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Attualità Finanza - Economia - Lavoro Lavoro

Alitalia: oggi trattano male i dipendenti, domani i passeggeri.

Dopo mesi in cui la “cordata” ha giocato al tiro alla fune, finalmente Cai, compagnia aerea italiana ha  presentato il 31 ottobre la sua offerta di acquisto al Commissario straordinario di Alitalia. Tra le condizioni dell’esecuzione sono indicate (fonte: Agenzia Ansa del 1 novembre):

 

1) L’ottenimento da parte della competente Autorità Antitrust di un provvedimento che confermi la compatibilità dell’operazione notificata ai sensi della normativa vigente, ovvero che non abbia prescritto impegni o misure diversi da quelli proposti dall’Acquirente o che risultino sostanzialmente incompatibili con il piano industriale presentato dall’Acquirente o che comportino una sostanziale variazione delle pattuizioni del contratto;

 

(*) Traduzione: sono le norme antitrust che si devono piegare alle esigenze della Cai, non Cai che deve comportarsi secondo le norme antitrust.

 

2) L’ottenimento di provvedimenti da parte della Commissione europea con cui si attesti che eventuali aiuti di Stato, istituiti a beneficio del Gruppo AZ prima della stipula del contratto, non comportino a carico dell’Acquirente alcun obbligo di restituzione;

 

(*) Traduzione: la restituzione del prestito ponte di 300 milioni di euro non è a carico di Cai

 

3) Nessun elemento di aiuto, sia riconducibile alle previsioni e/o esecuzione del contratto;

 

(*) Traduzione: tutto quello che il governo ha promesso a Cai, a cominciare dalla decontribuzione per la riassunzione dei dipendenti in cassa integrazione, non va imputato a Cai come aiuto alla nascita della nuova compagnia.

 

4) A seguito dell’eventuale nomina da parte della Commissione europea di un Monitoring Trustee non venga sollevata alcuna contestazione, obiezione o riserva nei riguardi dell’operazione oggetto del contratto o di sue specifiche modalità o condizioni, tale da comportare un significativo pregiudizio per l’Acquirente”.

 

(*) Traduzione: il governo protegga Cai dalle nuove regole che stanno per essere varate in materia di trasparenza sulle tariffe.

 

Se tutto questo è vero, la rottura delle trattative con i sindacati avvenuta lo scorso mercoledì è stata una messa in scena, per drammatizzare la situazione e spingere il governo ad assumere ulteriori impegni a tutela di Cai.

 

La pantomima dell’ennesimo ultimatum di venerdì a palazzo Chigi altro non era che forzare la mano: e infatti, il piano, che in un primo momento si diceva sarebbe stato ritirato da Cai è stato invece presentato, dopo una telefonata tra Colaninno, presidente Cai e Berlusconi, presidente del consiglio.

La storia dei soliti  sindacati autonomi che non vogliono firmare l’accordo è stata un’invenzione teatrale.

 

Le organizzazioni sindacali confederali, che avevano probabilmente mangiato la foglia, essendo intercorsi incontri informali, ai quali non hanno preso parte le altre organizzazioni, hanno siglato non un accordo, ma una lettera di intenti del sottosegretario alla presidenza del consiglio, passato alla cronaca con il nome di “lodo Letta”, con la quale si faceva garante di accordi futuri, con l’impegno personale che  avrebbe vigilato sulla corrispondenza con le intese già sottoscritte nelle faticosa vertenza dei mesi scorsi.

 

Quella dei sindacati confederali, dunque è apparso più un placet politico all’operazione Cai-Governo, che un accordo sindacale.

 

Scrivono le cinque sigle che non hanno firmato “il Lodo Letta”, in un comunicato congiunto diffuso il 1 novembre:

1) Le sigle che non hanno sottoscritto non sono rappresentative soltanto di piloti e assistenti di volo come qualcuno vuol far credere, ma sono fortemente presenti anche tra il personale di terra.

 

2) E’ assolutamente falso che il No sia motivato da pretese riguardanti i permessi/distacchi sindacali ed è bene chiarire che proprio Cgil, Cisl, Uil e Ugl “godono” di un trattamento speciale in termini di diritti sindacali. Rispetto a questa strumentalizzazione diffidiamo chiunque a continuare con tali calunnie, passibili di denuncia per diffamazione.

 

3) Le motivazioni sono invece tutte concentrate sul numero enorme di esuberi previsti, sulle condizioni di stesura contrattuale che penalizzano i lavoratori oltre quanto era stato concordato a settembre a Palazzo Chigi, sulla condizione dei precari, sulle incertezze per il futuro di migliaia di lavoratori che dopo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali si troveranno senza lavoro e senza pensione: questa condizione riguarda tutti i lavoratori coinvolti nel progetto CAI, personale di terra, piloti, comandanti ed assistenti di volo.

 

4) Sui criteri di “esclusione” dalle assunzioni c’è da sottolineare che essi godono di una eccessiva discrezionalità che non tiene in conto neanche delle consuete previsioni di legge, nonostante CAI usufruisca di ingenti finanziamenti dallo Stato anche in termini di decontribuzione per l’assunzione di personale in cassa integrazione.(circa 200 milioni in tre anni). Oltre quindi a “pretendere” di operare come azienda privata con i soldi dello Stato, CAI non vuole assumere neanche chi è gravato da condizioni sociali particolari o di evidente disagio (Legge 104, astensione facoltativa per maternità, esonero da lavoro notturno).

 

5) E’ assolutamente falso che il confronto tra azienda e sindacato si sia sviluppato in questo ultimo mese in modo coerente con gli impegni sottoscritti a settembre insieme al Governo: l’azienda non è mai entrata in una vera e concreta stesura tecnica ed ha sistematicamente stravolto tali impegni, producendo un risultato finale del tutto diverso dalle condizioni contrattuali che erano state concordate e sottoscritte.

Nello specifico, mentre a Palazzo Chigi gli accordi prevedevano il recepimento della disciplina contrattuale vigente in AirOne, integrata da quanto concordato in quella sede, CAI ha “imposto” una soluzione che non recepisce tale contratto di riferimento e lo peggiora sostanzialmente in molti istituti contrattuali fondamentali, contravvenendo quindi a quanto pattuito e garantito dal Governo.

 

Se questa è la situazione, c’è poco da rallegrarsi per la nascita di Cai, come compagnia di bandiera, sorta sulla macerie di Alitalia.

 

L’operazione era, è, e quel che è peggio sarà una mera operazione propagandistico-politico-affaristica, con costi alti per le casse dello Stato, da cui verranno sottratte molte risorse, altrimenti impiegabili per sostenere stipendi, consumi e piccole imprese.

 

L’operazione ha anche altri risvolti: permette di forzare le regole del mercato (vedi le condizioni poste da Cai); consente insensate relazioni industriali (vedi quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali più rappresentative del personale);  non dà alcuna garanzia di correttezza nei confronti della clientela futura della nuova compagnia (vedi il punto 4 delle garanzie chieste da Cai al Governo).

 

Perché è chiaro che quando si trattano male i dipendenti, si tratteranno male anche i clienti, cioè i passeggeri. A cominciare dal semplice fatto che sono previsti pesanti tagli di aeromobili e di tratte, senza contare la scomparsa della concorrenza sui prezzi delle tariffe tra due compagnie, Alitalia e AirOne, confluite in un una sola azienda, la cui somma è invece una sottrazione di uomini e mezzi, ma non di prezzi.

 

A questo punto, ci sono tre domande: riuscirà il governo italiano a far passare in Europa questo modo di fare una compagnia aerea, nonostante il prevedibile appoggio del Commissario ai trasporti Eu, che è un italiano e molto amico di Palazzo Chigi? Riuscirà Cai ad essere all’altezza del know-how del prossimo partner europeo, avendo scarse conoscenze in tema di trasporto aereo, non che dimostrando nei fatti poca responsabilità ed etica d’impresa? E, infine, non appaia paradossale, siamo sicuri che criminalizzare le organizzazioni sindacali di base dei piloti, degli assistenti di volo, dei tecnici e degli operai aeroportuali, al di là delle convenienze politiche e sindacali, non sia uno spreco di talenti, non solo in tema di capacità professionali acquisite in anni di esperienza, ma anche di relazione con la clientela, cioè dei passeggeri, vera grande risorsa di ogni azienda?   Beh, buona giornata.

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Attualità Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Meno pubblicità in tv, più comunicazione a tu per tu.

E’ stato un duro attacco alla qualità della televisione italiana. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, è stato un vero e proprio atto di accusa:  la televisione italiana per “livelli di banalità e volgarità (come i tanti reality che affollano i palinsesti delle tv in prima serata)'” è al disotto di altre televisioni europee e il divario rispetto alle emittenti Ue “é crescente”.

E’ quanto ha affermato Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha annunciato che “l’Autorità ha in animo di avviare uno studio specifico che analizzi la programmazione televisiva in Italia (e l’uso dei media vecchi e nuovi), verifichi il suo grado di qualità e se essa possa produrre effetti sui cosiddetti ‘comportamenti sociali’.

Non è nelle possibilità dell’Agcom cambiare il modo di fare televisione, spiega il presidente Calabrò, ma “fino a quando le trasmissioni sono dominate dall’assillo dei ricavi pubblicitari e questi sono connessi esclusivamente all’audience – aggiunge il presidente – i tentativi saranno inefficienti”.

Il fatto è che così, dice Calabrò “si innesca una spirale perversa che diseduca il gusto dei telespettatori e degrada il livello delle trasmissioni”.

 

Sappiamo tutti quanto la televisione sia centrale nei piani media, cioè nella distribuzione dei pesi di spesa della pubblicità italiana. E quanto sia diventata ingombrante, ne fanno le spese gli altri media, primi fra tutti la carta stampata. Quel divario crescente rispetto alla emittenti europee di cui parla Calabrò sta proprio nel predominanza assoluta della tv rispetto a tutto il resto della filiera della comunicazione commerciale.

 

Sappiamo anche che questa predominanza alimenta sé stessa più che dare linfa alla propensione verso i consumi: già in forte calo, nonostante la pressione esercitata dalla tv i consumi hanno subito un ulteriore spinta verso il basso a causa della sfavorevole congiuntura economica.

 

Sappiamo che siamo in un periodo di forte sofferenza per il settore economico della pubblicità, chi non ha già tagliato i budget pubblicitari sta pensando di farlo.

 

E’ il momento delle scelte, quelle che bisogna fare proprio durante i momenti di difficoltà: liberiamo la tv dalla troppa pubblicità, distribuiamo i budget verso altri media, verso altre attività di relazione con i clienti dei clienti.

 

Liberemo nuove energie a favore del successo delle marche: la crisi ci impone di fare scelte meno invise all’opinione pubblica, meno invasive dei telespettatori, meno onerose per le aziende. E molto più efficaci, come dimostrano le esperienze di altri paesi, che in Italia si fa fatica a prendere seriamente in considerazione.

 

Lo slogan è: meno pubblicità in tv, più comunicazione a tu per tu. Beh, buona giornata.

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Attualità Scuola

Italia, 30 Ottobre 2008: la lunga giornata dell’Onda, il nuovo movimento degli studenti.

16:34 Anche a Capri studenti, prof e genitori in corteo Anche gli studenti capresi contro il Decreto Gelmini. I circa 400 studenti che frequentano le scuole isolane sono sfilati in corteo: organizzata dagli studenti delle scuole superiori, la manifestazione ha visto anche la presenza di insegnanti e genitori.

14:53 Milano, finita assemblea in Piazza affari, riparte corteo Il sit in di protesta durato circa un’ora è finito al termine di un intervento dell’assemblea aperta che invocava la ripresa del corteo per “bloccare di nuovo la città”. In una piazza Affari fino a quel momento gremita di studenti universitari e superiori, i manifestanti hanno quindi deciso di alzarsi e proseguire con il corteo, la cui meta non è ancora stata decisa.
14:51
Anche sull’isola di Lipari corteo di protesta Anche a Lipari, nelle Eolie, 350 studenti delle scuole isolane sono scesi in piazza per lo sciopero della scuola indetto dai sindacati.
Gli studenti hanno sfilato in corteo per tutta la mattinata percorrendo il centro di Lipari. “Contestiamo – spiegano Luca Bernardi e Marco Raffiti leader del comitato studentesco – gli effetti che le nuove disposizioni, del ministro Gelmini, avranno nelle isole minori”. Alla manifestazione avrebbe partecipato un solo docente.

14:50 Napoli, assemblea all’Orientale e cortei in città E’ in corso nel cortile di Palazzo Giusso, sede dell’università Orientale di Napoli occupata, un’assemblea fra studenti e docenti. Sono presenti oltre 200 persone. In discussione le prossime iniziative da adottare per protestare contro la legge Gelmini e i tagli all’Università. In mattinata, nel centro della città, anche un corteo di studenti medi.

14:46 Roma, corteo toglie l’assedio al ministero Ripartito il corteo degli studenti che aveva “assediato”. “Bloccheremo la città”, hanno detto. Non è definito il percorso che i manifestanti intendo seguire. Al momento si dirigono verso Trastevere. Secondo gli organizzatori la coda del corteo degli universitari si trova ancora dalle parti di Largo Argentina.
14:45
Jesi, 600 studenti in corteo “Non tagliate il nostro futuro”. Questo lo slogan che ha aperto un corteo di oltre 600 persone che ha sfilato oggi per le vie di Jesi.
Alla manifestazione, indetta dal collettivo studentesco Corto Circuito contro la legge Gelmini, hanno partecipato studenti medi, insegnanti, personale della scuola e genitori. Il centro cittadino – secondo gli organizzatori – si è trasformato per oltre un’ora in un’unico spazio assembleare, dove tutti hanno potuto prendere la parola e il traffico è stato bloccato da un sit in. La manifestazione prosegue nel pomeriggio con un’assemblea provinciale studentesca.

14:41 Roma, striscioni appesi a cancelli ministero Istruzione Gridano ‘Buffoni, buffoni’ le migliaia di studenti che circondano il ministero della Pubblica istruzione. Alle spalle dell’ingresso principale decine di striscioni sono stati appesi ai cancelli del ministero. Tra questi quello che recita ‘Gelmini sarta subito’ oppure ‘Gelmini e Tremonti non capite un nanotubo’.
14:40
Venezia, manifestazione conclusa Si è chiusa la manifestazione contro la riforma della scuola a Venezia. I manifestanti, circa 8.000, sono giunti al parco di San Giuliano, in terraferma a Mestre, dopo aver attraversato il Ponte della Libertà, dove è stata annunciata per il 5 novembre un’assemblea e, a seguire, una ‘notte bianca’ all’Università Cà Foscari. I giovani si sono seduti sul prato ripetendo i cori contro il governo e il ministro Mariastella Gelmini.
14:34
L’Aquila, in corteo 5mila persone Cinquemila studenti di superiori e dell’università hanno manifestato per le vie de L’Aquila sotto una pioggia battente. I ragazzi hanno sfilato per tre ore dalla fontana luminosa fino in piazza della Prefettura, dove una delegazione ha incontrato il rappresentante del governo. Inoltre il corteo è passato anche davanti alla sede del senato accademico. Una delegazione di studenti universitari ha incontrato il magnifico rettore chiedendogli di sciogliere la seduta e di unirsi alla protesta degli studenti. Il senato accademico ha accolto la richiesta e si è subito unito alla manifestazione in corso. E il 14 novembre si replica per lo sciopero indetto dai sindacati di categoria dell’università.

14:29 Torino, sgomberati binari stazione Porta Nuova Sono stati sgomberati i due binari, il 17 e il 18, della stazione torinese di Porta Nuova occupati da un gruppetto di manifestanti, a quanto pare appartenenti all’area anarchica. Al momento la situazione all’interno della stazione è tornata tranquilla e molti studenti che partecipavano alla manifestazione di oggi e che erano presenti in stazione hanno espresso contrarietà all’occupazione dei binari e hanno chiesto di tornare a portare la protesta pacifica nelle strade della città.

14:05 Milano, assemblea in Piazza Affari Un microfono aperto per gli interventi dei manifestanti. È questa l’iniziativa lanciata da circa 20 minuti in piazza Affari dagli studenti di superiori e università giunti davanti al palazzo della Borsa. Tra i vari interventi: l’elenco dei tagli previsti dalla riforma; la comunicazione rivolta alle forze dell’ordine presenti dei tagli che interesseranno anche loro; una dedica ad Abba; la lettura di un comunicato del vicesindaco, Riccardo De Corato, che, lamentandosi per il blocco del traffico nella città, ha provocato l’euforia e gli applausi dei presenti.

13:57 Rovigo, aule vuote e cortei Moltissime scuole elementari chiuse in tutta la provincia di Rovigo, adesioni tra i docenti della primaria valutate in oltre l’80% e mediamente sopra il 50%, alle medie e anche alle superiori, adesione di massa degli studenti. Questo in sintesi il successo dello sciopero della scuola nel Polesine. A Rovigo e Adria in mattinata anche due cortei con 200 persone.

13:55 Milano, grande sit-in davanti alla borsa I diversi spezzoni del corteo milanese che non si sono fermati in piazza Duomo stanno confluendo in piazza Affari, dove viene organizzato un grande sit-in di fronte al palazzo della Borsa. In un clima che rimane rumoroso ma festoso, diverse centinaia di studenti delle superiori e dell’università, fra la musica emessa a tutto volume dai camioncini che fanno da riferimento ad alcuni centri sociali della città, stanno tenendo brevissimi comizi e scandendo slogan contro la riforma.

13:51 Roma, ministero assediato con fumogeni e lancio uova
Dal camion che si trova alla testa del corteo degli universitari, arrivato davanti alla sede del ministero dell’istruzione, è partito un lancio di uova contro gli agenti di polizia che presidiano l’ingresso del dicastero. Accesi anche diversi fumogeni colorati. Il corteo, intanto, riempie tutta viale Trastevere, fino al lungotevere. Un’altra parte dei manifestanti, prevalentemente studenti medi, è arrivato da viale Glorioso al grido di “assedio”.

13:50 Comizio finito ma piazza del Popolo resta piena
Il comizio dei leader sindacali in piazza del Popolo si è concluso ormai da diversi minuti ma la piazza è ancora gremita. Tante le persone che accennano a spostarsi. Sulle note di Manu Chao sventolano ancora le bandiere e non si fermano gli slogan. Anche i tornanti che scendono dal pincio sono ancora pieni di manifestanti.

13:48 Roma, assediato ministero Istruzione: “Dimettiti, dimettiti”

‘Dimettiti, dimettiti’. E’ lo slogan urlato dalle migliaia di studenti che hanno appena preso ‘d’assediò il Ministero della Pubblica Istruzione invitando Maria Stella Gelmini a dimettersi dall’incarico. Un fiume in piena di ragazzi che hanno lasciato il corteo madre per confluire su viale Trastevere. Tantissimi e colorati gli striscioni e le bandiere. In testa alla manifestazione anche un camioncino munito di altoparlante che trasmette musica rap.

13:47 Mantova, corteo Più di 600 persone tra studenti, professori e genitori hanno sfilato questa mattina per le vie di Mantova per protestare contro il decreto Gelmini e i tagli ai fondi destinati alle scuole. La manifestazione si è svolta pacificamente e in modo ordinato, sotto il controllo discreto delle forze dell’ordine. Striscioni, cartelli e slogan contro il Governo e il ministro Gelmini hanno colorato il corteo. Una delegazione di studenti è stata ricevuta dal provveditore Ghilardotti: ‘Come cittadino condivido le preoccupazioni per i tagli di risorse per la scuola – ha detto il dirigente scolastico -, ma come provveditore applichero’ la legge’.

13:46 Bologna, tornata la calma il corteo prosegue
Il corteo bolognese anti-Gelmini, dopo aver percorso via Cartoleria, ha girato a destra in via Santo Stefano e sta ora avanzando in direzione della porta. Alla testa del corteo una fila di ragazzi che gridano slogan contro il ministro Gelmini e l’ex presidente Cossiga, ma anche contro i “fascisti” e le forze dell’ordine. Tantissimi i fischi, un petardo e qualche fumogeno. Ma rispetto ai momenti di tensione di poco fa in via Castiglione, ora la situazione sembra essersi calmata. I ragazzi delle prime fila non hanno più cappucci e sciarpe sulla faccia. Davanti al corteo camminano agenti della Digos. Non è chiaro dove siano diretti ora i manifestanti, ma probabilmente verso i viali.

13:40 Genova, liberati binari Dopo un’ora circa di occupazione, alle 12.40 gli studenti hanno liberato i binari della stazione ferroviaria di Piazza Principe. La circolazione dei treni è così ripresa, anche se con notevoli ritardi. Tra il binario 15 e 16 i manifestanti hanno steso uno striscione con la scritta “noi la crisi non la paghiamo”. Molti studenti, alcuni dei quali provenienti anche da Savona e Imperia, hanno scattato delle foto ricordo con i telefonini.

13:38 Napoli, domani veglia di preghiera nel Duomo La veglia di preghiera, promossa dalla Confederazione degli studenti, “affinché il Governo decida di ritornare sui suoi passi e ritirare i decreti voluti dal ministro dell’Istruzione, Gelmini”, si terrà domani, venerdì 31 ottobre a partire dalle 17 nel Duomo di Napoli. “E’ una forma di protesta civile alla quale ci auguriamo che possa partecipare anche il Cardinale Sepe che tanto sta facendo per il riscatto di Napoli”, hanno detto il presidente del Consiglio degli studenti dell’Università Federico II di Napoli, Luigi Napolitano, e Omero Pinto, segretario regionale de La Confederazione.

13:37 Milano, bloccata piazza Cordusio “Noi la crisi non la paghiamo”, “occupa tutto, occupa subito”, “se non cambierà bloccheremo la città” e “la Gelmini non la vogliamo”. Sono questi gli slogan scanditi in coro dai manifestanti sganciatisi dal corteo contro il dl Gelmini. Diretti in piazza Affari, studenti di superiori e università sono arrivati in piazza Cordusio bloccando il traffico per alcuni minuti. Il corteo, guidato dal centro sociale “Cantiere”, è poi ripartito diretto verso il palazzo della Borsa.

13:35 Roma, corteo assedia ministero Istruzione Il corteo degli universitari è giunto sotto al ministero dell’Istruzione e sta circondando tutto l’edificio. Migliaia di persone stanno riversandosi per le vie di Trastevere.

13:32 Milano, spezzone corteo in Borsa Un piccolo spezzone del corteo che ha sostenuto lo sciopero del mondo della scuola di Milano è arrivato in piazza Affari, sede di Borsa Italiana. Il gruppo di giovani, circa duecento, al grido di ‘Noi la crisi non la paghiamo’, si è piazzato di fronte a Palazzo Mezzanotte protetto da una ventina di agenti di polizia. La manifestazione improvvisata non sta generando particolari tensioni, così come la lezione in piazza tenuta da una ventina di studenti vicini a Forza Italia di fronte alla sede dell’Università Statale si è sciolta autonomamente senza alcun incidente o contatto con il corteo.

13:31 Rettore Sapienza: “Inquietudine dei ragazzi è anche nostra” “Con il nuovo dl sulla scuola del ministro Gelmini si taglia non solo ciò che è inutile ma anche ciò che è utile e l’inquietudine dei ragazzi per il futuro è anche la nostra”. Lo ha detto il neo rettore dell’università La Sapienza di Roma Luigi Frati nel corso della cerimonia di congedo del rettore uscente Renato Guarini stamattina nell’aula magna del rettorato. “Vogliamo una università di qualità – ha aggiunto Frati – che sia percepita utile dalla società civile e dalla politica. Visti gli investimenti carenti cercheremo di tagliare solo ciò che non è veramente utile”.

13:30 Bergamo, migliaia in piazza Migliaia di studenti hanno manifestato questa mattina a Bergamo contro la riforma della scuola del ministro Gelmini. Cinquemila persone secondo le forze dell’ordine, almeno il doppio per gli organizzatori, hanno sfilato per le vie del centro. Tra striscioni, cori di protesta contro il governo e le bandiere del movimento studentesco e di Rifondazione Comunista, il corteo è partito dal piazzale della stazione ed è terminato nella zona della Città Alta, alla sede dell’Università in Sant’Agostino, dove sono giunti in un migliaio.

13:28 Bologna, corteo su via Castiglione Dopo gli scontri con la polizia il Corteo degli studenti sta ora avanzando per via Castiglione. L’entrata di via Santa Lucia è bloccata da un cordone di carabinieri in assetto anti-sommossa. La polizia ha sciolto il blocco e sta facendo avanzare gli studenti lungo via Castiglione. Il posto di blocco della polizia si è spostato sotto il “torresotto” di via Castiglione. Al grido di “via via la polizia” gli studenti sono ora indecisi se tentare di proseguire o svoltare per via Cartolerie.

13:26 Firenze, sbloccati binari della stazione di Campo di Marte

E’ durato circa 30 minuti il sit in di alcune centinaia di giovani su alcuni binari della stazione di Campo di Marte a Firenze. Abbandonati i binari i giovani hanno ripreso il corteo per le strade della città.

13:25 Bologna, scontri tra polizia e manifestanti La Polizia ha usato anche i manganelli per fermare la testa del corteo anti-riforma Gelmini a Bologna. L’incidente è scoppiato davanti all’Aula Magna di Santa Lucia dell’ateneo Bolognese, in via Castiglione, a 200 metri dalle Due Torri, dove le forze dell’ordine hanno bloccato il corteo che voleva proseguire per fare un presidio sotto la sede di Unindustria, in via San Domenico. Mentre era in corso una discussione, qualcosa ha innescato la reazione degli agenti che hanno manganellato gli studenti della prima fila. Dal corteo sono volate bottiglie di vetro e sono stati lanciati sassi, poi sono partiti slogan come “vergogna vergogna”.

13:23 Torino, manifestanti in stazione per tenere assemblea Stanno entrando pacificamente nella stazione di Porta Nuova gli studenti torinesi che stanno partecipando alla mobilitazione contro il decreto Gelmini. L’intenzione dei manifestanti è quella di tenere un’assemblea all’interno dell’atrio della stazione torinese. Fra i vari slogan, oltre a quelli contro i rappresentanti del governo, anche “Un po’ qua un po’ là occupiamo la città”.
13:20
Cgil, in 200mila manifestano in Sicilia In Sicilia sono oltre 200 mila che stanno sfilando per dire ‘no’ alla legge Gelmini. Lo rende noto la Cgil che segnala che ”a Palermo stanno partecipando al corteo di protesta circa 100mila persone, a Catania sono in 20 mila, a Messina in 10 mila, mentre 6 mila sono a Siracusa, 10 mila a Trapani e 5 mila a Caltranissetta”. Manifestazioni – segnala la Cgil – sono inoltre in corso anche nei piccoli centri. A Cefalu’, ad esempio, nella provincia di Palermo, tutte le scuole superiori sono rimaste chiuse ed e’ in corso un corteo di 1.500 persone.

13:17 Rete studenti medi: “Solidarietà anche da Europa” L’Obessu e l’Esu, i sindacati europei degli studenti medi ed universitari, appoggiano la protesta degli studenti italiani contro i provvedimenti del governo. Lo rende noto la Rete degli studenti medi. “Presso l’ambasciata italiana a Bruxelles – sottolinea il portavoce Luca De Zolt – è in corso un presidio delle due organizzazioni in solidarietà alla protesta degli studenti italiani. Un altro presidio è in corso davanti alla sede della commissione europea”. Nel comunicato, riporta de zolt, “si esprime solidarietà per gli studenti feriti negli scontri di ieri e si dà una ferma condanna della violenza”.

13:14 Roma, arrivano ancora manifestanti a piazza del Popolo

Mentre dal palco allestito si tengono i discorsi di politici e rappresentanti sindacali, in piazza del Popolo gremita continuano ad arrivare manifestanti. Un gruppo di studenti delle scuole superiori romane espone uno striscione con su scritto “Stand up for your right”. Dalle balconate sopra piazza del Popolo è stato esposto lo striscione: “La scuola? Presente, Gelmini incompetente”. Dal palco, gli organizzatori, aggiornano i partecipanti dicendo che una parte del corteo si trova ancora in via Barberini, a inizio percorso.

13:13 Milano, secondo corteo: “Bloccheremo la città”

A Milano, il corteo minore degli studenti sta percorrendo una via di accesso a piazza Duomo, via Santa Margherita, in direzione Piazza della Scala. Al grido di “Bloccheremo la città”, gli studenti “minacciano” di riproporre la giornata di cortei improvvisati che hanno paralizzato ieri il traffico cittadino per ore.

13:11 Rettore Basilicata: “Non perdete la lotta come nel ’68”

Arriva direttamente dal rettore dell’Università degli studi della Basilicata, Antonio Mario Tamburro, “uno che il 1968 l’ha vissuto”, l’invito agli studenti – riuniti stamani a Potenza – “di non perdere questa battaglia come invece hanno fatto quelli di allora”, perché “il prezzo da pagare sarà quello di raccontare una sconfitta, fra 40 anni, ai vostri figli”.

13:08 Roma, corteo studenti medi sotto alla prefettura

Tra i cortei che da stamani attraversano la città contro la legge Gelmini, uno è sfilato per via Nazionale, formato dagli studenti delle scuole medie superiori. Partito dal liceo Virgilio, dopo essere giunto a piazza della Repubblica ed essere passato per via Nazionale, ha raggiunto la prefettura, in via IV novembre dove si è fermato in presidio, chiedendo, con interventi al megafono, i motivi della presenza ieri in piazza Navona del camioncino di Blocco studentesco, dove erano custoditi bastoni e caschi utilizzati per gli scontri. Inoltre, gli studenti hanno denunciato la mancanza di fondi per la ristrutturazione degli istituti scolastici della capitale. Il corteo è poi ripartito è si è unito agli universitari che si trovano ora su corso Vittorio Emanuele.
13:03
Bologna, Grillo rtorna in corteo e veste camice dei chimici precari E’ tornato in mezzo al corteo Beppe Grillo, accolto questa volta dagli applausi. A contestarlo, spiegano dallo staff del ‘Meetup’ erano state una trentina di persone circa, apparteneti ai centri sociali, che si trovavano alla testa del corteo. Grillo ha ricevuto un camice da parte degi chimici precari e lo ha indossato, proseguendo per un pezzo di strada con loro e fare ritorno quindi in piazza Verdi.
13:02
Torino, spezzone corteo a stazione Porta Nuova Alcune centinaia di studenti delle scuole superiori torinesi che stanno partecipando alla manifestazione contro la riforma del sistema scolastico e universitario sono arrivati in corteo fino alla stazione di Porta Nuova. Un fitto cordone di Forze dell’ordine sta al momento bloccando gli ingressi della stazione. Quello che i manifestanti vorrebbero sarebbe di riuscire a parlare dai microfoni di Porta Nuova per spiegare le ragioni della protesta.
13:00
Milano, studenti si staccano da corteo e lasciano piazza Duomo Studenti universitari e delle superiori si sono sganciati dal corteo dirigendosi in via Mengoni. I manifestanti presenti in piazza Duomo, punto d’arrivo della manifestazione contro il dl Gelmini, erano, al momento, circa 100mila ma buona parte aveva già iniziato ad abbandonare la piazza. Lo spezzone staccatosi dal corteo di trova attualmente in via Santa Margherita.

12:58 Roma, parroco di S. Maria dei miracoli benedice manifestazione

La manifestazione per protestare contro il decreto scuola Gelmini diventato legge riceve la ‘benedizione’ del parroco di Santa Maria dei Miracoli, una delle due chiese gemelle di piazza del Popolo a Roma dove è in corso la manifestazione organizzata dai sindacati.
“Mi sembra una bella manifestazione – afferma don Giovanni, l’anziano parroco – Soprattutto per i modi con i quali si sta svolgendo il corteo. Gli studenti protestano per un ideale giusto, che è quello di difendere l’istruzione”. Un solo rammarico da parte del sacerdote che ha dovuto celebrare una messa lampo visto che i pochi fedeli presenti alla Santa Messa hanno poi voluto prendere parte alla manifestazione.

12:55 Firenze, giovani sui binari della stazione Campo di Marte

Momenti di tensione alla stazione Campo di Marte di Fienze dove alcuni binari sono stati occupati da un centinaio di giovani soprattutto dei centri sociali. I ragazzi hanno prima cercato di
entrare nella stazione passando dall’ingresso principale, che era però presidiato da ingenti forze dell’ordine. Respinti, sono riusciti a guadagnare un entrata secondaria presidiata solo da alcuni poliziotti, che non hanno potuto fermare l’onda d’urto dei giovani che è così entrata nella stazione.

12:54 Palermo, corteo confluisce con quello scuola

A Palermo circa cinquemila studenti universitari, partiti da viale delle Scienze, hanno percorso le vie del centro storico e hanno da poco raggiunto piazza Castelnuovo, dove nel frattempo era confluito il corteo organizzato dai sindacati contro la riforma della scuola, proveniente da un’altra area della città.

12:51 Bologna: “Siamo in 30mila”

“Siamo in 30mila”. E’ questa la cifra che gli studenti hanno dato dai megafoni durante la manifestazione contro la riforma Gelmini in corso a Bologna. Nel corteo sfilano tra gli altri gli studenti di Veterinaria tutti con il camice bianco, il cappello fatto con i fogli di giornale e le orecchie d’asino.

12:46 Roma, Berlusconi e Gelmini in cartapesta

Due grandi facce in cartapesta che rappresentano il volto del ministro Gelmini e del presidente del Consiglio Berlusconi, lui con le orecchie da asino. Sono i volti di due installazioni di cartapesta portate in piazza del Popolo da un gruppo di studenti che stanno assistendo al comizio finale della manifestazione contro la riforma Gelmini e per i contratti della scuola. Accanto ai due volti di cartapesta spicca anche un cartello-santino che raffigura il ministro Gelmini con una cornice di fiorellini e sotto la scritta “Beata ignoranza”.
12:44
Bari, terminato corteo dibattito in piazza

E’ terminato poco fa a Bari il corteo pacifico a cui hanno partecipato – secondo la questura – circa tremila persone tra studenti (anche delle scuole elementari), genitori e docenti che hanno protestato contro le politiche del governo sull’istruzione dopo il varo del decreto Gelmini. I manifestanti sono ora radunati in piazza Libertà, davanti al palazzo della prefettura, dove gli studenti stanno tenendo interventi pubblici per spiegare i motivi della loro protesta.

12:44 Roma, autorizzati altre due cortei

I manifestanti che si sono dati appuntamento a Roma per il corteo indetto dai sindacati della scuola sono talmente tanti “che il questore ha dovuto autorizzare altri due cortei”. E’ quanto hanno annunciato gli organizzatori dal palco di Piazza del Popolo, precisando che Piazza della Repubblica, da dove era partito il primo corteo, “è ancora piena di gente”.
12:43
Firenze, corteo Con lo slogan “Firenze lotta” oltre un migliaio di persone secondo le forze dell’ordine (4.000 secondo gli organizzatori) stanno manifestando da stamani a Firenze contro il decreto Gelmini. A sfilare studenti, soprattutto medi ma anche universitari, docenti, dottorandi e anche famiglie con bambini, oltre ad esponenti dei centri sociali. Il passaggio del corteo sui viali cittadini ha creato disagi al traffico ma, nel complesso, la manifestazione non sta registrando tensioni.

12:42 Roma, organizzatori: “Piazza Repubblica di nuovo piena”
“Piazza della repubblica è di nuovo piena”. Lo annunciano dal palco gli organizzatori della manifestazione romana che annunciano che “il corteo si è fatto in tre per la numerosissima partecipazione”.
12:41
Venezia, corteo allunga percorso fino a Mestre Per questioni di opportunità legate all’ordine pubblico, il corteo di protesta contro la riforma della scuola in corso a Venezia sul ponte della Libertà proseguirà fino al parco pubblico di San Giuliano a Mestre. La manifestazione era stata autorizzata per il transito su una parte del ponte fino al suo congiungimento con la terraferma e quindi avrebbe dovuto sciogliersi. Visto l’alto numero di partecipanti e le loro pressanti richieste alle forze di polizia, la manifestazione ha ottenuto il permesso di proseguire ben oltre il luogo dove era previsto lo stop.

12:38 Proteste ateneo Calabria

Continua la mobilitazione all’Università della Calabria contro la riforma Gelini. Dopo il blocco delle lezioni deciso ieri dal Consiglio di Facoltà di Ingegneria, oggi si fa sentire la Facoltà di Scienze Politiche. Questa mattina si sono tenute lezioni alternative sulla mafia e la criminalità. Per le ore 14 è prevista un’assemblea plenaria e alle 16 si terrà un Consiglio di Facoltà straordinario, durante il quale gli studenti chiederanno due ore al giorno di mobilitazione, dalle 11,30 alle 13,30, da tenersi ad oltranza, fino a quando non ci dovessero essere dei cambiamenti nelle disposizioni legislative. Anche a Cosenza, intanto, questa mattina si è tenuto un corteo di protesta contro la Legge Gelmini.

12:35 Roma, studenti: “Circonderemo ministero Istruzione” E’ giunto a piazza Venezia il corteo degli studenti partito dalla Sapienza e diretto al Ministero dell’istruzione in viale Trastevere. Dietro lo striscione che recita “siamo l’onda che ti travolge: sciopero generale subito” i partecipanti alla manifestazione degli universitari stanno aumentando. “Si sono uniti a noi pezzi di corteo sindacale che non riuscivano ad entrare nell’altra manifestazione – ha detto uno degli studenti- in più sono confluiti universitari e studenti medi provenienti da tutta Italia”. Il corteo che, secondo quanto detto dagli organizzatori, è autorizzato a giungere sotto al ministero dell’Istruzione percorrerà Corso Vittorio, Ponte Garibaldi e Viale Trastevere. “Visto che siamo così tanti” ha concluso lo studente “circonderemo l’edificio del Ministero”.

12:33 Udu: “Duecentomiila studenti” Sono circa 200.000 gli studenti delle scuole medie superiori e gli universitari che partecipano allo spezzone studentesco all’interno del corteo contro il Dl Gelmini in corso a Roma. Lo fa sapere l’Unione degli universitari. “Si attendono ancora alcune decine di autobus – spiega l’organizzazione – rimasti bloccati nel traffico. La manifestazione si caratterizza come tutte quelle precedenti per il carattere pacifico e non violento”.

12:27 Genova, occupati binari della stazione Principe I binari della stazione ferroviaria di Genova-Principe sono occupati dai manifestanti che protestano contro il decreto Gelmini. Poco prima delle 12 una migliaio di studenti, provenienti dai cortei che in mattinata hanno attraversato la città, è entrato in stazione occupando i binari.
12:26
Roma: “Gli universitari sono 100mila” “Siamo centomila”. Lo affermano gli esponenti dei collettivi degli studenti universitari in corteo verso il ministero dell’Istruzione di viale Trastevere. La testa del corteo è giunta adesso a piazza Venezia, dopo aver attraversato tutta via Cavour. “Noi la crisi non la paghiamo”, e “la gente come noi non molla mai”, sono gli slogan urlati dagli studenti in corteo.
12:25
Roma, cortei spontanei in tutta la città 2 Intanto, alla periferia di Roma, tra punti di arrivo dei pullman alle stazioni di Anagnina, Tuscolana e Eur sono stati organizzati cortei spontanei a causa dell’eccessivo afflusso di manifestanti nelle strade. Anche sul Grande Raccordo Anulare decine di pullman sono rimasti bloccati: i manifestanti hanno abbandonato i mezzi di trasporto e hanno dato il via ad una manifestazione.

12:24 Roma, cortei spontanei in tutta la città 1 La manifestazione nazionale per dire no al dl Gelmini si è divisa in più cortei spontanei che stanno interessando tutta la città. Secondo quanto riferiscono gli organizzatori, una parte dei manifestanti che ancora si trovavano in Piazza della Repubblica ha modificato il suo percorso e, “sta attraversando via Nazionale, in parecchie migliaia” per raggiungere attraverso altre strade del centro storico Piazza del Popolo e unirsi agli altri partecipanti.
12:23
Milano, riempita piazza Duomo Nessuna cifra ufficiale ma i manifestanti hanno riempito interamente piazza del Duomo a Milano per protestare contro la riforma della scuola voluta dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. E’ un corteo colorato e pacifico quello che da stamattina ha attraversato il centro di Milano. “Le nostre maestre sono già uniche”, gridano i bambini delle elementari armati di fischietti e tamburi. Dicono no alle classi ponte e ai tagli all’istruzione genitori e insegnanti che hanno manifestato fianco a fianco.

12:21 Veglia con lumini nel salernitano Decine di lumini per celebrare “la veglia funebre della scuola pubblica”. E’ quanto è accaduto nella serata di ieri davanti ai cancelli del Liceo Scientifico ‘A. Gatto’ di Agropoli. Dopo essersi dati appuntamento davanti all’istituto intorno alle 21, più di una cinquantina di studenti del locale liceo hanno collocato decine lumini davanti al portone d’ingresso, sostando sui gradini della scuola per ore e tornando a casa a notte inoltrata. “Il decreto è passato e noi manifestiamo il nostro lutto simbolico – ha spiegato Maria Grazia Cantalupo, esponente del collettivo scolastico – La scuola pubblica muore sotto i tagli del governo e con essa tante speranze di noi studenti”.

12:20 Piacenza, corteo con 400 persone In 400 hanno sfilato per le vie del centro di Piacenza. Molte scuole cittadine hanno aderito allo sciopero indetto dai sindacati che proseguirà sino a domani.
12:17
Roma, corteo dei precari dell’Iss E’ partito da pochi minuti il corteo dei precari dell’Istituto superiore di Sanità diretto verso la Direzione provinciale del lavoro di Roma, a poche centinaia di metri di distanza, in via Cesare De Lollis, a ridosso della Sapienza. Circa un centinaio di manifestanti con cartelli e striscioni contro la legge 133 e gli emendamenti ‘ammazza-precari’ chiedono la novazione del contratto, dalla forma attuale a quella di lavoratore dipendente.

12:15 Roma, un chilometro di manifestanti sul raccordo Formano un coda lunga un chilometro le persone che marciano sul Grande raccordo anulare per prendere parte al corteo organizzato dai sindacati contro la riforma Gelmini. Erano tutti a bordo di 10 pullman che non riescono ad entrare nella città perché il traffico è completamente paralizzato. Oltre a numerose pattuglie della polizia della polstrada sono presenti i vigili urbani con sei pattuglie. “La situazione sul Gra è molto critica”, dicono dalla sala operativa dei vigili urbani.

12:13 Aule deserte e cortei di protesta a Foligno e Perugia Università deserte, lezioni sospese non ufficialmente ed istituti superiori di Perugia e Terni aperti ma senza la stragrande maggioranza degli insegnanti e degli alunni in classe. E’ questo il quadro della scuola umbra nella giornata nazionale dello sciopero generale indetto dai sindacati. A Foligno il coordinamento in lotta di docenti e studenti (medi e universitari) ha dato vita ad un corteo di protesta che questa mattina è partito da plateatico alle 8.30 per raggiungere piazza della Repubblica dove si sta svolgendo un’assemblea permanente. Corteo spontaneo di studenti universitari e medi anche a Perugia intorno alle 11.

12:11 Milano, corteo in piazza Duomo La manifestazione contro il dl Gelmini ha raggiunto da alcuni minuti piazza Duomo. La piazza è quasi completamente gremita e la coda del corteo si trova ancora in piazza Scala. Via Larga è, infatti, completamente occupata dai manifestanti. Presa d’assalto dagli studenti è anche la statua di Vittorio Emanuele II, completamente occupata fin dalla base e sulla quale campeggia lo striscione: “la scuola è il futuro dell’Italia”.

12:09 Roma, in 25mila dalla Toscana Sono 25 mila i toscani arrivati a Roma, con 236 pullman, un treno da Pisa, auto e treni ‘normali’, per la giornata di mobilitazione in difesa della scuola pubblica. Lavoratori della scuola, dell’università e della ricerca, giovani studenti, genitori che hanno accompagnato i figli minorenni le cui prenotazioni non venivano accettate. I pullman – è detto in una nota della Cgil Toscana – sono confluiti all’Anagnina, non arriveranno mai a Piazza del Popolo, e nei parcheggi è in corso un’altra manifestazione.
Coloro che sono arrivati a Termini si sono divisi fra il corteo principale e un secondo corteo lungo via Nazionale.

12:08 Roma, troppa gente e il corteo si divide in tre Si è dovuto fare letteralmente in tre il corteo di studenti, professori, genitori organizzato a roma dai sindacati in occasione dello sciopero generale della scuola. Gli organizzatori dal palco hanno spiegato che “per ragioni di spazio”, a causa dell’enorme afflusso di persone, il corteo unitario si è diviso in tre spezzoni: il primo, quello dei sindacati, già giunto a piazza del Popolo, il secondo degli universitari che sta sfilando in via Cavour verso via dei Fori Imperiali e un terzo alla Magliana, perché non riesce a filtrare nel centro della capitale.

12:04 Pullman bloccati, si manifesta su raccordo anulare
Ventitrè bus provenienti dalla sola città di Siena sono fermi sul Raccordo anulare e hanno deciso di inscenare una protesta sul luogo, vista l’impossibiità di arrivare a piazza del Popolo. A darne notizia gli organizzatori della manifestazione.
12:03
Sindacati, 90% istituti chiusi. “Siamo un milione” Il 90% delle scuole italiane oggi e’ rimasto chiuso per protestare contro il governo ed il dl Gelmini. E’ quanto affermano i sindacati che parlano ”di incredibile riuscita dello sciopero e della manifestazione di Roma” che, sempre secondo gli organizzatori, vede una partecipazione ormai giunta oltre il milione di persone.
12:02
Genova, occupata stazione principale Gli studenti in corteo di protesta contro il decreto Gelmini hanno occupato i binari della stazione ferroviaria di Piazza Principe. I treni sono bloccati dalle 11.40. Secondo gli organizzatori, alla manifestazione hanno partecipato circa trentamila persone. Ci sono stati momenti di tensione quando la testa del corteo è arrivato nella piazza della stazione. I manifestanti hanno gridato “Via via la polizia” davanti ad alcune decine di agenti schierati in tenuta antisommossa.

11:58 Macerata, ‘Notte bianca’ anti-Gelmini Un’altra giornata di occupazione e la prima ‘Notte bianca’ anti-Gelmini: questa la reazione dell’assemblea No133 dell’Università di Macerata all’approvazione del dl Gelmini al Senato. Più di 300 persone si sono avvicendate ieri notte nell’aula 8 di Scienze della Comunicazione occupata, dove campeggiava uno striscione con la scritta: “L’onda non si arresta”. “Una risposta determinata degli studenti e dei precari maceratesi – si legge in una nota – alla grave posizione assunta dal rettore Roberto Sani con le minacce di sgombero. Oggi sono previste lezioni in piazza e assemblee di facoltà. Prossima assemblea generale, il 4 novembre, in vista della manifestazione del 7.

11:57 Corteo ad Aosta Circa 500 valdostani, tra studenti e insegnanti, hanno manifestato questa mattina ad Aosta contro la legge di riforma della scuola promossa dal Ministro Gelmini. Aperto dallo striscione ‘Il nostro futuro non si taglia’, il corteo ha attraversato il centro storico tra cori e slogan di protesta. Non si sono verificati disordini e l’intera manifestazione è stata tenuta sotto controllo da polizia e carabinieri. Il corteo è infine giunto in piazza Chanoux dove si è sciolto verso le 11.30. I rappresentanti del Movimento studentesco valdostano hanno convocato una riunione nel pomeriggio.

11:54 Venezia, macchinisti dei treni salutano corteo I macchinisti dei treni che giungono a Venezia lungo la ferrovia sul ponte della Libertà salutano con le loro trombe il corteo di studenti che sta manifestando contro i tagli alla scuola . I giovani, che secondo la Questura nel frattempo sono saliti a 5.000, lanciano slogan urlando “non facciamoci tagliare la testa” e “il futuro siamo noi”. A sfilare sono ragazzi dei centri sociali, ricercatori, studenti universitari e delle scuole medie superiori. Il corteo, colorato da numerosi striscioni anti ministro Gelmini e anti governativi, non fa sventolare alcuna bandiera di partito o movimento sindacale, che risultano assenti.

11:53 Sindacati: “Adesione al 70% degli istituti” Allo sciopero generale di oggi proclamato da Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda avrebbe aderito il 70% di tutti gli istituti italiani. Lo affermano i sindacati, in occasione del corteo in corso a Roma, spiegando che il dato è stato ottenuto in base a un campione di scuole interpellate in tutta Italia.

11:52 Napoli, corteo universitari Anche oggi in piazza studenti universitari a Napoli. Un corteo di 500 persone è partito dall’Università L’Orientale, da giorni occupata, ed è ora in via Mezzocannone per dirigersi, infine, a Piazza del Gesù.
11:48
Roma, corteo studenti verso ministero
Lo spezzone del corteo della scuola composto dai collettivi universitari ha appena deviato da quello principale e ha imboccato via Cavour per recarsi fino al ministero dell’Istruzione. “Ci siamo staccati – spiega Giorgio Sestili, collettivo di Fisica – perché il corteo della Cgil non scorreva, era bloccato su piazza della Repubblica. Ma anche per sottolineare la nostra autonomia e la nostra piattaforma più radicale”.

11:46 Manifestazione a Belluno Oltre 4.000 persone stanno manifestando a Belluno contro i decreti sulla scuola e in particolare per salvare gli istituti di montagna. Il corteo, promosso da Cgil Cisl Uil e composto da insegnanti, studenti, genitori è partito verso le 9,30 dal piazzale della stazione ferroviaria per raggiungere piazza Duomo. In testa il presidente della Provincia, Sergio Reolon e numerosi sindaci ed assessori alla cultura soprattutto dei piccioli comuni montani dove rischiano di scomparire i piccoli plessi (se ne calcolano 17 a rischio) delle scuole elementari.
11:46
Roma, ancora manifestanti a corteo Mentre la testa del corteo indetto dai sindacati è già giunta in Piazza del Popolo, in Piazza della Repubblica a Roma continuano ad arrivare migliaia di manifestanti. Dalla stazione Termini giungono in Piazza dei Cinquecento migliaia di studenti da molte parti d’Italia. Tra gli striscioni in mostra nella piazza “da Mariastella alle stalle”, “la cultura fa paura, l’ignoranza fa la vostra maggioranza”, “l’enterogelmini non ci basta”, “no al pensiero unico”. Quattro manifestanti hanno deciso di indossare dei grembiulini bianchi con fiocco rosa, in testa un paio di orecchie d’asino. I quattro portano uno striscione con su scritto: “Gli asini in piazza, i muli al ministero”.

11:42 Roma, secondo corteo su via Nazionale Nella manifestazione del mondo della scuola in corso a Roma, per consentire il deflusso di piazza della Repubblica, è partito un secondo corteo che sta ora percorrendo via Nazionale e arriverà a piazza del Popolo. Lo hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione, parlando dal palco.
11:40
Torino, in piazza musiche di Verdi e Rossini Anche le musiche di Verdi e Rossini suonate dall’orchestra del Teatro Regio, oggi, alla manifestazione del mondo della scuola torinese. I lavoratori dell’Ente lirico subalpino hanno voluto in questo modo testimoniare la vicinanza agli studenti, agli insegnanti e ai genitori, almeno 50mila secondo gli organizzatori, che stanno confluendo nella centralissima piazza Castello. Sulla facciata del teatro, lo striscione “i lavoratori del Teatro Regio assieme agli studenti contro i tagli alla cultura” e la scritta in verticale “è ora di basta”.

11:40 Roma, Rete studenti “In piazza 100mila ragazzi” Gli studenti medi che partecipano alla manifestazione di Roma contro la legge Gelmini sono almeno 100 mila. La stima è stata fatta dalla Rete degli Studenti, che segnala come il corteo dei ragazzi stia partendo soltanto ora dalla stazione Termini, mentre la testa del corteo è già arrivata da tempo a piazza del Popolo.

11:37 Girotondo anti-Gelmini a piazza del Popolo “Giro giro tondo casca il mondo, casca la terra, Gelmini giù per terra”. E’ una manifestazione colorata e spiritosa quella della scuola in corso a Roma. Appena giunti in piazza del Popolo alcuni manifestanti hanno improvvisato un girotondo anti-Gelmini.
La piazza è sempre più gremita. Numerosi i coretti contro il ministro, da “Gelmini vergogna, ritira la riforma” a “una scuola colorata eh, eh” recitato da alcuni genitori di una scuola multietnica romana, Celio azzurro, giunti in piazza “per difendere l’integrazione tra i banchi”.

11:36 Roma, bus bloccati, corteo sul Gra Decine di pullman provenienti da diverse parti d’Italia e diretti al corteo contro la riforma Gelmini sono stati bloccati dal traffico sul Grande raccordo anulare di Roma. I pullman, ha raccontato un manifestante, sono imbottigliati da oltre un’ora sulla corsia interna del Gra, all’altezza dello svincolo con l’autostrada Roma-Napoli. In quel tratto i pullman procedono molto lentamente così molti manifestanti, soprattutto studenti sono scesi dai bus e si sono incamminati a piedi, inscenando una sorta di corteo spontaneo, con tanto di bandiere e fischietti, per raggiungere la fermata della metro di Anagnina.

11:35 Manifestazioni in tutta la Sicilia Oltre a Palermo, dove per la Cgil sono scese in piazza 50 mila persone, manifestazioni contro la legge sulla scuola si stanno svolgendo nelle altre città della Sicilia. Sempre secondo la Cgil, 20 mila persone hanno protestato a Catania, 10 mila a Messina, 6 mila a Siracusa, 10 mila a Trapani, 5 mila a Caltanissetta. Iniziative anche in centri più piccoli, come Cefalù (Palermo), dove tutte le scuole superiori sono rimaste chiuse e 1.500 persone hanno marciato in corteo.

11:34 Napoli, in agitazione dottorandi biologi I dottorandi biologi di Napoli entrano in stato di agitazione contro i tagli alla ricerca scientifica. In mattinata una delegazione dei 50 dottorandi precari che svolgono attività di ricerca nella Facoltà di Scienze e nel Cnr ha consegnato al rettore dell’Università di Napoli “Federico II”, Guido Trombetti, un documento di solidarietà. “Quest’anno – si legge nel documento – abbiamo avuto 250 euro a testa per la nostra attività, da spendere per comprare le cose elementari, come guanti e carta vetriera”.
11:33
Camerino in autogestione Gli studenti dell’Università di Camerino hanno ottenuto in autogestione l’aula ‘Carlo Esposito’ del palazzo Ducale come base per l’organizzazione della protesta contro la legge 133. E’ quanto scaturito dall’assemblea degli studenti, con la partecipazione di professori e personale non docente, protrattasi fino alla tarda serata di ieri presso il quadriportico del palazzo Ducale, sede del rettorato e della facoltà di Giurisprudenza.
All’assemblea è intervenuto anche il pro rettore vicario, prof. Antonini, che ha smentito e chiarito la notizia relativa al presunto bilancio negativo dell’Università. Oggi, dalle 8 alle 17, alcuni professori terranno lezioni in piazza.

11:32 Bolzano, in piazza scuole italiane e tedesche Una manifestazione si è svolta a Bolzano contro la riforma Gelmini con 1.500 studenti in piazza. Tra i manifestanti gli studenti delle scuole medie superiori di lingua italiana e tedesca. Gli studenti hanno sfilato per le vie del centro e la manifestazione si è svolta regolarmente senza incidenti. Al corteo hanno preso parte non solo studenti di Bolzano, ma anche ragazzi giunti di prima mattina da Merano e da Bressanone.

11:31 Roma, corteo universitari cambia percorso Giunto all’altezza di piazza dei Cinquecento, nei pressi della Stazione Termini, il corteo degli universitari romani sta deviando per via Cavour, senza dirigersi verso piazza della Repubblica e unirsi così al corteo principale. L’intenzione degli studenti è di raggiungere la sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere. Al troncone del corteo si stanno unendo anche gli studenti delle scuole superiori e alcuni gruppi di universitari giunti da varie regioni.

11:30 Milano, corteo arrivato in corso Europa Il corteo contro il dl Gelmini, guidato da genitori, insegnanti e bambini di Rete Scuole e con gli studenti superiori e universitari a seguire, ha raggiunto piazza Fontana avanzando senza disordini. La manifestazione è ora diretta verso piazza Duomo.
11:29
Calabria, cortei in tutte le città Proteste e cortei sono in corso in tutta la Calabria contro la riforma Gelmini. La gran parte delle scuole è rimasta chiusa in coincidenza con la giornata di protesta nazionale organizzata dai sindacati della scuola. Cortei sono in corso a Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia ed in altri centri, con la partecipazione sia di studenti che di professori. A Crotone scenario della protesta è il liceo classico Pitagora, dove è in corso un sit-in con la partecipazione di studenti e professori anche di altri istituti cittadini. A Catanzaro è bloccato l’accesso alla città.

11:28 Codacons e Covige in corteo con lutto al braccio “Ieri Codacons e Co.Vi.Ge. (Comitato Nazionale Studenti, Insegnanti e Genitori Vittime della Gelmini) hanno proclamato la ‘Giornata di lutto nazionale per l’istruzione’. Oggi migliaia di aderenti alle due organizzazioni sono scesi in strada con il lutto al braccio per la morte della scuola primaria pubblica italiana”. Lo comunica, in una nota, il Codacons.

11:27 Trento, presidio e corteo Studenti delle scuole superiori di Trento hanno tenuto questa mattina un presidio in piazza Fiera. Poco dopo le 10.30 circa 150 ragazzi – secondo la questura – si sono diretti in corteo verso piazza Venezia, dove ha sede la facoltà di Sociologia, occupata da ieri. La manifestazione, che non era autorizzata, ha provocato alcuni disagi al traffico. La questura sta valutando la possibilità di denunciare i giovani.

11:26 Cagliari, in migliaia a corteo Sono almeno diecimila, secondo le prime stime degli organizzatori, i manifestanti che partecipano a Cagliari alla manifestazione. Nel capoluogo sono arrivati autobus da Oristano, dal Medio Campidano e dal Sulcis, ma non mancano gli apporti anche dal nord e centro Sardegna, con scuole del sassarese e del nuorese. Oggi a Cagliari le scuole sono chiuse per la festività del santo patrono, ma il fatto sembra non aver influito sulle adesioni alla protesta.

11:24 Torino, studenti su balcone sede Miur Tre ragazzi sono saliti poco fa con una scala a pioli sul balcone al primo piano della sede torinese del Miur, in Via Pietro Micca 20, davanti alla quale sta sfilando il corteo. Gli studenti hanno esposto uno striscione con l’immagine del ministro Mariastella Gelmini al centro di un bersaglio tempestato di tre frecce e con la scritta “No Gelmini”. Hanno anche sventolato la bandiera con la scritta “Io difendo l’istruzione pubblica”.

11:21 Roma, bambini a corteo “Le scuole del I/o municipio dicono no”. A mostrare lo striscione di protesta sono i bambini di alcune scuole elementari e medie di Roma. Indossano magliette bianche con scritto “Il paese reale è qui”. Durante una pausa della manifestazione le insegnanti hanno improvvisato un girotondo cantando: “Giro giro tondo casca il mondo casca la Gelmini e salviamo i bambini”. Si intonano slogan che invocano alla scuola pubblica e che spiegano che “Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini”. Qualcuno canta persino l’inno di Mameli reggendo uno striscione con su scritto “Per Bertruffoni, se l’istruzione vi sembra un costo provare l’ignoranza”. Un scuola di Viterbo espone un cartello che rimanda con la memoria alle polemiche politiche che hanno caratterizzato altri cortei: “Contro la scuola dei potenti 10, 100, 1000 manifestazioni”.

11:18 Cortei in tutta la Sicilia All’indomani dell’approvazione della riforma Gelmini manifestazioni e cortei si stanno tenendo in tutta la Sicilia in contemporanea con le iniziative organizzate a Roma dai sindacati della scuola di Cgil, Cisl e Uil, dallo Snals e dalla Gilda. A Palermo un corteo, dopo essere partito da Piazza Vittorio Veneto, sta attraversando il centro cittadino. Fra pochi minuti, in piazza Politeama, si congiungerà con un’analoga protesta degli studenti, provenienti dall’Università. Manifestazioni si tengono anche a Catania, Messina, Caltanissetta, Siracusa, Trapani.

11:17 Brescia, conclusa occupazione binari Si è conclusa l’occupazione dei binari della stazione ferroviaria di Brescia da parte degli studenti che stanno manifestando contro la riforma. Il corteo, composto da almeno 2.000 persone, si sta ora dirigendo verso la Prefettura di Brescia.

11:16 Venezia, migliaia di studenti sul ponte della Libertà La protesta contro la legge di riforma della scuola tocca anche Venezia. Circa 3 mila giovani, secondo fonti delle forze dell’ordine, e 10.000 per gli organizzatori, sono partiti poco prima delle 11 dal terminal automobilistico di Piazzale Roma, nel centro storico, verso il Ponte dela Libertà che collega Venezia con la terraferma. Ad aprire il corteo un furgone con musica a tutto volume e con uno striscione che recita “L’onda anomala travolge la città”. Subito dietro, una studentessa porta un cartello che raffigura il ministro Mariastella Gelmini nelle vesti di una santa e battezzata per l’occasione “Beata Ignoranza”. La manifestazione sta causando seri disagi alla viabilità tra Mestre e Venezia.

11:15 Roma, bus bloccati su Gra,manifestanti a piedi verso metro
Tra i 20 e i 30 pullman bloccati sul raccordo anulare. Autobus che, da varie parti d’Italia, dovevano arrivare a Roma per partecipare allo sciopero della scuola. Ma il Gra della capitale è quasi bloccato dal traffico e, secondo i racconti di alcuni partecipanti alla protesta, i militanti sono stati fatti scendere dai pullman per raggiungere a piedi la stazione della metro di Anagnina, sulla Tuscolana, in modo da poter partecipare, nonostante siano già le 11, alla manifestazione.

11:13 Roma, collettivi universitari in piazza Indipendenza I collettivi universitari sono giunti poco fa in piazza Indipendenza per unirsi al grande corteo dei sindacati la cui coda è ancora in piazza dei Cinquecento. Gli studenti sono preceduti da un camion che diffonde musica. In testa al corteo degli universitari lo striscione: “Siamo l’onda che vi travolge”. Gli studenti si sono dati appuntamento questa mattina in Piazzale Aldo Moro all’ingresso dell’università La Sapienza e hanno poi sfilato in corteo per raggiungere la manifestazione dei sindacati.

11:12 Genova: “Siamo in 10mila” ‘Noi la crisi non la paghiamo’: è questa la scritta sullo striscione in testa alla manifestazione pacifica che sta attraversando il centro di Genova. Al corteo, insieme con migliaia di studenti liceali e universitari, genitori, professori delle scuole superiori e dell’università, sindacalisti, partecipa anche il presidente della Regione Claudio Burlando. Tra gli altri slogan della protesta, ‘studenti antifascisti genovesi’, ‘la riforma Gelmini danneggia gravemente la scuola e lo studio’, ‘W la fisica’, ‘In vendita’, ‘Matematica e informatica per il diritto allo studio’ e ‘No all’estinzione dell’istruzione’. Secondo una prima stima degli organizzatori, in piazza ci sarebbero circa 10.000 persone.

11:10 Roma, testa del corteo a piazza del Popolo Procede lungo al discesa del Pincio la testa del corteo partito da piazza della Repubblica. Lo striscione principale ‘Uniti per la scuola di tutti’ ha ormai raggiunto la meta della manifestazione seguito dalle migliaia di manifestanti che prendono parte all’iniziativa indetta dai sindacati della scuola.
11:06
Corteo studenti Catanzaro, bloccato viadotto Circa trecento studenti dei licei di Catanzaro stanno bloccando il viadotto Morandi che conduce nel centro storico cittadino per protestare contro la riforma Gelmini. Il blocco è stato attuato nel corso del corteo organizzato nell’ambito delle manifestazioni promosse in tutta Italia contro il provvedimento del governo. La manifestazione, secondo quanto ha riferito la polizia, si sta svolgendo pacificamente. Gli studenti, a conclusione del corteo, terranno un’assemblea.

11:03 Roma: “Siamo in 800mila” Gli organizzatori della manifestazione nazionale che si sta svolgendo a Roma, dal palco di piazza del Popolo hanno fatto una prima stima dei partecipanti. “Siamo in 800mila”.

11:02 Bari, in cinquemila a corteo Sono più di 5.000, secondo gli organizzatori, gli studenti che sfilano in corteo stamattina, nel centro di Bari. In testa al corteo vi sono bambini delle scuole elementari, seguiti da genitori e insegnanti, molti dei quali precari. Tanti gli striscioni e i cartelli esibiti, alcuni dei quali portati dai bambini. Su un cartello uno studente delle elementari pone un quesito: ‘Problema: se la maestra guadagna 1.200 euro e la ministra 14.000, qual e’ il costo da tagliare?’. Su altri è scritto: ‘Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini’, ‘L’ignoranza è la vostra forza’ e ‘Gelmini, giù le mani dai miei bambini’.

10:56 Palermo, due cortei. Cgil: “Siamo 50mila” Migliaia di studenti e professori, per ora in due distinti cortei, stanno partecipando a Palermo alla protesta contro la riforma Gelmini. Secondo le stime della Flc Cgil, i partecipanti sarebbero 50.000, ma le cifre non trovano conferma ufficiale. Un corteo è stato organizzato da Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda ed è partito da piazza Vittorio Veneto per dirigersi a piazza Politeama. Qui si congiungerà congiungerà con l’altro corteo, promosso dagli studenti universitari, e partito da viale delle Scienze.10:54

10:43 Trieste, lezione in stazione Lezioni in stazione ferroviaria, per tutta la mattinata, a Trieste. Studenti e professori del corso di fisica hanno scelto l’atrio della stazione centrale per continuare le lezioni e far arrivare ai cittadini la loro protesta. Sempre oggi, in piazza Unità, è previsto un presidio degli insegnanti delle scuole superiori organizzato dalla Cgil di Trieste. Sono oltre 300, infine, secondo le stime delle organizzazioni studentesche, i partecipanti alla manifestazione di Roma, nella giornata dello sciopero generale della scuola, partiti questa mattina dal Friuli Venezia Giulia.

10:38 Messina, in migliaia sfilano contro la Gelmini Studenti, di licei ma anche delle elementari, genitori e docenti, partecipano alla manifestazione a Messina contro la riforma Gelmini. Il corteo, organizzato dai sindacati della scuola, è già partito da piazza Cairoli e arriverà fino alla prefettura. Secondo la questura i partecipanti sono al massimo 5mila. Sarebbero almeno il doppio per gli organizzatori.
10:36
Vibo Valentia, quasi tutti gli istituti restano chiusi Questa mattina le scuole elementari, medie e superiori sono rimaste chiuse per sciopero anche a Vibo Valentia. Insegnanti e personale ata hanno aderito quasi tutti alla protesta contro l’approvazione della riforma Gelmini. Ha fatto eccezione qualche scuola materna. Intorno alle nove un corteo composto da circa 200 studenti, per lo più ragazze, hanno iniziato a sfilare per le strade della città.
10:32
L’Aquila, in mille a corteo Sono circa un migliaio gli studenti che stamani hanno preso parte, a L’Aquila, alla manifestazione di protesta contro il decreto Gelmini. I più numerosi erano gli studenti universitari che sventolavano le bandiere dell’Udu. Sotto una pioggerella monotona, il corteo, scortato dalle forze dell’ordine, ha attraversato una delle principali arterie di collegamento della città, viale Duca degli Abruzzi, provocando il blocco del traffico cittadino. Tra gli striscioni che svettavano, quasi tutti contro il ministro, molti insistevano sul concetto che “Il sapere non si compra il lavoro non è merce”, oppure “borse di studio agli studenti, meno soldi ai nullafacenti”. Il corteo salira” poi su via Roma transitando davanti all’Ateno, al Comune per finire in piazza della prefettura, passando per piazza Duomo, dove una delegazione degli studenti vorrebbe incontrare il prefetto del capoluogo.
10:31
Bologna, in migliaia a corteo Sono già diverse migliaia gli studenti medi e universitari che si sono concentrati in piazza Nettuno e in Piazza Magiore a Bologna, pronti a partire per il corteo no-Gelmini che sfilerà lungo via Indpendenza, Irnerio e Zamboni. La manifestazione è diretta alla sede di Confindustria, ma al momento i ragazzi hanno avuto l’autorizzazione a marciare fino a via Castiglione davanti alla Chiesa di Santa Lucia. “L’idea è riuscire ad attaccare uno striscione davanti alla sede degli industriali – spiega Lisa Dorigatti, studentessa di Scienze Politiche, tra i promotori dll’iniziativa – ma è più importante che il corteo sia nutrito e compatto”.

10:27 Brescia, studenti occupano stazione ferroviaria Il corteo che a Brescia sta manifestando contro la Legge sulla riforma della scuola ha occupato poco fa la stazione dei treni, dove gli studenti hanno invaso i binari.

10:26 Torino, alla manifestazione anche presidio metalmeccanici C’è anche un presidio di lavoratori metalmeccanici in piazza a Torino a sostegno dello sciopero generale della scuola. Sono rappresentanti di aziende in crisi che con ogni probabilità si accoderanno al corteo che partito da piazza Arbarello raggiungerà piazza Castello.
10:21
Napoli, manifestazione alle 14 Sono circa seimila, tra personale docente e amministrativo, che secondo i sindacati anche autonomi si sono recati questa mattina a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale. Cortei si registrano nel capoluogo campano e in provincia. Tre istituti superiori sfilano a Portici, uno a Ischia, 1.000 studenti ad Arzano. A Napoli, l’appuntamento è fissato per le 14 a via Mezzocannone. Permangono occupate l’ateneo “Orientale” e le facoltà di Lettere e Sociologia dell’università “Federico II”. In piazza Plebiscito, infine, davanti alla prefettura, presidio di protesta della Onlus “Tutti a Scuola” che raccoglie genitori di bambini disabili, in agitazione per i tagli ai docenti di sostegno nelle elementari e medie inferiori

10:17 A Roma striscioni da balconi lungo corteo Un lungo striscione che va da finestra a finestra con la scritta “vita da precario” in uno dei palazzi di via Barberini saluta il passaggio dei corteo dei manifestanti. Tanti i cittadini alle finestre che salutano e partecipano alla manifestazione di oggi

10:16 Bari, duemila in corteo Sono circa 2mila gli studenti di scuole superiori e universitari che in corteo stanno manifestando a Bari contro il decreto Gelmini. Da tutti gli Istituti della città, i ragazzi hanno raggiunto in piccoli gruppi la centrale piazza Umberto, dove da pochi minuti è partito il corteo che dopo aver attraversato alcune vie del centro, si concentrerà in piazza Libertà, davanti alla Prefettura. In testa al corteo, scortato da un ingente spiegamento di forze dell’ordine, un furgone che diffonde musica e slogan con delle grandi casse acustiche, seguito da studenti con fischietti e striscioni. Molti studenti baresi sono anche partiti nella notte con pullman per partecipare alla manifestazione di Roma

10:15 Cagliari, 5mila in corteo Sono circa 5000, secondo le prime stime degli organizzatori, i manifestanti che protestano a Cagliari contro la legge Gelmini. Partito da piazza Garibaldi il corteo è aperto dai genitori e dai bambini della scuola elementare “Corte Piscedda” di Capoterra che ha subito l’alluvione della scorsa settimana. Nel capoluogo sono arrivati autobus da Oristano, dal Medio Campidano e dal Sulcis, ma non mancano gli apporti anche dal nord e centro Sardegna, con scuole del sassarese e del nuorese. Ad ogni passo il corteo si infoltisce perché gli studenti delle superiori raggiungono la manifestazione lungo il percorso. Oggi a Cagliari le scuole sono chiuse per la festività del santo patrono, ma il fatto sembra non aver influito sulle adesioni

10:14 Messina, corteo partito da piazza Cairoli E’ da poco partito da piazza Cairoli, a Messina, il corteo di protesta organizzato dai sindacati contro la riforma della scuola. Oltre agli studenti, molti sono i genitori e i docenti che sfilano. Il corteo (diecimila secondo i sindacati, metà per la questura) arriverà fino alla sede della prefettura

10:13 Roma, terzo corteo diretto in centro Un terzo corteo, di oltre mille studenti, si è formato in viale Giulio Cesare, nel quartiere romano di Prati ed è diretto verso il centro storico per congiungersi alla manifestazione principale indetta dai sindacati. Al corteo spontaneo prendono parte studenti di alcuni licei della zona

10:12 Roma, coda corteo ancora bloccata a piazza Esedra Sono decine e decine di migliaia gli insegnanti, gli studenti e i bambini delle scuole elementari che hanno cominciato a sfilare per le vie di Roma. Preceduti da cinque cordoni di polizia, la manifestazione è ormai in prossimità di piazza Barberini. La stragrande maggioranza dei partecipanti è però ancora ferma dentro l’enorme catino di Piazza Esedra, che non riesce a contenere tutti manifestanti. Il corteo, che si snoderà verso le vie del centro storico della capitale fino ad arrivare a piazza del Popolo, è aperto da un camioncino da cui vengono lanciati slogan, vengono spiegati i contenuti della riforma e viene diffusa musica. Subito dietro le bandiere e i palloncini della Flc Cgil. Studenti e bambini issano striscioni contro il ministro dell’Istruzione e la riforma della scuola pubblica

10:10 La manifestazione a Milano E’ iniziata la manifestazione di Milano nell’ambito dello sciopero nazionale contro la riforma Gelmini e i tagli finanziari al settore dell’istruzione e dell’università. Da piazza Cairoli, dove si trovano studenti delle scuole superiori, genitori e insegnanti, il corteo, al quale secondo una prima stima partecipano oltre 10.000 persone, si è mosso verso la parte più centrale della città. La manifestazione, alla cui testa sfilano in un clima del tutto privo di tensione genitori e sindacati, si dovrebbe concludere in piazza Santo Stefano, a due passi dalla sede centrale dell’università Statale. In piazza Cairoli, dove continuano a giungere studenti delle scuole superiori, confluiranno anche gli universitari milanesi che si sono trovati nella vicina piazza Cordusio e che dovrebbero prendere la coda del corteo

10:09 Partito corteo dalla Sapienza “Siamo l’onda che vi travolge”, questo lo striscione che apre il corteo degli studenti universitari della Sapienza partito poco fa dall’ateneo romano. I manifestanti sono alcune centinaia e si stanno dirigendo verso piazza della Repubblica per unirsi al corteo organizzato dai sindacati confederali. Gli universitari scandiscono lo slogan “siamo tutti antifascisti”

10:08 A Genova tre cortei E’ partito alle 9 da via Balbi, diretto in via Roma, il primo dei tre cortei contro la riforma della scuola previsti per questa mattina a Genova. Stanno sfilando un centinaio di studenti. In via Balbi si sono già concentrati un altro centinaio di manifestanti organizzati dalla Cgil. Un corteo si muoverà in mattinata da piazza De Ferrari verso via Balbi

10:02 Anche gli scolari in testa al corteo Ci sono anche tanti scolari, delle scuole elementari e medie, accompagnati da insegnanti e genitori, in testa al corteo che si muove lentamente per consentire l’afflusso a piazza della Repubblica dei manifestanti. “Mamme e papà non state a guardare, c’è la scuola da salvare”, recita lo striscione della scuola media Mazzini; “Belli e brutti, la scuola è di tutti”, ricordano sventolando un lenzuolone colorato i piccoli alunni di una scuola elementare di Bologna mentre il settimo circolo Montessori affida a un colorato cartello lo slogan “Con un popolo ignorante è più facile governare”

10:01 La protesta in diretta radio di 19 atenei  Oltre venti web radio universitarie a reti unificate daranno voce a ciò che sta accadendo in atenei, scuole e piazze. Fino alle 12 su http://raduni.wordpress.com/ in onda una diretta a staffetta per raccontare e documentare – grazie agli inviati di Raduni, l’Associazione nazionale degli operatori radiofonici e televisivi – i cortei, le manifestazioni e le assemblee in tutte le città italianeuno degli strumenti a disposizione, ma per il sindacato ci sono moltissime altre strade”

09:51 Corteo di studenti a Ischia Proteste e corteo di studenti, contro la riforma Gelmini, oggi a Ischia (Napoli). Un corteo di circa duecento studenti è partito da piazza Antica reggia, a Ischia Porto. Slogan e cori vengono urlati contro il ministro Gelmini e il governo Berlusconi

09:50 Torino, al via anche il secondo corteo Sono circa diecimila ma il numero è destinato ad aumentare, gli studenti, gli insegnanti e i genitori del corteo partito ora da piazza Arbarello a Torino. Ad aprire la manifestazione un furgone con lo striscione “Giù le mani dal nostro futuro”, poi bandiere colorate e altri striscioni come “Mariastella, stellina la riforma è una rovina” oppure ‘Il governo dei dementi toglie soldi agli studenti’. Molti genitori delle scuole elementari con un fiore di carta con la scritta “La scuola pubblica è un fiore all’occhiello”. Il corteo percorrerà le vie del centro dove si uniranno quelli partiti da palazzo Nuovo per confluire in Piazza Castello, dove l’orchestra del Teatro Regio proporrà un momento musicale “di solidarietà” agli studenti

09:42 Torino, partito corteo degli universitari E’ da poco partito da palazzo Nuovo il corteo degli studenti universitari delle facoltà umanistiche di Torino. Gli studenti, alcune centinaia, si stanno dirigendo verso piazza Arbarello in cui si stanno concentrando gli altri studenti delle scuole medie superiori e in cui confluiranno anche gli universitari di altre facoltà e del Politecnico. Il corteo sta sfilando in via Po dietro lo striscione con la scritta “Tutta l’università contro la Gelmini” e con numerosi cartelli satirici sulla riforma e sullo stato dell’università italiana: “Riforma Gelmini nuoce gravemente alla salute” riporta un cartello con il disegno di un pacchetto di sigarette, oppure “Offresi baby-sitter, una laurea, due master e dottorato di ricerca”. Con gli universitari sfilano anche i precari della ricerca molti dei quali in camice bianco

09:40 Centinaia di pullman bloccati alle porte di Roma Ingorgo alle porte di Roma dove centinaia di pullman diretti alla manifestazione sono bloccati per il traffico

09:39 Roma, partito il corteo E’ partito da piazza della Repubblica, sotto la pioggia, il corteo promosso dai sindacati confederali per protestare contro la riforma Gelmini. Il corteo di migliaia di persone, preceduto da un triplo cordone di forze di polizia, è aperto da un camioncino che “spara” musica a tutto volume e costellato da centinaia di palloncini colorati. Tanti gli slogan e gli striscioni: ”Gelmini: con te tre metri sotto terra”, “Tagli malefici” è la scritta che campeggia sotto una gigantesca silhouette del ministro Gelmini, raffigurata come una strega di Halloween. “Gelmini e Carfagna sarte subito”, proclama un altro striscione

09:34 Manifestazioni in tutta Italia La Rete degli studenti riferisce che sono in corso manifestazioni anche in altre città: Torino, Padova, Caltanissetta, Siracusa, Cuneo, Alghero, Nuoro, Ragusa, Sassari, Modena, Bologna, Cosenza, Catania , Modica, Comiso, Trani, Palermo, Bergamo, Cremona

09:30 Milano, migliaia di studenti radunati per corteo Migliaia di persone si stanno radunando per l’inizio del corteo di protesta contro l’approvazione della legge Gelmini di riforma della scuola, in largo Cairoli a Milano. Pronti a muoversi in testa al corteo ci sono i genitori e gli insegnanti di Rete Scuole. Più numerosi gli studenti delle scuole superiori di Milano e provincia.
Dalla folla spuntano delle bandiere di Rifondazione Comunista e della Cgil. Sono scesi nel corteo anche gli studenti delle facoltà cittadine che in questi giorni hanno portato avanti le manifestazioni anche con le lezioni in piazza

09:29 Cortei e manifestazioni in Sicilia All’indomani dell’approvazione della riforma Gelmini manifestazioni e cortei si stanno tenendo in tutta la Sicilia in contemporanea con le iniziative organizzate a Roma. A Palermo un corteo, dopo essere partito da piazza Vittorio Veneto, sta attraversando il centro cittadino. Fra pochi minuti, in piazza Politeama, si congiungerà con un’analoga protesta degli studenti, provenienti dall’Università. Manifestazioni si tengono anche a Catania, Messina, Caltanissetta, Siracusa, Trapani

09:25 Roma, in centinaia alla Sapienza Centinaia di studenti si sono radunati all’università La Sapienza per il corteo che poi confluirà in quello dei sindacati Confederali che partirà da piazza della Repubblica. Complice la violenta pioggia caduta nelle prime ore di stamani e le chiusure alla circolazione, scattate in previsione dei cortei, il traffico a Roma è particolarmente intenso con veri e propri ingorghi a ridosso del centro storico

09:16 Palermo, alta adesione allo sciopero Si prospetta molto elevata in Sicilia l’adesione dei docenti allo sciopero contro la legge di riforma della scuola indetto da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. La Flc Cgil diffonde già i primi dati relativi alla provincia di Palermo e sono molti gli istituti scolastici che oggi non hanno aperto le porte. Lo sciopero sta coinvolgendo oltre al settore pubblico anche quello privato parificato

09:12 Roma, il corteo in partenza Sta per partire da piazza della Repubblica il corteo organizzato dai sindacati confederali per protestare contro i tagli alla scuola. Partecipano studenti, insegnanti e drigenti scolastici giunti a Roma da tutta Italia su centinaia di pullman. Il corteo, che partirà alle 9.30, attraverserà via Emanuele Orlando, largo di S. Susanna, piazza Barberini, via Sistina, Trinità dei Monti, raggiungendo piazza del Popolo dove, alle 11.30, è previsto il comizio conclusivo

08:40 Roma, piazza Esedra gremita Manca più di mezz’ora all’avvio del corteo organizzato dai confederali Flc-Cgil, Uil e Cisl scuola e piazza della Repubblica (chiamata anche piazza Esedra) è già gremita di bandiere, palloncini e stendardi dei sindacati. Tanti i ragazzi che, a fianco dei professori, protestano contro la riforma Gelmini e i tagli alla scuola. Fischietti, tamburelli e musica allietano l’attesa per la partenza, prevista intorno alle 9. Immancabili, anche oggi, i ‘santini’ con il volto del ministro Gelmini, nominata ‘beata ignoranza’

08:38 Studenti in piazza da Ancona a Torino L’Unione degli universitari (Udu) annuncia che oggi gli studenti medi e universitari scenderanno in piazza ad Ancona, Cagliari, Catania, L’Aquila, Lecce, Palermo, Pavia e Torino, dove i cortei cittadini sfileranno per le città in contemporanea con la manifestazione nazionale di Roma

08:21 In piazza anche i genitori Centinaia di pullman e diversi treni speciali hanno portato a Roma, da tutta Italia, i lavoratori del settore. In piazza ci saranno anche tante famiglie e studenti, compresi gli universitari che sin dall’inizio hanno solidarizzato con la protesta della scuola. Si contesta il decreto Gelmini, approvato ieri in via definitiva al Senato, che ripristina il maestro unico alle elementari, con il rischio di mettere in discussione la “tenuta” del tempo pieno, ma non solo. Nel mirino ci sono i tagli dei posti di lavoro e degli orari di lezione, il dimensionamento della rete scolastica (con l’accorpamento di istituti con pochi alunni), la mancanza di investimenti nel settore

08:19 Studenti a Roma sotto la pioggia Hanno già cominciato ad affluire verso piazza della Repubblica, in una giornata che si è aperta con un tempo piovoso, i manifestanti che sfileranno oggi per le vie di Roma per contestare le politiche del governo in materia di istruzione, in concomitanza con lo sciopero generale della scuola proclamato dai sindacati di categoria (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals)

07:29 A Roma corteo anche degli universitari Due i cortei che si muoveranno per le strade della Capitale. Oltre a quello da piazza Esedra una ulteriore manifestazione partirà dall’università La Sapienza. Alle nove dalla città universitaria un corteo di studenti si muoverà per raggiungere i dimostanti che aderiscono alla manifestazione indetta dai sindacati

07:26 Attesi migliaia di studenti a Roma Sono attesi migliaia di studenti a Roma per la manifestazione. Il corteo principale partirà alle nove da piazza Esedra, attraverserà le strade del centro e raggiungerà Piazza del Popolo. Previsto l’intervento del leader della Cgil Guglielmo Epifani.

(Fonte: repubblica.it)

 

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Alitalia: ricevo e pubblico.

COMUNICATO   STAMPA

Alle ore 23:45 del 29 ottobre 2008 dopo 7 ore di riunione relativa ai “criteri di assunzione” la CAI, dopo una pausa di due ore, ha ripreso il confronto dichiarando che i documenti contrattuali relativi al personale di volo e di terra consegnati nella giornata di lunedi 27 ottobre rappresentavano una posizione ultimativa e non si dichiaravano disponibili ad una rilettura degli stessi per verificarne la coerenza rispetto a quanto negoziato e sottoscritto a Palazzo Chigi.
Le OO.SS./AA.PP. nel rilevare l’incomprensibile ed improvviso cambio di atteggiamento della delegazione CAI, anche rispetto al positivo e costruttivo andamento della prima parte della riunione, hanno dichiarato che la difformità dei testi consegnati rispetto agli accordi di Palazzo Chigi, rendevano indispensabile una verifica congiunta alla quale CAI si è sottratta, impedendo ogni ulteriore approfondimento di merito e abbandonando il tavolo alle ore 24 dichiarando chiuso il confronto.
Roma, 30 ottobre 2008

FILT CGIL –FIT CISL – UILT – UGL TRASPORTI
SDL INTERCATEGORIALE
ANPAC – UNIONE PILOTI – ANPAV – AVIA

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Il governo e l’onda anomala.

 

Genitori, scolari, alunni, studenti, universitari, bidelli, professori, ricercatori e rettori: sono disinformati, come sostengono dalle fila della maggioranza che sostiene il governo o molto preoccupati per il futuro, come sostengono quelli che stanno protestando in tutta Italia?

Chi ha sentito le parole nelle assemblee, gli slogan nei cortei, chi ha fatto un giro sul web alla ricerca dei contenuti della protesta sa bene che  l”onda anomala”, come si autodefinito il nuovo movimento studentesco è tutt’altro che disinformato e sprovveduto. Comunque, abbiamo fatto quello che è stato chiesto da più parti, siamo andati a leggere il Decreto “Gelmini”.

In effetti, il provvedimento in questione si occupa per lo più della scuola elementare e media inferiore: reintroduzione del voto in condotta; ripristino, per quest’anno facoltativo, del grembiule nelle elementari; possibilità, a giudizio del consiglio di classe di bocciare lo studente anche con una solo insufficienza; diminuzione, nel modulo del tempo pieno delle ore di insegnamento da 40 a 24 settimanali; reintroduzione del maestro unico.

Le famiglie e gli insegnanti elementari si sono subito preoccupati della diminuzione dell’orario, paventando il pericolo della fine del tempo pieno, che ha fatto delle scuole elementari italiane un modello pedagogico e didattico in Europa. A nulla è valso argomentare che non si sarebbe trattato della fine del tempo pieno, evento che inciderebbe seriamente nell’economia, del tempo e del denaro, delle madri lavoratrici. Anche perché gli argomenti a sostegno delle misure contenute nel Decreto “Gelmini” sono stati avanzati dopo l’approvazione del decreto in questione e non prima: col senno di poi, utile sarebbe stato un normale svolgimento del dibattito parlamentare e il coinvolgimento delle parti sociali interessate, che invece si sono trovati davanti a un fatto compiuto.

Fatto sta che si è innescata la protesta degli esclusi dalle decisioni, in concomitanza con la riapertura dell’anno scolastico e accademico 2008/09. La protesta ha portato alla luce che in effetti non solo la scuola elementare, ma tutta la filiera dell’istruzione pubblica sarebbe stata interessata da tagli di bilancio, da qui ai prossimi anni, come si evince leggendo gli altri provvedimenti assunti in materia di istruzione pubblica, provvedimenti “spalmati” nella legge finanziaria, nella legge 133, nella legge 137.

La lettura di questi provvedimenti è apparsa subito un combinato disposto di tagli progressivi, da cui appaiono, per il momento immuni, solo le scuole medie superiori, le quali sono, semmai, sottoposte al regime di “accorpamento” edilizio: istituti con pochi alunni vengono accorpati in altri istituti, per creare economie delle spese generali ed edilizie.

Su questo versante, per altro anche alcuni enti locali, regioni e provincie, hanno sollevato conflitti di attribuzione, essendo, come è noto, competenti per legge in materia di edilizia scolastica e di manutenzione ordinaria degli immobili allo scopo adibiti. E’ noto che anche i licei stanno partecipando alle attuali proteste: c’è una proiezione psicologica verso il loro futuro universitario, ove è noto il taglio di oltre un miliardo di euro e il blocco del turn-over, che riguarda soprattutto i docenti precari. E’ vero che nel Decreto “Gelmini” non si prevedono veri e propri tagli di bilancio ( a eccezione del taglio delle ore degli insegnanti, che porta con sé un taglio degli organici), e che questi sono in realtà contenuti negli altri già citati provvedimenti.

Ma è anche vero che non siamo in presenza di una riforma organica, come tante volte si è provato a fare: ogni ministro dell’istruzione in carica negli ultimi governi ha fatto la sua riforma, riforma riformata dal suo successore. E forse il problema sta proprio qui: i tagli sembrano certi, il futuro della scuola pubblica italiana incerto. A meno che non si recepiscano gli appelli a riaprire un vero confronto, come sollecitato dal Presidente della Repubblica giorni  fa, dall’opposizione parlamentare e in queste ore da “Famiglia cristiana”, che recependo le voci della protesta, chiede il ritiro immediato del decreto, che è attualmente in discussione al Senato e potrebbe essere approvato,  in via definitiva nelle prossime ore.

Dal punto di vista politico,  l’onda anomala ha creato una situazione di crollo del consenso nei confronti del governo Berlusconi, che secondo Renato Mannheimer è andato giù in queste settimane di ben 18 punti percentuali. Questo spiega perché alcune minacce, atteggiamenti improntati al nervosismo e una certa dose di arroganza sono la cifra del comportamento della maggioranza di governo. Questo spiega anche il ritorno sulla scena politica dell’opposizione, risorta dalle macerie della sconfitta elettorale dello scorso aprile.

Dal punto di vista sociale, l’onda anomala ha portato alla luce il grande disagio creato dalla crisi dei mutui, con il corollario dell’incipiente arrivo della recessione economica. Più in generale ciò che appare in crisi è il modello “meno stato, più mercato”, mentre le teorie e le pratiche neoliberiste sembrano mostrare la corda:  la domanda spontanea che migliaia, milioni di cittadini italiani si sono fatta in questi giorni è stata: perché aiutare le banche e non anche lo stato sociale, gli stipendi, i consumi?

La risposta è venuta proprio dall’onda anomala: lo slogan “La crisi non la paghiamo noi” ha messo il dito sulla piaga del diffuso scontento tra l’opinione pubblica. Un recente sondaggio dice che il 50 per cento degli italiani è a favore della protesta degli studenti.

Con la sua carica di freschezza, tranquilla fermezza e creatività politica, l’onda anomala ha rimesso in moto il dibattito politico e sociale in Italia. Il che è buono, bello e importante. Beh, buona giornata.

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Lo sfratto di polizia.

 

L’ufficiale giudiziario, il legittimo proprietario, il suo avvocato, uomini e mezzi per il trasloco forzato si sono presentati davanti uno stabile di Cerignola, provincia di Bari per eseguirne lo sfratto degli inquilini e dei loro effetti.

Gli inquilini hanno resistito, facendo un picchetto che ha impedito l’accesso dell’ufficiale giudiziario, respingendo il decreto ingiuntivo di sfratto. L’ufficiale giudiziario, il legittimo proprietario, il suo avvocato, gli uomini e i mezzi per il trasloco forzato se ne sono dovuti andare. Perché non hanno chiamato la polizia? Non ce ne era bisogno, perché la polizia era lì: lo sfratto riguardava proprio il commissariato di polizia di Cerignola, gli inquilini che hanno impedito l’attuazione del provvedimento giudiziario erano loro, gli agenti di polizia che operano nel commissariato.

E’ un paradosso tipicamente italiano? Forse, ma solo in parte. Perché le forze di polizia italiana sono state oggetto di tagli di bilancio da parte del governo. E forse il paradosso sta proprio qui: da un lato si sono irrigiditi criteri di controllo del territorio, utilizzando le polizie locali, cioè i vigili urbani e addirittura usando le forze armate, in missione di ordine pubblico.

Contemporaneamente, si sono tagliate le spese per le forze dell’ordine, fino ad arrivare allo sfratto di un commissariato della Polizia di Stato: pare il contratto di locazione fosse scaduto da cinque anni e, secondo il legale del proprietario, il ministero competente fosse moroso da qualche mese.

Più sicurezza , ma meno soldi per la polizia: come fare le nozze con i fichi secchi. Ci sono in giro per i nostri canali televisivi, pubblici e privati,  quattro o cinque miniserie televisive che raccontano le gesta della polizia italiana. Hanno successo di pubblico, inorgogliscono lo spirito di corpo e raccolgono molte inserzioni pubblicitarie.

Come è possibile, allora che la polizia sia ospite gradito in tv, e inquilino indesiderato in città? E’ la fiction, bellezza. Beh, buona giornata.

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Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasato.

 

Pare che una dose di cocaina costi 10 euro al dettaglio. Ci spiegano che è la legge della domanda e dell’offerta. L’offerta è aumentata in misura logaritmica per via della sopraproduzione della materia prima, prodotta in Afghanistan. Dunque, i prezzi al consumo sono crollati. Ve lo ricordate l’Afghanistan?  Bisognava  togliere il burka alle donne, catturare bin Laden, portare in tribunale il mullah Omar. In definitiva, bisognava esportarvi la democrazia. Invece importiamo cocaina a buon mercato. Complimenti a quegli invasati dei neo-cons made in Usa e le loro teorie sugli stati canaglia. Bel colpo.

L’altro giorno un pensionato incensurato è stato freddato a colpi di pistola alle nove di mattina per strada, in una delle città del sud d’Italia nella quale giorni prima erano stati inviati cinquecento poliziotti in più e quattrocento militari. Pare fosse un lontano parente di un collaboratore di giustizia, che aveva fatto i nomi di una famiglia camorristica. Ottimo esempio di come si è pensato di affrontare il problema della sicurezza nelle città italiane.

Pare che un vigile urbano di Parma, coinvolto nell’inchiesta per il pestaggio di uno studente ganese, abbia detto ai giornalisti che il cazzotto che avrebbe colpito all’occhio il giovane Emanuel sia partito “accidentalmente”. Cose che succedono quando si toglie la sicura ai pugni.

Un ragazzotto, abitante della borgata romana nella quale è stato pestato un cittadino cinese inerme, ha detto di fronte alla telecamera di una emittente televisiva che lui non è razzista, sono loro che puzzano e ci rubano il lavoro. Figuriamoci se fosse stato razzista. Per fortuna il ministro degli Interni ci ha rassicurato: sono episodi isolati: uno a Genova, uno a Roma, uno a Ciampino, uno a Parma, un paio a Milano………….

Il movimento del ’68 ebbe la sua causa scatenante nelle università italiane, grazie alle circolari dell’allora ministro Guy. Anche il ’77 esplose negli atenei e nei licei per via di una certa circolare firmata dall’allora ministro Malfatti. L’attuale ministro dell’istruzione ha superato i suoi predecessori: è riuscita a fare incazzate d’un colpo solo studenti, genitori, professori e bidelli. Pare che trecentomila manifestanti siano sfilati a Roma, dietro uno striscione su cui era scritto “non è che l’inizio”. Cominciamo bene!

E’ stato trasmesso in tv uno spot  contro la violenza negli stadi a firma del ministero degli Interni. Il plot si svolge mettendo in sequenza scene di gioco e episodi di violenza. Alla fine c’è scritto che i tifosi violenti sono dei vigliacchi, testualmente. Ma che si fa così? Si insultano i destinatari del messaggio? Mah. Beh, buona giornata.

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Quelli che sognano un passato migliore.

 

La  politica italiana non finisce mai di stupire. Un uomo politico, ministro di un importante dicastero, durante la cerimonia ufficiale in ricordo delle vittime civili e militari che tentarono di difendere Roma dall’invasione delle truppe tedesche, all’indomani del  8 settembre del 1943, quest’uomo politico, che è anche il coordinatore politico del suo partito, partito che fa parte della coalizione di Governo  non è riuscito a tenere a freno la propria nostalgia del passato e ha detto che “soggettivamente, dal loro punto di vista” i militari inquadrati nei ranghi della Repubblica di Salò credettero di servire la Patria, pertanto era giusto rendergli omaggio.  Ai più, tra i quali il Capo dello Stato, questo giudizio è sembrato per niente  rispettoso della Resistenza, pagina storica da cui deriva la nostra democrazia.

Tempo addietro, un altro ministro, che ricopre il ruolo di leader di un altro partito di Governo, ebbe parole aspre contro Giuseppe Garibaldi, l’unità d’Italia, il tricolore. Ai più apparve un giudizio per niente rispettoso del Risorgimento, altra pagina storica da cui si fa derivare la nostra democrazia.

Viviamo tempi incerti. La vera sostanza della capacità di governo non risiede più nelle nazioni, ma è appannaggio di organismi globali: il Fondo Monetario internazionale fa le politiche economiche, il WTO quelle commerciali, la Nato quella estera, il G8 quella diplomatica. Le grandi corporations multinazionali fanno gli stili di vita e di consumo. E poi c’è l’Unione Europea, che via via si sostituisce al governo delle nazioni europee.

Fare il ministro in Italia deve essere un poco frustrante: tutto quello che bisogna fare oggi, si doveva già fare tanto tempo fa, dalla raccolta differenziata, alle politiche sull’emigrazione, dalla scuola e la ricerca, alla crisi dell’Alitalia, tutto ci era già stato insistentemente chiesto dall’Europa.

Riassumendo: del futuro si occupano gli organismi globali, del presente si era già occupata la Ue. Ai nostri ministri “soggettivamente, dal loro punto di vista” non resta che occuparsi del passato remoto. Buon pro gli faccia. Beh, buona giornata.

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Attualità Natura Salute e benessere Società e costume

La birra fa fare pipì ecologica.

Lo so, lo so che lo sanno tutti che la birra è diuretica. Quello che non sapevo è che la birra diminuisce il contenuto salino nelle urine. Come lo so? Lo hanno detto gli esperti dell’università di agronomia di Vienna, che hanno lanciato un allarme inquinamento da urina a Euro 2008 in Austria.

Gli esperti temono infatti danni per alberi e cespugli nelle zone frequentate dai tifosi che potrebbero cercare di evitare le file davanti alle toilette pubbliche e urinare nel verde.

Secondo gli esimi scienziati della pipì, il ‘problema delle acque gialle’ riguarda soprattutto la cosiddetta ‘fan-zone’ di Vienna, un’area con maxi-schermi e gastronomia lungo il ‘Ring’, lo storico viale verde che delimita il centro, dove sono attesi 70.000 tifosi per ogni partita.

Grazie ai loro studi, apprendiamo che l’urina umana di per sé non è velenosa per le piante, ma il sale in essa contenuto potrebbe costituire una vera minaccia per gli ippocastani ultracentenari che punteggiano il Ring, ma anche per l’erba, i fiori e altre piante storiche dei giardinetti dell’area che sarà frequentata dai tifosi, perché la loro abbondante pipì potrebbe ostacolare l’assorbimento di acqua dal terreno.

È a questo punto che fa il suo ingresso la buona notizia: il consumo abbondante di birra diminuisce il contenuto salino nell’urina. Dunque, ora che lo sapete, potete farla fuori senza problemi ecologici. Ah, che sollievo.

A parte ogni altra considerazione di ordine pubblico, tipo quelle cose che hanno a che vedere con la buona educazione, il pudore, per non dire il convitato di pietra dell’epoca moderna, vale a dire il buon senso, questa straordinaria scoperta degli ineffabili esperti viennesi significa almeno un paio di cose: la prima è che sarebbe meglio aumentare il numero di vespasiani; la seconda è che sarebbe meglio aumentare la vendita e il consumo di birra.

La cosa di per sé fa scompisciare dal ridere. Però, è una buona opportunità per le marche di birra a Euro 2008, i campionati europei di calcio. O no?! Beh, buona giornata.

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Attualità

Huston, abbiamo un problema. Grosso.

Il cesso della Stazione Spaziale Internazionale s’è tappato. Quando si rompe il gabinetto sono guai sulla Terra, figuriamoci nello spazio. Non è che uno va e la fa fuori. Spazio ce ne sarebbe, ma sai com’è: dietro a dove mi accuccio? Un meteorite? Un satellite?

Facile a dirsi: quei maledetti girano, e mentre mi scappa, quelli si muovono. E poi, anche volendo, uno la fa, ma gioca contro la forza di gravità. Lassù, la forza di gravità non c’è, dunque gioca sporco. Immaginate la scena: che schifo!

Pare che i tre astronauti della Stazione Spaziale abbiano usato negli ultimi giorni la toilette della navicella Soyuz, parcheggiata accanto al Laboratorio Orbitante. Come nelle case di ringhiera, sono andati a farla nel pianerottolo spaziale.

Però, sembra che quella tazza del gabinetto abbia una capacità limitata. Bisogna farla piccola. Ma se a uno gli scappa grossa? Situazione di “merda “per i tecnici della Nasa.

Si sono riuniti in un “gabinetto di crisi” e hanno deliberato. “Qui Huston, Nasa chiama Stazione Spaziale: per evitare intasamenti vi suggeriamo di adottare un sistema di emergenza nel bagno rotto. Usate i sacchetti collegati alla parte ancora funzionante della toilette spaziale.”

Miliardi di dollari per conquistare la nuova frontiera siderale, per costruire basi orbitanti, fior fiore di scienziati, di tecnologia di ultima generazione, i migliori cervelli del mondo che cosa sono riusciti a farsi venire in mente? Fatela nei sacchetti. Ma dai!

Non mi verrete mica a dire che l’agenzia spaziale americana si comporta come un’agenzia di pubblicità italiana. Beh, buona giornata.

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Attualità

Abbassiamo i ”Tony”.

Dà fastidio che una campagna tedesca, per un grande store di elettrodomestici, prenda in giro lo stereotipo dell’italiano emigrato all’estero.

La campagna si svolge in un negozio, nel quale vengono proposti sconti per l’acquisto di televisori di ultima generazione, in occasione di euro 2008, i campionati europei di calcio.

“Tony, l’italiano” appare furbastro, piacione, paraculo e maschilista. Scandalo. Ma quale scandalo? Hanno fatto una macchietta, niente affatto lontana dalla realtà. Ce la potevamo fare da soli, dimostrando un poco di intelligente autoironia.

E invece, solleviamo gli scudi. Come se questa innocua critica agli italici costumi non fosse molto, molto vicina ai comportamenti nostrani, a casa e all’estero.

Lasciamo che la pubblicità faccia i suoi giochi, innocui e beffardi. Certo, dà fastidio essere trattati come una categoria grottesca. Soprattutto in un periodo in cui va di moda (orribile dictu) trattare qui da noi le altre nazionalità, che da noi vivono e lavorano, in modo sufficiente, spesso denigratorio, per non dire offensivo e spesso xenofobo. Ma queste sono cose della politica, non ancora della pubblicità. La qual cosa si spera non avvenga mai.

E allora, suvvia: abbassiamo i “Tony”. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Pubblicità e mass media

Quante favole sentiamo ogni giorno?

Uno studio della Boston School of Medicine dimostrerebbe che leggere ad alta voce ai bimbi in età prescolare aumenta lo sviluppo del loro linguaggio, dandogli un bagaglio linguistico migliore, con vantaggi che perdurano negli anni.

Inoltre, il racconto del genitore al bambino ha un effetto prodigioso in quanto sarebbe un mezzo fortissimo di scambio emotivo.

Insomma, leggere le fiabe ai bimbi li aiuta ad andare meglio a scuola, ad acquistare l’arte del linguaggio prima e in modo migliore. Forse gli aiuterebbe a sviluppare la fantasia, sapendo riconoscere il vero dal falso, l’immaginifico dal reale.

Forse a tutti quelli che vanno in giro a raccontare panzane sulla pubblicità italiana sono mancati genitori che gli leggevano le favole da piccoli. E allora, per far vedere che sono grandi, le favole se le raccontano da soli. Con l’aggravante che lo fanno ad alta voce davanti al taccuino del cronista o al microfono di una qualche emittente.

Le favole per bambini sono quelle storie che cominciano con “c’era una volta” e finiscono con “e vissero felici e contenti”. Le favole raccontate dai grandi cominciano male: vogliono subito dirti che sono felici e contenti. Come tutte le bugie, queste sono storie che finiscono prima ancora di incominciare. Beh, buona giornata.

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Attualità

Volando di fantasia.

Fa scandalo che in un volo ad alta quota, probabilmente verso Londra, con centinaia di passeggeri a bordo i piloti fossero impegnati ad assistere e riprendere in video un focoso striptease di un’hostess. Fa scandalo perché lo spettacolino piccante è finito su Internet e adesso le compagnie aree europee si interrogano su chi siano i protagonisti. Il furbacchione che ha fatto le riprese con un telefonino deve averci tirato un gruzzolo, se è vero come è vero che il filmatino hard è finito su tutti i siti del mondo. Pare che adesso ci sia la caccia alla strip-hostess.

È molto probabile sia una bufala, come si dice in termini giornalistici quando girano notizie fasulle, patacche, bidoni, falsi scoop. Staremo a vedere. Però la cosa intriga, perché sotto-sotto appaiono due dati: uno è lo stereotipo alquanto stantìo della hostess come donna di facili costumi, ammiccante, facile, da guardare mentre cammina tra lo stretto corridoio fra due ali di sedili, che sembra ancheggiare solo per te e magari ti si struscia sul braccio, mentre sei seduto (che è il vero motivo per cui i posti corridoio sono i preferiti); l’altro è il fatto che nella realtà in volo ci si annoia da morire. Viaggiare in aereo è il modo peggiore di viaggiare. È un non viaggio, che rimanda la vera partenza all’arrivo nell’aeroporto di destinazione. Il viaggio comincia in differita, rispetto al tempo del trasferimento. Almeno all’andata, il viaggio comincia quando siete arrivati a destinazione, in un certo aeroporto.

Gli aerei hanno inquinato il modo di viaggiare. In aereo non si viaggia, in aereo ci si trasferisce da un punto all’altro, incubati in una cabina, legati come salami al sedile, sottoposti al ritmo scandito dall’organizzazione del personale di bordo. Si mangia quando è previsto, si guarda il film quando dicono loro, si fanno acquisti quando dicono loro. Anche la pipì si fa quando dicono loro, mai in decollo o in atterraggio. Adesso è il caso di dire che non è che viaggiare in aereo è brutto e sbagliato. Però, quella condizione di coercizione fa sì che i passeggeri si guardino in cagnesco, ognuno potrebbe invadere il mio spazio, ognuno potrebbe urtarmi, occupare il “mio” posto valigia nella cappelliera. Vengono anche alla mente fantasie omicide: “mannaggia, se questo mi rovescia il caffè addosso, lo ammazzo”.

Forse è proprio questa condizione coatta a rendere credibile la bufala della hostess che fa lo strip-tease in cabina. È un diversivo onirico, un viaggio con la fantasia immaginando più accettabile un viaggio in aereo. Una specie di sogno erotico collettivo, un “irreality show”, se mi si passa lo strambo neologismo. Lo sanno tutti che i sogni sono desideri irrealizzati. Che poi ti svegli e scopri che t’hanno pure perso la valigia. Beh, buona giornata.

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Animali Attualità Salute e benessere

A passo di lumaca contro l’effetto serra.

Le esalazioni da combustione del carbone sono da sempre state una delle principali cause della sovrapproduzione di CO2, tanto caro all’inquinamento dell’atmosfera. Ma un rimedio c’è: non sono i trattati, che tanto non vengono né ratificati, né applicati. Alla lentezza della politica sulle problematiche della difesa ambientale ci stanno pensando le icone della lentezza: le lumache, appunto.

La principale compagnia mineraria ed esportatrice di carbone della Nuova Zelanda, la ‘Solid Energy’, ha perso circa 25 milioni di dollari neozelandesi in profitti (13,6 milioni di euro) da quando è stata scoperta la presenza di rare lumache giganti presso la sua miniera di Stockton, 19 mesi fa.

‘Powelliphanta Augustus’ è la denominazione esatta della rara specie di lumaca, carnivora e davvero gigante, che ha messo nei guai la altrimenti fortunata azienda neozelandese. Il suo guscio è grande quanto un pugno, fino a nove centimetri di larghezza, e le sue origini risalgono a 200 milioni di anni fa. Grazie all’isolamento in Nuova Zelanda queste lumache giganti hanno sviluppato caratteristiche uniche fra cui il gigantismo, a testimonianza della bio diversità unica del Paese. E i neozelandesi ne sono fieri, al punto da aver dedicato loro anche un francobollo.

Però, la Solid Energy, la compagnia mineraria di proprietà statale, è costretta dal momento dell’invasione delle lumache a procedere appunto a passo di lumaca nell’estrazione di carbone, a causa delle leggi per la salvaguardia dell’ambiente che prevedono la protezione della specie in estinzione. Non solo, la compagnia neozelandese è inoltre obbligata sostenere i costi per il trasloco in una zona migliore, oltre che per il monitoraggio e la protezione delle 5300 lumache trovate, per un totale di circa 5,45 milioni di euro.

Le lumache sono tenaci ambientaliste. Tanto che la compagnia neozelandese è stata costretta in flagrante violazione degli impegni contrattuali e a causa dei ritardi perderà fino a cinque forniture di esportazione che ammontano a circa 300 mila tonnellate di carbone e che dovrebbero essere spedite entro fine giugno in Cina, India, Giappone e Sudafrica. Chi va piano, va lontano, per la difesa dell’ambiente e contro l’inquinamento. 10, 100, 1000 ‘Powelliphanta Augustus’. Beh, buona giornata.

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Attualità

L’altro undici settembre.

C’è un 11 settembre di cui ci eravamo dimenticati. Ce lo ricordano gli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza in Cile per l’anniversario del golpe del ’73: oltre 50 i feriti.

Colpite dalle pallottole anche due bimbe. Almeno 237 persone sono state arrestate. Il bilancio, ancora provvisorio, e’ stato reso noto dal sottosegretario all’Interno Felipe Harboe. Come accaduto in precedenti anniversari del colpo di Stato, gli incidenti più violenti sono avvenuti nei quartieri periferici della capitale.

L’11 settembre del 1973 è la data del colpo di stato organizzato da Augusto Pinochet, al quale furono portati i complimenti della Casa Bianca dall’allora Segretario di Stato Henri Kissinger.

Il governo di Pinochet fu caratterizzato dalla soppressione sistematica di tutta l’opposizione di sinistra.
Le violenze peggiori occorsero nei primi giorni successivi al colpo di stato, con il numero di militanti di sinistra uccisi o “scomparsi” che raggiunse presto le migliaia. Furono utilizzati gli stadi di calcio come luoghi di prigionia.

Successivamente alla sconfitta di Pinochet nel plebiscito del 1989, si scoprì che circa 3.000 persone erano state uccise o fatte sparire dal regime, con diverse altre migliaia che furono imprigionate e torturate.

Il Cile di Pinochet fu un partecipante chiave dell’Operazione Condor, una campagna di assassini e raccolta di informazioni, spacciata per controterrorismo, condotta congiuntamente dai servizi di sicurezza cileni assieme a quelli di Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay, ed Uruguay nella metà degli anni ’70. La Cia fornì il know how.

Nel solo Cile furono brutalmente assassinate oltre tremila persone. Qualche centinaio in meno delle vittime dell’attacco alle Torri Gemelle dell’11 Settembre del 2001.

Nel ricordare le quali sarebbe bene non dimenticare la storia, le storie, le persone di coloro che persero la vita in un altro maledetto e tragico 11 settembre. Beh, buona giornata.

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Attualità

La politica Fini a se stessa.

Berlusconi al seminario di Gubbio di Forza Italia spara a zero sul governo: “Io non credo che noi potremo votare sì alla missione in Libano. L’opposizione – ha poi aggiunto – la faremo certamente in Parlamento e certamente con manifestazioni nelle piazze”

I propositi combattivi trovano subito l’apprezzamento di Gianfranco Fini. “Berlusconi a Gubbio ha colto nel segno, indicando in una opposizione inflessibile, non pregiudiziale, da svolgersi nel confronto con le categorie e se necessario nelle piazze, la via per contrastare il governo Prodi”, ha commentato il presidente di An. C’è una gran voglia di menar le mani, nel senso dell’applauso, da parte del partito di Fini.

Lo si era visto con l’appoggio alle proteste dei tassisti, quando Alemanno fu accolto in piazza al grido di ”duce duce”, tanto per far capire che significa l’appoggio alle categorie.

La Russa si presentò in Parlamento con pagnotte di pane, per protesta contro le liberalizzazioni delle licenze dei panificatori, quelli che una volta di chiamavano fornai.

Anche gli avvocati sono in agitazione, con l’appoggio del partito di Fini. Sulla politica estera, Fini ha annunciato di voler presentare una mozione in Parlamento per chiedere al governo se le missioni in Afghanistan e Iraq siano o no missioni di pace, con l’intento di creare contraddizioni tra il governo e i partiti della cosiddetta sinistra radicale. Dunque non è una strategia politica in politica estera, ma l’uso della politica estera a fini di politica interna.

Fini fa finta di credere che a Berlusconi possa interessare una opposizione “inflessibile per contrastare il governo Prodi”. In realtà, e Fini lo sa, a Berlusconi interessa solo e soltanto la salvaguardia ad ogni costo della posizione dominante di Mediaset sul sistema televisivo italiano.

Non è un caso che Berlusconi ha detto chiaramente a Gubbio che non vuole la legge sul conflitto di interessi e che non vuole la riforma della Rai. Fini continua a fare i conti senza l’oste, perché è un leader che soffre dell’essere orfano del carisma di un padre ispiratore. Fini ha un alta opinione di se stesso, tipica della sua storia politica, quella del Msi di Almirante, che ha sempre cercato di sfruttare le contraddizioni interne alla Dc per testimoniare la centralità della destra anticomunista. Fini si crede scaltro e dotato di magniloquenza.

Ma nella politica moderna gli artifici retorici dell’eloquenza trovano lo spazio di un mattino, prima della prima edizione dei tg. Fini appare spaesato, non ha un progetto strategico, ma una serie di tattiche.

Tutta l’esperienza di governo è stata un sequenza di tatticismi: la sciocchezza di aver firmato insieme a Bossi la legge sull’immigrazione, che si è ben presto rivelata un fallimento.

La legge sulle droghe è stato un manifesto all’intolleranza, una inutile dimostrazione muscolare contro la riduzione del danno della tossicodipendenza.

La legge Gasbarri, è stata un esempio straordinario di servilismo verso Berlusconi e le sue aziende.

La breve permanenza di Fini alla Farnesina ha mimato l’autoleggittimazione della destra a importanti incarichi di governo, ma l’opera del ministro è stata opaca, subalterna a tratti tragicomica: come l’unità di crisi per lo tsunami, due briefing al giorno con la stampa, una strampalata conta dei morti italiani, che per fortuna si rivelò infondata.

Sul piano politico non si può non contare l’errore madornale di essersi schierati per il sì al referendum costituzionale, trascinando An nella certezza della sconfitta, non solo elettorale, ma delle stesse idee-forza della destra sulla la riforma dello stato.

Nel frattempo, An ha tentano l’invasione delle stanza del potere alla maniera dei “forchettoni” della peggiore DC. I nuovi “forchettini” si sono infilati alle Poste, alle Ferrovie, alla Rai, nella Sanità. Gli scandali alla Rai e nella Sanità hanno ben più che lambito la figura politica di Gianfranco Fini, anche sul piano dei rapporti personali e famigliari. Sul piano interno, l’azzeramento degli incarichi di partito non è avvenuto per decisione politica, ma è suonata come rappresaglia ai pettegolezzi sulla presunta storia sentimentale con una donna ministro, registrati in un bar del centro di Roma da un giornalista e pubblicati da un quotidiano, di proprietà di un parlamentare di An.

A Fini manca un Almirante e lo ricerca in Berlusconi. Al quale deve molto, in termini politici e non solo. Fini rischia di finire strangolato dagli interessi usurai. Forse bisognerebbe dirglielo apertamente, invece di coccolarlo come il capo di futuro partito di destra moderna.

La Fiuggi 2, quella della rigenerazione del partito, ammesso che si faccia, appare sempre di più una altra operazione tattica, fine a se stessa. Anzi, Fini a se stesso. Beh, buona giornata.

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Paradossi pericolosi.

I paesi arabi hanno deciso di produrre energia nucleare. Lo ha riferito il segretario della Lega Araba, Amr Mussa. Al termine di una riunione al Cairo, Mussa ha annunciato che “i paesi arabi hanno deciso di utilizzare il diritto che è loro garantito dall’adesione al Trattato di non proliferazione nucleare per accedere all’uso pacifico di energia nucleare. Molti paesi hanno ora cominciato ad entrare in questo settore scientifico avanzato, necessario e critico”.

E’ una notizia che non farà piacere a Bush, che vorrebbe impedire all’Iran il nucleare, con la scusa che potrebbe costruire armi nucleari. I paesi arabi si schierano con Teheran e il suo dichiarato diritto a dotarsi di centrali per la produzione di energia nucleare. Ma, allo stesso tempo è un brutta notizia per i paesi importatori di petrolio, tra cui l’Italia.

Per ben due motivi: il primo è che se i maggiori produttori di petrolio vogliono produrre energia nucleare, allora è vero che i giacimenti petroliferi sono vicini all’esaurimento. La seconda pessima notizia è che il nucleare potrebbe diventare la fonte di approviggionamento energetico del futuro, vanificando le forti resistenze delle opinioni pubbliche europee sui pericoli dell’energia atomica.

L’aggravante sta nel fatto che una tecnologia con forti pericoli, sia nella produzione, che nella manutenzione, per non parlare dello stoccaggio delle scorie sarebbe in mano di governi a bassa intensità di trasparenza democratica, come sono i paesi arabi, moderati verso l’occidente, ma estremisti nella gestione del potere interno, compresa la libertà di stampa e dunque di critica verso le scelte energetiche di quei governi. Senza contare la vicinanza con l’Europa, e quindi il coinvolgimento oggettivo in caso di fughe radioattive.

Ed ecco un bel paradosso della contemporaneità: da un lato è giusto che i paesi meno economicamente sviluppati abbiano accesso a quelle tecnologie che finora sono state di esclusivo appannaggio delle potenze economiche più avanzate; d’altro canto l’uso di queste tecnologie aumenta i pericoli e mette in luce le debolezze strutturali di quei sistemi sociali che dovrebbero gestirle.

Se non avessimo perso tempo, denaro e vite umane nella pantomima delle guerre di civiltà, forse avremmo potuto discutere di un altro modello di sviluppo e di crescita, proprio a partire dall’energia, dalle sue fonti e magari avremmo potuto gettare almeno le basi per un alternativa, compatibile alle società umane e alla salute del pianeta. La guerra di Bush ha bloccato la storia. Ma la storia sta andando avanti. E non è detto che stia imboccando la strada giusta. Beh, buona giornata.

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Sfondando una porta aperta

A duecento all’ora in una galleria l’Eurostar Roma-Torino un portellone della carrozza numero cinque si è staccato ed è finito contro un finestrino. La porta improvvisamente si è aperta e poi il portellone si è schiantato, dopo aver sbattuto contro un finestrino, con uno strazio di lamiere.

“Già alla partenza da Roma – hanno detto alcuni viaggiatori – il portellone non si apriva e siamo stati costretti a salire da un altro ingresso”.

Trenitalia precisa che sono in corso accertamenti per verificare se il portellone, “che era stato bloccato e messo in sicurezza a causa di un guasto, non sia stato oggetto di un atto di manomissione”. Questa versione sa di bugia.

Come sa di bugia la leggenda della “cura Cimoli”quando si parla delle Ferrovie italiane. Tagliando di qua tagliando di là saltano i coperchi, o le porte. Per fortuna non si è fatto male nessuno, tranne la reputazione delle nostre Ferrovie. Per fortuna era solo un treno. Fosse stato un aereo? Beh, buona giornata

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Pubblicità spericolata.

”E’ un fatto personale – specifica Vasco Rossi – non ho nulla contro la pubblicità ne’ giudico chi la fa. Ma per quel che riguarda me, adesso sento primaria la necessità di proteggere le mie canzoni da un’esposizione che ritengo esagerata in pubblicità. Errare e’ umano, perseverare sarebbe diabolico come recita un vecchio e saggio proverbio. E io ho scelto, per quanto sta nelle mie possibilità, di non vendere i miei sogni, che sono poi anche quelli dei miei fans”.

Vasco Rossi dice basta all’utilizzo delle sue canzoni per gli spot pubblicitari. Stavolta infatti il Blasco ha deciso di non concedere “Ti prendo e ti porto via” per il nuovo spot della Fiat perché intende preservare il suo repertorio ”dal rischio di un uso eccessivo negli intervalli pubblicitari”.

Non ho nulla contro le campagna Fiat, che sono di gran lunga migliorate da un passato grigio e monotono. Dunque il discorso è più generale: ecco che succede quando si fa troppa pubblicità in tv. Se si è stufato Vasco Rossi, figuriamoci i telespettatori, e dunque i consumatori.

Il “rischio di un uso eccessivo degli intervalli pubblicitari” non fa bene alla tv, non fa bene alla pubblicità, né alla marca, né al prodotto. Fa male anche ai creativi. Perché la quantità uccide la qualità. Beh, buona giornata.

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La deberlusconetion.

La proposta di legge del centrosinistra sul conflitto di interessi – che dovrebbe andare all’esame della commissione Affari costituzionali di Montecitorio dal 13 settembre – trova l’opposizione netta del centrodestra con, in primis, Renato Schifani che parla di legge contro Berlusconi – e la pronta reazione della maggioranza che rifiuta il bollino di “parzialità” in una materia alquanto delicata.

“Non conoscono neanche il disegno di legge e già dicono che non va bene”, dice Fassino. Giuliano Amato dice che la legge è nel programma dell’Unione quindi “deve essere fatta”.

Alfonso Pecoraro Scanio dice la nuova normativa è di stampo europeo, per cui: “le critiche della Cdl sono strumentali e dimostrano solo l’allergia di questa destra alle regole”.

Da parte sua Paolo Gentiloni dice: “Proporrò nelle prossime settimane, entro il mese di settembre, una modifica della legge Gasparri”. Il ministro per le Comunicazioni lo dice dalla platea della Festa dell’Udeur a Telese dove parla anche della legge sul conflitto d’interesse: “è una legge indispensabile -dice-, sarà una legge giusta. Non sbilanciata o persecutoria, ma severa e giusta”.

Fare una nuova legge sul sistema televisivo e fare finalmente una legge sul conflitto di interessi, questioni intrecciate che hanno rappresentato l’anomalia italiana in Europa è “oggettivamente” una passo decisivo verso la fine del berlusconismo.
L’attenzione si deve ora spostare sui contenuti delle due nuove normative e su i rispettivi iter parlamentari: è su quei terreni che si potrà giudicare il governo e la sua maggioranza.
Beh, buona giornata.

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