“Musk non può prendere decisioni senza la mia approvazione”, pare abbia detto Trump.
Impossibile non citare Woody Allen: “Ragazzi, a casa comando io. Vostra madre prende solo le decisioni”.
“Musk non può prendere decisioni senza la mia approvazione”, pare abbia detto Trump.
Impossibile non citare Woody Allen: “Ragazzi, a casa comando io. Vostra madre prende solo le decisioni”.
Scrive Istat: “A dicembre 2024 le retribuzioni contrattuali crescono dello 0,1% su novembre e decrescono dello 0,6% su dicembre 2023”.
Tradotto: gli stipendi dei lavoratori dipendenti alla fine del 2024 scendono dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Questa è la notizia drammatica, visto che abbiamo passato una maledetto anno di inflazione alle stelle.
La notizia grottesca è rilevare che a dicembre ci sia stato lo 0,1 per cento in più di soldi in busta paga rispetto a novembre. Quando si dice “cornuti e mazziati”.
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Registriamo tre morti di lavoro nel primo weekend di febbraio – due dei quali autotrasportatori – mentre al bilancio di gennaio aggiungiamo due nuove vittime, che portano il totale del mese a 87 (+7,4% rispetto a gennaio 2024).
Carlo Piccolo, 60enne agente di commercio di Due Carrare (Padova), è morto venerdì 31 gennaio sulla A13 nel territorio di Boara Pisani (PD). Guidando verso Bologna per incontrare alcuni clienti, Piccolo ha tamponato un camion che lo precedeva ed è morto sul colpo.
Un operaio 66enne, al lavoro in un cantiere per l’ammodernamento dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, è morto venerdì 31 gennaio stroncato da un malore. Immediati i soccorsi, ma il lavoratore non si è più ripreso..
Un autotrasportatore 36enne di Poggiomarino (Napoli), è morto sabato 1° febbraio in un incidente sulla statale Basentana, nel territorio di Brindisi Montagna (Potenza).
Al volante di un autoarticolato carico di ortaggi, ha sbandato verso il guardrail centrale e si è rovesciato nella corsia opposta, coinvolgendo altri 3 tir. Il lavoratore è deceduto nello schianto.
Massimo Ciampo, 54enne autotrasportatore di Gravina in Puglia (Bari), è morto sabato 1° febbraio in un incidente sulla A14 nel territorio di Miglianico (Chieti), quando l’autotreno guidato in quel momento da un collega ha colpito la parete d’ingresso di una galleria.
Il lato passeggero della cabina ne è uscito devastato e Ciampo è morto all’istante. Ricoverato in condizioni non gravi il guidatore.
Antonino Currò, per tutti Nino, 36enne residente a Imola (Bologna), di professione meccanico, è morto sabato 1° gennaio a Conselice (Ravenna), mentre lavorava su un van Mercedes.
I sostegni che sorreggevano il mezzo hanno ceduto all’improvviso e Currò, che era sotto il van, non ha avuto scampo. Il lavoratore lascia la moglie incinta e due figli piccoli.
#carlopiccolo#massimociampo#antoninocurrò#mortidilavoro
Febbraio 2025: 3 morti (sul lavoro 3; in itinere 0; media giorno 1,5)
Anno 2025: 90 morti (sul lavoro 75; in itinere 15; media giorno 2,7)
17 Lombardia (sul lavoro 14, in itinere 3)
11 Veneto (8 – 3)
7 Piemonte, Campania, Puglia (7 – 0); Toscana (6 – 1)
6 Calabria (6 – 0)
5 Emilia Romagna (3 – 2)
4 Abruzzo (4 – 0); Lazio (3 – 1)
3 Umbria (3 – 0)
2 Trentino, , Basilicata, Sicilia (2 – 0); Liguria, Marche (1 – 1)
1 Molise, Sardegna (0 – 1)
Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)
da POLITICO via Contropiano.org
Corre a una velocità pazzesca la privatizzazione dello Stato. E non di uno qualsiasi, ma degli Stati Uniti. Il che cambia decisamente il rapporto tra Stato e cittadini (per quanto “ideologizzato” e non realistico potesse essere), sia tra i membri dell’élite di quel paese.
L’amministrazione Trump ha approvato i piani per concedere a funzionari del Tesoro affiliati al team di Elon Musk l’accesso al sistema federale che gestisce trilioni di dollari in pagamenti. Il nuovo Segretario del Tesoro, Scott Bessent, ha infatti concesso l’accesso al sistema di pagamento a un team guidato da Tom Krause, CEO di Cloud Software Group, che ora lavora per il Dipartimento del Tesoro e funge da collegamento con il gruppo DOGE di Musk, che opera all’interno del United States Digital Service.
In pratica ad una società di Musk che già lavorava con il Tesoro, ma in funzione “tecnica” molto subordinata – e ben retribuita – senza poteri discrezionali e senza poter entrare nei database anche individuali di chi riceve quei pagamenti.
Ci sarebbe stato un duro scontro tra funzionari uscenti ed entranti nell’amministrazione del Tesoro, ma alla fine “L’approvazione del segretario è stata subordinata al fatto che si trattasse essenzialmente di un’operazione di sola lettura“. Ossia che il nuovo soggetto privato possa – per ora – leggere i dati (e copiarli, si presume), ma non modificarli o decidere quali pagamenti effettuare ancora e quali bloccare.
Si tratta infatti di un sistema vastissimo e altamente sensibile, cruciale per i pagamenti erogati dal governo federale a decine di milioni di americani ogni anno. Ma anche ad enti e destinatari internazionali considerati “utili” per le politiche Usa. Riguarda insomma la spesa sociale come quella internazionale. E’ il sancta sanctorum del governo statunitense, il centro della macchina per quanto riguarda ogni tipo di spesa. Il braccio operativo economico della superpotenza, la sua “cassaforte”.
L’amministrazione Trump aveva già cercato, con un “ordine operativo” molto perentorio e “universale”, di congelare i fondi per programmi precedentemente approvati ma sgraditi. Ha dovuto fare una parziale marcia indietro perché il carattere “totalitario” del blocco avrebbe impedito di far funzionare parti rilevanti e indispensabili dell’amministrazione pubblica (probabilmente anche il controllo aereo…).
David Lebryk, funzionario di lunga data che supervisionava le vaste operazioni di finanziamento e pagamento del Tesoro, si è improvvisamente dimesso venerdì dopo essersi scontrato con i funzionari di Trump sulla concessione dell’accesso al sistema di pagamento, che contiene dettagli molto riservati sulle persone che ricevono pagamenti governativi.
Il sistema controlla infatti i pagamenti ai beneficiari della previdenza sociale, alle persone che hanno diritto a rimborsi fiscali, alle organizzazioni che ricevono sovvenzioni, nonché ai dipendenti federali e agli appaltatori governativi. Come si vede, si tratta di un insieme altamente eterogeneo dove ci sono milioni di destinatari retribuiti regolarmente in virtù di “diritti acquisiti” nel tempo (pensionati, sussidiati, istituzioni, ecc), sia di soggetti scelti con criteri di opportunità politica per l’azione degli Usa nel mondo.
In via non troppo teorica, però, dopo un consistente incrocio di database che identifichi quanti – tra i retribuiti – siano anche oppositori di Trump (o schifati da Musk), la nuova squadra di DOGE potrebbe stilare lunghe liste di gente da portare alla fame tagliandole le erogazioni. Ma è solo una delle infinite possibilità di utilizzo di un datacenter del genere…
La confusione su chi avrà accesso ai sistemi di pagamento del Tesoro, nonché sulla possibilità che le loro responsabilità possano consentire loro di interrompere i pagamenti, ha così aperto un nuovo fronte nella battaglia politica sul Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE) affidato a Musk.
Il quale ha suggerito sabato che gli sforzi del suo gruppo per l’efficienza governativa di ottenere un maggiore controllo sui pagamenti del Tesoro agli americani riguardavano l’eliminazione di frodi o pagamenti illeciti. Ovviamente seminando affermazioni “shokkanti” non accompagnate da alcuno straccio di prova: “Il team @DOGE ha scoperto, tra l’altro, che ai funzionari addetti all’approvazione dei pagamenti del Tesoro è stato ordinato di approvare sempre i pagamenti, anche a gruppi fraudolenti o terroristici noti. Letteralmente non hanno mai negato un pagamento in tutta la loro carriera. Nemmeno una volta.”
Non che siano mai mancati pagamenti Usa a gruppi terroristici (tutti i loro complici nei mille golpe operati nel mondo, Al Qaeda, Isis, dittature sudamericane e non, Majdan varie di ieri e di oggi, ecc), ma anche chiaro che questi “amici fedeli o temporanei” non usciranno mai dalla lista dei beneficiari. Almeno fin quando non commetteranno errori mortali…
L’Ufficio dei Servizi Fiscali, che gestisce il sistema di pagamento del Tesoro, ha comunque già un dipartimento per “l’integrità dei pagamenti”, incaricato di identificare, prevenire e recuperare frodi e pagamenti impropri. Secondo il Tesoro, questi sforzi hanno prevenuto pagamenti impropri per un totale di quasi 155 milioni di dollari e hanno contribuito al recupero di quasi 350 milioni di dollari.
Ad esempio, un portale Do Not Pay consente alle agenzie di verificare se un destinatario è deceduto, inserito nella lista nera per gli appalti governativi, sanzionato, incarcerato o altrimenti non idoneo. Lily Batchelder, una funzionaria che ha servito come segretario del Tesoro per la politica fiscale durante gli ultimi anni ha provato a spiegare che “È profondamente preoccupante che i funzionari politici nominati alla Casa Bianca stiano tentando di interferire con i benefici della previdenza sociale e i rimborsi fiscali delle persone.“
“Per dirla senza mezzi termini, questi sistemi di pagamento semplicemente non possono fallire, e qualsiasi interferenza politicamente motivata in essi rischia di causare gravi danni al nostro paese e all’economia“, ha scritto il senatore democratico dell’Oregon Ron Wyden al nuovo boss del Tesoro, Bessent, lanciando l’allarme sulla possibilità che gli alleati di Musk possano trovarsi in una posizione per ottenere informazioni che potrebbero aiutare il vasto impero commerciale del miliardario.
Oltre agli aspetti propriamente politici, insomma, che potrebbero facilitare le “vendette” del giro Trump sugli avversari, c’è la gigantesca possibilità che una multinazionale privata – una o più, tra quelle che fanno capo a Musk e altri “capitalisti delle piattaforme” – possa disporre di informazioni esclusive su chiunque tali da permettere guadagni senza paragoni. E senza produrre nulla…
Il varco per l’assalto privatistico al Tesoro è stato però creato ed offerto da una gestione sempre molto problematica della macchina della spesa. I pagamenti impropri nei programmi federali sono stati un problema perenne che ha a lungo attirato l’attenzione dei controllori governativi e dei legislatori congressuali. Pagamenti che sono sono aumentati negli ultimi anni, quando il Congresso ha approvato enormi nuovi programmi di soccorso per la pandemia di Covid-19.
Durante l’amministrazione Biden, il Tesoro ha promosso nuovi sforzi per utilizzare l’intelligenza artificiale per rilevare frodi e pagamenti impropri. Il Tesoro ha dichiarato in ottobre che lo sforzo ha prevenuto e recuperato più di 4 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2024.
Tuttavia, i pagamenti impropri nei programmi federali sono stati un problema perenne che ha a lungo attirato l’attenzione dei controllori governativi e dei legislatori congressuali. I pagamenti impropri in tutto il governo sono aumentati negli ultimi anni quando il Congresso ha approvato enormi nuovi programmi di soccorso per aiutare gli americani durante la pandemia di Covid-19.
Le agenzie federali hanno così riportato 236 miliardi di dollari in pagamenti impropri nel 2024. La maggior parte proveniva da Medicare, Medicaid, assicurazione contro la disoccupazione, prestiti di soccorso pandemico per piccole imprese, il credito d’imposta sul reddito guadagnato del Tesoro e i pagamenti della previdenza sociale.
Piccole e grandi truffe (tipo farsi pagare gli stipendi dei dipendenti privati dalla “cassa integrazione pubblica”, no?) che hanno offuscato la credibilità del “pubblico” lasciando campo aperto ad un “privato” che non vuole fare né mediazione sociale né prigionieri.
Il “comitato d’affari della borghesia” si restringe a pochi tecnomiliardari, da quelle parti. E saluta definitivamente “l’ordine basato su regole liberali”. Chi comanda acchiappa tutto. E se lo tiene.
Non bastava la sgangherata vicenda Monte dei Paschi- Mediobanca. Dopo Commerzbank e BancoBpm, adesso UniCredit vuole pappare Generali.
L’inflazione e l’aumento del costo del denaro hanno fatto fare alle banche talmente tanti soldi che non sanno più come spenderli, fatto sta che tentano di comprarsi l’un l’altra.
Ovviamente, tutto a spese dei clienti e dei contribuenti: che a pagare le tasse sugli extra-profitti manco a parlarne.
Per dirla in breve: Meloni ha arricchito di cocuzze le banche.
di Sahra Wagenknecht
Nello straordinario libro di oltre mille e cinquecento pagine di Piketty dal titolo Capitale e ideologia, la cui accoglienza nelle correnti dominanti della sinistra liberale è stata piuttosto fredda, si trova un’analisi dettagliata delle trasformazioni dell’elettorato socialdemocratico, socialista e di sinistra.
Piketty ha studiato i dati sulle tendenze dell’elettorato negli Stati Uniti e in Canada, in Nuova Zelanda e in Australia, così come anche in alcuni Stati europei quali la Gran Bretagna, la Svezia, la Francia, la Germania, la Norvegia, l’Italia, i Paesi Bassi, la Svizzera e la Polonia.
In tutti questi paesi apparentemente così diversi si nota un andamento sorprendentemente simile.
L’analisi getta una luce vivida e impietosa su chi si sente rappresentato dalla sinistra alla moda nelle sue diverse sfaccettature e chi no.
Secondo Piketty ci sono due gruppi che votavano i partiti di sinistra negli anni Cinquanta e Sessanta e che hanno smesso di farlo nei decenni tra il 1990 e il 2020.
Uno è quello degli operai delle industrie, l’altro quello dei semplici impiegati pubblici, che dagli anni Novanta sono spesso ex operai o i loro figli.
Non fa differenza che si tratti dell’SPD, dei laburisti, dei socialisti francesi o dei democratici negli Stati Uniti: la sinistra tradizionale parlava e raggiungeva soprattutto gli elettori con stipendi più bassi e cultura inferiore e li faceva sentire rappresentati. (Sahra Wagenknecht, “Contro la sinistra neoliberale”, Fazi Editore.)
Fonte: Treccani.
remigrazione s. f. Eufemismo per ritorno forzato di persone immigrate nel loro Paese d’origine.
◆ Davvero non ci sono armi sulla C-Star? Che cosa ci fanno i mercenari a bordo? Sono impegnati nel cosiddetto piano “remigrazione”: (Paolo Berizzi, Repubblica, 7 agosto 2017, p. 8, Cronaca)
• Nei prossimi anni ai governi europei si porrà di fronte la lacerante necessità di scegliere se favorire la remigrazione di quanti più immigrati (ma anche “nuovi cittadini” di seconda, terza e quarta generazione non integrati), cercando di offrire a quelli più compatibili con le nostre culture la scelta fra l’integrazione oppure il mantenimento di usi e costumi originari, ma nell’ambito di comunità piccole, controllabili, pacifiche e prive di pretese politiche. (Emanuele Mastrangelo, Giornale.it, 17 ottobre 2023, Opinioni)
• Il libro Il mondo al contrario del generale Roberto Vannacci sarà pubblicato in Germania dalla casa editrice di estrema destra Antaios, guidata da Götz Kubitscheck, ed uscirà a febbraio, con il titolo Verdrehte Welt, viene offerto anche in abbinamento con Remigrazione di Martin Sellner, estremista di destra austriaco e figura chiave dell’incontro di Potsdam in cui a novembre si è discusso di una massiccia «remigrazione» di stranieri dalla Germania. (Corriere della sera, 27 gennaio 2024, p. 13, Politica)
• Anche in Italia dobbiamo parlare di remigrazione, ovvero rimpatriare non solo clandestini e criminali, ma anche gli stranieri che scelgono di non volersi integrare. I fatti di Milano sono un segnale chiaro: non possiamo più cedere pezzi di città a bande di immigrati che commettono violenze e offendono il Paese che li ha accolti. Chi è venuto in Italia a lavorare e si è assimilato alla nstra cultura è il benvenuto, ma chi ha scelto di non integrarsi e di non rispettare il popolo che lo ospita va rimpatriato. (Alessandro Corbetta, Capogruppo Lega in Regione Lombardia, Instagram.com, 3 gennaio 2025)
• Una trovata elettorale che assomiglia più a un’intimidazione. Il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland, che fa della lotta all’immigrazione e della deportazione di massa degli immigrati un suo punto di forza, ha fatto trovare a 30mila persone un falso biglietto di espulsione di sola andata datato 23 febbraio, il giorno delle elezioni federali, nelle cassette delle lettere. Nel messaggio, indirizzato a un generico “immigrato illegale“, la formazione di ultradestra ha stampato un messaggio che lascia poco spazio alle interpretazioni: “Solo la remigrazione può salvare la Germania“. (FattoQuotidiano.it, 13 gennaio 2025, Mondo)
• I leghisti hanno fatto propria la parola d’ordine lanciata da Alice Weidel, leader dell’ultradestra tedesca, designata candidata cancelliera dell’Afd alle elezioni di febbraio, che ha dichiarato «Abbiamo un piano per il futuro della Germania: chiudere completamente le frontiere, respingere ogni viaggiatore senza documenti, cancellare le prestazioni sociali per i non residenti e procedere a rimpatri su larga scala. Se si deve chiamare remigrazione, si chiamerà remigrazione», riprendendo a sua volta la parola usata dal leader austriaco Martin Sellner, teorico della remigrazione. (Valeria Della Valle, Avvenire.it, 28 gennaio 2025, Attualità).
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Nel 2024 erano state 81 (+4,7%). La media quotidiana sale da 2,6 a 2,7. Crescono del 27% i morti sul posto di lavoro, da 55 a 70; quasi dimezzate le vittime in itinere, passate da 26 a 15 (-47%).
Sebastiano Torreggiani, 27enne di Guidizzolo (Mantova), operaio dell’azienda agricola Saccardi di Marcaria (Mantova), è morto poco dopo le 8 di venerdì 31 gennaio per i traumi causati dalla caduta di una balla di fieno.
Il lavoratore doveva prelevare dal deposito foraggi una balla da portare alla macchina trituratrice per farne mangime e stava rimuovendo la rete quando è stato travolto dalla caduta di una delle pesantissime balle.
Torreggiani in quel momento era solo e quando un compagno di lavoro si è accorto dell’accaduto e ha dato l’allarme era ormai troppo tardi.
Marco Ialleni, 62enne meccanico di Latina, è morto venerdì 31 gennaio nell’ospedale Santa Maria Goretti, dove era ricoverato dal 15 novembre.
Quel giorno, andando al lavoro, era stato investito da un’automobilista ubriaca, riportando lesioni gravissime. Ha lottato in ospedale per due mesi e mezzo, poi il suo corpo ha ceduto definitivamente.
Un operaio 61enne di Andria (Barletta Andria Trani), è morto venerdì 31 gennaio nel Policlinico di Bari, dove si trovava da mercoledì 29, quando aveva avuto un malore sui ponteggi di un cantiere a Trani.
Lunga e complessa l’operazione per consentire ai soccorritori di salire sui ponteggi con una barella e poi ridiscenderne. Dopo neanche 48 ore il lavoratore si è arreso all’emorragia cerebrale che l’aveva colpito.
#sebastianotorreggiani#marcoialleni#mortidilavoro
Gennaio 2025: 85 morti (sul lavoro 70; in itinere 15; media giorno 2,7)
17 Lombardia (sul lavoro 14, in itinere 3)
10 Veneto (7 – 3)
7 Piemonte, Campania, Puglia (7 – 0); Toscana (6 – 1)
6 Calabria (6 – 0)
4 Emilia Romagna (2 – 2)
3 Umbria, Abruzzo (3 – 0); Lazio (2 – 1)
2 Trentino, Sicilia (2 – 0); Liguria, Marche (1 – 1)
1 Basilicata (1 – 0); Molise, Sardegna (0 – 1)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Kiro Novoselski, 56enne della Macedonia del Nord residente a Dogliani (Cuneo), dipendente di un’azienda edile del Monregalese, è morto giovedì 30 gennaio davanti a un allevamento di Vicoforte.
L’operaio era nella cabina di guida di un camion e stava scaricando i materiali trasportati, quando il cassone ribaltabile ha toccato i fili dell’alta tensione.
Novoselski ha tentato di scendere ma è stato folgorato ed è morto sul colpo.
Un calzolaio 60enne di Gatteo (Forlì Cesena), è morto giovedì 30 gennaio cadendo dalla bicicletta nella frazione di Fiumicino, mentre andava ad aprire la sua attività.
La salma dell’artigiano è stata trasportata al Bufalini di Cesena, in attesa delle decisioni della magistratura.
Gennaio 2025: 82 morti (sul lavoro 68; in itinere 14; media giorno 2,7)
16 Lombardia (sul lavoro 13, in itinere 3)
10 Veneto (7 – 3)
7 Piemonte, Campania (7 – 0); Toscana (6 – 1)
6 Puglia, Calabria (6 – 0)
4 Emilia Romagna (2 – 2)
3 Umbria, Abruzzo (3 – 0)
2 Trentino, Lazio, Sicilia (2 – 0); Liguria, Marche (1 – 1)
1 Basilicata (1 – 0); Molise, Sardegna (0 – 1)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
È passato un mese esatto dalla morte in Val Palot – a Pisogne, nel Bresciano – del 67enne Angelo Frassi (nella foto) e l’inchiesta della Procura di Brescia continua a riservare amare sorprese.
Il 28 dicembre Frassi era stato trovato senza vita vicino a un impianto di risalita e inizialmente si era pensato a un malore. L’autopsia aveva però rivelato che l’uomo, un pensionato dipendente di Val Palot Ski, era morto per traumi interni compatibili con una caduta.
Incidente sul lavoro, dunque: quando è emerso che Frassi era caduto da un pilone dello skilift Duadello nel tentativo – senza protezioni e senza formazione – di liberare un seggiolino incastrato, è scattato l’ordine di arresto per Silvano Sorio e Nicoletta Merighetti, marito e moglie titolari della società, finiti ai domiciliari con l’accusa di omicidio colposo.
Ora il quadro è diventato ancora più fosco.
È emerso, grazie alle testimonianze di alcuni sciatori, che subito dopo la caduta il corpo del lavoratore è stato spostato con una motoslitta e portato vicino alla cabina di controllo dell’impianto proprio per far credere a un malore.
L’accusa è diventata così di omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro ed è stata estesa a un dipendente di Val Palot Ski, che avrebbe aiutato i due arrestati.
Il motivo di una condotta tanto atroce? Non si voleva che il coinvolgimento diretto in una tragedia ostacolasse il finanziamento di 995.000 euro (il 90% dalla Regione Lombardia,) che due giorni dopo avrebbe assicurato i fondi per l’ampliamento delle piste e l’ammodernamento degli impianti.
Venerdì 31 gennaio ci sarà l’interrogatorio di garanzia dei due, lui tecnico, lei maestra ed ex azzurra dello slalom con 6 podi mondiali nel carniere.
Nel frattempo gli impianti rimangono sotto sequestro e in zona serpeggia inquietudine sul destino di una ski area che aveva dato una spinta notevole all’economia.
#angelofrassi#silvanosorio#nicolettamerighetti#mortidilavoro#valpalot
Se Israele avesse bombardato i treni piombati che deportavano gli ebrei nei campi di sterminio (compresi quelli del ghetto di Roma, a cui questa volgare trovata manca di rispetto) ne avrebbe ammazzati a migliaia.
Esattamente come ha fatto Netanyahu a Gaza.
Ormai alcune comunità ebraiche hanno perso il senso delle proporzioni tra la storia europea e la propaganda di regime, l’ultimo stadio del sionismo dell’ultra destra messianica, nazionalista e razzista.
“Il giorno della memoria” non è un ricorrenza di uno stato, né una celebrazione circoscritta nel perimetro dei fedeli di una religione.
Gli insegnamenti che la Shoah ha trasmesso a tutta l’umanità sono politicamente, storicamente, ideologicamente troppo importanti per lasciarli nelle mani di ultras che tifano il Likud e i suoi peggiori alleati al governo d’Israele.
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Maicol Affatato, 26 anni, è morto sabato 25 gennaio a Mandatoriccio (Cosenza), precipitando dal tetto del capannone di un’azienda che lavora il ferro.
Era salito lassù per stendere un prodotto in grado di fermare le infiltrazioni d’acqua causate dalle ultime abbondanti precipitazioni. Il tetto, fradicio, si è letteralmente aperto sotto i piedi del lavoratore, che è precipitato da una decina di metri d’altezza ed è morto sul colpo.
La Procura di Castrovillari ha aperto un’inchiesta, non solo sulla dinamica e sull’uso dei dispositivi di sicurezza, ma anche sulla posizione lavorativa di Maicol, che non risulterebbe alle dipendenze della ditta.
Venerdì 24 in provincia di Cosenza era morto un altro lavoratore, Rosario Ferraro, 62enne pittore edile di Albidona (Cosenza).
Si era sentito male mentre lavorava a Trebisacce, sempre nel Cosentino, ed era stato portato al presidio ospedaliero Chidichimo dove, constatato un infarto in atto, ne avevano disposto il trasferimento al più attrezzato Ferrari di Castrovillari.
L’elisoccorso era però impegnato in un altro intervento e sono trascorse due ore prima che volasse a Trebisacce. Troppo tardi per Ferraro, morto nell’ambulanza che lo trasportava all’eliporto.
Un malore al lavoro è anche all’origine della morte di Amato Aversario, 54enne di Mondragone (Caserta), in trasferta a Serravalle Pistoiese (Pistoia) per i lavori di ammodernamento della ferrovia Pistoia-Montecatini.
Sabato 25 gennaio Aversario, che era già stato vittima di ischemia, si è sentito male alle 7,30 e si è accasciato davanti ai compagni. All’ospedale San Jacopo di Pistoia i medici hanno potuto soltanto accertarne la morte.
Carlo Biffi, 59enne titolare dell’allevamento caprino Rio Vallone di Roncello (Monza e Brianza), è morto sabato 25 gennaio a causa di un incendio scoppiato nell’azienda.
Al divampare delle fiamme in una stalla si è precipitato per cercare di salvare i suoi animali, mentre un altro allevatore lanciava l’allarme.
Biffi è stato trovato esanime in quello che in poco tempo era diventato un inferno di fuoco e fumo, tanto da richiedere l’intervento di squadre di vigili del fuoco anche da Milano. I tentativi di rianimazione non hanno dato esito.
Massimiliano Pecorini, 56enne di Roccastrada (Grosseto), è morto venerdì 24 gennaio a causa dei gravi traumi riportati quando è stato colpito da un tronco mentre abbatteva degli alberi in un’azienda di famiglia.
#maicolaffatato#rosarioferraro#amatoaversario#carlobiffi#massimilianopecorini#mortidilavoro
Gennaio 2025: 69 morti (sul lavoro 60; in itinere 9; media giorno 2,7)
14 Lombardia (sul lavoro 13, in itinere 1)
8 Veneto (5 – 3)
7 Campania (7 – 0)
6 Piemonte, Toscana, Calabria (6 – 0)
5 Puglia (5 – 0)
3 Abruzzo (3 – 0); Emilia Romagna (2 – 1)
2 Trentino, Lazio (2 – 0); Liguria, Marche (1 – 1)
1 Umbria, Basilicata (1 – 0); Sardegna (0 – 1)
Fonte: ISTAT.
Nel 2022 la retribuzione oraria media, nelle unità economiche con almeno 10 dipendenti, tra le donne è pari a 15,9 euro (0,5 euro inferiore alla media calcolata su tutti i dipendenti) e tra gli uomini è pari a 16,8 euro (0,4 euro superiore).
Il differenziale retributivo di genere (Gender Pay Gap) è più marcato tra i laureati (16,6%, un valore circa triplo di quello medio) e tra i dirigenti (30,8%).
I giovani under 30 guadagnano il 36,4% in meno rispetto agli over 50 (38,5% tra gli uomini, 33,3% tra le donne), i lavoratori con contratto a tempo determinato percepiscono il 24,6% in meno di chi ha un contratto a tempo indeterminato.
Livelli retributivi medi particolarmente elevati caratterizzano il settore delle Attività finanziarie e assicurative (25,9 euro l’ora), mentre i più bassi si registrano in quello dei servizi di alloggio e di ristorazione (10,9 euro).
Tra i lavoratori dipendenti, il 10% che guadagna di meno viene retribuito al massimo con 8,8 euro l’ora, mentre il 10% che guadagna di più supera i 26,6 euro.
di Luciano Canfora
“La situazione era resa ancora più imbarazzante perché nel corso della discussione, già il 16 marzo (1949, ndr), emerse la questione, formalizzata nell’emendamento presentato da Togliatti, della eventuale concessione di basi militari di altri paesi sul nostro territorio.
L’emendamento non poneva più in discussione l’adesione al Patto (Atlantico, ndr) ma la condizionava all’impegno di non concedere «a nessun governo straniero l’uso del territorio nazionale per l’organizzazione di basi militari di qualsiasi genere».
Gronchi, che presiedeva, era noto come non proprio favorevole all’adesione al Patto e dopo poco affidò la presidenza della seduta al vicepresidente Gaetano Martino.
Interpellato dal proponente, il governo – nella persona del presidente del Consiglio, De Gasperi – formulò una risposta destinata ad essere smentita dai fatti:
«Nessuno ci ha mai chiesto basi militari, e d’altra parte non è nello spirito dei patti di mutua assistenza fra Stati liberi e sovrani, come è il Patto Atlantico, di chiederne e concederne».
È possibile che De Gasperi lo pensasse davvero.
Sta di fatto che l’emendamento che avrebbe vincolato l’adesione al Patto al preventivo rifiuto di accogliere basi militari sul nostro territorio non fu messo ai voti perché – sostenne De Gasperi – già metterlo ai voti avrebbe significato «insinuare che sia in noi una convinzione diversa»!” (da “Sovranità limitata” di “Luciano Canfora”).