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Quei fantastici ragazzi del 14 dicembre che hanno riportato l’Italia in Europa.

Nel giorno in cui la politica ha tradito il Paese, migliaia di ragazzi hanno attraversato la Capitale, si sono scontrati con la Polizia, hanno segnato la distanza con la Politica.

La Capitale, la Politica, la Polizia: gli sconfitti del 14 dicembre 2010 a Roma, ma anche a Milano, a Palermo, a Bari, ovunque in Italia.

Uomini della Guardia di Finanza che a Roma sono stati mandati allo sbaraglio contro i manifestanti, invece che contro gli evasori fiscali: una metafora dell’Italia in metastasi berlusconista. Il nemico era nei Palazzi che dovevate proteggere.

Uomini del Corpo forestale dello Stato, che invece di catturare gli inquinatori, sono stati mandati contro gli inquinati dalla crisi economica è stato un ossimoro della propaganda berlusconista. Il nemico era nelle persone che avevano appena terminato la pantomina della fiducia al governo.

Uomini delle Forze dell’Ordine, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco traditi dal loro ministro di riferimento, mandati allo sbaraglio contro ragazzi e ragazze che urlavano la verità: voi menate noi che vi diciamo che è il governo che ha menato voi. E poliziotti e carabinieri lo sanno, lo sanno chi ha tagliato i fondi alla “sicurezza”.

La Politica ha tradito i cittadini: le sue alchimie, i soldi del patron, la mediocrità umana e politica degli eletti col sistema elettorale tanto caro al CEO ( chef executive officer) del Governo hanno fatto flop. Che il CEO salvi il culo, e a culo tutto il resto.

La Capitale, teatro della protesta degli studenti, dei metalmeccanici, dei terremotati de l’Aquila, delle donne “vulcaniche” di Napoli ha vissuto il fallimento della Politica: chi credeva a una via di uscita artificiale dallo scontro sociale è stato sconfitto.

Chi ha pensato “ghe pensi mì” non ha ancora capito quello che lo aspetta. Fini e Berlusconi sono risultati meno comici dei fratelli De Rege, più grotteschi dei gemelli dei loro rispettivi polsini.
Roma è stata come Atene, come Parigi, come Londra.

Quei fantastici ragazzi del 14 dicembre hanno riportato l’Italia in Europa.

Berlusconi, Fini, Casini, Bossi, Rutelli, e purtroppo Bersani e Vendola abitano in un altro secolo.

Non capiscono che se la Politica non è in grado di fornire una guarnizione alle tensione sociali, non è Politica. E solo semplicemente, tristemente rendita di posizione di potere.
Quei fantastici ragazzi del 14 dicembre a Roma hanno rimesso a posto le lancette della Storia.
E’ il momento di sincronizzare gli orologi. Beh, buona giornata.

p.s.: In un bar del centro di Roma, entra verso le 19 una ragazza, che conosce la cassiera e che evidentemente è una commessa di un negozio vicino. Dice la cassiera: ammazza che casino oggi. Dice la commessa: aho, hanno fatto un casino, macchine a fuoco, hanno pure bruciato un mezzo della Guardia di Finanza. Eppoi ‘na banca, l’hanno sporcata di vernice. Pure il bancomat. Dice la cassiera: però non si fa così. Risponde la commessa: chettedevodì, aho, la ggente non ce la fa più.

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Berlusconi e la fiducia di Pirro.

(fonte: repubblica.it)

17:04
Torna la calma nel centro della Capitale 143 –
Nel centro di Roma è tornata tranquilla la situazione dopo gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine che hanno provocato una vera e propria guerriglia urbana tra via del Corso, piazza del Popolo e piazzale Flaminio. Le forze dell’ordine hanno disperso il blocco più violento del corteo che ormai si è allontanato sparpagliandosi dalle vie del centro storico.

16:58
Il sindaco fischiato a Piazza del Popolo 142 –
Fischi e grida “Vergogna” e “Pezzi di m…” da parte di alcuni manifestanti hanno accolto l’arrivo del sindaco Gianni Alemanno in piazza del Popolo.

16:44
Il primo bilancio dei danni 141 –
Sono sei i mezzi incendiati sui quali sono dovuti intervenire i vigili del fuoco del comando provinciale di Roma: un blindato della guardia di finanza, un compattatore della nettezza urbana, quattro auto private, mentre sono oltre una quindicina i cassonetti dati alle fiamme. Per quanto riguarda le forze dell’ordine arriva un primo bilancio della guardia di finanza, che registra il blindato incendiato, altri due mezzi danneggiati, un’auto parcheggiata con le insegne della finanza incendiata in piazza della Libertà, e due feriti lievi tra i finanzieri.

16:38
Riprende lentamente la circolazione Piazzale Flaminio 140 –
Sta riprendendo lentamente la circolazione a piazzale Flaminio e lungo il Muro Torto dopo il blocco causato dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. La piazza, piena di cassonetti e cartelloni pubblicitari divelti e disseminata dei resti della guerriglia urbana, e’ ancora presidiata dalle forze dell’ordine che stanno monitorando la situazione. Nel corso del lancio di sampietrini ed oggetti contro la Porta del Popolo e’ stato anche gravemente danneggiato il famoso chiosco che vende libri e souvenir che si trova sotto la Porta del Popolo. Presidiata dalle forze dell’ordine anche piazza del Popolo dove ci sono ancora alcuni manifestanti. Gli incendi di auto e della camionetta della Guardia di finanza che sono stati appiccati durante gli scontri sono stati spenti dai vigili del fuoco che si trovano ancora sul posto.

16:34
Sassaiola contro auto con lampeggianti 139 –
Una fitta sassaiola è stata fatta da un gruppo di teppisti contro un’auto blu che transitava in via Marcantonio Colonna, nel quartiere Prati. Nessun ferito all’interno dell’auto che e’ riuscita a proseguire la marcia. I manifestanti si trovano adesso nella zona del quartiere Prati provenienti da piazzale Flaminio. Lungo il loro cammino hanno incendiato e rovesciato cassonetti dei rifiuti bloccando il traffico.

16:26
Bologna, studenti bloccano traffico sotto le Due Torri 138 –
Si è trasformato in un piccolo corteo il presidio organizzato in piazza Verdi, a Bologna, dal collettivo autonomo studentesco (Cas) in solidarietà con le proteste in corso a Roma e nel resto d’Italia contro il governo. Pochi minuti fa una cinquantina di studenti, che non sono riusciti ad andare a Roma, si sono mossi da piazza Verdi raggiungendo le Due torri e lì stanno effettuando un blocco del traffico. In testa lo striscione: “Que se vayan todos, a suon di libri vi spazzeremo via” (firmato da Cas e “38 occupato”). “Torniamo in piazza a fianco degli studenti in corteo a Roma -si legge sul volantino distribuito- e i ragazzi che hanno occupato l’aeroporto di Palermo, che hanno occupato la Borsa di Milano e i ragazzi di Napoli, Genova, Brescia e Bari…”. Mentre i manifestanti urlano “blocchiamo tutto” il traffico sotto le due Torri è bloccato dalla Polizia municipale.

16:20
Manifestanti in fuga tra i bimbi di scuola 137 –
Caricati dalla polizia in piazzale Flaminio i manifestanti sono fuggiti su di una strada in salita che porta all’interno di villa Borghese trovandosi di fronte ad una scuola elementare francese, lo Chateaubriand, dove, proprio in quel momento mamme e bambini stavano uscendo dall’istituto.

16:19
Dieci persone curate al Fatebenefratelli 136 –
Sono 40 circa i manifestanti medicati finora dagli operatori dell’Ares 118 in seguito agli scontri avvenuti su via del Corso e nelle strade limitrofe. A quanto si apprende, al momento nessuno è stato trasportato in ospedale. Numerose le ambulanze che hanno raggiunto il centro storico della città per soccorrere i feriti.

16:11
Alemanno va a Piazza del Popolo 135 –
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha deciso di recarsi a piazza del Popolo, dove si sono svolti gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti.

16:03
Nessun ricovero, feriti medicati sul posto 134 –
Nessun ferito è stato ricoverato in seguito agli scontri fra i manifestanti in piazza a Roma e le forze dell’ordine, oggetto di un violentissimo lancio di oggetti e sanpietrini. Lo riferisce l’Ares 118 precisando che pochi contusi sono stati medicati direttamente presso le ambulanze presenti nei luoghi dei tafferugli.

16:01
Catania, studenti sciolgono corteo dopo infarto automobilista 133 –
Un automobilista è morto, per infarto al miocardio, mentre attendeva in fila il passaggio del corteo di protesta di circa tremila tra studenti che hanno sfilato per le vie di Catania in segno di protesta contro il governo e il ddl Gelmini. L’episodio è avvenuto nei pressi di piazza dei Martiri della libertà. In segno di solidarietà, sottolinea il Movimento studentesco catanese, i manifestanti hanno immediatamente sciolto il corteo. I manifestanti e i promotori della protesta hanno espresso ”condoglianze e piena vicinanza alla famiglia” della vittima della tragedia” e ”profondamente addolorati per l’immane tragedia” hanno annunciato ”la sospensione di ogni protesta studentesca per i prossimi giorni in segno di lutto”.

15:55
Scontri a Piazzale Flaminio e Muro Torto 132 –
Agenti della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza caricano i manifestanti in piazzale Flaminio, Muro Torto e Villa Borghese

15:53
Scontri, deputati ‘prigionieri’ della Camera 131 –
I deputati dopo il voto alla Camera sulla sfiducia al governo sono rimasti prigionieri nel palazzo. I diversi disordini – tutt’ora in corso – nelle vicinanze di Montecitorio hanno fatto stringere ancora di più il cordone di protezione intorno alla cittadella politica.

15:50
Black block lanciano pietre su passanti 130 –
Un pioggia di pietre dal Pincio su chiunque passi a Piazza del Popolo. Un centinaio di Black blok si sono posizionati sulla celebre terrazza di Villa Borghese, sotto un albero di Natale, e lanciano pietre sotto piazza del Popolo colpendo chiunque: passanti, giornalisti oltre che forze dell’ordine.

15:48
Vigili del fuoco in azione in Piazza del Popolo 129 –
I vigili del fuoco sono in azione con autocisterne e idranti su piazza del Popolo dove, su via del Babuino, una camionetta della Gdf e un’auto in fiamme ostruiscono l’accesso alla strada. All’ingresso della piazza, all’inizio di via del Corso, una barricata artigianale fatta dai manifestanti arde ancora, come pure, in Via Ferdinando di Savoia una vettura dell’Atac.

15:40
Cariche in via di Ripetta 128 –
La polizia sta caricando i manifestanti in via di Ripetta: alcuni rispondono lanciando sampietrini.

15:39
Bloccato Muro Torto 127 –
Muro Torto è completamente bloccato

15:38
Scontri in Piazzale Flaminio 126 –
Proseguono gli scontri tra manifestanti e polizia: i primi sono stati fatti indietreggiare fino a piazzale Flaminio, dove però sono ancora in corso delle cariche delle forze dell’ordine alla quali viene risposto con un lancio di sanpietrini. Prosegue anche il lancio di fumogeni, petardi da parte dei manifestanti e lacrimogeni da parte della polizia e una densissimo fumo avvolge la zone. La polizia ormai è riuscita a ‘riappropriarsi’ di piazza del Popolo, dove si erano asserragliati gli studenti. In via del Corso, nei pressi di piazza del Popolo, continua a bruciare la camionetta della Gdf e sono appena arrivati i vigili del fuoco.

15:37
Scontri si spostano verso il Pincio 125 –
Gli incidenti che ancora proseguono nel centro di Roma sembrano spostarsi nella zona del Pincio dove i manifestanti, caricati dalle forze dell’ordine, si sono spostati. Le forze di polizia hanno, ormai, indossato le maschere anti gas e rispondono agli attacchi con cariche e folto lancio di lacrimogeni

15:36
Barricata in Piazza del Popolo 124 –
I manifestanti hanno costituito una barricata tra piazza del Popolo e via del Corso con traverse di legno e una macchina, a cui hanno poi dato fuoco.

15:34
Ferita una ventina di persone 123 –
Al momento sono circa 20 i feriti soccorsi dal servizio di emergenza del 118 di Roma, negli scontri tra manifestanti e polizia nel centro della capitale. Tra i feriti soccorsi, ci sono sia studenti che rappresentanti delle forze dell’ordine. A riferirlo è il direttore della centrale operativa dell’Ares 118 di Roma, Livio De Angelis.

15:31
In fiamme furgone Finanza, abitanti inveiscono contro manifestanti 122 –
Le fiamme si sono propagate rapidamente a un furgone della Finanza schierato accanto ai veicoli andati in fiamme a piazza del Popolo angolo via del Babuino. Le fiamme sono alte almeno un paio di metri e un denso fumo nero si sta sollevando al centro della strada rendendo l’aria irrespirabile. Alcune persone si sono affacciate dalle finestre dei palazzi lungo la strada per guardare l’accaduto e hanno inveito contro i manifestanti che stanno ora indietreggiando lungo la via.

15:29
Trieste, studenti in corteo 121 –
Un centinaio di studenti sta sfilando per le vie del centro di Trieste, creando qualche disagio al traffico, manifestando contro il Governo. Il corteo, organizzato dall’Unione degli Studenti, punta a ”sfiduciare dalle piazze il Governo Berlusconi che ha ottenuto la fiducia alla Camera e al Senato”. I manifestanti, che intonano slogan e hanno bandiere rosse, sono guardati a vista – senza alcuna situazione di tensione – da Carabinieri e Polizia.

15:27
Torino, studenti lasciano uffici Miur 120 –
Gli studenti hanno lasciato poco fa la sede del Miur di Torino e ora sono diretti in Piazza Castello. Al Miur i giovani hanno appeso lo striscione “se non cade il governo, scateniamo l’inferno” e hanno danneggiato la bandiera tricolore, che era esposta al balcone.

15:26
Finanzieri in tenuta antisommossa verso Piazza del Popolo 119 –
Una squadra di finanzieri, in tenuta antisommossa si sta dirigendo verso Piazza del Popolo dove ci sono ancora gli scontri tra studenti e polizia. Nell’aria l’odore acre dei gas lacrimogeni.

15:25
Palermo, occupata la stazione 118 –
Un migliaio di studenti ha occupato la stazione di Palermo. I ragazzi si sono distesi sui binari e alcuni hanno bloccato la biglietteria. Già questa mattina gli studenti universitari e delle scuole superiori non avevano permesso l’arrivo e la partenza di diversi treni.

15:23
Polizia ferma studenti a Via del Corso 117 –
Quattro studenti universitari sono stati bloccati in via del Corso. Uno di questi riportava una leggera ferita alla testa. Poco dopo la polizia ha fermato altri 5 studenti, tra cui una ragazza leggermente ferita al volto.

15:22
Auto in fiamme a via del Babuino 116 –
Alcune auto in sosta lungo via del Babuino sono state distrutte dai manifestanti che, respinti in piazza del Popolo dalle forze dell’ordine, stavano cercando di passare per la strada parallela. Le forze dell’ordine stanno caricando ora lungo via del Babuino. Un’auto sta anche bruciando parzialmente.

15:21
Montecitorio e Palazzo Chigi blindate 115 –
Piazza Montecitorio e Piazza Colonna, che ospitano rispettivamente la Camera e la sede del Governo, sono blindate per timore che i cortei degli studenti possano arrivare nei pressi della sede delle istituzioni.

15:18
Sacchetti di rifiuti contro Protezione civile 114 –
Alcune decine di manifestanti hanno lanciato dei sacchetti di rifiuti contro la sede della Protezione Civile, a Roma.”I cittadini dell’Aquila e i comitati antidiscarica di Chiaiano, di Napoli, hanno sanzionato così dal basso il comportamenti della Protezione Civile”, ha detto Francesco Caruso, ex ‘disobbediente’ ed ex parlamentare del Prc

15:16
Colpito al volto giornalista Agi 113 –
Un cronista dell’Agi, Paolo Giorgi è rimasto leggermente ferito al volto da un sasso lanciato dai manifestanti. L’episodio è avvenuto poco fa in via del Corso angolo via dei Lombardi

15:15
Assaltata sede Protezione civile 112 –
Un gruppo di manifestanti staccatisi dal corteo in corso per le vie di Roma ha assaltato la sede del dipartimento della Protezione Civile, in via Ulpiano. I manifestanti hanno rotto alcune vetrate e lanciato all’interno uova, fumogeni e bombe carta. Nell’assalto, secondo quanto si apprende al Dipartimento, nessuno sarebbe rimasto ferito.

15:13
Bomba carta contro Ottaviano Del Turco 111 –
Una bomba carta è stata lanciata contro Ottaviano Del Turco, che lasciava il Senato.

15:09
Barricate in fiamme 110 –
Barricate in fiamme in piazza Augusto Imperatore, sampietrini contro la polizia e scontri sempre più violenti. Scoppiano liti anche con il personale del locale Gusto per tavolini distrutti

15:07
Scontri violenti in via del Corso. Fermata decina di studenti 109 –
Violenti scontri su via del Corso Roma tra manifestanti e forze di polizia. Almeno una decina i ragazzi fermati, mentre continua il lancio di oggetti e pietre degli studenti. Cariche anche dei finanzieri dalla vie laterali per respingere i manifestanti. Una ragazza colpita alla testa ha avuto un malore.

15:05
Ferito un manifestante in via del Corso 108 –
Un manifestantè è rimasto ferito negli scontri in via del Corso ed è stato allontanato dagli agenti

15:03
Guerriglia nel centro di Roma 107 –
Proseguono gli scontri lungo il Corso, via Tomacelli, piazza Augusto Imperatore. Molti cassonetti sono stati rovesciati

15:00
Alemanno: “Clima da Anni 70” 106 –
“Già da alcuni giorni avevamo segnali chiari che c’erano gruppi che cercavano incidenti. Abbiamo visto bombe carta ed armi improprie, un apparato che speravamo di non vedere più per le strade di roma dagli anni 70 ed 80”. Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato gli scontri di piazza di oggi tra studenti e polizia.

15:00
Polizia disperde manifestanti a Montecitorio 105 –
La polizia ha disperso i manifestanti a Montecitorio

14:58
Mezzo Ama in fiamme 104 –
Un mezzo Ama ha preso fuoco in piazza Augusto Imperatore

14:57
Fermati due manifestanti 103 –
La polizia sta caricando i manifestanti in largo Goldoni. Due i fermati tra i manifestanti.

14:54
Finanzieri picchiati da Black blok 102 –
Fumogeni, pietre, bastoni usati per assaltare tre blindati della Guardia di Finanza. Un gruppo di Black blok sta assaltando in via del Corso i blindati con dentro i finanzieri che sono accerchiati e vengono picchiati dai teppisti con mazze. Oggetto della furia dei teppisti anche un camioncino dell’Ama, azienda che si occupa della nettezza urbana. Le camionette della Guardia di finanza sono riuscite a sfuggire all’assalto e sono state oggetto del lancio di pietre e bastoni. Contro i mezzi i teppisti hanno scagliato anche cassonetti. In aiuto dei finanzieri sono arrivati polizia e carabinieri che hanno lanciato lacrimogeni. Lungo il percorso i teppisti incendiano cassonetti.

14:51
Scontri in via del Corso e via Tomacelli 101 –
Si fa sempre più pesante la situazione in via del Corso. Scontri e cariche tra manifestanti e forze dell’ordine.

14:48
Cosenza, riaperto svincolo A3 100 –
È stato riaperto lo svincolo di Cosenza nord dell’A3 che era stato chiuso a causa di una manifestazione promossa da un gruppo di studenti dell’Università della Calabria. I manifestanti hanno abbandonato l’area dello svincolo, consentendone cosi’ la riapertura dopo circa mezzora, ma la loro protesta continua. Gli studenti, infatti, stanno sfilando in corteo nel centro di Quattromila di Rende, scandendo slogan di protesta contro il governo ed il Ministro Gelmini. La manifestazione si sta svolgendo tranquillamente, con blocchi temporanei delle strade su cui si sta snodando il corteo. Nel periodo in cui lo svincolo è rimasto bloccato, circa mezz’ora, l’Anas, il cui personale e’ stato presente sul posto, ha disposto un percorso alternativo lungo la strada statale 19.

14:45
Nuovi scontri in via del Corso 99 –
Altri momenti di tensione si stanno vivendo in via del Corso all’altezza di Largo dei Lombardi dove una parte degli studenti si sono staccati dal corteo ed hanno assalito uno schieramento della Guardia di Finanza in questo momento fatto oggetto di lanci di ogni genere. Le camionette, prese letteralmente d’assalto, stanno indietreggiando.

14:43
Corteo in Piazza del Popolo. ‘Di corsa’ verso Montecitorio 98 –
Il corteo è arrivato in Piazza del Popolo.Un gruppetto di manifestanti ha ‘preso la rincorsa’ e, armato di sedie, transenne, pietre e bottiglie, sta correndo verso via del Corso, evidentemente con l’intenzione di raggiungere Montecitorio.

14:41
Passa corteo, bimbi scuola elementare gridano: “Abbasso la Gelmini” 97 –
”Abbasso la Gelmini”. Così un gruppo di alunni della scuola elementare Alberto Cadlolo ha urlato dalle finestre al passaggio dei manifestanti sul Lungotevere. I bambini, circa trenta, si sono affacciati dalle finestre salutando i manifestanti. Qualcuno ha commentato: ”sembra la scena di ‘The Wall’ dei Pink Floyd”.

14:37
Roma, auto in fiamme sul Lungotevere 96 –
Una Mercedes S3 nera è stata data alle fiamme Lungotevere, all’altezza di via Tomacelli

14:32
Torino, studenti occupano sede Miur 95 –
Gli studenti torinesi che, da questa mattina stanno percorrendo in corteo il centro cittadino ed hanno occupato anche per più di mezz’ora i binari della stazione di Torino Porta Nuova, sono entrati poco fa nella sede del Miur. I giovani hanno, quindi, esposto lo striscione, che questa mattina apriva il corteo: ”Se non cade il governo scateniamo l’inferno”.

14:28
Corteo all’Ara Pacis 94 –
Il lungo corteo di manifestanti che circa un’ora fa si è fronteggiato con le forze dell’ordine ha percorso tutto il Lungotevere di Tor di Nona, fino ad arrivare davanti al monumento dell’Ara Pacis. Durante il tragitto da corso Vittorio Emanuele gli studenti, ancora armati di scudi e caschi, hanno fatto ‘rifornimento’ di materiale da battaglia. Dunque sono stati svuotati dei cassonetti, dei camion con materiale da costruzione parcheggiati lungo la strada. I manifestanti hanno poi gettato numerosi petardi al di là del parapetto del fiume.

14:25
Manifestanti con mazze di ferro sul Lungotevere 93 –
Alcuni manifestanti, apparentemente Black-block vestiti tutti di nero dalla testa ai piedi, si sono armati sul Lungotevere con mazze di ferro prese da un furgoncino e altri oggetti prelevati dai cassonetti dell’immondizia. Il corteo intanto sta sfilando sul Lungotevere nei pressi dell’Ara Pacis e la strada è chiusa al traffico

14:13
Palermo, studenti occupano anche metropolitana 92 –
Gli studenti di Palermo hanno occupato anche i binari della metropolitana dell’aeroporto di Palermo per protestare contro Trenitalia che impedisce la partenza dei manifestanti protagonisti del blocco del “Falcone-Borsellino”. Per dare loro manforte, un migliaio di colleghi sta occupando i binari della stazione centrale e della biglietteria del capoluogo. Insomma, resta alto il livello della mobilitazione che ha visto pure il blocco degli accessi del porto e delle principali strade cittadine.

14:10
Roma, corteo sul Lungotevere 91 –
Il corteo di Roma è adesso a Lungotevere. Lasciato Corso Vittorio Emanuele, con negozi chiusi e distrutti, i manifestanti hanno infatti imboccato il Lungotevere, occupando tutta la strada. Si va avanti al grido di “Blocchiamo la città” e “venduti, venduti” nei confronti di coloro che hanno votato la fiducia al governo Berlusconi. Chiaramente tutti intorno è il delirio per quanto riguarda il traffico e la circolazione.

14:06
Roma, danneggiate vetrine Deutsche Bank 90 –
Le vetrine dell’istituto di credito Deutsche Bank di corso Vittorio Emanuele II, a Roma, sono state danneggiate dal lancio di sassi e sampietrini di alcuni manifestanti. Sulle vetrine della banca sono state scritte frasi con le bombolette spray con il simbolo della A di anarchia.

14:03
Cosenza, corteo blocca svincolo A3 89 –
Lo svincolo di Cosenza nord dell’ autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria è chiuso a causa di una manifestazione promossa da un gruppo di studenti dell’ Università della Calabria contro la riforma degli atenei promossa dal Ministro Gelmini. Gli studenti hanno raggiunto lo svincolo dell’autostrada, provocandone il blocco, dopo avere tenuto un’assemblea nell’Aula magna dell’Università, che è da tempo occupata.

14:01
Milano, uova contro sede Pdl 88 –
Un gruppo di studenti ha lanciato uova stamani contro le finestre della sede milanese del Pdl in viale monza. Un gesto che, secondo il coordinatore lombardo Guido Podestà, “va iscritto nel cerchio dei reiterati gesti di violenza di coloro che non vogliono percorrere la strada del dialogo civile per uscire da un clima reso artatamente avvelenato”.

14:00
Siena, striscione contro Gelmini sulla Torre del Mangia 87 –
Uno striscione con la scritta ”Sì alla scuola, no alla guerra” di protesta nei confronti della riforma Gelmini è stato esposto per circa dieci minuti questa mattina dalla sommità della Torre del Mangia, in piazza del Campo a Siena. La Torre è stata chiusa ai turisti per qualche minuto e gli autori del gesto sono stati identificati dalla Polizia Municipale: sono due ragazzi di Siena, uno studente universitario e uno delle scuole superiori. Ad attenderli sotto la Torre, in Piazza del Campo, c’era un gruppo di una cinquantina di studenti dell’universita’ e delle scuole.

13:58
Centro di Roma sotto assedio 86 –
Centro sotto assedio a Roma. Esplodono bombe carta su corso Vittorio Emanuele ma sono le frange estreme a lanciarle. Gli studenti gridano “scemi”. Intanto i negozi stanno tutti chiudendo. Alcuni con i clienti dentro. Le vetrine di diverse banche sono state prese d’assalto. “Ma facendo così è solo peggio. Basta”, gridano in moltissimi.

13:57
Scontri a Roma, fermati alcuni manifestanti 85 –
Alcuni manifestanti a Roma, a quanto si apprende, sarebbero stati fermati dalle forze dell’ordine a Corso Rinascimento, a un passo dal Senato, dove per lunghi minuti si è vissuta una vera e propria guerriglia urbana con lancio di oggetti e vernice contro Palazzo Madama. I giovani sarebbero stati bloccati e portati via dalla polizia all’inizio degli scontri. Nel frattempo il grande corteo si è rimesso in moto verso il Lungotevere per raggiungere piazza del Popolo

13:55
Roma, danneggiate vetrine delle banche in corso Vittorio Emanuele 84 –
Dopo avere avuto la notizia della fiducia incassata anche alla Camera dal governo Berlusconi, i manifestanti hanno iniziato a sfogare la loro rabbia contro gli istituti di credito lungo corso Vittorio Emanuele e nelle vicinanze. Bottiglie di vernice e sanpietrini sono stati lanciati contro filiali di Unicredit e Intesa Sanpaolo, ma non solo. Vetri rotti e tanta paura per chi c’era dentro.

13:52
Savona, occupata fortezza del Priamar 83 –
A Savona un corteo composto da un migliaio di studenti ha occupato pacificamente la storica fortezza del Priamar per protestare contro la riforma dell’Istruzione nel giorno della fiducia al Governo, appena incassata da Berlusconi. Gli studenti, appartenenti alle scuole medie e superiori del capoluogo e della provincia, si sono radunati intorno alle 10 in piazza Sisto IV per poi raggiungere l’antica fortezza, sulle cui mura è stato srotolato un grande striscione con scritto “Savona risponde”.

13:50
Studenti esultano a falsa notizia sfiducia 82 –
Cori di gioia, fumogeni accesi e balli. Tra i manifestanti in piazza tra corso Vittorio Emanuele e corso Rinascimento, a Roma, si era sparsa la notizia della sfiducia alla Camera al governo Berlusconi. Notizia falsa. Perché invece, con 314 voti contro 311, il premier ha ricevuto la fiducia. Incassata prima anche al Senato. Quando ai ragazzi è arrivata la ‘correzione’, i cori di gioia si sono trasformati in urla: “Vergogna, vergogna” e “Tutti a Montecitiorio”.

13:44
Scontri vicino alla Camera 81 –
Scontri vicino alla Camera dove alcuni manifestanti hanno esploso tre bombe carta in via degli Uffici del Vicario. Le forze dell’ordine hanno tentato di respingere un gruppo di manifestanti che avevano lanciato vernice ed uova

13:42
Vetrine spaccate in Corso Vittorio Emanuele 80 –
Vetrine spaccate su Corso Vittorio Emanuele a Roma da uno spezzone del corteo composto dai giovani dei Centri sociali. I più indossano caschi o cappucci e hanno il volto coperto. Alcuni di loro si sono staccati dal corteo e hanno spaccato alcune vetrine. In disaccordo gli studenti medi e universitari, tanto che alcuni di loro sono entrati a chiedere scusa ai negozianti.

13:41
Il gruppo “Uniti per la crisi” sta raggiungendo Montecitorio 79 –
Il gruppo “Uniti per la crisi” sta raggiungendo Montecitorio

13:39
Gruppo manifestanti arriva davanti alla Camera 78 –
Un gruppo di manifestanti è riuscito ad arrivare davanti alla Camera dove è in corso il voto di fiducia al governo Berlusconi. Davanti alla Camera ci sono due sbarramenti delle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa e gli studenti stanno lanciando diversi forti petardi, uova e altri oggetti contro la polizia.

13:36
Fermato ragazzo con lo scudo 77 –
Il grosso del corteo si sta intanto muovendo su Corso Vittorio Emanuele e continuano a esplodere petardi. Dopo la carica a Corso Rinascimento un ragazzo con lo scudo sarebbe stato fermato dalle forze dell’ordine. Sulla via adesso i manifestanti sono a 100 metri di distanza dagli agenti, che con un cordone si sono schierati davanti alle camionette poste a bloccare le vie d’accesso ai palazzi del potere.

13:35
Manifestanti a volto coperto verso Montecitorio 76 –
Sono circa 70 i manifestanti che hanno abbandonato il corteo in corso Vittorio e, incappucciati e con caschi si stanno dirigendo velocemente verso il Parlamento dopo essere riusciti ad entrare in via di Torre Argentina non presidiata dalle forze dell’ordine. Al momento sono nei pressi del Pantheon. “Berlusconi pezzo di m…” urlano mentre si dirigono verso il parlamento.

13:32
Chiusi tutti ingressi a Senato 75 –
Tutti gli ingressi del Senato sono chiusi per decisione dei responsabili della sicurezza di Palazzo Madama, i funzionari impediscono a chiunque di uscire e filtrano gli ingressi nell’edificio. Questa decisione è stata presa in seguito all’inasprirsi del confronto tra i manifestanti che protestano contro il governo e contro la riforma dell’università e le forze dell’ordine, con l’esplosione di alcuni grossi petardi in corso Rinascimento.

13:31
Corteo lungo corso Vittorio verso Lungotevere 74 –
Il coreo si è ricomposto e, dopo aver lasciato corso Rinascimento, sta percorrendo corso Vittorio verso il Lungotevere.

13:30
Pale e mattonelle contro blindati 73 –
Cariche della polizia vicino al Senato quando i manifestanti hanno tentato di assaltare alcuni blindati armati di pale e mattonelle, prese da un camioncino. Il furgoncino pieno di picconi, martelli e mattoni è parcheggiato a corso Rinascimento

13:28
Studenti lanciano sedie e tavoli 72 –
In corso Rinascimento a Roma gli studenti stanno lanciando petardi, sedie e tavoli presi dai bar del posto contro le forze di polizia schierate con le camionette, che rispondono con i lacrimogeni per farli indietreggiare.

13:27
Cariche della polizia 71 –
Le forze di polizia hanno caricato gli studenti e i centri sociali a Corso Rinascimento, a un passo dal Senato. Non c’é stato scontro fisco, i giovani sono stati al momento dispersi.

13:23
Palermo, assediata la sede dell’Ars 70 –
Dopo i blocchi all’aeroporto, alla stazione centrale e al porto un corteo non autorizzato di oltre 30 mila studenti si è diretto al palazzo dell’Ars assediandolo completamente in attesa della votazione della fiducia alla

13:23
Guerriglia urbana nel centro di Roma 69 –
Scene di guerriglia urbana a Corso Rinascimento dove la strada è invasa dal fumo di bombe carta e petardi e lacrimogeni. Le forze dell’ordine hanno accennato una carica provocando il fuggi-fuggi dei manifestanti che dopo alcuni istanti si sono ricompattati.

13:21
Lancio di lacrimogeni, manifestanti arretrano 68 –
Le forze dell’ordine hanno reagito al lancio di oggetti e bombe carta, esplodendo lacrimogeni. I manifestanti arretrano

13:19
Bombe carta contro Palazzo Madama 67 –
Petardi, bombe carta, vernice colorata e fumogeni contro Palazzo Madama. Il corteo degli studenti sta avanzando gettando petardi e vernice contro la sede del Senato protetta dai blindati.

13:18
Lancio di bombe carta e bottiglie in via Rinascimento 66 –
Lancio di bombe carta e fumogeni contro le camionette della polizia schierate su corso Rinascimento. I manifestanti stanno lanciando anche oggetti come martelli e bastoni.

13:16
Milano, tensione a piazza Fontana 65 –
Tensione tra piazza Fontana e via Larga a Milano. Un gruppo di manifestanti dei centri sociali, in una cinquantina, dopo aver raggiunto la manifestazione ha lanciato uova e qualche sasso contro le forze dell’ordine. Studenti e forze dell’ordine si sono fronteggiati a distanza senza nessun contatto. I giovani hanno anche provato ad avanzare “armati” di palloncini pieni di vernice. La situazione è poi tornata tranquilla. Il grosso del corteo procede invece in via Palestro.

13:15
Lancio di letame vicino a Palazzo Grazioli 64 –
Un gruppo di manifestanti con il volto coperto da passamontagna e caschi ha lanciato alcuni sacchetti di letame e poi fumogeni e bombe carta in via degli Astalli, una strada dietro palazzo Grazioli. Il gruppo di manifestanti ha poi preso di mira alcune camionette dei carabinieri con calci e bastoni.

13:13
Corteo devia in Corso Rinascimento 63 –
Il corteo ha girato in corso Rinascimento dove si trova il Senato. Alla testa del corteo i giovani stanno avanzando velocemente e c’è una grande tensione.

13:09
Roma, lacrimogeni esplosi dai blindati 62 –
Dai due blindati dei carabinieri assaltati in via degli Astalli sono stati esplosi dei lacrimogeni per difendersi dall’assalto dei manifestanti. Mentre alcuni dei manifestanti assalivano i blindati alcuni dei ragazzi presenti al corteo urlavano “basta”.

13:07
Corteo vicino al Senato 61 –
Migliaia di manifestanti sono entrati in piazza di Sant’Andrea della Valle – vicino al Senato – con indosso i caschi

13:03
In testa al corteo manifestanti con i caschi 60 –
In testa al corteo, ora in Corso Vittorio Emanuele, ci sono manifestanti con libri-scudo e caschi.

13:02
Negozianti abbassano saracinesche 59 –
Al passaggio del corteo, i negozianti abbassano le saracinesche

13:01
Manifestanti cercano di allontanare Black blok 58 –
Tensione tra i manifestanti. Dal corteo a più riprese si sono staccati gruppetti di ragazzi col volto travisato da sciarpe nere e cappuccio nero della felpa che hanno lanciato bottiglie e petardi contro i blindati. Gli studenti hanno cercato di bloccare i Black Blok, li hanno inseguiti e allontanati.

12:57
Corteo verso Corso Vittorio Emanuele 57 –
I manifestanti proseguono la marcia verso Corso Vittorio Emanuele. Il varco di via di Torre Argentina è libero, ma il corteo non entra in centro

12:55
Studenti tentano assalto a carabiniere 56 –
Un carabiniere che tentava di coprire un varco verso Palazzo Grazioli è stato preso di mira da un gruppo di manifestanti che hanno tentato di colpirlo con delle mazze. A più riprese un gruppo di una ventina di manifestanti ha tentato di colpirlo poi gli hanno lanciato contro bottiglie di vetro e uova. Il militare si è difeso con lo scudo, ma non ha reagito.

12:53
Torino, studenti tolgo blocco a Porta Nuova 55 –
È durata una quarantina di minuti circa l’occupazione dei binari della stazione di Porta Nuova da parte degli studenti torinesi. I ragazzi stanno nuovamente formando il corteo e, uscendo dalla stazione, probabilmente proseguiranno nuovamente verso il centro della città, o in piazza Carignano, per unirsi al presidio dei ricercatori dell’università, o in piazza Castello, dove c’è la sede della Regione Piemonte.

12:51
Manifestante ferito al volto 54 –
Un manifestante, che si trovava vicino ai mezzi blindati bersaglio di lancio di oggetti è rimasto ferito al volto e perde copiosamente sangue. Il ragazzo è stato portato via a braccio da due manifestanti.

12:49
Roma, tensione in via del Plebiscito 53 –
Urla, fischi, lancio di petardi. Si stanno vivendo attimi di tensione a Roma in via delle Botteghe Oscure, parallela a via del Plebiscito, residenza del premier Silvio Berlusconi, di fatto blindata dalle forze dell’ordine. Gli studenti e i movimenti che stanno marciando non hanno, per ora, tentato di forzare il blocco delle forze dell’ordine, mentre le saracinesche di alcuni negozi si stanno chiudendo e, da una finestra di un ufficio di Piazza Venezia, non sono mancati applausi per i manifestanti.

12:47
Fumogeni e petardi su blindati vicino a palazzo Grazioli 52 –
Alcuni fumogeni e petardi sono stati lanciati contro alcuni blindati dei carabinieri in via Astalli, la strada che porta a palazzo Grazioli. I manifestanti, che hanno indossato caschi, stanno lanciando anche bastoni e sampietrini e bottigliette acqua

12:45
Roma, bandiera rossa su statua Giulio Cesare 51 –
La bandiera rossa con tanto di falce e martello in mano al Giulio Cesare: i manifestanti hanno voluto coinvolgere la statua del generale romano in via dei Fori Imperiali nella loro protesta e hanno poggiato sulla mano una bandiera rossa. In via Cavour, al corteo degli studenti, si sono uniti anche gli universitari di ingegneria e alcuni cittadini, solidarizzando con i manifestanti, hanno esposto alcuni cartelli improvvisati con carta e penna

12:42
Bologna, corteo dalle 15:30 50 –
“Scendiamo in piazza per un’altra giornata di mobilitazione di tutte le realtà studentesche delle scuole superiori- spiega il Cas – in solidarietà con i cortei che si stanno svolgendo a Roma e in tutta Italia”. Sono molte, spiegano gli studenti, le persone che da Bologna non sono riuscite a raggiungere Roma perché non sono riuscite a trovare un posto sugli autobus organizzati da collettivi e centri sociali.

12:41
Roma, corteo sotto scalinata Campidoglio 49 –
Il corteo degli studenti partito da Piramide è giunto a una cinquantina di metri dalla scalinata del Campidoglio presidiata da una trentina di agenti di polizia e guardia di finanza in assetto antisommossa. La manifestazione fino a questo momento si è svolta pacificamente, all’angolo tra via Mormorata e Lungotevere è stato fatto scoppiare un grosso petardo. Slogan contro Berlusconi e Gelmini ma anche Pd e Rifondazione da parte dello spezzone degli “studenti autorganizzati” che si trovano in testa al corteo. mentre il corteo degli studenti che passa davanti agli agenti schierati stanno gridando “buu” a loro indirizzo.

12:40
Milano, corteo diviso in due 48 –
Il corteo degli studenti di Milano, arrivato all’altezza di piazza Fontana, si è diviso in due tronconi: mentre una parte confluiva nella piazza come previsto all’organizzazione, un’altra parte ha deciso di proseguire la marcia per raggiungere i giardini di via Palestro. Il cambio di tragitto sarebbe stato concordato in corso d’opera con la questura. Gli studenti infatti vorrebbero proseguire con la manifestazione fino all’arrivo della notizia sull’esito del voto di fiducia del governo alla Camera

12:37
Proteste e cortei anche a Venezia, Vicenza e Padova 47 –
Ennesima protesta, con salita sul Ponte di Rialto, oggi a Venezia contro la riforma della scuola. Iniziative di protesta anche a Vicenza e Padova. Nel centro storico lagunare corteo, in corteo dalla stazione ferroviaria fino a Rialto sono sfilati, secondo fonti della Rete degli studenti, circa 1.500 giovani che hanno gridato slogan e mostrato striscioni. Oltre a protestare contro la riforma Gelmini, gli studenti hanno attaccato il Governo e nel giorno del voto in Parlamento all’esecutivo hanno chiesto la sfiducia. Su uno degli striscioni era scritto: “la nostra fiducia non l’avete”. La manifestazione – secondo fonti della Questura – si è svolta senza problemi. A Vicenza sono scesi in piazza in 3.000 con assemblea finale nel cortile di una scuola. Gli studenti hanno aperto il loro corteo con uno striscione riferito al governo Berlusconi con la scritta “Loro cadono noi ci alziamo” e “Maria Stella cadente”, quest’ultimo riferito alla Gelmini. A Padova circa 300 studenti hanno ‘occupato’ le piazze del contro città, al grido “Noi la crisi non la paghiamo”

12:34
Roma, petardi ai Fori Imperiali 46 –
Al passaggio del corteo a Roma contro il Governo, all’altezza dei Fori Imperiali, alcuni manifestanti hanno lanciato dei petardi che sono finiti all’interno dei Mercati Traianei e nei Fori. I manifestanti hanno anche acceso fumogeni e intonato cori contro il Governo.

12:32
Genova, occupato varco portuale 45 –
A Genova gli studenti hanno occupato il varco portuale di Ponte Etiopia al porto di Sampierdarena e viale Canepa. Gli studenti hanno steso lo striscione ‘studenti e lavoratori uniti verso lo sciopero generale’ e hanno letto al megafono l’articolo 9 della Costituzione e la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

12:30
Roma blindata attende manifestanti 44 –
Decine di camionette blindate che bloccano ogni accesso al centro storico, forze dell’ordine in assetto antisommossa con caschi e scudi protettivi, polizia municipale che fa sgombrare i passanti dalle vie principali intorno la camera e il senato. È una Roma blindata quella che si prepara ad accogliere il corteo di studenti, centri sociali, sindacati e associazioni contro la crisi che sta per arrivare a piazza venezia. Tanto blindata che un’anziana cittadina, memore di altri tempi, passeggiando in via del corso, esclama esterrefatta: “mi sembra l’occupazione nazista”.

12:25
Roma, silenzio irreale a Piazza Venezia 43 –
Ora a Roma sta sfilando un solo mega corteo. Quello partito dalla fermata metro del Colosseo (al quale partecipano, tra gli altri, Fiom Cgil, Centri sociali, aquilani, No Dal Molin…) si è unito a quello degli studenti universitari partito da piazzale Aldo Moro, all’incrocio tra via Cavour e via dei Fori Imperiali, ma anche ad altri sparsi che c’erano in città. “Siamo piu’ di 10.000 mila”, dicono. La testa del corteo è arrivata all’altezza del Campidoglio e procede verso piazza Venezia. I primi blindati della Polizia sono vicinissimi. Su tutta la piazza c’è una calma irreale. Si sente solo il rumore degli elicotteri.

12:24
Catania, in tremila in corteo 42 –
Oltre tremila tra studenti e ricercatori, secondo una stima della questura, hanno sfilato per le vie di Catania in segno di protesta contro il governo e il ddl Gelmini. Il corteo è partito da piazza Roma per dirigersi verso piazza Università, creando notevoli disagi al traffico.

12:18
Roma, gente affacciata alla finestra: “Siamo con voi” 41 –
Al passaggio del corteo in via Cavour due signore si sono affacciate alla finestra di un palazzo e hanno esposto un foglio con scritto “Siamo con voi”. Il corteo le ha accolte con un lungo applauso.

12:17
Palermo, ancora bloccati i binari della stazione 40 –
Sono ancora bloccati i treni in partenza e in arrivo a Palermo. Un gruppo di circa duecento studenti si è sdraiato sui primi quattro binari della stazione.

12:15
Bari, tre studenti portati in questura 39 –
Tre studenti che hanno tentato di occupare i binari di un passaggio a livello alla periferia di Bari sono stati bloccati dalla polizia e condotti in questura per accertamenti. Lo confermato fonti della polizia di Stato. Gli studenti bloccati sono tra i circa mille che stamani partecipano a due cortei (che si sono congiunti poco fa nel centro cittadino) a cui prendono parte iscritti all’università e alle scuole superiori di Bari.

12:13
Roma, un fiume di folla in via Cavour e via dei Fori Imperiali 38 –
Via Cavour e Via dei Fori Imperiali, a Roma, sono invase da un fiume di manifestanti in marcia verso Montecitorio

12:09
Roma, si sono riuniti i due cordoni di cortei 37 –
Si sono uniti i due cortei, quello degli studenti proveniente da via Cavour e quello partito dal Colosseo. i due cordoni della manifestazione si sono incrociati su via dei Fori Imperiali all’altezza di largo Corrado Ricci.

12:06
Trento, fontana coperta di nylon 36 –
Blitz questa mattina a Trento da parte di un gruppo di giovani che ha coperto con un telone di nylon di colore nero la fontana di piazza Venezia. L’azione non è stata rivendicata. Del fatto è stata informata la Digos. Nella piazza si trova la facoltà di Lettere e Filosofia. Alla fine di novembre era stata occupata la facoltà di Sociologia su iniziativa del movimento Trento Anomala e del Centro sociale Bruno per protestare contro la legge Gelmini.

12:05
Palermo, fermati in aeroporto due studenti 35 –
Nel corso dell’irruzione sulla pista dell’aereoporto di Palermo, due studenti sono stati fermati dalle forze dell’ordine e subito dopo rilasciati.

11:57
Napoli, ricercatori occupano rettorato 34 –
Un gruppo di ricercatori e docenti universitari ha occupato il Rettorato dell’ Università Federico II, in via Mezzocannone. Negli uffici occupati è presente il Rettore Massimo Marrelli.

11:55
Palermo, studenti accompagnati fuori aeroporto 33 –
La polizia sta accompagnando fuori dall’aeroporto gli studenti che erano riusciti a penetrare nel campo di volo dello scalo palermitano Falcone-Borsellino, portandosi – secondo quanto affermano i manifestanti – fino a una delle piste e che erano stati poi ricondotti dalle forze dell’ordine nell’area di parcheggio degli aeromobili. Gli studenti erano riusciti ad antrare attraverso una porta scorrevole posta nella zona degli arrivi, e controllata dall’interno con fotocellule, che si era aperta quando un passeggero era uscito. I ragazzi sono poi riusciti a forzare i controlli della Guardia di finanza ed arrivare fin sulla pista. In quel momento, spiega la Gesap, la società che gestisce i servizi dello scalo, non c’erano aerei né al decollo né in arrivo.

11:50
Roma, partito il corteo dal Colosseo 32 –
Dietro lo striscione rosso con la scritta gialla “Uniti contro la crisi” è partito il corteo dei manifestanti. A guidare le centinaia di persone della Fiom, Rifondazione – Comunisti Italiani e Sinistra Critica, dei centri sociali di Roma, di Action, i terremotati aquilani e gli studenti, c’e la musica diffusa dalle casse di una camionetta; tra i cartelli portati, molti contro Berlusconi ed il Governo: “Se no cadete da soli – si legge su di uno – saremo noi la vostra buccia di banana”. Alcuni dei manifestanti, alla partenza del corteo, hanno acceso dei fumogeni rossi. Il corteo si fermerà su Via dei Fori Imperiali, all’altezza di via Cavour, per aspettare gli studenti universitari partiti dalla Sapienza

11:48
Roma, traffico bloccato sul Lungotevere 31 –
Il corteo degli studenti medi e Roma 3 è arrivato sul Lungotevere. Traffico bloccato in via Marmorata e lungotevere in direzione centro da Testaccio al centro storico

11:45
Palermo, chiusi gli accessi al porto 30 –
Mentre un gruppo di studenti sta bloccando l’aeroporto di Palermo, un altro lunghissimo corteo, formato da circa diecimila ragazzi, sta bloccando il traffico nel sottopassaggio che congiunge la zona della Cala con il porto di Palermo. Gli studenti, che hanno già occupato la stazione ferroviaria, sembrano intenzionati ad entrare anche al porto, dove sono stati chiusi i cancelli d’accesso. Tantissimi gli striscioni e i cori contro il governo Berlusconi e il ministro Gelmini.

11:44
Cagliari, petardi contro sede Consiglio regionale 29 –
Petardi e fumogeni sono stati fatti esplodere di fronte al Consiglio regionale della Sardegna, in via Roma, a Cagliari, dove si è fermato il corteo degli studenti che protestano contro il ddl Gelmini. Forze dell’ordine presidiano il palazzo.

11:41
Genova, occupato rettorato 28 –
Dalle 9 di questa mattina i ricercatori e dipendenti dell’Ateneo genovese, sempre per protestare contro il disegno di legge al vaglio del parlamento, stanno dando vita ad una occupazione simbolica del rettorato di via Balbi. La manifestazione è stata indetta dai sindacati confederali e dalla Rete 29 Aprile.

11:40
Torino, uova e fumogeni contro sede Pdl 27 –
Gli studenti che da questa mattina in corteo stanno sfilando per le vie del centro di Torino per protestare contro il governo e la riforma della scuola hanno raggiunto poco fa la sede del Pdl piemontese. I manifestanti hanno lanciato uova e fumogeni contro il palazzo che è presidiato dalle forze dell’ordine.

11:38
Palermo, nessun ritardo all’aeroporto 26 –
Il gruppo di ragazzi che ha occupato l’aeroporto di Palermo in questo momento è contenuto dalle forze dell’ordine in una parte del piazzale di parcheggio degli aeromobili. Secondo la Gesap, la società che gestisce l’aeroporto, il traffico non è intaccato e l’aeroporto funziona a pieno regime. La Polaria sta effettuando accertamenti per stabilire come gli studenti abbiano potuto eludere i controlli.

11:37
Roma, gli organizzatori: “Siamo 100 mila” 25 –
“Siamo in 100mila”. A dirlo gli organizzatori del corteo degli studenti universitari partito da piazzale Aldo Moro e diretto al centro storico. La testa del corteo ha raggiunto via Cavour passando davanti alla stazione Termini dove gli studenti hanno acceso qualche fumogeno. La strada è chiusa al traffico per consentire il passaggio del corteo.

11:31
Roma, gli striscioni al Colosseo 24 –
“Uniti contro la crisi”.È questo lo striscione che apre il corteo del Colosseo. E poi “Macerie di democrazia – L’Aquila chiama Italia” e quello dei Movimenti antirazzisti (centri sociali): “Siamo tutti sulla gru”.

11:28
Roma, migliaia in corteo 23 –
Solo il corteo universitario a Roma è composto da più di 20 mila persone, Tre file di book block, tantissime le bandiere greche e di antifascisti tedeschi. C’è tutta laTor Vergata, alcune scuole superiori. E ancora studenti da Milano, Bologna, Urbino, Benevento e Lecce.

11:19
Roma, negozi vuoti in centro. Commercianti: “Non ne possiamo più” 22 –
”Questa mattina c’è il deserto. Non si vede un cliente e non ne possiamo piu”’. Ripetono tutti le stesse frasi, i commercianti del centro storico di Roma, oggi diventato ‘zona rossa’ , a causa dei diversi cortei di protesta in programma nella capitale. Da Campo de’ Fiori a piazza Navona, in ‘zona Senato’, i commercianti, pur riconoscendo il diritto di manifestare, chiedono di non essere penalizzati.

11:17
Palermo, studenti bloccano aeroporto 21 –
Oltre 500 studenti medi ed universitari stanno bloccando l’aereoporto Falcone-Borsellino di Palermo. Gli studenti, arrivati con la linea metropolitana, sono riusciti ad accedere all’aereoporto eludendone i controlli e attraverso la sala degli arrivi sono arrivati alla pista. Gli studenti espongono uno striscione con su scritto ”Blocchiamo tutto, que se vayan todos”.

11:14
Roma, intensificata sicurezza intorno a Montecitorio 20 –
Si è intensificata la sicurezza attorno all’area di Montecitorio. Alcuni vicoli che portano alla piazza sono stati sbarrati con blindati. Altri sono presidiati dalle forze dell’ordine. Le misure di sicurezza comunque seguiranno un criterio di flessibilità a seconda delle esigenze. Centinaia di agenti e carabinieri, molti in borghese, presidiano la zona. Ancora aperta via del Corso. Da pochi minuti un blindato della polizia con gli idranti sul tetto è stato schierato in piazza San Silvestro.

11:13
Bari, due cortei bloccano il traffico 19 –
Sono due i cortei studenteschi che dalle 10 di questa mattina a Bari stanno tenendo in scacco il traffico e le forze dell’ordine in una manifestazione contro il decreto Gelmini. Uno dei cortei è partito dalla facoltà di Scienze politiche occupata, con l’adesione degli studenti medi delle scuole del centro cittadino e in circa un migliaio si muove lentamente nella zona della stazione Centrale. L’altro corteo si è mosso dalla zona del Politecnico e di ingegneria occupata da diversi giorni e si dirige anch’esso verso il centro della città. Imponente dello schieramento della forze dell’ordine con l’uso di elicotteri, mentre i vigili urbani provano a gestire la difficile situazione del traffico. Ancora fino a ieri diversi licei cittadini risultavano in occupazione o assemblea permanente mentre gli universitari e i ricercatori della facoltà scientifiche a umanistiche hanno tenuto lezioni all’aperto nelle piazze del centro storico del capoluogo pugliese.

11:10
Roma, partito corteo da Piazzale dei Partigiani 18 –
È partito da Piazzale dei Partigiani il corteo degli studenti medi. Molti i ragazzi presenti. Il percorso prevede il passaggio per via Marmorata, lungotevere, piazza Bocca della Verità fino a piazza Venezia dove è prevista l confluenza con gli altri cortei in programma oggi. Tanti gli striscioni, tra i quali uno recita “Fiducia sì ma nella Costituzione”, e gli slogan come “Tutti insieme famo paura”. Discreta la sorveglianza delle forze dell’ordine.

11:06
Iniziata chiusura strade intorno a Montecitorio 17 –
Le forze dell’ordine stanno niziando le chiusure delle strade in zona Montecitorio, il passaggio è consentito a piedi. Al corteo sono attesi studenti da tutta Italia.

11:04
Napoli, corteo senza disordini 16 –
Anche a Napoli corteo degli studenti contro il ddl Gelmini. A scendere in piazza nel capoluogo partenopeo gli aderenti all’Uds, mentre gli universitari del movimento studentesco napoletano sono partiti, questa mattina presto, a bordo di 24 autobus alla volta di Roma. Gli organizzatori, proprio ieri, avevano sottolineato come avessero preferito una presenza maggiore nella Capitale, per dare peso alla protesta, e non manifestare in città. Il concentramento della manifestazione di Napoli è avvenuto alle 9.30 In piazza mancini, nei pressi della stazione Centrale. I ragazzi, dopo aver attraversato Corso Umberto e via Medina, si sono diretti in Piazza del Plebiscito dove è prevista la fine della protesta. Lungo il percorso non si sono registrati tensioni né incidenti con le forze dell’ordine.

11:02
Roma, traffico in tilt vicino a Stazione Termini 15 –
Il corteo di studenti partito intorno alle 10.40 da Piazzale Aldo Moro, a Roma, si sta dirigendo alla volta di Piazza della Repubblica, dove dovrebbe congiungersi con centinaia di studenti medi e liceali che sfileranno insieme agli universitari alla volta del centro storico della Capitale. Poco prima delle 11 il lungo serpentone di ragazzi ha completamente bloccato Viale di Castro Pretorio, mandando letteralmente in tilt la circolazione nei pressi della Stazione Termini, davanti cui fra poco transiteranno i manifestanti.

10:59
Corteo a Genova, disagi al traffico 14 –
Un corteo di centinaia di studenti delle scuole superiori e cittadini genovesi è partito da piazza Caricamento e sta dirigendosi verso la Stazione marittima al grido di “fuori la mafia dallo Stato”. Alla manifestazione partecipa anche un gruppo del Popolo viola. Molti i disagi al traffico perché il corteo occupa tutta via Gramsci. La manifestazione è aperta da tre striscioni: “Nell’ignoranza la sottomissione Nella conoscenza la ribellione”, “C’è chi è stato ammaestrato e subisce col capo chino noi no” e “Studenti e lavoratori uniti verso lo sciopero generale”.

10:57
Milano, vernice contro sede Pdl 13 –
Si sono riuniti in foro Bonaparte gli studenti partiti da piazza Cairoli e quelli che avevano fatto irruzione in Borsa. Oltre a sfilare per le vie della città, ad intonare cori e slogan, i manifestanti hanno lanciato vernice rossa questa mattina sulla facciata della Arner Bank in Corso Venezia; vernice e uova sono stati lanciati anche contro la sede del Pdl di viale Monza. Attualmente gli studenti marciano in direzione di Piazza Cadorna

10:55
Palermo, bloccata la stazione ferroviaria 12 –
Un migliaio di studenti medi e universitari di Palermo, scesi oggi in piazza, si sono riversati alla Stazione centrale e stanno bloccando i binari della ferrovia. I manifestanti, che espongono striscioni con scritto “Blocchiamo tutto, que se vayan todos”, non escludono di mantenere il blocco ad oltranza.

10:52
Roma, bloccata la zona di Piramide 11 –
Bloccata la zona di Piramide. Gli studenti hanno esposto un grande striscione con la scritta: “Fiducia in questo Stato non ne abbiamo, il futuro è nostro e ce lo prendiamo”

10:48
Studenti Roma 3 protestano davanti al Rettorato 10 –
Gli studenti di Roma 3 prima di raggiungere con un corteo la zona di Piramide, hanno protestato davanti alla sede del Rettorato. Un gruppo di ragazzi ha esposto un striscione in cui si chiedevano le dimissioni del rettore Guido Fabiani. Alcuni barattoli di vernice arancione sono stati lanciati davanti ai cancelli chiusi del rettorato.

10:46
Studenti attraversano binari stazione Milano 9 –
Un gruppo di studenti legati alla manifestazione contro il Ddl Gelmini ha improvvisamente deciso di attraversare i binari nella stazione Fs Garibaldi. Un episodio che, secondo la polizia si sarebbe risolto velocemente, in pochi minuti, con l’intervento di agenti della Digos e della Polfer che avrebbero convinto i manifestanti a lasciare liberi gli spazi ferroviari.

10:43
Al via corteo dalla Sapienza 8 –
“Voi andate alla deriva. Noi solchiamo il mare”. È questo lo striscione che apre il corteo universitario appena partito dalla Sapienza. Il riferimento è alla crisi di governo. Ma anche al movimento dell’Onda studentesca che dal 2008 continua la protesta contro le riforme di scuola e università e i tagli. In corteo ci sono migliaia di studenti. In testa i book block. Gli studenti medi sono già sotto il ministero delle Finanze

10:42
Partito il corteo di Milano 7 –
Un lungo serpentone formato da diverse centinaia di ragazzi si è incamminato da largo Cairoli a Milano per la manifestazione organizzata dal Coordinamento dei collettivi studenteschi. Il corteo sta entrando in una piazza Cadorna quasi deserta. Tutte le vie di accesso, infatti, sono state preventivamente bloccate dalle forze dell’ordine.

10:35
Corteo anche a Cagliari, traffico paralizzato 6 –
Fumogeni arancioni, palloncini colorati e un maxi-striscione: così circa 3.500 studenti universitari e delle superiori si sono messi in marcia questa mattina a Cagliari, paralizzando il traffico, contro la riforma Gelmini, nel giorno del voto di fiducia al governo. La manifestazione contro i tagli agli atenei anticipata ieri pomeriggio da un goliardico flash mob nelle strade del centro è cominciata in piazza Garibaldi, bloccando la circolazione delle auto, controllata a vista dalle forze dell’ordine. Nessun incidente, tranne lo scoppio di alcuni petardi. Alla manifestazione hanno partecipato, fra gli altri, anche i precari della scuola e una rappresentanza dei dipendenti del Teatro lirico di Cagliari, con il sostegno dei lavoratori ex Geas, che hanno protestato alla stazione ferroviaria, e il Movimento pastori sardi.

10:33
Roma, cinquemila studenti in Piazza della Repubblica 5 –
Sono più di cinquemila gli studenti riuniti in Piazza della Repubblica a Roma. Oltre ai ragazzi degli istituti romani, ci sono rappresentanze da Viterbo e Latina. Il corteo parte alle 10.40

10:31
Studenti fanno irruzione nella sede della Borsa 4 –
Un centinaio di studenti ha fatto irruzione nella sede della Borsa di Milano. I giovani, sotto l’insegna dell’ordinamento dei collettivi studenteschi di Milano e Provincia, sono in parte riusciti a introfolarsi all’interno di Palazzo Mezzanotte, mentre il servizio di sicurezza ha provveduto a sprangare le altre entrate. Gli studenti, alcuni con il volto coperto, hanno alzato uno striscione con la scritta: “Accozzaglia di affaristi, razzisti, ladri, mafiosi. Fund our future (Finanziate il nostro futuro). Dovete darci il denaro”. Intonando cori, il gruppo ha ricoperto la facciata di Palazzo Mezzanotte di volantini: “Join the resistance of new Europe (Unitevi alla resistenza della nuova Europa)”, “Dovete ridarci il denaro”.

09:46
Gli studenti in arrivo in piazzale Aldo Moro 3 –
Iniziano ad arrivare a centinaia gli studenti che questa mattina si sono dati appuntamento davanti all’università di Roma “La Sapienza”, da cui prenderà vita il lungo corteo che tenterà di arrivare nei pressi di Montecitorio. In questo momento in piazzale Aldo Moro i ragazzi sono oltre un migliaio.

09:45
In arrivo decine di migliaia di manifestanti 2 –
Ottanta i pullman previsti da tutta Italia. Due i luoghi principale da cui partiranno i cortei: piazzale Aldo Moro, all’ingresso principale dell’Università La Sapienza, e piazza del Colosseo. Altri due dovrebbero muoversi da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani. I manifestanti dovrebbero poi convergere in via dei Fori Imperiali per tentare di raggiungere Montecitorio. Non sono solo gli studenti a scendere in Piazza, ci saranno anche i centri sociali, i No tav, i terremotati aquilani e i campani esasperati dall’emergenza rifiuti.

09:43
Tre cortei, capitale blindata 1 –
Centro storico blindato a Roma, in attesa delle molte manifestazioni e cortei previsti in occasione del voto di fiducia per il Governo al Senato e alla Camera. L’area intorno a Palazzo Madama e a Montecitorio è off limits dalle prime ore del mattino, presidiata da un massiccio spiegamento di forze dell’ordine. Presidiato anche Palazzo Grazioli. (Beh, buona giornata).

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Dalla Russia con odio.

“Non sono malato, non ho mai fatto affari privati con la Russia e non ho nessuna intenzione di farmi da parte”. Berlusconi dixit. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Popoli e politiche

Il Parlamento italiano chiuso per crisi di governo.

È ufficiale. La prossima settimana, in attesa della fiducia al governo, prevista per il 14 dicembre, la Camera dei deputati non lavorerà. Poiché i deputati sono eletti dai cittadini della Repubblica, vorrà dire che la prossima settimana non lavoreranno i cittadini della Repubblica italiana: operai, impiegati, dirigenti, imprenditori. E che lo stipendio degli eletti verrà devoluto agli elettori. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Società e costume

Berlusconi: “una ragazza che si dichiarasse prostituta davanti al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, o per trovare un marito”.

Donne da marito-http://sasso.blogautore.repubblica.it/

La prima reazione è stata furiosa: basta! Berlusconi non deve più permettersi di aprire bocca in quel modo. Ospite a Tripoli dell’amico Gheddafi (gli amici di Berlusconi sono tutto un programma: Gheddafi, Putin, Fede…), il presidente del consiglio dice che non bisogna credere a una parola di quello che le ragazze che ha frequentato raccontano di lui. Non importa che abbiano fotografato perfino la carta igienica dei bagni del suo palazzo Grazioli, che abbiano consumato la giostra a cavalli di villa Certosa, e che abbiano mostrato le immagini a tutto il paese. Abituato a mentire, il premier dice che sono loro, compagnie ormai assodate, a mentire.

Ma l’indignazione non scatta per quello. Perché c’è perfino di peggio delle bugie. E c’è perfino di peggio dell’imbarazzo davanti a un signore di 74 anni che ha perso qualsiasi dignità. E il peggio è questo. Sapete perché Berlusconi è certo che le ragazze mentano sui loro incontri a pagamento con lui? Perché .

Ecco cosa sono le donne nella testa di questo vecchietto: mezze persone, che per realizzarsi hanno bisogno di trovare marito. Dai capelli tinti non si direbbe. Ma dalla cultura che traspare delle sue parole emerge chiarissimo: il povero Berlusconi è proprio un uomo di un’altra epoca, proprio vecchio dentro. Bisogna che qualcuno glielo dica: nonno, la società è cambiata. Hanno chiuso le case, le donne hanno il diritto di voto, vanno a scuola e sono più brave degli uomini, comandano perfino le aziende. Pensano anche all’amore, certo. Ma è un’attività assai fuori moda. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia Popoli e politiche

Wikileaks è «l’11 settembre della diplomazia» o «l’11 settembre di internet»?

di Pino Cabras – Megachip.

Ora che ci dicono che con le prime nuove soffiate di Wikileaks sta esplodendo «l’11 settembre della diplomazia» ovvero «l’11 settembre di internet», deve valere una premessa: non ci sono individui, e neanche organizzazioni, che siano in grado di leggere 250mila documenti in breve tempo. Quindi ci arriva solo un flusso filtrato di documenti. E chi lo filtra, per ora, è la vecchia fabbrica dei media tradizionali. Se di un 11 settembre si trattasse, saremmo nella fase del trauma mediatico iniziale, quella che ci dà l’imprinting, l’apprendimento base del nuovo mondo su cui ci affacciamo e delle nuove credenze sulle quali far fede. Una volta educate le menti con questo shock, le sue riletture successive andranno controcorrente e perciò partiranno sfavorite.

Il primo imprinting è proprio nell’idea del trauma, l’idea dell’ora zero dell’evento. Il mezzo è il messaggio. Mezzo e messaggio sono: vivere un trauma. Come se prima del percolare dei segreti attraverso Wikileaks non vi fosse modo di interpretare la politica, la diplomazia, i segreti, le normali trame degli Stati. Come se l’interpretazione storica – anch’essa basata su archivi e documenti, ma in tempi più lunghi e meditati – adesso dovesse cedere il passo e appiattirsi sull’evento emotivo.

Il secondo imprinting è sull’importanza attribuita ai temi cari alla diplomazia statunitense. Leggiamo i dispacci degli ambasciatori, scritti in modo franco e brutale, ma non per questo esenti da falsità, errori prospettici, pregiudizi, goffe banalità, chiusure. Vediamo cioè soltanto i pezzi di una visione del mondo che tuttavia non è l’unica in campo. Si continua a enfatizzare e cristallizzare per esempio la paura dell’inesistente atomica iraniana, mentre si continuano a ignorare le esistenti atomiche israeliane. Wikileaks e i media tradizionali, se combinati assieme, confermano insomma i temi dell’agenda dominante ma sconvolgono i codici della diplomazia. Proprio quel che fa la guerra, specie nella sua variante della guerra psicologica.

Il terzo imprinting è lo scompiglio sul web, talmente forte da risvegliare coloro che dal caos vorrebbero trarre un nuovo ordine sulla Rete. Due anni fa pubblicammo l’allarme del giurista che meglio conosce la Rete, Lawrence Lessig, il quale prediceva che «sta per accadere una specie di ’11 settembre di internet’», un evento che catalizzerà una radicale modifica delle norme che regolano la Rete. Lessig rivelava che il governo USA, così come aveva già pronto il Patriot Act ben prima dell’11 settembre, aveva già «un ‘Patriot Act per la Rete’ dentro qualche cassetto, in attesa di un qualunque considerevole evento da usare come pretesto per cambiare radicalmente il modo in cui funziona internet». Così come George W. Bush, anche Obama sta facendo di tutto per avere, oltre alla valigetta nucleare, anche i bottoni per spegnere il web. L’evento in corso potrebbe spingere molti governi a voler affidare a qualcuno la nuova valigetta del potere. La Cina traccia il solco da tempo, del resto.

Il quarto imprinting è l’idea che i segreti siano tutti registrati, ben custoditi dai fogli con la carta intestata degli apparati, e perciò prima o poi inevitabilmente rivelati, con tanto di numero di protocollo e firma. Gran parte del vero potere è invece fuori scena: non scrive i suoi ordini, non ha catene di comando interamente tracciabili, è silente, sta in circuiti extraistituzionali, si giova di strati di copertura, di strutture parallele, di leve lunghe. Si avvale nondimeno di apparati e procedure legali, ma senza dichiararne le vere finalità. È un’illusione tanto ingenua ritenere che Wikileaks possa scoperchiare tutti gli strati del potere, tanto quanto ritenere che i veri potenti si possano combattere solo amplificando la trasparenza liberale.

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A margine, qualche considerazione dal lato italiano sul caso Wikileaks. Il Caimandrillo (caimano e mandrillo) ha intuito che il colpo per lui c’è, ed è forte. Dice di essersi fatto una risata. Ma forse non è stata troppo fragorosa. Lui, padrone di un medium tradizionale, la Tv, che ha portato alle sue estreme conseguenze, diffida di un medium, il web, che gli è forestiero né potrà mai controllare. Nel mondo ci sono altri caimani e ora vorrebbe anche farlo sapere in giro, fra un “wild party” e un altro, quando scatena i suoi comunicatori per denunciare un complotto internazionale contro di lui. Gli inventori del “trattamento Boffo” nulla potranno però contro un trattamento Boffo al cubo.

Il Caimandrillo ha voluto partecipare al grande gioco mondiale non da leader che trascina una nazione, ma da padrone che la divide, la estenua e non la porta tutta. Nel grande gioco ora appare ritratto in mutande, lo vedono per quel che è: non è il padrone dell’Italia, è solo il padrone di un suo segmento affaristico. Altri padroni si preparano a spolpare il paese diviso, senza che sia in pista una classe dirigente in grado di instaurare un minimo di sovranità nazionale capace di difendere gli interessi vitali dell’Italia. (Beh, buona giornata).

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democrazia Scuola

Studenti, ricercatori e universitari contro la Gelmini. Forte giornata di protesta in tutta Italia. Il Parlamento costretto a slittare la data di approvazione al 30.

(fonte:repubblica.it)

Ricercatori su terrazzo Politecnico di Milano –
Un gruppo di ricercatori universitari che stamani manifestavano a Milano in piazza Leonardo da Vinci, durante una pausa del corteo studentesco cominciato alcune ore prima da largo Cairoli, sono saliti su una terrazza del complesso universitario. Secondo le prime informazioni si tratta di 30-40 persone con uno striscione che intenderebbero presidiare la terrazza, posta sul piano più elevato di un edificio del Politecnico

Studenti: “Martedì presidio a Montecitorio” –
Gli studenti universitari dell’Udu hanno annunciato che martedi’ 30 novembre saranno con un presidio a piazza Montecitorio in occasione del voto alla Camera sul ddl Università. Lo hanno deciso non appena è giunta la decisione di far slittare il voto.

Venezia, protesta studenti a Ca’ Foscari –
Alcune decine di aderenti al coordinamento universitario di Venezia hanno dato vita a iniziative di protesta contro la riforma Gelmini a Cà Foscari e all’Istituto Universitario di Architettura. Gli studenti hanno esposto striscioni per dire no alla riforma e per chiedere la liberazione dei due studenti fermati ieri a Roma, rimessi poi in libertà dopo la convalida

Trieste, manifestanti “abbracciano” ateneo –
Un “abbraccio” di gruppo di studenti, ricercatori e docenti ha circondato oggi l’edificio centrale dell’Università di Trieste, in segno di protesta contro la riforma Gelmini. Circa 150 persone – secondo quanto riferito dagli organizzatori – si sono strette simbolicamente attorno all’Università, per contestare la riforma del governo. La notizia del rinvio a martedì del voto sul disegno di legge è stata accolta con soddisfazione, e come una dimostrazione dell’importanza della mobilitazione di questi giorni. Nel pomeriggio, a Trieste, gli studenti universitari hanno in programma un sit in davanti alla prefettura

Milano, due contusi in tafferugli–
Continua la tensione in viale Abruzzi, dove si sono registrati tafferugli tra forze dell’ordine e studenti, che durante il corteo hanno provato a correre verso la metropolitana di Loreto. Le cariche con l’uso di manganelli sono scattate sulla scala della stazione e lungo i binari del tram. Due giovani sono rimasti contusi. Gli studenti sono ora seduti a terra all’incrocio e bloccano il traffico

Torino concluso presidio Regione, corteo in città –
Si è concluso senza incidenti e altri momenti di tensione il presidio degli studenti davanti alla sede della Regione Piemonte, a Toirno. Al termine del presidio, durante il quale sono stati lanciati fumogeni e uova e altri oggetti contro le forze dell’ordine e le finestre del palazzo della regione, gli studenti si sono radunati in piazza Castello, da dove partirà un corteo che sfilerà per le vie della città

Milano, cariche polizia a metro Loreto –
Cariche all’entrata della metropolitana di Loreto all’angolo tra viale Gran Sasso e viale Abruzzi al corteo degli studenti contro la riforma Gelmini. Due i fermati dalla polizia e caricati in macchina

Perugia, manifestazione studenti davanti mensa–
Affollata manifestazione di studenti stamani davanti alla mensa dell’Università di Perugia contro la riforma Gelmini. All’interno dei locali è in corso un’assemblea per illustrare le ragioni della mobilitazione. Le iniziative si stanno comunque svolgendo in un clima di tranquillità. All’esterno della struttura sono stati esposti striscioni con scritto “Senza sapere non c’ è futuro” e “O la borsa o la vita”

Siena, bloccata azione studenti su Torre Mangia–
Un gruppo di studenti universitari ha provato questa mattina a salire sulla Torre del Mangia, in piazza del Campo a Siena, per srotolare uno striscione con la scritta ‘Resistere’, come forma di protesta contro la riforma Gelmini. L’intervento di agenti della Digos ha bloccato l’azione. I ragazzi, una quindicina circa appartenenti al gruppo Dimensione autonoma studentesca, si erano presentati alle 10 all’apertura della Torre: avevano già cominciato a salire le scale, con lo striscione, lungo 14 metri, nascosto addosso a uno di loro. Ma sono stati appunto fermati e fatti uscire. Gli studenti hanno poi chiesto di parlare al consiglio comunale, che era in corso di svolgimento. L’assemblea è stata interrotta e una rappresentanza dei capigruppo ha ricevuto una delegazione composta da cinque studenti, che hanno chiesto la convocazione prima del 9 dicembre di una seduta straordinaria sull’Università

Palermo, studenti occupano tetto Scienze politiche–
Una delegazione degli studenti dell’Unione degli Universitari (Udu) di Palermo ha occupato nella tarda mattinata il tetto della facoltà di Scienze politiche durante la votazione del ddl Gelmini in aula della Camera

Scontri a Firenze, alcuni studenti e un agente contusi –
Sono 5 o 6 gli studenti rimasti contusi questa mattina durante gli scontri all’Università di Firenze dove era in corso un dibattito con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Daniela Santanché. Il numero lo hanno dato gli organizzatori della manifestazione. Solo uno di loro, però, che sarebbe stato colpito al volto, si è recato al pronto soccorso dell’ospedale di Careggi. Un contuso lieve anche tra gli agenti durante il lancio di uova fatto dai manifestanti contro il cordone di forze dell’ordine che impediva l’accesso al padiglione dove si svolgeva il dibattito. In questo momento gli studenti, in tutto circa 150, stanno tenendo un’assemblea in uno dei piazzali del Polo universitario

Roma, dal corteo applausi a ricercatori su tetto Architettura –
Traffico bloccato su Lungotevere per il corteo degli studenti fermo all’altezza di Lungotevere Marzio. Al passaggio del corteo a piazza del Porto di Ripetta dal tetto della facoltà di Architettura i ricercatori hanno urlato cori come “L’università non si tocca”. Saluti e applausi sono stati indirizzati ai ricercatori e agli studenti che protestano sul tetto. Nota di colore da un gruppo di ricercatori dell’università di Vienna che con tamburi, fischietti e parrucche fucsia, sta accompagnando la protesta degli studenti italiani

Presidio a Genova: “Diritto allo studio appeso a un filo”–
“Il diritto allo studio è appeso a un filo” e “Riforma Gelmini: la candeggina delle idee” sono alcuni dei cartelli appesi durante l’iniziativa messa in atto da docenti e studenti a Genova

Milano, tensione tra studenti e polizia –
Tensione in piazza Leonardo Da Vinci a Milano. Carica di alleggerimento della polizia su un gruppo di manifestanti intenzionati a ripartire in corteo. Il gruppo ha fatto ingresso dentro un’ala dell’università, sorprendendo le forze dell’ordine. Gli studenti, ai quali si sono aggiunti anche universitari del Politecnico, sono entrati nel cortile della facoltà e stanno incitando gli universitari a scendere in piazza e ad unirsi a loro

Roma, corteo non autorizzato su Lungotevere. Attimi di tensione –
Il corteo non autorizzato degli studenti universitari, ripartito da Montecitorio, è arrivato su Lungotevere, all’altezza di ponte Umberto I, dove uno schieramento di forze dell’ordine li ha fatti deviare in direzione San Pietro. Momenti di tensione quando gli studenti hanno iniziato a correre. Grandi problemi per il traffico.

Pisa, studenti occupano Torre Pendente –
Alcune decine di studenti universitari si sono staccati da un corteo di circa 2.000 persone e di corsa sono entrati all’interno della Torre Pendente in piazza dei Miracoli. All’esterno centinaia di loro hanno formato un cordone umano per impedire l’accesso ai turisti. Gli studenti hanno già raggiunto l’ultimo anello e si stanno affacciando dalla balaustra. Nella piazza centinaia di turisti, molti dei quali stranieri, stanno seguendo la protesta immortalando la manifestazione con macchine fotografiche e telefonini.

Scritta a Montecitorio: “Ridateci il nostro futuro” –
“Ridateci il nostro futuro”. Lo hanno scritto con vernice spray, color rosso, gli studenti che hanno lasciato piazza Montecitorio. Sui sanpietrini, davanti all’obelisco, resta questa scritta che riassume la protesta degli studenti e dei giovani universitari.

Palermo, studenti lasciano la stazione –
Gli studenti che stanno manifestando a Palermo contro la riforma Gelmini hanno abbandonato i binari all’interno della stazione centrale, consentendo la ripresa del traffico ferroviario, e si stanno muovendo in direzione di Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione. Secondo gli organizzatori sarebbero complessivamente diecimila gli studenti che stanno sfilando per le vie del centro cittadino, paralizzando il traffico.

Il corteo lascia piazza Montecitorio –
Gli studenti stanno lasciando piazza Montecitorio in corteo. I manifestanti si trovano ora su via della Colonnelle nei pressi del Pantheon.

Studenti: “Avanti con protesta fino a ritiro ddl” –
La protesta contro la riforma dell’Università proseguirà fino a quando il ddl non sarà ritirato. Lo dicono i coordinatori degli studenti della Sapienza

Rinviata cerimonia inaugurazione anno accademico La Sapienza –
La cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2010-2011 dell’Università La Sapienza, prevista per domani, è rinviata a data da destinarsi per disposizione del Rettore Luigi Frati. Il Prefetto di Roma ha inviato una nota nella quale si evidenzia che ”lo stato di tensione che attraversa il mondo studentesco in tutta Italia, in relazione alle manifestazioni svoltesi, anche nella Capitale, nella giornata di ieri” e si sottolinea che ”altra data meglio garantirebbe la solennità e serenità” dell’evento.

Milano, corteo arriva al Politecnico –
Hanno appena raggiunto la sede del Politecnico, in zona Piola, gli studenti milanesi in corteo. Partiti da largo Cairoli i manifestanti, circa 400, hanno attraversato via Monte di Pietà, piazza Cavour, fino a via Manin dove si trovano gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia del Territorio, sede che fa angolo con via Tarchetti, dove si trova uno studio del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti

Firenze, terminato il blocco del traffico –
Gli studenti universitari hanno posto fine al blocco di viale Guidoni e via Forlanini, a Firenze. Il corteo è tornato all’interno della cittadella universitaria di Novoli.

Studenti e docenti manifestano a Sassari –
Uno striscione con la scritta ”Università appesa a un filo” srotolato su un palazzo di fronte all’università centrale di Sassari da due ricercatori, calati dal tetto con un’imbragatura. Così si è conclusa la manifestazione di studenti e assegnisti di ricerca dell’ateneo sassarese contro il disegno di legge sulla riforma universitaria. Sulla facciata dello storico edificio che ospita il rettorato sono stati invece appesi due manifesti: uno con la scritta ”Occupata” sul balcone centrale, l’altro, davanti al portone d’ingresso, con due croci nere e la dicitura ”25-11-2010 Università pubblica”, a mo’ di necrologio.

Firenze, traffico in tilt –
Un corteo di circa 200 studenti universitari ha occupato viale Guidoni e via Forlanini, due dei principali snodi della viabilità a Firenze mandando il traffico in tilt. Gli studenti hanno rovesciato un cassonetto e dei segnali stradali in viale Guidoni e hanno occupato la sede stradale paralizzando il traffico.

Napoli, occupato Rettorato Federico II –
A Napoli una cinquantina di ricercatori dell’ateneo Federico II ha occupato il rettorato dell’università in maniera pacifica.

Roma, corteo arriva a Montecitorio. Fumogeni –
Il corteo degli studenti partito dal Colosseo è arrivato a Montecitorio dove si è ricongiunto con gli altri manifestanti. All’arrivo sono stati accesi alcuni fumogeni. Gli studenti riempiono la piazza e urlano “Bloccheremo questa riforma”.

Tensione a Palermo, bloccati porto e stazione –
Tensione stamane a Palermo durante la mobilitazione degli studenti in corso in più punti della città.Intorno, alle 10.30, all’altezza di Palazzo Comitini in via Maqueda, un gruppo indicato come appartenente ai Collettivi, legati ai centri sociali, ha tentato di attaccare uno dei cortei promossi dal Coordinamento “Studenti In Movimento”. Ci sono state urla e spintoni fino a quando è intervenuta la polizia che ha diviso le due parti. Gruppi di studenti hanno bloccato l’ingresso del porto e i binari della stazione centrale

Roma, su uno striscione: “Dritti a Grazioli” –
Al passaggio del corteo in via delle Botteghe Oscure dal palazzo della residenza dell’ambasciatore brasiliano in Italia è stato srotolato da due donne uno striscione con su scritto “Dritti a Grazioli”. A quanto riferito dal portiere dello stabile si tratterebbe di due restauratrici. Lo striscione è stato accolto da un lungo applauso. Il corteo si trova ora in via di Torre Argentina

Firenze, traffico bloccato in zona ateneo –
Gli studenti dei collettivi di sinistra che presidiavano il padiglione dove sta parlando il sottosegretario Daniela Santanchè sono usciti dal Polo universitario e stanno bloccando il traffico in viale Guidoni, adiacente all’ingresso dell’Università. Le forze dell’ordine continuano a presidiare anche il padiglione D15

Torino, da studenti lancio di uova contro palazzo Regione –
Momenti di tensione davanti al palazzo della Giunta regionale del Piemonte dove è giunto il corteo degli studenti partito poco fa da Palazzo Nuovo. Un gruppo di manifestanti, dopo aver tentato di entrare nel palazzo che è presidiato dalle forze dell’ordine, ed essere stato respinto, ha cominciato a tirare uova e qualche fumogeno contro il palazzo. Tra i lanci è volata anche qualche bottiglietta d’acqua. Negli scontri tra manifestanti e polizia, tre studenti sono rimasti feriti.

Roma, blindata via del Plebiscito davanti a Palazzo Grazioli–
Via del Plebiscito, dove si trova Palazzo Grazioli, sede privata del premier Silvio Berlusconi, è stata di fatto ‘blindata’ per il passaggio del corteo degli studenti universitari de La Sapienza. Una cintura di sicurezza formata da blindati delle forze dell’ordine e agenti in tenuta antisommossa stanno bloccando tutti gli accessi sia a via del Corso che, appunto, a via del Plebiscito. Gli studenti si dovrebberro ora dirigere per vie laterali, verso Montecitorio, mentre altri studenti, anche delle scuole medie superiori, si stanno man mano aggiungendo al corteo degli universitari.

Firenze, studenti: “Dopo carica polizia, diversi manifestanti feriti” –
Su Atenei in rivolta.org gli studenti denunciano le cariche di polizia a Firenze: diversi giovani sono stati feriti – affermano – durante l’irruzione degli agenti nella sede di Scienze sociali occupata dagli studenti che protestano contro il ddl Gelmini.

Milano, lancio di vernice contro sede scuola privata –
Lancio di vernice azzurra anche sulla porta d’ingresso della scuola privata europea di viale Majno. Dall’altra parte della stessa strada le forze dell’ordine hanno bloccato l’accesso alla redazione di Libero in assetto antisommossa.

In duemila in corteo lungo via del Corso a Roma –
Sono circa duemila gli studenti universitari che sono in corteo in via del Corso, e stanno per raggiungere piazza di Montecitorio dove si sono dati appuntament per protestare contro la riforma Gelmini. Slogan e cori contro i tagli scandiscono il corteo. Intanto davanti alla Camera si sono già radunate altre duecento persone tra studenti e alcuni militanti dell’Unione sindacale di base: campeggia uno striscione viola con la scritta “Prove tecniche di distruzione”, dei ricercatori ingegneria la Sapienza

Napoli, occupata l’Orientale –
In segno di protesta contro la riforma dell’Università del ministro Gelmini, da stamattina gli studenti dell’Orientale di Napoli hanno occupato Palazzo Giusso, sede dell’Ateneo. Sul portone d’ingresso è stato affisso uno striscione: “Chiuso per lutto”

Tornano liberi studenti fermati a Roma –
Tornano in libertà Mario Caracciolo e Daniele D’Antuomo, i due studenti universitari arrestati ieri a Roma dopo gli scontri avvenuti nella zona di Palazzo Madama. Questa mattina il giudice monocratico del tribunale capitolino ha convalidato gli arresti, rimettendo in libertà i due. I reati ipotizzati nei loro confronti sono di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il processo per i due ragazzi, difesi dagli avvocati Serena Ricci e Simonetta Crisci, è stato fissato per il 16 dicembre

Bologna, studenti tentano di entrare in stazione. Tafferugli –
Qualche momento di tafferuglio stamane attorno alle 10.45 in stazione a Bologna tra forze dell’ ordine e un corteo di studenti superiori che, deviando dal percorso, ha cercato di entrare in stazione sfondando il cordone di polizia.

Roma, mille studenti dalla Sapienza verso Montecitorio –
Sono circa un migliaio gli studenti partiti con autobus e metropolitana dall’Università romana della Sapienza, per raggiungere Piazza Venezia e, da qui, sfilare probabilmente in corteo fino a Piazza Montecitorio. Davanti alla sede della Camera dei Deputati, si uniranno al presidio già in atto.

Roma, centro storico blindato –
Centro storico blindato in vista della manifestazione della scuola all’indomani dei disordini di ieri. Le stradine di accesso ai palazzi delle istituzioni e palazzo Grazioli sono presidiati con mezzi blindati e agenti. Un elicottero sta sorvolando piazza Venezia.

Scontri di ieri a Roma, oggi il processo ai due studenti fermati –
Sono accusati di violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, i due studenti arrestati ieri a seguito dei disordini avvenuti durante la manifestazione a Roma contro i tagli all’Istruzione. I due giovani, hanno fatto sapere alcuni studenti, saranno processati oggi per direttissima e, secondo quanto si apprende, sono incensurati. Davanti a piazzale Clodio un gruppo di amici e universitari aspettano l’esito del processo. ”Siamo in contatto con i nostri legali per avere notizie sull’esito dell’udienza”, hanno spiegato alcuni studenti.

Sul tetto di Architettura a Roma anche Vendola e Venditti –
Anche Nichi Vendola stamane è salito sul tetto della facoltà di Architettura a piazza Fontanella Borghese a Roma, occupata da due giorni da studenti e ricercatori. “Li ho trovati bene, qui c’è aria pulita, giù è troppo inquinato”, ha commentato ironicamente il governatore della Puglia al microfono di Radio Città Futura. “Questa battaglia viene rappresentata come l’espressione di una volontà rivoltosa di una minoranza faziosa e ideologizzata che sarebbe al servizio dei “baroni” dell’università – ha proseguito Vendola – ma è una rappresentazione paradossale: la riforma Gelmini è una riforma reazionaria che colpisce al cuore il sistema pubblico dell’alta formazione e toglie all’università l’ossigeno fondamentale per vivere. Bisognerebbe decuplicare gli investimenti in ricerca e formazione e invece si taglia completamente il rapporto col futuro”, ha concluso il leader di Sinistra e Libertà. Sul tetto della facoltà anche il cantautore Antonello Venditti: “mi sento parte in causa – ha spiegato a Radio Città Futura – la lotta della cultura è una lotta per la dignità ed è una lotta globale, di tutti. Democrazia vuol dire partecipazione – ha concluso Venditti – il governo vuole dividere, mettere del cemento tra le varie proteste di ricercatori, artisti, operai, mentre dobbiamo unirci, ragionare insieme, darci un modello”.

Pisa, ricercatori sul tetto –
Un gruppo di ricercatori e dottorandi precari dell’Università di Pisa è salito sul tetto dell’ Osservatorio astronomico dell’Ateneo dove ha esposto lo striscione con la scritta “Ritiratelo. No al ddl, sì alla ricerca”, con riferimento alla riforma Gelmini in discussione in Parlamento.

Palermo, studenti verso la stazione. Città paralizzata –
Gli studenti che stanno manifestando a Palermo hanno abbandonato il Provveditorato e palazzo Jung, una delle sedi della Provincia regionale, per dirigersi verso la stazione. Il corteo ha bloccato il traffico in via Libertà e adesso è giunto a piazza Castelnuovo dove si unirà con quello di altri alunni delle scuole superiori che non fanno parte del coordinamento Studenti in movimento e che si erano allontanati dal Provveditorato dopo il lancio di petardi.

Milano, finito il blitz all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate –
È durato una decina di minuti il blitz dei giovani dei Collettivi studenteschi che poco dopo le 10.30 si sono improvvisamente staccati dal corteo in corso nelle vie del centro a Milano e si sono introdotti all’interno del palazzo governativo dell’Agenzia delle Entrate. I giovani sulla balconata sono stati raggiunti dalla polizia, costretti ad abbandonare lo striscione e fatti uscire dal palazzo, e si sono riuniti ai loro compagni tra urla di gioia.

Bologna, scontri tra studenti e polizia –
Il corteo degli studenti che sta sfilando per le strade di Bologna ha tentato pochi minuti fa di irrompere all’interno della stazione ferroviaria, presidiata da cordoni di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. Quando manifestanti e forze dell’ordine sono arrivati a contatto, gli agenti hanno risposto manganellando gli studenti delle prime file (quasi tutti a volto scoperto e senza protezioni). Dopo alcuni minuti di fronteggiamento è partita una seconda piccola carica di alleggerimento. Dai manifestanti lanci di bottiglie di plastica e uova. Il corteo si sta riformando imboccando di nuovo i viali di Circonvallazione.

Firenze, ragazzo ferito dopo carica polizia –
Una nuova carica di alleggerimento della polizia davanti al padiglione D15 dell’Università di Firenze dove tra poco dovrebbe iniziare il dibattito con il sottosegretario Daniela Santanché ha causato un ferito tra gli studenti che ora stanno urlando ”Vergogna, vergogna” verso la polizia. Il giovane perde sangue dalla fronte, ma non sembra in gravi condizioni.

Aosta, veglia per la scuola pubblica –
Sfidando le rigide temperature di questi giorni, gli studenti valdostani si danno appuntamento dalle 15 in piazza Chanoux, ad Aosta, con una ‘Veglia per la scuola pubblica’. Il programma della manifestazione di protesta, indetta dal Collettivo studentesco valdostano Rete con testa, prevede fino alle 16.30 un dibattito su vari temi di attualità, mentre dalle 17.30 alle 19 si terrà un momento di ‘autoinformazione’ sulla riforma Gelmini.

Milano, studenti fanno irruzione in ufficio Agenzia delle Entrate –
Gli studenti in corteo contro il ddl Gelmini hanno invaso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate in via Manin. In una trentina hanno fatto irruzione e sono saliti al primo piano, dove dal balcone hanno calato lo striscione “Più soldi alla scuola zero alla guerra”. La facciata è stata bersagliata dalle uova.

Anche a Cagliari universitari sui tetti –
Si è estesa anche a Cagliari la protesta sui tetti di ricercatori e studenti. Ieri sera in una sessantina sono saliti sul tetto del palazzo delle Scienze, in via Ospedale, e vi hanno trascorso la notte, dopo aver steso uno striscione su un cornicione. Stamani il presidio si è ridotto ad una decina di persone che, per proteggersi dal freddo reso più acuto dal maestrale, hanno innalzato una piccola tenda. La protesta andrà avanti ad oltranza, hanno detto i manifestanti, fino a quando non sarà scongiurato il pericolo che gli Atenei di Cagliari e Sassari possano addirittura scomparire per effetto dei tagli previsti dal disegno di legge del governo che penalizza soprattutto le Università più piccole.

Palermo, studenti lanciano petardi e fumogeni –
Petardi e fumogeni sono stati lanciati dagli studenti davanti al Provveditorato di Palermo. Le forze di polizia, che presidiano la zona in assetto anti sommossa, stano controllando la manifestazione senza intervenire.

Firenze, sconti tra collettivi studenteschi e polizia –
Scontri tra studenti e polizia all’università di Firenze. Alcuni studenti hanno tentato di entrare in un’aula del Polo delle scienze sociali, dove è in programma una tavola rotonda sull’immigrazione con il sottosegretario Daniela Santanché, ma sono stati respinti con due diverse cariche dalla polizia in tenuta antisommossa. Contro la polizia, schierata a protezione dell’edificio con caschi e scudi, sono stati lanciati alcuni fumogeni. In tutto i manifestanti sono circa 500

Torino, picchetti anche a Fisica e Chimica –
Picchetti questa mattina a Torino anche davanti alle facoltà di Fisica e Chimica dell’Università di Torino, dopo quelli di ieri che hanno impedito lo svolgersi delle lezioni a Palazzo Nuovo, sede delle Facoltà umanistiche, occupato da martedì. Anche gli studenti medi hanno indetto una mobilitazione per oggi. I contestatori, stanno raggiungendo Palazzo Nuovo dove, verso le 11, è prevista la partenza di un nuovo corteo.

Milano, studenti in corteo –
Studenti milanesi di nuovo in piazza per protestare contro il ddl Gelmini. In circa 400 sono partiti da largo Cairoli con destinazione finale piazza Oberdan.

Ancona, studenti sul tetto di Ingegneria –
Un gruppo di studenti ha occupato il tetto della facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche ad Ancona. Alla mobilitazione, promossa dalla lista Gulliver-Udu, partecipano anche alcuni ricercatori, per il momento un ventina di persone

Riparte la protesta anche a Bologna –
È ripresa anche a Bologna, con un raduno di studenti in Piazza Maggiore, la protesta del mondo della scuola e dell’Università contro le riforme. Un corteo di qualche centinaio di studenti con qualche striscione contro il governo ha cominciato a muoversi verso via Indipendenza creando difficoltà al traffico degli autobus in centro.

Oma, al via presidio davanti a Montecitorio –
Stanno arrivando in piazza Montecitorio i primi studenti che parteciperanno al sit-in annunciato per oggi davanti al Parlamento, per protestare contro i tagli all’istruzione e il ddl Gelmini. “Decideremo volta per volta – hanno spiegato i ragazzi – quali saranno le nostre azioni di protesta”. Molti studenti stanno arrivando a piedi, con autobus, tram e metropolitane

Torino, studenti in corteo verso Palazzo Nuovo –
“Contro la Gelmini bloccheremo la città”. È lo slogan dello striscione dietro il quale una cinquantina di studenti medi stanno sfilando in corteo per le vie del centro di Torino. Partiti da piazza Arbarello gli studenti hanno sfilato in via Po, piazza Castello ed ora stanno dirigendosi a Palazzo Nuovo sede delle facoltà umanistiche dove confluiranno in un corteo che partirà intorno alle 11 per ricongiungersi in centro città con gli studenti che stanno sfilando dal Politecnico.

Bari, occupata la facoltà di Ingegneria –
Una ventina di studenti ha occupatoacoltà di Ingegneria all’interno del Politecnico di Bari per protestare contro i tagli all’università e la riforma Gelmini. A causa dell’occupazione gran parte delle lezioni potrebbe saltare. Davanti all’ateneo, è previsto un presidio di docenti, ricercatori e studenti che incontreranno amministratori locali, esponenti politici e del sindacato. Tutti insieme daranno vita ad un abbraccio simbolico con il quale ‘circonderannò il palazzo dell’ateneo

A Montecitorio rafforzati presidi forze dell’ordine –
In attesa degli studenti a Montecitorio sono già stati rinforzati i presidi delle forze dell’ordine. Dopo che ieri sono stati fermati due studenti, stamattina davanti alla Sapienza di Roma è comparso uno striscione: “Libertà per gli studenti arrestati”. Mentre dalle finestre di una facoltà ne pende un altro “Daniele e Mario liberi subito”.

Cortei a Palermo –
Migliaia di studenti, provenienti da quasi tutte le scuole di Palermo, stanno attraversando in corteo le strade della citta’. Diversi cortei spontanei, organizzati dal Coordinamento “Studenti In Movimento”, stanno raggiungendo le sedi dell’Ufficio Scolastico Provinciale di via Praga e della Provincia in via Lincoln. Gia’ centinaia di studenti assediano pacificamente i due edifici

(Beh, buona giornata)

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Il berlusconismo: “È un mostro col capo d’idra. Non crediate d’averlo ucciso”.

L’osceno normalizzato di BARBARA SPINELLI-la Repubblica

Ci fu un tempo, non lontano, in cui era vero scandalo, per un politico, dare a un uomo di mafia il bacio della complicità. Il solo sospetto frenò l’ascesa al Quirinale di Andreotti, riabilitato poi dal ceto politico ma non necessariamente dagli italiani né dalla magistratura, che estinse per prescrizione il reato di concorso in associazione mafiosa ma ne certificò la sussistenza fino al 1980. Quel sospetto brucia, dopo anni, e anche se non è provato ha aperto uno spiraglio sulla verità di un lungo sodalizio con la Cupola. Chi legga oggi le motivazioni della condanna in secondo grado di Dell’Utri avrà una strana impressione: lo scandalo è divenuto normalità, il tremendo s’è fatto banale e scuote poco gli animi.

Nella villa di Arcore e negli uffici di Edilnord che Berlusconi – futuro Premier – aveva a Milano, entravano e uscivano con massima disinvoltura Stefano Bontate, Gaetano Cinà, Mimmo Teresi, Vittorio Mangano, mafiosi di primo piano: per quasi vent’anni, almeno fino al ’92. Dell’Utri, suo braccio destro, era non solo il garante di tutti costoro ma il luogotenente-ambasciatore. Fu nell’incontro a Milano della primavera ’74 che venne deciso di mandare ad Arcore Mangano: che dovremmo smettere di chiamare stalliere perché fu il custode mafioso e il ricattatore del Cavaliere. Quest’ultimo lo sapeva, se è vero che fu Bontate in persona, nel vertice milanese, a promettergli il distaccamento a Arcore d’un “uomo di garanzia”.

La sentenza
attesta che Berlusconi era legato a quel mondo parallelo, oscuro: ogni anno versava 50 milioni di lire, fatti pervenire a Bontate (nell’87 Riina chiederà il doppio). A questo pizzo s’aggiunga il “regalo” a Riina (5 milioni) per “aggiustare la situazione delle antenne televisive” in Sicilia. Fu Dell’Utri, ancor oggi senatore di cui nessuno chiede l’allontanamento, a consigliare nel 1993 la discesa in politica. Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, dirà che altrimenti il Cavaliere sarebbe “finito sotto i ponti o in galera per mafia” (la Repubblica, 25-6-2000). Il 10 febbraio 2010 Dell’Utri, in un’intervista a Beatrice Borromeo sul Fatto, spiega: “A me della politica non frega niente, io mi sono candidato per non finire in galera”.

C’è dell’osceno in questo mondo parallelo, che non è nuovo ma oggi non è più relegato fuori scena, per prudenza o gusto. Oggi, il bacio lo si dà in Parlamento, come Alessandra Mussolini che bacia Cosentino indagato per camorra. Dacci oggi il nostro osceno quotidiano. Questo il paternoster che regna – nella Mafia le preghiere contano, spiega il teologo Augusto Cavadi – presso il Premier: vittima di ricatti, uomo non libero, incapace di liberarsi di personaggi loschi come Dell’Utri o il coordinatore Pdl in Campania Cosentino. Ai tempi di Andreotti non ci sarebbe stato un autorevole commentatore che afferma, come Giuliano Ferrara nel 2002 su Micromega: “Il punto fondamentale non è che tu devi essere capace di ricattare, è che tu devi essere ricattabile (…) Per fare politica devi stare dentro un sistema che ti accetta perché sei disponibile a fare fronte, a essere compartecipe di un meccanismo comunitario e associativo attraverso cui si selezionano le classi dirigenti. (…) Il giudice che decide il livello e la soglia di tollerabilità di questi comportamenti è il corpo elettorale”.

Il corpo elettorale non ha autonoma dignità, ma è sprezzato nel momento stesso in cui lo si esalta: è usato, umiliato, tramutato in palo di politici infettati dalla mafia. Gli stranieri che si stupiscono degli italiani più che di Berlusconi trascurano spesso l’influenza che tutto ciò ha avuto sui cervelli: quanto pensiero prigioniero, ma anche quanta insicurezza e vergogna di fondo possa nascere da questo sprezzo metodico, esibito.
Ai tempi di Andreotti non conoscemmo la perversione odierna: vali se ti pagano. La mazzetta ti dà valore, potere, prestigio. Non sei nessuno se non ti ricattano. L’1 agosto 1998, Montanelli scrisse sul Corriere una lettera a Franco Modigliani, premio Nobel dell’economia: “Dopo tanti secoli che la pratichiamo, sotto il magistero di nostra Santa Madre Chiesa, ineguagliabile maestra d’indulgenze, perdoni e condoni, noi italiani siamo riusciti a corrompere anche la corruzione e a stabilire con essa il rapporto di pacifica convivenza che alcuni popoli africani hanno stabilito con la sifilide, ormai diventata nel loro sangue un’afflizioncella di ordine genetico senza più gravi controindicazioni”.

In realtà le controindicazioni ci sono: gli italiani intuiscono i danni non solo etici dell’illegalità. Da settimane Berlusconi agita lo spettro di una guerra civile se lo spodestano: guerra che nella crisi attuale – fa capire – potrebbe degenerare in collasso greco. È l’atomica che il Cavaliere brandisce contro Napolitano, Fini, Casini, il Pd, i media. I mercati diventano arma: “Se non vi adeguate ve li scateno contro”. Sono lo spauracchio che ieri fu il terrorismo: un dispositivo della politica della paura. Poco importa se l’ordigno infine non funzionerà: l’atomica dissuade intimidendo, non agendo. Il mistero è la condiscendenza degli italiani, i consensi ancora dati a Berlusconi. Ma è anche un mistero la loro ansia di cambiare, di esser diversi. Il loro giudizio è netto: affondano il Pdl come il Pd. Premiano i piccoli ribelli: Italia dei Valori, Futuro e Libertà. Se interrogati, applaudirebbero probabilmente le due donne – Veronica Lario, Mara Carfagna – che hanno denunciato il “ciarpame senza pudore” del Cavaliere, e le “guerre per bande” orchestrate da Cosentino. Se interrogati, immagino approverebbero Saviano, indifferenti all’astio che suscita per il solo fatto che impersona un’Italia che ama molto le persone oneste, l’antimafia di Don Ciotti, il parlar vero.

Questa normalizzazione dell’osceno è la vita che viviamo, nella quale politica e occulto sono separati in casa e non è chiaro, quale sia il mondo reale e quale l’apparente. Chi ha visto Essi Vivono, il film di John Carpenter, può immaginare tale condizione anfibia. La doppia vita italiana non nasce con Berlusconi, e uscirne vuol dire ammettere che destra e sinistra hanno più volte accettato patti mafiosi. C’è molto da chiarire, a distanza di anni, su quel che avvenne dopo l’assassinio di Falcone e Borsellino. In particolare, sulla decisione che il ministro della giustizia Conso prese nel novembre ’92 – condividendo le opinioni del ministro dell’Interno Mancino e del capo della polizia Parisi – di abolire il carcere duro (41bis) a 140 mafiosi, con la scusa che esisteva nella Mafia una corrente anti-stragi favorevole a trattative. Congetturare è azzardato, ma si può supporre che da allora viviamo all’ombra di un patto.

Il patto non è obbligatoriamente formale. L’universo parallelo ha le sue opache prudenze, ma esiste e contamina la sinistra. In Sicilia, anch’essa sembra costretta a muoversi nel perimetro dell’osceno. Osceno è l’accordo con la giunta Lombardo, presidente della Regione, indagato per “concorso esterno in associazione mafiosa”. Osceno e tragico, perché avviene nella ricerca di un voto di sfiducia a Berlusconi.

Non si può non avere un linguaggio inequivocabile, sulla legalità. Non ci si può comportare impunemente come quando gli americani s’intesero con la Mafia per liberare l’Italia. L’accordo, scrive il magistrato Ingroia, fu liberatore ma ebbe l’effetto di rendere “antifascisti i mafiosi, assicurando loro un duraturo potere d’influenza”. Non è chiaro quel che occorra fare, ma qualcosa bisogna dire, promettere. Non qualcosa “di sinistra”, ma di ben più essenziale: l’era in cui la Mafia infiltrava la politica finirà, la legalità sarà la nuova cultura italiana.
Fino a che non dirà questo il Pd è votato a fallire. Proclamerà di essere riformista, con “vocazione maggioritaria”, ma l’essenza la mancherà. Non sarà il parlare onesto che i cittadini in fondo amano. Si tratta di salvare non l’anima, ma l’Italia da un lungo torbido. Sarebbe la sua seconda liberazione, dopo il ’45 e la Costituzione. Sennò avrà avuto ragione Herbert Matthew, il giornalista Usa che nel novembre ’44, sul mensile Mercurio, scrisse parole indimenticabili sul fascismo: “È un mostro col capo d’idra. Non crediate d’averlo ucciso”. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Scuola

Quelli che non faranno i provini per il Grande Fratello.

Prosegue la protesta di studenti e insegnanti contro la riforma dell’Università. Alcuni studenti, a Roma, hanno superato le consuete barriere di sicurezza nel tentativo di entrare a Palazzo Madama, sede del Senato, ma sono stati allontanati dalle forze dell’ordine, che hanno chiuso il portone. Durante l’invasione dell’atrio, una persona ha accusato un malore e i ragazzi sono stati trascinati e respinti all’esterno. Fuori da Palazzo Madama c’è stato lancio di fumogeni e uova contro il portone al gido “Dimissioni, dimissiono”. Le forze dell’ordine si sono schierate davanti all’ingresso del Senato in tenuta antisommossa. Due studenti sono stati fermati.

Studenti: “Contusi alcuni manifestanti”. ”Alcuni manifestanti, forse più di una decina, sono rimasti contusidurante gli scontri con le forze dell’ordine in via di San Marcello”, riferiscono alcuni ragazzi che hanno partecipato al corteo a Roma. Durante i momenti di tensione un blindato dei carabinieri ha cercato di sbarrare l’uscita della strada per bloccare il corteo.

Scontri in centro. Gli studenti che si sono mossi verso Montecitorio, hanno tentato di forzare un cordone delle forze dell’ordine e sono stati respinti con i manganelli. I manifestanti hanno lanciato anche un petardo. Intanto nell’Aula della Camera prosegue l’esame della riforma dell’Università, che domani dovrebbe avere il via libera. Si riprende dagli emendamenti all’articolo 2 del testo, già approvato dal Senato. Il leader del Partito democratico, Pier Luigi Bersani ha parlato con i ricercatori e gli studenti che da ieri sono sul tetto della facoltà di Architettura in piazza Borghese a Roma: ”Il ddl Gelmini è un disastro omeopatico, smantella l’università pezzo a pezzo”, ha detto, dopo essere salito sul tetto.

Il sit-in a Montecitorio. Un sit-in di protesta si è svolto davanti a Montecitorio contro il ddl Gelmini. Slogan contro il governo e striscioni con scritto ‘Ridateci il nostro futuro’, ‘No ai tagli’, ‘Qui riposa in pace la scuola pubblica’. Ci sono bandiere e palloncini colorati della Flc Cgil. Una protesta che si accompagna a quella di questi giorni in molte città d’Italia con studenti e ricercatori che sono saliti sui tetti e hanno occupato scuole e facoltà. Tutto questo, spiega la Rete degli studenti, per ”gridare il nostro dissenso nei confronti di un ddl che distrugge l’università e la ricerca, che non pensa al futuro di noi studenti e del Paese”. ”Da Torino a Palermo passando per Milano, Firenze, Roma, Napoli e Catania – prosegue la Rete degli studenti – gli studenti occupano e autogestiscono scuole e facoltà. Il ddl Gelmini è una pietra tombale sull’università italiana che si inserisce in un’ottica generale di riforma della scuola e dell’università basata su tagli e privatizzazioni. Noi studenti non possiamo permettere che si giochi sul nostro futuro”.

Protesta a oltranza. Le mobilitazioni continueranno anche nei prossimi giorni e sabato 27 novembre, in occasione della manifestazione nazionale della Cgil, gli studenti scenderanno di nuovo in piazza.

Flash mob a Firenze. Una lunga catena umana per circondare, in un simbolico abbraccio, il rettorato
dell’Università di Firenze. Questo il ‘flash mob’ organizzato dal coordinamento dei ricercatori dell’ateneo fiorentino contro il disegno di legge Gelmini. Circa 100 i partecipanti che dopo aver anche attraversato,
formando una catena umana, piazza San Marco, sono stati ricevuti dal rettore, professor Alberto Tesi. ”Vi sono vicino – ha detto il rettore Tesi – e anche voi dovete essere vicini all’universita’. È un momento difficile,
ognuno deve fare la propria parte”. Ieri il rettore aveva sottolineato la preoccupazione ”per le risorse promesse e poi accantonate negli ultimi passaggi parlamentari” nel testo del ddl e aveva convocato per oggi un Senato accademico straordinario.

A Torino, Perugia e Salerno ricercatori sui tetti. Anche a Torino prosegue la protesta. Gli studenti continuano ad occupare Palazzo Nuovo, sede delle Facoltà umanistiche. Da questa mattina alle 8 ci sono picchetti davanti agli ingressi che bloccano le entrate, mentre le lauree che si dovevano discutere sono state spostate in altre sedi universitarie. La notte scorsa è stato bloccato con catene ad opera del ‘Fantasma dell’onda’ l’ingresso della palazzina Einaudi, sede di Giurisprudenza e Scienze politiche. Infine, restano sul tetto di Palazzo Nuovo i ricercatori saliti nel pomeriggio di ieri e che hanno trascorso la notte attrezzati con coperte e sacchi a pelo. La protesta fanno sapere andrà avanti ad oltranza. A Perugia alcuni ricercatori sono saliti sul tetto della mensa dell’Università, in via Pascoli. Ed è ripresa stamani, anche sui tetti degli edifici dell’Università di Salerno, la protesta di professori, ricercatori e studenti. Circa una cinquantina di persone, sui tetti dell’edificio del campus di Fisciano, sta sfidando la pioggia e il freddo, “per opporsi in maniera visibile – dice Diego Barletta, uno dei ricercatori in protesta – all’approvazione di una riforma che non investe sull’università pubblica, non garantisce il diritto allo studio per tutti, concentra il potere decisionale delle università nelle mani di pochi e non offre giuste prospettive di carriera ai giovani studiosi”.

Pisa, ponti bloccati, città in tilt. Un migliaio di studenti universitari ha occupato stamani i cinque principali ponti sull’Arno, situati nei pressi del centro storico di Pisa, paralizzando il traffico in tutta la città. L’azione rientra nella mobilitazione contro il ddl Gelmini ed è stata attuata da studenti di sette facoltà occupate (scienze, scienze politiche, lingue, lettere, giurisprudenza, ingegneria ed economia) e di altre facoltà dove sono in corso assemblee.

Siena: occupati binari della stazione. Circa 100 studenti hanno occupato i binari della stazione di Siena. Gli studenti hanno esposto uno striscione con scritto “Basta tagli all’università”. Il transito dei treni è bloccato su tutti i binari. Sul posto la polizia ferroviaria e le volanti.

Palermo, occupate 16 scuole. Sedici istituti superiori in ‘stato d’agitazione’ e la Facoltà di lettere e filosofia occupata dagli studenti a Palermo. Proseguono la protesta e l’ininterrotto volantinaggio degli studenti. Per domani indetta un’assemblea d’ateneo. (Beh, buona giornata).

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democrazia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

“Vieni via con me” rovescia il rapporto fra televisione e politica.

Il format Saviano tra politica e tv, di ILVO DIAMANTI-la Repubblica

QUESTA sera, a “Vieni via con me”, è ospite il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Arriva su Rai Tre dopo una settimana di polemiche: contribuiranno a tenere alta l’audience della trasmissione. Sarebbe, tuttavia, sbagliato interpretarle come un segno di insofferenza da parte delle forze politiche di governo e dei dirigenti della tivù “loro fedeli” contro programmi e conduttori sgraditi. Dopo Santoro, Gabanelli, Dandini: Fazio e, soprattutto, Saviano. Certo, c’è anche questo.

Ma “Vieni via con me”, a mio avviso, non è “un caso”, semmai: una svolta. Perché rovescia il rapporto fra televisione e politica. Non più la televisione al servizio della politica, ma neppure la televisione e la politica, in rapporto di reciprocità e di scambio. È la “politica al servizio della televisione”. Meglio ancora: la televisione che “usa” la politica, a sua volta “usata” da un intellettuale e scrittore per narrare la politica. Si tratta di un format originale, che conclude un percorso che dura da anni. Cominciato dopo la caduta della Prima Repubblica, quando la politica “controllava” la televisione e la delimitava in spazi “separati”. Le “tribune politiche”, al tempo dei partiti immersi nella società e nelle istituzioni. Poi, agli inizi degli anni Novanta, Gad Lerner, per primo, entra “Nella tana della Lega”. Scruta il “Profondo Nord”. Mette in scena Tangentopoli e lo scontro fra “Milano e l’Italia”.
In teatro, il pubblico rappresenta la piazza, meglio le piazze (lo spettacolo è itinerante) della società civile in rivolta. Mentre sul palco scorrono gli attori della nuova stagione politica e antipolitica. Primi: i leghisti. E poi, sindaci, magistrati, giudici, piccoli imprenditori. Il Nord e il Nordest.

La “discesa in campo” di Berlusconi cambia ancora la scena. Impone alla politica le logiche della comunicazione e del marketing. Non solo: le orienta e le controlla, vista la sua posizione dominante nel sistema televisivo. Avanza, così, la “democrazia del pubblico” (come la definisce Bernard Manin). È la “Repubblica dei media” (titolo di un recente saggio di Carlo Marletti, edito da “Il Mulino”). Dove la televisione prende il posto del territorio e della partecipazione. Dove gli elettori divengono spettatori e i partiti si personalizzano. Al servizio di leader che diventano, a loro volta, “attori” e “comparse” di nuovi format. I “salotti” e le trasmissioni di dibattito, che si svolgono in studio. Protagonisti, i conduttori. Floris, Vespa, Santoro, Mentana, Ferrara (e quelli che seguono: Vinci, Gruber, ecc.). Insieme agli uomini politici. Che recitano se stessi. Di fronte a un pubblico limitato di “tifosi”. Riproducono il dibattito politico seguendo le regole della comunicazione. Cioè, si danno sulla voce e si scontrano talora con violenza. Perché in questo modo si alzano gli ascolti. Audience e popolarità politica – questa la convinzione o, forse, la superstizione – coincidono. Per altro verso, i politici si mischiano con personaggi di altri ambienti. Spettacolo, sport, cultura. Mentre gli specialisti della psicologia, della società, della politica e soprattutto i professionisti dei sondaggi fanno da garanti dell’Opinione Pubblica. Così, si realizza un processo di ibridazione, che rende difficile distinguere la politica dallo spettacolo. È la “politica pop” (descritta da Mazzoleni e Sfardini e raccontata per anni, su queste pagine, da Berselli). La “politica immediata”. Senza mediazione, se non quella dei media. Che si svolge sotto gli occhi del pubblico. In tempo reale. Ogni giorno, ogni sera, un salotto, un’arena, un dibattito. Come un reality. Una sorta di “Grande fratello”, dove tutti fingono di comportarsi “come se” non ci fossero le telecamere a osservarli. “Come se” non vi fossero copioni e regie accorte a definire le situazioni.

“Vieni via con me”, programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio, segna un ulteriore cambiamento. Anzi, un rovesciamento di modello. Giovanni Minoli ha evocato “la televisione che si mangia la politica”. Definizione efficace, ma parziale. Perché, in questo caso, la televisione è, a sua volta, “usata” da un intellettuale – Saviano – per narrare, in modo critico, i temi tragici e topici del nostro tempo. La criminalità organizzata, l’eutanasia, le connessioni tra malavita e affari, la demonizzazione dell’avversario. È la “tivù come narrazione critica”, interpretata da personaggi del teatro, della società, dello spettacolo e della cultura, della politica. Paolo Rossi e Beppino Englaro, Gianfranco Fini e Antonio Albanese. Roberto Benigni, Pierluigi Bersani e Roberto Maroni. Non recitano se stessi. Recitano e basta. Con un successo di pubblico strabiliante. Oltre 7 milioni la prima puntata, più di 9 la seconda. Il 30% di share, ma circa il 15% della popolazione e il 20% degli elettori. Un risultato favorito dal contributo di componenti in parte nuove e distaccate dalla tivù. O almeno, a questo tipo di programmi. Giovani istruiti, fra 15 e 30 anni, residenti nel Centro-Nord. (Lo ha messo in luce Stefano Balassone su Europa, analizzando i dati dell’Auditel.)

Il che mi induce ad avanzare due considerazioni. O meglio, due ipotesi.
1. Nella società è ormai diffusa l’insofferenza verso la politica come marketing e come spettacolo. Verso il “Grande Fratello politico”. Questo sentimento, tuttavia, come nel passato, si rivela e si sfoga proprio attraverso la televisione. Usa Saviano e Fazio, capaci di allestire una narrazione della società e della politica alternativa a quella dominante. Dove i “politici” recitano come personaggi di una commedia. La “loro” commedia. Al servizio del pubblico. Cioè: la (cosiddetta) società civile.
2. Non sono un critico di televisione (come Antonio Dipollina e Aldo Grasso). Tuttavia, immagino che le logiche della comunicazione – mediatica e politica – imporranno “Vieni via con me” come un nuovo format. Al di là delle polemiche. Le quali, anzi, ne alimentano il successo. In ambito mediatico e politico. (D’altronde le distanze fra i due campi non si vedono). Nove milioni di spettatori, al tempo della “democrazia del pubblico”, possono convincere Maroni – Ministro dell’Interno e leader della Lega – ad accettare le regole imposte da Saviano. Cioè a recitare per lui, alle sue condizioni. E fanno di Saviano un leader d’opinione. Al tempo stesso: mediatico e politico. Nell’ordine che si preferisce. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Il caso “Vieni via con me”: Che Paese meraviglioso è il nostro. Un unico, grande, materno ventre mollo partorisce il tutto e il contrario di tutto, a comando, col telecomando.

Il primo novembre di quest’anno è morto a New York a 82 anni Theodore Sorensen, autore dei più famosi discorsi pronunciati da John Kennedy negli anni alla Casa Bianca. Sorensen è stato il gost-write per eccellenza. Sua una delle più celebri frasi di JFK: “Non chiederti cosa possono fare gli Stati Uniti per te, ma cosa tu puoi fare per gli Stati Uniti”.

Anche dopo aver smesso di lavorare, Sorensen continuò a collaborare con Nelson Mandela e, più recentemente, contribuì alla campagna presidenziale di Barack Obama.

C’è da credere che Sorensen sarebbe inorridito al solo pensiero di scrivere anche una sola parola per Gianfranco Fini. E, probabilmente, sarebbe scoppiato a ridere se qualcuno gli avesse chiesto di scrivere un paio di brillanti battute per Pierluigi Bersani. Infatti, a Gianfranco e a Perluigi ci ha pensato qualcun altro. Non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che questo qualcun altro sembrerebbe essere uno solo.

Insomma, nel circo mediatico di un Paese senza più idee, dunque anche senza parole, sembrerebbe che un epigono di Sorensen sia stato il gost- writer che ha scritto i due discorsetti: con una mano (destra?) quello di Fini, con una mano (sinistra!?) quello di Bersani. Tutto è successo nell’ormai famoso programma “Vieni via con me”, che ha sbancato gli ascolti per ben due volte consecutive. La cosa è straordinaria. E’ straordinario che un programma televisivo sulla Rai faccia il botto di ascolti.

E’straordinario che questo succeda dopo l’accanita opposizione del direttore generale della Rai. E’straordinario che quel direttore generale della Rai sia il direttore generale di qualsiasi cosa: a uno così si ribellerebbero anche i lacci delle scarpe. Ma la cosa più straordinaria è che il programma televisivo in questione sia targato Endemol, compagnia mondiale specializzata in format televisivi. E’ straordinario che il direttore generale della Rai abbia tentato di sabotare un format Endemol. Perché Endemol è di proprietà di Mediaset. E Mediaset è di proprietà di Berlusconi. Proprio come il direttore generale della Rai.

Ma la cosa straordinariamente straordinaria è che Endemol fa un programma che sbanca gli ascolti, che viene contro-programmato da RaiTre contro il Grande Fratello, che è l’ammiraglia della produzione Endemol. E l’ammiraglia della produzione Endemol ceda il passo al successo di RaiTre contro l’ammiraglia delle reti televisive private, cioè Canale 5. Riassumendo: Endemol fa “Vieni via con me” che da RaiTre batte “Il Grande Fratello” su Canale 5, programma di Endemol. E’ vero che Endemol perde nel mondo nel 2010 circa un miliardo di dollari, come certificano gli analisti di Wall Street. Dunque, tutto fa brodo pur di fare liquidi. In altri termini, il presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana possiede Mediaset, controlla la Rai e a entrambi vende format tv, attraverso la sua società Endemol.

E’ il miracolo dei miracoli: egli è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo dell’audience. Mentre l’odiata Auditel viene sdoganata come metro di misura del successo di Fazio e Saviano, come se per incanto l’Auditel fosse diventata Santa Romana Chiesa della tv di qualità, i giornali, vittime sacrificali dello strapotere televisivo, certificherebbero grandi elogi al programma: nuovo, libero, fresco. Ma Endemol. Che fa tanto “altissima, purissima, Levissima”.

Che Paese meraviglioso è il nostro: un unico, grande, materno ventre mollo partorisce il tutto e il contrario di tutto, a comando, col telecomando. Cosa avrebbe potuto inventare, a questo proposito, Sorensen, il gost-writer per antonomasia? “Non chiederti cosa possono fare le tv per te, ma cosa tu puoi fare per i programmi tv”. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia

La decadenza (a)Mara del berlusconismo.

«Non farò mancare la fiducia a Berlusconi, ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente» ha detto il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna in un’intervista al Mattino. Beh, buona giornata.

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democrazia Popoli e politiche

“Signor presidente del Consiglio, rimetto nelle sue mani le mie irrevocabili dimissioni da membro del governo, con immutata stima”.

Questo il testo delle dimissioni dal governo Berlusconi. Firmate da: il ministro Ronchi, il viceministro Urso, i sottosegretari Buonfiglio e Menia.

La crisi di governo è ufficialmente cominciata. La gestione della crisi è ora passata istituzionalmente nelle mani del Capo dello Stato. Infatti, il presidente della Repubblica ha convocato i presidenti di Camera e Senato.

L’incontro dei presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è prevista per domani 16 novembre alle 16. La convocazione è giunta ai presidenti poco prima di mezzogiorno di oggi, 15 novembre. Beh, buona giornata.

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democrazia

Alle ore 13 del 15 novembre 2010, il governo Berlusconi è ufficialmente in crisi.

“Stamattina, come annunciato, ci saranno le dimissioni irrevocabili degli esponenti di Fli al governo”. Lo annuncia il coordinatore di Futuro e libertà Adolfo Urso ai microfoni di Skytg24. “Entro le 13 di oggi consegneremo le nostre lettere di dimissioni irrevocabili dal governo”: precisa il sottosegretario di Fli alle Politiche agricole Antonio Buonfiglio. Le lettere di dimissioni dei membri del governo di Fli, ha spiegato Buonfiglio, sono composte da “tre righe asciutte, senza commenti”. (Beh, buona giornata).

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democrazia Finanza - Economia - Lavoro Lavoro

“Il deficit medio dei bilanci pubblici nei paesi della zona euro era appena dello 0,6 per cento del Pil nel 2007. Nel 2010 risulta aumentato di 11 volte, toccando il 7 per cento.”

di Luciano Gallino, la Repubblica, 11 novembre 2010

La rivolta degli studenti inglesi e le manifestazioni di massa contro i tagli delle pensioni in Francia o quella promossa dalla Fiom a Roma in difesa del lavoro possono essere lette come un primo tentativo di difendere dall’Europa il modello sociale europeo. Un’espressione che suona un po’ astratta, ma è ricca di significati concreti. Essa vuol dire infatti pensioni pubbliche non lontane dall’ultima retribuzione; un sistema sanitario accessibile a tutti; scuola pubblica gratuita e università a costo minimo; un esteso sistema di diritti del lavoro, e molte altre cose ancora. Negli ultimi cinquant’anni il modello sociale europeo ha migliorato la qualità della vita di decine di milioni di persone ed ha permesso loro di credere che il destino dei figli sarebbe stato migliore di quello dei genitori.

Ora il modello sociale europeo è sotto attacco nientemeno che da parte dell’Europa. Tutti sostengono che è necessario tagliare tutto: pensioni, sanità, scuola, università, salari, diritti. Il motivo lo ha spiegato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. In un articolo apparso sul “Financial Times” nel luglio scorso, il cui titolo suonava “è tempo per tutti di stringere la cinghia”, egli scriveva che per sostenere la “sfera finanziaria” è stato accollato ai contribuenti Ue il rischio di dover sborsare 4 trilioni di euro (cioè quattromila miliardi: quasi tre volte il Pil dell’Italia) tra ricapitalizzazioni, garanzie e acquisto di titoli tossici.

Il “sillogismo di Trichet” dice: voi cittadini vi siete indebitati per trilioni di euro al fine di salvare dalla crisi il settore finanziario; chi contrae debiti deve ripagarli; dunque voi dovete rinunciare a trilioni di spesa pubblica per consolidare il bilancio degli stati. Il che significa tagliare pensioni, sanità, scuola, università, diritti. Già un mese prima il nuovo governo liberal-conservatore del Regno Unito aveva deciso di ridurre del 60 per cento gli investimenti governativi, di tagliare 600.000 posti nel settore pubblico e triplicare le tasse universitarie (portandole da 3.000 a 9.000 sterline).

I governi d’Europa danno la colpa a un’accoppiata infernale: il deficit crescente dei bilanci pubblici indotto dai costi eccessivi dello stato sociale, e la parallela diminuzione delle entrate fiscali causata dalla crisi. Nessuna delle due giustificazioni sta in piedi. Il deficit medio dei bilanci pubblici nei paesi della zona euro era appena dello 0,6 per cento del Pil nel 2007. Nel 2010 risulta aumentato di 11 volte, toccando il 7 per cento.

Colpa di un eccesso di spesa sociale? Certo che no.

Nel periodo indicato essa è stabile o in diminuzione. Semmai colpa della crisi finanziaria. Quanto alle entrate, sono diminuite prima della crisi a causa della forte riduzione delle tasse di cui hanno beneficiato soprattutto i patrimoni e i redditi più alti. In Francia, ad esempio, un rapporto presentato all’Assemblea a fine giugno 2010 lamentava che a causa delle “massicce riduzioni” delle imposte, susseguitesi dall’anno 2000 in poi, le entrate fiscali del bilancio dello stato hanno subito perdite valutabili tra i 100 e i 120 miliardi di euro.

Nel quadro dell’attacco che i governi di destra d’Europa – magari con etichetta socialista, come quello di Zapatero – stanno portando al modello sociale europeo, il governo italiano appare del tutto allineato e coperto. Taglia alla grossa la spesa sociale in modi diretti e indiretti, tra cui la drastica riduzione dei trasferimenti agli enti locali. Per di più il paese Italia è messo assai peggio degli altri. Gli italiani non possono infatti contare su sussidi di disoccupazione che toccano l’80% della retribuzione e possono durare per anni, o su ampi e solidi servizi alle famiglie, come avviene in Danimarca. Né su un reddito minimo garantito come hanno i francesi. E tantomeno ricevono gli alti salari inglesi o tedeschi, che almeno quando uno lavora permettono di reggere meglio le riduzioni dei servizi sociali.

L’attacco dell’Europa al proprio modello sociale non è soltanto iniquo, è pure cieco, perché apre la strada a una lunga recessione. Meno scuola e meno università significano avere entro pochi anni meno persone capaci di far fronte alle esigenze di un’economica innovativa e sostenibile. Infrastrutture sgangherate costano miliardi solo in termini di tempo. Servizi sociali in caduta libera vogliono dire meno occupazione sia tra chi li presta, sia tra chi vorrebbe disporne per poter lavorare.

A una generazione intera la quale va incontro a pensioni che per chi ha la fortuna di decenni di lavoro stabile stanno scendendo verso la metà dell’ultima retribuzione, è arduo chiedere di pagare la crisi una seconda volta. Ma l’attacco al modello sociale europeo è anche peggio della vocazione al suicidio economico che tradisce. Significa ferire gravemente uno dei maggiori fondamenti dell’identità europea, quello che forse giustifica più di ogni altro l’esistenza della Ue. (Beh, buona giornata).

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Rejected by Terra, quotidiano ecologista (questo articolo non è uscito su 3Dnews, inserto del quotidiano Terra: è stato respinto perché “troppo generalista”).

Dopo B ci vuole un piano b.

La sera del giorno in cui Berlusconi sarà costretto alle dimissioni e il suo governo cadrà, Bruno Vespa mostrerà in tv il plastico di Palazzo Grazioli, mentre, in segno di lutto, le tv di Mediaset manderanno in onda il monoscopio, con il sottofondo delle canzoni di Apicella.

Il giorno dopo, Libero e il Giornale saranno in edicola listati a lutto. Negli uffici, nelle fabbriche, nel metrò, nei bar e nei ristoranti non si parlerà d’altro. Poi, la vita di questo Paese scorrerà normale, come dopo la pioggia di monetine che costrinse alla fuga dall’Italia il compianto Bettino Craxi.

Si dirà che Berlusconi e il berlusconismo furono la causa di tutti i mali del Paese (xenofobia, precariato, disoccupazione, disoccupazione giovanile, aumento delle imposte regionali, illegalità dei forti, repressione contro i deboli, violazioni Costituzionali, attacco alla Magistratura, attacco alla contrattazione collettiva, criminalizzazione della FIOM, distruzione del welfare, umiliazione della Cultura, licenziamento di massa degli insegnanti della Scuola, evasione fiscale, aumento parossistico della popolazione carceraria, monnezza, manganellate, caste, cosche, mafie bunga bunga, il crollo di Pompei, l’alluvione di Vicenza). Questa tesi sarà sostenuta da Scalfari, Travaglio, Floris, Santoro, Gabbanelli. Ma anche da Fini, e la Marcegaglia di Confindustria, e don Sciortino di Famiglia Cristiana.

Qualcuno proverà a dire che in realtà Berlusconi e il berlusconismo non furono la causa, ma il prodotto (marcio) della crisi profonda dell’economia italiana, della politica italiana, della cultura italiana, dei poteri forti italiani (imprese, clero, corporazioni, banche).

Che la caduta di Berlusconi favorì il cambio dello scenario politico, utile ai Fini, ai Casini, ai Di Pietro, ai Bersani, e perché no, ai Vendola, (e ancora a Marcegaglia di Confindustria e magari anche a don Sciortino di Famiglia Cristiana) per proporre una cambio della compagine di governo, ma non certamente un cambio della visione politica, né delle contraddizioni della crisi della democrazia, della crisi della produzione di merci, della crisi della produzione di idee, della crisi delle relazione tra le classi sociali, della crisi della difesa dell’ambiente, dello sviluppo delle nuove risorse ambientali, della crisi della prefigurazione di nuove e più promettenti prospettive del ruolo della nostra società nel mare magnum della globalizzazione. (vedi: “Il governo Berlusconi è in crisi. Qui non si tratta della crisi di un governo, questa è la crisi di una intera collettività: “Se poi vogliamo guardare “come stanno le cose” oggi, dobbiamo constatare che siamo caduti più degli altri durante la crisi del 2009 e stiamo ora crescendo decisamente meno della Germania, di Francia e della Gran Bretagna.”- su questo sito: https://www.marco-ferri.com/?p=4143).

E allora i nuovi governi, tecnici o politici, le nuove maggioranze parlamentari torneranno a fare i conti con le proteste dei pastori sardi, dei metalmeccanici, dei precari della scuola, dei cassaintegrati, dei cittadini incazzati per la monnezza, dei migranti, degli internati nei centri di prima accoglienza, degli studenti e dei ricercatori, dei nuovi schiavi dei quello che una volta era il lavoro salariato, e che oggi si chiama “flessibilità”; con le proteste dei precari in tutti i settori produttivi, ma anche dei piccoli imprenditori, le cui piccole aziende sanno fare grandi cose, nonostante le banche e gli enti locali (ancorché “federalisti”). (Beh, buona giornata).

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Il governo Berlusconi è in crisi. Qui non si tratta della crisi di un governo, questa è la crisi di una intera collettività: “Se poi vogliamo guardare “come stanno le cose” oggi, dobbiamo constatare che siamo caduti più degli altri durante la crisi del 2009 e stiamo ora crescendo decisamente meno della Germania, di Francia e della Gran Bretagna.”

di ROMANO PRODI-Il Messaggero.

Per decidere cosa fare bisogna prima di tutto sapere “come stanno le cose”. Quest’affermazione è scontata, ma sono costretto a ripeterla perché oggi non mi sembra applicata né nelle scelte mondiali né in quelle nazionali. A livello mondiale il G.20 di Seoul si è tutto svolto nell’illusione che la crisi sia ormai sotto controllo e che siano sufficienti misure minori per riprendere senza radicali riforme il tradizionale cammino. Lo stesso errore di base impedisce l’analisi e quindi la cura dei nostri problemi nazionali.

Ci fa infatti comodo , ed è oggettivamente consolatorio, sostenere che ci stiamo comportando in modo simile a tutti e che soffriamo della stessa malattia degli altri grandi paesi della vecchia Europa.

Le cose purtroppo non stanno così. Le cose stanno diversamente sia quando analizziamo l’andamento di lungo periodo della nostra economia sia quando ne osserviamo i comportamenti a breve. Riflettendo sul lungo periodo, è passata ad esempio sotto silenzio un importante tabella, elaborata da El Pais su dati del Fondo Monetario Internazionale. Una tabella che mette in fila le percentuali di crescita dei 180 paesi più importanti del mondo (e cioè in pratica di tutti i paesi) negli ultimi dieci anni. Io stesso sono stato sorpreso nel leggere che l’Italia è addirittura penultima, precedendo solo Haiti. Nell’intero primo decennio del secolo la nostra intera economia è cresciuta solo del 2,43% cioè quasi nulla. Sfiguriamo anche a confronto degli altri grandi paesi della pigra Europa perché la Gran Bretagna ha progredito del 15% , la Francia del 12% e la Germania del 9%. Si tratta di progressi modesti anche da parte dei nostri confratelli europei se li paragoniamo al 170% della Cina, al 103% dell’India o al 45% della Turchia, ma nettamente superiori a quelli italiani.

Se poi vogliamo guardare “come stanno le cose” oggi, dobbiamo constatare che siamo caduti più degli altri durante la crisi del 2009 e stiamo ora crescendo decisamente meno della Germania, di Francia e della Gran Bretagna. Continuando in questo modo ci occorreranno altri cinque anni per ritornare al livello di reddito che l’Italia aveva nel periodo precedente la crisi. Ed è chiaro che, se gli altri paesi continueranno a camminare più in fretta di noi, il nostro distacco non può che aumentare.

Ecco “come stanno le cose”. Ben poco potremo consolarci per il fatto che siamo ancora un paese relativamente ricco. Negli ultimi dieci anni siamo infatti passati dal 24esimo al 28esimo posto della scala mondiale del reddito pro-capite e tutti sappiamo bene che, continuando in questa lenta discesa, non solo dovremo abbassare il nostro tenore di vita ma ancora di più lo dovranno abbassare i nostri figli. Vivere in un periodo di decadenza, o almeno di aspettative decrescenti, è quanto di peggio possa capitare a una comunità nazionale. E noi lo dobbiamo evitare a ogni costo, discutendo con serenità e con atteggiamento costruttivo sui semplici dati che ho appena esposto e cercando soluzioni che, nella situazione in cui siamo, debbono essere condivise, o almeno comprese, da tutte le componenti della società italiana.

Credo, ad es. che Marchionne abbia sollevato un problema vero sul futuro del nostro paese. Credo che abbia fatto qualche errore tattico ma credo anche che le sue analisi sul settore dell’automobile debbano essere allargate ad altri settori della nostra società, per obbligarci a un sereno dibattito sul futuro dell’intera nostra economia e, forse, dell’intera nostra organizzazione civile. Il Paese si è invece spaccato e si è schierato secondo vecchi schemi, impedendo in questo modo quel dibattito così necessario per il nostro futuro. Un dibattito che deve mettere sotto esame tutti i comportamenti incompatibili con i cambiamenti che avvengono nelle altre parti del mondo.

E’ infatti l’intera nostra società che rifiuta i comportamenti che, ci piacciano o no, caratterizzano ormai tutte le società avanzate del pianeta. Non si può infatti correre alla velocità degli altri quando l’evasione fiscale copre almeno un quarto della nostra economia e non da segni di calare. E nemmeno quando la scuola e la ricerca hanno un ruolo sempre più marginale nella società e nelle strutture produttive: E potremo continuare con la lista delle ragioni che spingono ogni anni decine di migliaia dei nostri migliori giovani ad emigrare per trovare le occasioni di lavoro che non sono reperibili in Italia. L’elenco potrebbe davvero continuare ma quest’elenco non serve a nulla se non ci si accorge che il cammino della decadenza è già cominciato e che questa caduta sarà sempre più accelerata se ci dedicheremo ancora a elencare primati che non abbiamo più o a sperare che i pochi primati che ancora possediamo si estendano per magia a tutta la nostra economia o a tutta la nostra società. Un processo di rinascita collettiva nasce sempre da un’analisi impietosa della realtà. Per fare cose nuove ci si deve prima rendere conto di “come stanno le cose.” (Beh, buona giornata).

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Berlusconi si sente a Dien Bien Fu.

“Nel mio paese in questo momento ho qualche difficoltà”. Silvio Berlusconi si è rivolto così, parlando in inglese, al primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung, nelle primissime battute dell’incontro bilaterale a margine del G20. Beh, buona giornata.

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Berlusconi? Game over.

“Le prospettive di vita del governo sembrano essere brevi”, Gianni Letta, “eminenza grigia” del berlusconismo dixit. Beh, buona giornata.

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Il governo non c’é più. Per fortuna, il Capo dello Stato c’è.

“Attenzione alle scadenza di impegni inderogabili per il Paese. In particolare alla legge di stabilità e a quella di bilancio”. Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica dixit. Beh, buona giornata.

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