo

(Beh, buona giornata).

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Cultura Fumetti. Nessuna categoria

3DNews/For Lloyd, anarchia e terrore II.

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°Rispettando le agitazioni sindacali in atto al quotidiano TERRA, questa settimana 3D uscirà solo sul web. Saremo in rete sui siti www.3dnews.it, www.ildiariodilosolo.com, www.marco-ferri.com a partire dalle 24 di oggi.

3DNews, Settimanale di Cultura, Spettacolo e Comunicazione
Inserto allegato al quotidiano Terra. Ideato e diretto da Giulio Gargia. 
In redazione: Arianna L’Abbate – Webmaster: Filippo Martorana.

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Attualità Cinema Media e tecnologia Pubblicità e mass media Teatro

La rivincita del fumetto d’autore: menzione speciale al Premio Giancarlo Siani.

La giuria del Premio Giancarlo Siani – edizione 2011 – ha assegnato una menzione speciale per il fumetto “Il mistero del pescatore” al settimanale 3DNews, inserto culturale del quotidiano Terra.
3DNews, ideato e diretto da Giulio Gargia, ha riscoperto il fumetto come strumento giornalistico di indagine e approfondimento dei fatti di cronaca.

Da circa due anni a questa parte, 3DNews approfondisce tematiche legate alla comunicazione, ai mass media, al cinema e al teatro. Va dato merito alla giuria del premio Siani di aver individuato una innovazione nel panorama della carta stampata.

Un’innovazione che reca i nomi di Giulio Gargia, Paco Desiato, Tommaso Vitiello, Nico Piro. La cerimonia di premiazione sinterrà il prossimo 22 settembre alle ore 11,30 presso la sala Siani del quotidiano “Il Mattino”, a Napoli. Beh, buona giornata.

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Popoli e politiche Salute e benessere Società e costume

Scorie di tutti i giorni.

di Marco Ferri – da 3D, inserto di Terra.(pubblicato anche su megachipdue.info)

“Viviamo in un mondo di merda”. Niente di più vero, niente di meno retorico. Ora una giornalista inglese, Rose George, ha sostanziato questa affermazione, facendo la sua personale indagine su come e quanta sostanza organica producano gli umani. In un libro inchiesta che si chiama “ Il grande bisogno”

ci informa di come e quanto sei miliardi di persone si svuotino le viscere tutti i giorni, più o meno in contemporanea, a seconda dei rispettivi fusi orari.

Certo, se sei nato in paese ricco, la fai nella tazza. Se sei nato in paese povero la fai dove capita. La cosa più gustosa (con rispetto parlando) è che l’autrice del libro in questione divide il mondo in due categorie: quelli che si siedono e quelli che si accucciano (dietro un albero, in un vicolo, in mezzo a una strada).

In effetti, bisogna dire che anche “ il grande bisogno” risponde alle leggi del mercato. Se sei nato nel mondo “ricco”, la fai in una tazza di ceramica, hai a disposizione della carta “igienica” per strofinarlo, e magari anche un altro apparato, dotato di acqua calda, per pulire l’origine della nefandezza e un morbido asciugamanino per rendergli l’estremo, confortevole omaggio. Se sei un pezzente, “vai a cacare” dove capita.

La lotta di classe passa anche per la tazza del gabinetto: se sei un operaio, un impiegato, un precario, vai nel bagno comune. Se un quadro, un dirigente hai il tuo WC. Se poi sei il capo, vuoi mettere: una bella seduta confortevole, igienizzata, in una vera stanza da bagno, spaziosa e profumata, ti da il senso del comando: una vera e propria cacata da Re. Senza contare che se sei nato in una metropoli moderna, tiri l’acqua e tutto sparisce. Va nelle fogne. E chi si è visto si è visto. Se sei nato nel momento sbagliato e nel luogo sbagliato, allora sei nella merda fino al collo: l’escremento rimane lì e da li fa danni, all’ambiente, alla salute.

La gente si ammala e magari ci muore di malattie infettive. Perché quella, lei, è proprio stronza: diffonde malattie, peggio di un’arma di distruzione di massa. Certo anche qui il problema è che se sei nato nel mondo dei WC, hai il privilegio di lavarti il sedere con l’acqua potabile. Se sei nato nella parte sbagliata, sei nella merda fino agli occhi: non hai acqua da bere, figuriamoci per fare il bidè.

Per noi occidentali, che la facciamo nella tazza, e a volte la facciamo pure fuori dal vaso, le fogne sono un “luogo non luogo”, da utilizzare come figura retorica: “fascisti, carogne, tornate nelle fogne”, tanto per fare un esempio. Ma per chi si accuccia e la fa quando proprio gli scappa, beh, le fogne sono un miraggio, una conquista sociale, un traguardo del benessere. Anche da noi, d’altro canto, il sistema fognario è spesso la prova provata che il quartiere non è più abusivo: il palazzinaro ha tirato su case, poi arriva il Comune che deve fare strade, allacciare acqua, luce e telefono e, finalmente, fare le fogne.

E’ uno sporco lavoro, certo, ma con un poco di mazzette qualcuno lo deve pur fare. Rimangono tracce di sporco, sbaffate di malaffare, olezzo di corruzione.

Ma così va il mondo. Una volta c’era una scritta, nei bagni di un liceo romano. Così recitava: “Chi col dito il cul si netta, presto in bocca se lo metta, resterà così pulito, carta, culo, muro e dito.”

Ogni riferimento al rapporto tra la cacca e la classe dirigente di questo nostro bel paese è assolutamente intenzionale. Serviva per restare in argomento, senza cambiare discorso. Beh, buona giornata.

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democrazia Finanza - Economia - Lavoro Lavoro Leggi e diritto

Partigiani dei lavoratori.

di Marco Ferri – da 3D n. 12 del 24 aprile 2010. (pubblicato anche da megachipdue.info).

I lavoratori di Eutelia hanno ottenuto, da un tribunale, che l’azienda vada in amministrazione controllata. Per vie legali. Questo vuol dire che potrebbero accedere alla cassa integrazione. C’è chi parla di vittoria. Va bene. Ma va davvero bene? No.

Se i diritti dei lavoratori di questo nostro Paese sono legati alle tecnicalità delle leggi amministrative, è difficile pensare a un traguardo, figuriamoci a una vittoria politica e sindacale. È, invece, la misura, per altro colma, di come venga trattato il lavoro salariato nell’Era del berlusconismo, che altro non è che la faccia grottesca del neo liberismo in economia, politica, relazioni industriali.

Tuttavia si deve gioire per il destino dei lavoratori di Eutelia, non per convinzione, ma per obbligo. Ma è anche un obbligo ricordare che questo Paese deve molto ai lavoratori. La classe operaia ha decisamente contribuito alla nascita della nostra democrazia. Lo sciopero nelle fabbriche del nord Italia nel marzo del 1943 aprì la strada alla Resistenza. Gli operai furono attivi protagonisti della lotta partigiana fino a salvare le fabbriche, impedendo che fossero distrutte durante la ritirata degli occupanti nel ‘45. La nostra Costituzione dà un riconoscimento formale e sostanziale al ruolo dei lavoratori: è nell’art. 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul Lavoro”.

Nel dopoguerra, la classe operaia italiana ha partecipato alla ricostruzione, ha dato impulso alla democrazia, ha abbattuto le gabbie salariali, cioè la divisione dei salari per aree geografiche. La classe operaia in Italia ha fatto da barriera invalicabile contro tutti i tentativi golpisti degli anni ‘70. Ha ottenuto lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori. La classe operaia ha favorito l’integrazione delle grandi emigrazione dal sud, ha gestito la grande incazzatura degli studenti del ‘68, le rivendicazioni femministe, e, più recentemente, le istanze degli immigrati di prima e seconda generazione. La classe operaia in Italia è stata capace di far volare fino al cielo della politica la Sinistra, per poi punirla e appoggiare la Lega al nord: una ricerca della Fiom di Brescia ha svelato che la maggioranza dei suoi tesserati è anche iscritta alla Lega Nord di Bossi.

Gli echi del 25 Aprile, festa della Liberazione, suonano così, quest’anno. Non si può dimenticare il contributo dei lavoratori alla nascita della democrazia. Ma non si deve dimenticare che il progressivo disinteresse alla condizione materiale del Lavoro è in Italia il maggior alleato “oggettivo” alla Vandea berlusconista.

È in questo contesto che la lotta dei lavoratori di Eutelia va valutata. Non sottovalutata.
(Beh, buona giornata).

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