Categorie
Nessuna categoria

Il bugiardiere.

La mattina del 5 Gennaio di quest’anno, in piena campagna elettorale, Paolo Bonaiuti dice:”Berlusconi non ha mai fatto affari con la politica”.(vedi Repubblica.it del 6 Gennaio, giorno della Befana).

L’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, braccio destro del premier, si è spinto più in là e ha dichiarato che “se c’è un esempio di politico che non ha mai fatto, che non fa e che non farà mai affari, quello è il presidente Berlusconi”.

E ha concluso: “Tutti quelli che stanno accanto a Berlusconi e che hanno collaborato con lui in questi anni lo possono testimoniare fin dalla sua discesa in politica”.
Paolo Bonaiuti è il portavoce di Belusconi, da quando nel 1996 aderì a Forza Italia e venne eletto deputato. Rieletto nel 2001, diventa sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, carica che mantiene fino alla sconfitta elettorale della Cdl. Paolo Bonaiuti è stato di nuovo eletto nelle file di Forza Italia..

Se Silvio Berlusconi ha un talento naturale alle bugie, universalmente riconosciutogli, sia in Italia che all’estero, Paolo Bonaiuti, per ruolo, gliele ha messe in bella copia. Anche questo è un lavoro e qualcuno doveva pur farlo. Sotto certi punti di vista è un bel mestiere, il bugiardiere. Ci si può sbizzarrire. Lui lo ha fatto bene, molto bene.

Però c’un però. Paolo Bonaiuti, secondo indiscrezioni della stampa è candidato a ricoprire la carica di vicepresidente della Commissione di Vigilanza della Rai, la cui nomina dovrebbe avvenire venerdì prossimo. Poiché è a tutti noto che la vicenda Rai è legata alla più ampia vicenda del mercato delle tv in Italia, in cui Mediaset ha un ruolo più che rilevante, secondo la Ue eccessivamente rilevante, la qual cosa è a sua volta strettamente connessa alla necessità di una legge sul conflitto di interessi, nominare il portavoce di Berlusconi, capo di Forza Italia, capo della Cdl, capo di Mediaset alla Vigilanza della Rai è una delle cose più creative che si potessero fare in questo momento.

Paolo Bonaiuti è dotato di creatività, da giovane è stato copywriter in pubblicità, la cosa lo ha aiutato molto nello svolgimento nel compito che ha svolto in questi anni. Siccome è a tutti noto che la pubblicità dice la verità, solo la verità, tutt’altro che la verità, la frase, sotto forma di head line pubblicitaria “Berlusconi non ha mai fatto affari con la politica” dovrebbe essere iscritta al festival della pubblicità di Cannes, vincerebbe un grand prix.

Se la pubblicità è autorizzata a dire piccole o grosse bugie, tanto è solo pubblicità, la politica, che pure è l’arte del possibile, dovrebbe come minimo stare più attenta quando le spara grosse.

Dunque, la domanda è semplice: può il portavoce di Berlusconi diventare il vicepresidente della Commissione parlamentare di Vigilanza della Rai? A questa domanda dovrebbero rispondere il Presidente della Camera e il Presidente del Senato. Prego, ne hanno facoltà. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

In bocca al lupo.

Inevitabili le battute sul lupo Silvio Berlusconi che a Gubbio, al convegno di Forza Italia ha fatto le sue dichiarazioni post-tracheite contro il governo Prodi, contro la missione in Libano, ma soprattutto contro la legge sul conflitto di interessi, legato a filo doppio con il sistema televisivo italiano, e dunque contro le nomine alla Rai. In particolare, sulla Rai Berlusconi ha parlato di “emergenza democratica”.

Fini ha detto bene-bravo-bis. La questione è e sarà una delle note dolenti della politica italiana e del governo, perché la presenza massiccia della rappresentanza parlamentare dell’opposizione, frutto della legge elettorale cambiata in corso d’opera nella passata legislatura, a ridosso dell’apertura delle urne, renderà faticoso il cammino di una nuova legge sul riordino del sistema della tv, in particolare del servizio pubblico, nonostante l’obbligo di recepire una precisa normativa europea in materia.

Non è singolare che Silvio Berlusconi dica cose che non rispondono al vero, è nel suo stile politico e imprenditoriale. Non lo è neppure che gli altri leader della cdl facciano orecchie da mercante al senso di responsabilità, siano supini e acquiescenti nei confronti del Cavaliere, soprattutto quando in gioco ci sono i suoi interessi imprenditoriali, e il core business, cioè la tv.

In queste ore, per altro, si riunisce il cda della Rai sulla questione delle nuove nomine, e il peso dell’iniziativa politica della Cdl sulla questione si è fatto sentire, se è vero, come è vero, che questa riunione del cda della Rai è stata aggiornata proprio per allentare la tensione, per lenire il senso d’intimidazione che proviene dalla opposizione.

In questo senso si è trattato di un rinvio inutile, proprio perché Berlusconi ha rincarato la dose di pressione nel suo intervento a Gubbio.
La domanda è: esiste davvero un problema di emergenza democratica sulle nomine alla Rai? La risposta è sì, ma il pericolo non viene dal governo, quanto più tosto dall’opposizione. In pieno scandalo delle intercettazione telefoniche, i giornali pubblicarono le conversazioni tra Salvo Sottile, allora capo ufficio stampa di Fini e numerosi personaggi del mondo politico, del giornalismo e della Rai.

Per quanto non sia gradevole né del tutto corretto pubblicare le intercettazioni, ce ne una, in particolare che fa luce sulla situazione “politica” all’interno della Rai. Lo scorso 21 Giugno, La Stampa di Torino ha pubblicato una conversazione tra Guido Paglia, direttore delle Relazioni Esterne Rai, con Salvo Sottile.

Secondo il quotidiano torinese “Guido Paglia è furente con Forza Italia e si sfoga con Sottile.
Paglia: -Questi stanno facendo carne di porco.
Sottile:- Ehm.
Paglia:-Naturalmente con …Cattaneo (ex direttore generale Rai, ndr) in testa, con Comanducci…Sartori, cioè tutto il grigio di Forza Italia. Fanno passà solo le cose loro, le loro fanno passare. Cioè per dire, adesso anche quel poveretto che è amico di Gianfranco, di Girotti (…)
Sottile:-Sì.
Paglia:- L’accordo che avevo fatto io prevedeva che lui diventasse dirigente e vice-direttore del “Gambero rosso”…
Sottile:-Ehm
Paglia:- Lo hanno inculato…e lui non è diventato dirigente, però in compenso loro i dirigenti li hanno presi. Hanno portato una dei Ds. Insomma…..”

Da questo stralcio si capisce di che natura è lo scontro in atto alla Rai. Berlusconi esige la rendita di posizione sul mercato delle tv, e quindi vuole tutelare la maggioranza in Cda, garantitagli dalla Gasbarri, ragion per cui il consigliere Petroni, nominato dal precedente Ministro dell’Economia, non intende schiodare.

Gli alleati di Berlusocni, Fini “in prima persona”, tanto per citare il suo slogan alla scorse elezioni politiche, difendono la rendita di posizione degli uomini che hanno infilato alla Rai,
Questo è il quadro in cui l’attuale Cda della Rai deve decidere delle nomine. E’ un quadro a tinte fosche, anche perché in questo momento la Commissione di Vigilanza non c’è.

Agli uomini e alle donne che lavorano in Rai c’è da augurare “in bocca al lupo”. Sperando non sia quello di Gubbio. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Medice cura te ipse.

Molti medici prendono troppo a cuore le sofferenze dei loro pazienti, sviluppando la sindrome conosciuta come ‘fatica da compassione’.

Lo afferma Lidia Genovese, psicologa di un Istituto di ricerca di Sydney, alla Conferenza sui servizi di salute mentale in corso nel Queensland.

Per la ricercatrice, i professionisti della sanità nemmeno riconoscono di soffrire di questa patologia e rischiano l’esaurimento.

Per questo dovrebbero consultare regolarmente un professionista di salute mentale.

Come dire che se la prendono talmente a cuore che gli si ammala l’animo. Ma temo la cosa sia soprattutto dovuta al fatto che in tempi di neoliberismo sfrenato, di più stato e meno mercato a tutti i costi, veder tagliare le spese per la sanità, dunque l’attenzione verso i malati, fa venir male anche ai medici, ai paramedici, agli operatori della sanità in genere.

Soprattutto quando sui malanni ci si specula, si costruiscono lobby, carriere politiche, sperperi e serbatoi di voti. La salute delle classi più deboli è diventa un voce di bilancio, da far quadrare, al di là e al di fuori della realtà sociale. E un malato diventa una voce di spesa o un numero da mettere nella colonna delle entrate.

Anche se Ippocrate non era un contabile, oggi comanda la bottom line, l’ultimo rigo, sotto cui iscrivere un cifra, il più vicina possibile ai risultati finanziari previsti dal bilancio. Come dire che conta più la forbice di un direttore finanziario, che il bisturi di un chirurgo. Infatti, quando di parla di sanità si parla sempre di tagli.

Nelson Mandela una volta ha detto che l’Aids era un grande flagello dell’umanità, ma che c’era una epidemia peggiore dell’Aids: i pessimi governi. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Che gli dice il cervello?

Alcuni neuroscienziati inglesi hanno scoperto che gli adolescenti sono più egoisti degli adulti nel prendere delle decisioni.

Secondo gli studiosi infatti l’area cerebrale della corteccia prefrontale, associata all’empatia e alla comprensione delle motivazioni altrui, è molto più usata dagli adulti e quasi per niente dai teenager, che invece si servono di un’altra zona del cervello, che gli fa solo immaginare lo svolgimento dell’azione.

La spiegazione scientifica della fase adolescenziale potrebbe essere estesa con cognizione di causa all’infantilismo in politica. Una formazione politica in fase adolescenziale, per esempio la Lega Nord potrebbe essere rimasta all’uso di un’altra parte del cervello, che, come dicono gli scienziati inglesi, gli ha fatto solo immaginare lo svolgimento di una azione, vale a dire la Padania.

Quanto al fatto che l’area cerebrale della corteccia prefrontale, associata all’empatia e alla comprensione delle motivazioni altrui, è poco usata dagli adolescenti della politica, esemplare è il caso del senatore Calderoli.

Come spiegare altrimenti l’invocazione della bomba atomica da sganciare su Teheran? Come spiegare altrimenti la definizione di “bingo bongo” riferita agli immigrati nel nostro Paese? E l’aver apostrofato Rula Jebreal, giornalista de La 7 con uno sfrontato “lei è abbronzata”?

E l’aver mostrato la sua biancheria intima, con la serigrafia delle vignette di Maometto, durante una trasmissione televisiva condotta da Mimum in prime time su RaiUno, gesto che provocò tragici incidenti a Bendasi, costati 16 morti, 200 feriti e la fuga precipitosa del console italiano dalla sede diplomatica data alle fiamme? E essersene ultimamente vantato, tanto da dichiarare di voler inviare la sua famigerata t-shirt al presidente Bush?

In effetti, questa serie di accadimenti possono essere imputati a una forma di adolescenza della politica, un modo egocentrico e egoistico di non capire gli effetti delle proprie azioni.

Il fatto che il ragazzone si stato eletto al senato è un problema che riguarda gli adulti che lo hanno votato.

Che sia stato nominato responsabile dell’organizzazione della Lega Nord è un problema dei suoi coetanei di partito, uno dei tanti.

Adesso però si pone un problema a tutti gli adulti che siedono al Senato: era proprio necessario nominarlo vice presidente dell’assemblea di Palazzo Madama?

Forse sarebbe bene scucirgli i galloni, non tanto per cucirgli la bocca, quanto per evitare che parli a nome del Senato della Repubblica, seconda istituzione dello Stato.

O dobbiamo aspettare la prossima spacconata adolescenziale? Visti i precedenti, che si debba agire presto lo capirebbe anche un bambino. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Ma che “razza” di tv.

Il colmo della tragica fine di Steve Irwin sono le postume lacrime da coccodrillo nel circo mediatico.

Colpito a morte dall’aculeo di una razza, l’australiano Steve Irwin si è tolto il barbiglio dal petto prima di perdere conoscenza e morire.

Lo rivela il suo manager John Stainton. Una sequenza video dell’attacco mostra Irwin che nuota sopra la razza sulla Grande Barriera corallina. ‘All’improvviso – racconta Stainton – il pesce agita la coda e colpisce con l’aculeo il torace di Irwin che lo afferra e lo estrae prima di morire. L’operatore ha dovuto interrompere le riprese’.

Una vita spericolata, giocando con i coccodrilli, davanti alle telecamere. Il modo di parlare da telepredicatore, quasi invasato dal suo contatto non tanto con la natura, ma con i pericoli della natura, ha reso famoso Steve Irwin in tutto il mondo, grazie alla tv via satellite, quella tanto decantata tv tematica, che per fare concorrenza a quella generalista ne usa spesso gli aspetti più superficiali, effimeri, esagerati, insomma, spettacolari a tutti i costi.

Stupire gli occhi, istupidire il senso della realtà, come quando faceva il clown col figlioletto in braccio, stuzzicando un coccodrillo. Stupire a tutti i costi, anche a costo del buongusto, del buon senso e sta volta a costo della vita. The show must go on, e quindi vedremo stupiti il video degli ultimi istanti dell’esistenza di Irwin, a immortalarne il gesto “eroico”: la fine epica dell’eroe.

Con tutta la tragica inutilità spettacolare, come un uomo del circo che perde la vita nell’eseguire l’esercizio che faccia dire un ohhhh più forte agli spettatori.

Ecco allora che si deve rendere omaggio a un giocoliere del circo mediatico. Che razza di fine, che razza di morte, che “razza” di tv. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

10 Agosto 2006: cielo, la verità.

Nel mio “Toglietemi le mani di dosso, o non prendo più un aereo” dell’11 Agosto u.s., ho scritto:

“Non metto in dubbio che una ventina di cittadini britannici di origine pakistana abbiamo progettato un attentato eclatante. So, però, che la brillante operazione antiterrorista di Londra è un falso, ma non ho le prove. Per poterle avere, dovrei aspettate settimane, mesi, come è stato dichiarato dalle autorità. Vorrei anche dire che se da circa un mese, grazie alla soffiata di un infiltrato, i componenti della banda che voleva far saltare in aria da sei a dieci aerei diretti negli Usa era sotto controllo, tanto che a un certo punto è stato deciso di arrestarli tutti, che bisogno c’era della messa in scena dell’allarme negli aeroporti londinesi? Propaganda, pura e semplice propaganda: siccome siamo minacciati, la guerra al terrorismo deve continuare, in Iraq, in Afghanistan, in Libano.”

In realtà sono passate solo tre settimane e la verità sul 10 Agosto è venuta a galla. Come si evince da un articolo di Giulietto Chiesa, europarlamentare, che qui di seguito riproduco per intero. Beh, buona giornata.

“Sono in molti a chiedersi che cosa ci fosse, davvero, sotto l’ormai famoso “complotto del terrore” aereo, “scoperto” con grande clamore mediatico, grande paura planetaria, grandi contromisure mondiali, il 10 di agosto 2006. Per inciso: mentre Israele bombardava senza tregua il Libano e la striscia di Gaza, attirandosi addosso l’esecrazione di una larga maggioranza di cittadini di ogni latitudine.

Comincerei da lontano: dal programma del Pentagono denominato P2OG. La sigla sta per Proactive Preemptive Operations Group . L’esistenza di questo programma, la cui data di nascita è sconosciuta, emerse dai fondali nell’agosto 2002, perché notizie che lo riguardavano vennero pubblicate dal Comitato Scientifico di Difesa del Pentagono. Non è escluso, ma non è sicuro, che un tale programma fosse esistente da più tempo. Per esempio da prima dell’11 settembre. Ma, in sostanza cosa c’è nella scatola? Operazioni clandestine di elevata sofisticatezza realizzate dai servizi segreti per “stimolare reazioni” nei gruppi terroristici. Cioè: penetrazione nei gruppi con agenti provocatori, per spingerli ad azioni errate che permettono, dopo essere state “scoperte”, di sgominarli o di ricattarli.

Non è un’idea originale? Il fatto è che Seymour Hersh, Dio lo benedica per la sua tenacia, ci ha informato, nel gennaio del 2005, con un articolo sul New Yorker, che il P2OG è stato rimesso in funzione. “Mi è stato riferito (da fonti del servizi americani, ndr) che agenti militari sarebbero stati preparati per fingersi uomini d’affari corrotti, che cercano di comprare pezzi che possano essere usati per costruire bombe atomiche. In certi casi cittadini locali (cioè non americani, ndr) potrebbero essere reclutati per entrare a far parte di gruppi guerriglieri o terroristici. Con il compito potenziale di organizzare ed eseguire operazioni di combattimento, o perfino attività terroristiche ” (il corsivo è mio).
Adesso torniamo al complotto “globale” del 10 agosto. Da dove sono venute le informazioni? Dai servizi segreti militari del Pakistan, l’ISI. Cioè i signori che crearono dal nulla, tra il 1994 e il 1996, il regime dei taliban in Afghanistan. I quali avrebbero catturato Rashid Rauf, la cosiddetta “mente” dell’intera operazione che avrebbe dovuto far saltare per aria una decina di aerei diretti da Londra verso gli Stati Uniti. E insieme a Rashid, un discreto gruppetto di complici.

Ma quando gli attentati? Non certo in prossimità del 10 agosto, perché a quella data i sospetti, cioè i 24 arrestati, non avevano ancora nemmeno comprato i biglietti aerei. E molti di loro non avevano nemmeno i passaporti per andare negli Stati Uniti. Questa notizia è stata data alla NBC News da una fonte ufficiale britannica. Un’altra fonte dei servizi britannici ha riferito inoltre che molti dei sospetti erano sotto stretta sorveglianza da più d’un anno, cioè da prima degli attentati del luglio 2005. Ma, se erano sotto vigilanza, da dove viene la sorpresa e il clamore? E perché spiattellare tutto proprio alla vigilia del 10 agosto? Sempre NBC News rivela che la decisione di arrestarli subito, sebbene non ci fosse nessuna evidenza di pericolo immediato, “fu imposta dai funzionari di Washington”.

Ma cosa era accaduto, nel frattempo? Che, a Islamabad, Rashid Rauf aveva confessato. Perfino i giornali pakistani riferiscono che il giovanotto “è crollato” sotto gl’interrogatori. E tutti noi capiamo come vengano condotti gl’interrogatori della polizia politica pakistana. In altri termini: tortura. Il fatto che gli agenti americani e britannici non abbiano mosso ciglio di fronte a una confessione sotto tortura non deve destare stupore: è quello che loro stessi hanno fatto – o hanno permesso che si facesse a Guantanamo Bay, in Uzbekistan (rivelazioni molto dettagliate dell’ex ambasciatore britannico a Tashkent, Craig Murray), ad Abu Ghraib, a Damasco, al Cairo, a Kabul, etc.

In quelle condizioni si confessa qualsiasi cosa, ovviamente. E Rashid Rauf non poteva fare eccezione. Confessa anche, ad esempio, che gli aerei li avrebbero fatti saltare in aria fabbricando, sempre in aria, un esplosivo denominato TATP. Cioè perossido di idrogeno, acetone e acido solforico. Secondo la versione fornita dagl’inquirenti, i terroristi sarebbero saliti a bordo con questi tre elementi separati, tutti e tre liquidi, per sfuggire ai controlli dell’aeroporto. I componenti sarebbero poi stati mescolati insieme in una toilette dell’aereo, per produrre il micidiale esplosivo.

Sfortunatamente questa storia è totalmente impossibile, come hanno clamorosamente dimostrato gli esperti di esplosivi e come ha, con grande spirito umoristico, raccontato il giornalista americano Thomas C. Greene. Perché mettere insieme perossido di idrogeno (nella dovuta concentrazione, altamente infiammabile), con acetone, si può fare, ma richiede obbligatoriamente una temperatura inferiore ai 10 gradi centigradi , altrimenti il liquido risultante s’incendia subito. E l’incendio può ustionare il portatore, o i suoi vicini di sedile, ma non è un’esplosione e non può far cadere l’aereo. D’altro canto tenere sotto controllo una tale soluzione per diverse ore, in aereo, implica un sistema di refrigerazione molto preciso e anche molto ingombrante. Da portare, per giunta, nella toilette insieme ad alambicchi vari. Perché adesso viene in bello. Cioè il versamento dell’acido solforico nella data soluzione.

La qual cosa richiede, come minimo e preliminarmente, una maschera antigas e un paio di occhiali da subacqueo, perché il gas che ne fuoriesce è altamente corrosivo per gli occhi e letale se inspirato. Non solo, ma l’intera operazione, per raggiungere la quantità di esplosivo necessaria, richiede parecchie ore. E poi comporta altre due ore e mezzo circa di attesa affinché il composto chimico riesca a seccare, trasformandosi in piccolissimi cristalli simili a neve, prima di poter essere fatto detonare con un impulso elettrico.

Tutto questo, com’è evidente, richiede che, nel corso dell’intero volo, nessun passeggero venga a bussare alla porta della toilette; che nessun membro dell’equipaggio si insospettisca vedendo un passeggero entrare nella toilette con ingombranti apparecchiature, e poi assistendo, dall’esterno a una tale prolungata diarrea; che i fumi del gas letale, dall’odore caratteristico di acido solforico, non escano dalla toilette, soffocando i passeggeri dei sedili situati in prossimità della detta toilette.
Il mondo intero – come ha scritto Green – “è stato raggirato con un mito hollywoodiano di liquidi esplosivi binari, che ha guidato interi governi e determinato politiche. Cioè noi abbiamo reagito a un complotto cinematografico”. Pura fiction, evidentemente di grande successo.

Chi l’ha prodotta? Ecco, non sarebbe male ora tornare a bomba, come si usa dire, al progetto P2OG. Ce ne sono i motivi. Secondo la dettagliata analisi di Nafeez Mossadeq Ahmed (1), che cita a sua volta il capo del bureau pakistano di Asia Times, Syed Shahzad, i cittadini britannici di origine pakistana arrestati a Lahore e Karachi in connessione con il complotto, erano tutti membri attivi del gruppo islamico britannico clandestino Al Muhajiroun, il cui capo è Omar Bakri Mohammed. Costui è ora in Libano, dove è stato “esiliato” dalle autorità britanniche sebbene figuri tra i sospettati per le esplosioni del 7 luglio 2005 a Londra. Non vi sembra strano che, avendolo in mano, gl’inglesi se lo siano fatto scappare? Risulterà meno strano quando si sappia che Omar Bakri Mohammed era un agente dell’MI6 britannico, reclutato alla metà degli anni ’90 per reclutare, a sua volta, combattenti islamici per il Kosovo. Sempre secondo la stessa fonte sia la CIA che l’MI6 avrebbero da tempo loro agenti infiltrati all’interno del gruppo Al Muhajiroun. Il tutto appare straordinariamente simile alla mission del gruppo P2OG: organizzare finti o veri attentati terroristici, penetrare all’interno dei gruppi terroristici per usarli a proprio piacimento. Ecco da dove viene la fiction nella quale tutti i media principali hanno immediatamente creduto, rivendendocela come realtà effettuale, contribuendo a organizzare la diversione.

Poi che succede? Che le prove non ci sono, che la “mente” del complotto, torturato a dovere, non viene neppure estradato in Inghilterra, forse perché non lo si può far vedere in pubblico. E succede anche che dei 23 arrestati solo 11 vengono formalmente incriminati, con accuse molto generiche di possesso di elementi atti a costruire bombe e possesso di video estremisti inneggianti al martirio. Due sono rimessi addirittura in libertà, gli altri 11 sono trattenuti in base alla legge antiterrorismo che prevede 28 giorni di detenzione anche senza un’accusa formale. Il ministro dell’interno britannico, John Reid, sta cercando di far passare un piccolo Patriot Act d’oltre Manica, per prolungare il fermo fino a 90 giorni, ma non risulta abbia chiesto l’estradizione di Rashid Rauf.

Ma ciascuno di noi dovrebbe sapere che è possibile, teoricamente, la sua incriminazione per terrorismo. Infatti potrebbe avere dell’acetone in bagno, per sciogliere lo smalto sulle unghie, e dell’acido solforico per sturare i lavandini, e del decolorante per capelli, che contiene, insieme al 97% di acqua, anche del perossido d’idrogeno. Infine tutti abbiamo un telefonino, potenzialmente adatto a innescare l’esplosivo risultante.

Resta una domanda, che spesso mi viene fatta quando cerco di spiegare che anche l’11 settembre è una colossale menzogna: “ma possibile che chi organizza questi spettacoli sia così stupido da lasciarsi dietro tante incongruenze?” La domanda è legittima, ma ingenua. Le incongruenze sono evidenti, ma le conosceranno in pochi. Quello che passa è la versione ufficiale, che crea l’ondata di panico opportuna per l’uso da parte dei poteri. Chi organizza queste cose non è affatto stupido: conosce il funzionamento dei media meglio di noi e anche meglio di molti direttori di giornali e di telegiornali.

di Giulietto Chiesa
da Galatea

NOTE
1) www.uruknet.web.at.it/colonna-centrale-pagina.php?p=26039&colonna=m

Share
Categorie
Nessuna categoria

Quei bambini ci guardano.

Un gruppo di 160 bambini e ragazzi tra i 5 e i 12 anni hanno dormito in aeroporto a Fiumicino perché l’aereo non c’era.

Il gruppo proveniva dai campi profughi del Saharawi, in Algeria, e insieme con altri 300 coetanei e connazionali, hanno trascorso un periodo di vacanza in Italia ospiti di famiglie e parrocchie. Il rientro era previsto ieri alle 22, ma il charter dell’Air Algerie è stato poi slittato alle 2, ma ora sembra che prima di questa sera non ci sarà un volo.

Mentre abbiamo la certezza che “l’Apocalisse dei cieli” del 10 agosto, come lo aveva definito Angelo Panebianco, prendendo una cantonata sia sui fatti che sui commenti è stato il Big Bluff dell’estate, mentre abbiamo assistito ad allarmi fasulli per tutto il mese di agosto, ecco che viene fuori un’altra banale verità: la deregulation del trasporto aereo continua a creare situazioni al limite dell’intelligenza umana.

Dal deserto del Saharawi al deserto delle capacità operative: una bella lezione sulla superiorità della civiltà occidentale, che cade a fagiolo. Anzi, a Pera. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Come mai, come mai.

La vicenda dei precari dei call center Atesia ha riaperto il dibattito sul lavoro precario in Italia. Berlusconi si vantava che in Italia il costo del lavoro fosse il più basso in Europa.

Abbiamo visto che i profitti delle aziende non sono stati reinvestiti in innovazione, abbiamo visto la crescita economica del sistema Italia essere la più bassa d’Europa. In compenso, è nata la categoria economica degli immobiliaristi, “i furbetti del quartierino”che gestivano i profitti derivati dai risparmi sul costo del lavoro, finiti nella tasche di alcuni, e reinvestiti in immobili. O nei beni mobili, cioè nel mercato azionario, tassato solo al 12,50%.

I neoliberisti dicono che tutto deve essere risolto dal mercato. Infatti, il presidente di Assocontact, l’associazione degli imprenditori dei call center dice che i salari bassi e l’uso smodato dei precari non è colpa loro, ma di quelle piccole aziende, i”cantinari”che fanno dumping sugli appalti, e fanno subappalti. Insomma: i benefici della concorrenza me li metto in tasca io, i difetti del mercato sono a carico dei lavoratori.

L’Italia è cambiata, ma la musica sembra sempre la stessa, quella che nei cortei degli anni delle tute blu: “come mai, come sempre in c….agli operai!?”

Il superamento della legge Biagi è nel programma del governo Prodi. Caro Romano, hai voluto la bicicletta, adesso pedala. Beh, buona giornata

Share
Categorie
Nessuna categoria

L’odio e l’audience.

Per fare audience, bianchi contro neri contro ispanici contro asiatici. Succede su ‘Survivor’, uno dei più famosi reality tv, trasmessi negli Usa.
E così, gli autori del programma hanno diviso i 20 concorrenti per razza.
Siccome è quello che si voleva succedesse, è scoppiata subito la polemica.
I
responsabili del programma erano stati accusati nelle scorse edizioni di dare troppo spazio a concorrenti bianchi. Che fare? “Abbiamo deciso di trasformare le critiche in un elemento creativo” ha spiegato il conduttore Jeff Probst. La polemica è scoppiata con il netto anticipo che ci vuole per promuovere un programma tv, il quale infatti andrà in onda il 14 settembre prossimo.

Però, la ragione principale dell’introduzione dell’”elemento creativo”, secondo i critici, sarebbe il calo di spettatori (-25%) registrato nella scorsa edizione. Quel meno 25 avrebbe potuto far addivenire a più miti consigli. E invece no. Per fare audience va bene tutto, anche l’intolleranza razziale.

Poi uno non si spiega perché alcune grandi marche americane disinvestono in tv. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Ridateci la sabbia.

Pare che sul sito tedesco di eBay sia possibile comprare la sabbia delle spiagge italiane. La sabbia, presumibilmente rubata da turisti tedeschi, è in vendita su internet a poco meno di due euro a bustina, con tanto di foto dimostrativa.

Basta un clic e, per esempio i granelli della spiaggia di Capoliveri, di Salina e di altre località balneari italiane arrivano comodamente a casa dell’acquirente.

Il responsabile di Legambiente per le isole minori ha detto: ”Dopo i furti dei sassi levigati dalla spiaggia di Pomonte per farne ornamenti e muretti da giardino; dopo i ciottoli picchiettati di nero della spiaggia delle Ghiaie, asportati a migliaia dai turisti come souvenir della riva dove sbarcarono gli Argonauti, che macchiarono i ciottoli con il loro sudore, ecco per il litorale dell’Elba un altro furto pericoloso”.

Il fatto è gravissimo: non è che uno può fare un indulto al giorno per i politici dalla mano lesta, per le barbe finte fellone, per gli imprenditori disinvolti, per furbetti e furboni e se continua così, come faremo a insabbiare i prossimi scandali, inchieste, evasioni fiscali, e processi? Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Forse a Gaza torna la politica.

Dopo il ritiro delle truppe israeliane e lo smantellamento degli insediamenti dei coloni, la situazione a Gaza è peggiorata: sporcizia ovunque, non c’è sicurezza per i cittadini, è stato un errore lanciare missili in territorio israeliano, per poi non essere in grado di difendere il territorio.

A dirlo pubblicamente il portavoce di Hamas, Ghazi Hammad, che ha fatto autocritica su governo e milizie palestinesi in un intervento alla radio israeliana.

Già ieri su un quotidiano aveva usato toni critici nei confronti del governo Hamas, che egli stesso rappresenta, per la situazione disastrosa nella striscia di Gaza, che ‘non si può attribuire solo all’occupazione’ da parte di Israele.

Forse un passo avanti per un governo di unità nazionale con Fatah, forse un passo indietro dell’ala militare di Hamas. Quando tacciono le armi, forse parla la politica. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Ogni riferimento è puramente casuale.

Il New York Times ha scoperto un sospetto di insider trading nel 41 per cento delle maggiori fusioni dello scorso anno. Secondo il quotidiano, il 41 per cento delle società target di acquisizioni nel corso del 2005 hanno registrato transazioni di borsa ‘anormali o sospette’ prima che le fusioni diventassero pubbliche. Per il New York Times chi ha comprato azioni durante quei periodi ha conseguito guadagni fino al 40 per cento.
Ogni riferimento a fatti e persone e società e banche italiane realmente esistenti è assolutamente casuale. Per quanto riguarda il parco buoi, come vengono allegramente definiti i piccoli risparmiatori di Piazza Affari, si precisa che nessun animale è stato ferito o maltrattato durante la stesura di queste righe.
Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Il pretesto.

Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha inaugurato l’impianto di produzione di acqua pesante del reattore nucleare di Arak. L’Iran sta costruendo un reattore ad acqua pesante ad Arak, 180 km a sud-est di Teheran, parte fondamentale nel piano nucleare iraniano e capace di produrre plutonio, secondo alcuni potenzialmente in grado di essere impiegato per fabbricare ordigni nucleari.

Sono mesi che Dick Cheney cerca un pretesto per dimostrare che l’Iran sta costruendo la madre di tutte le armi di distruzione di massa, la bomba atomica.

Gli Usa hanno pronta una risoluzione da far approvare all’Onu contro l’Iran, passo diplomatico propedeutico ai piani di attacco ipotizzati contro Teheran.

Nonostante l’offerta iraniana di riaprire le trattative con il gruppo dei 5+1, il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha inaugurato oggi un ottimo pretesto per un nuovo conflitto?
Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Quando c’è di mezzo il petrolio.

Tre dipendenti della Saipem, uno dei quali italiano, sono stati rapiti ieri in Nigeria dopo un attacco armato a una piattaforma petrolifera a Port Harcourt.

L’italiano sequestrato si chiama Mario Pavesi, è un tecnico della ditta Sanco spa di Galliate (Novara) specializzata in impianti antincendio Sull’episodio, confermato in nottata dalla Farnesina, si conoscono solo pochi dettagli.

A Gennaio venne attaccata da un folto gruppo di uomini armati anche una istallazione petrolifera dell’Agip.

Nel mese di Maggio tre dipendenti dell’Eni, tra cui un italiano, furono rapiti. In questo caso la liberazione avvenne molto rapidamente.

A Luglio il quotidiano Guardian di Lagos ha riportato la notizia del sabotaggio di un oleodotto della Nigerian Agip Oil Company che avrebbe causato la perdita di 120.000 barili quotidiani. Lo riferì l’Ansa, che riportò anche di una smentita dell’Eni, che ammetteva solo un danneggiamento alla rete di raccolta di una struttura di collegamento stimando la soluzione del problema “a breve, con una perdita di materiale irrilevante”.

Gli attacchi, le violenze e i rapimenti, cresciuti di intensità nell’ultimo anno e mezzo e indirizzati contro le multinazionali del petrolio, tra cui anche le compagnie italiane hanno già prodotto, dal mese di febbraio, un calo di oltre un quarto della produzione petrolifera della Nigeria, ottavo maggiore esportatore di idrocarburi al mondo.

Meno se ne estrae, più sale il prezzo. Prima delle avventure belliche in Afghanistan e in Iraq il prezzo al barile era 22 dollari. Ora siamo vicini agli 80 dollari.

E’ per questo che fanno più notizia i turisti derubati che i tecnici italiani rapiti? Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Ma è tempo che torni la politica.

A proposito del mio “Ben tornata Europa”, Martina mi ha scritto questo commento:

Quante ruspe manderà l’Europa? Quanti sacchi di cemento? Quanti operai edili? Quanta carta per le scuole? Quante garze per i feriti? Quanti mezzi per la ricostruzione, e ancor prima per dipanare la matassa delle macerie? Israele non ha mica bombardato solo il confine, ha distrutto ponti, ospedali, fabbriche. Siamo sicuri che vogliamo lasciare che sia hezbolla ad occuparsi di tutto questo? Chi si occuperà di ripulire il mare? E con i soldi di chi? Una volta si diceva “chi rompe paga e i cocci sono suoi”. Israele è pronta a smaltire centinaia di migliaia di sacchetti di calcinacci?
(Scritto da: martina | 25/08/06 a 14:44 )

Diciamo subito che non vedere la finestra che si è aperta con il parziale fallimento dell’azione militare israeliana in Libano è un errore, un errore piccolo, ma fatale, una sorta di estremismo infantile, come altri ce ne sono stati nella storia passata e recente.

La valutazione deve essere politica. Vanno individuate le contraddizioni, e scegliere la contraddizione principale. Le contraddizioni sono molte, e ognuna, messa in luce dal dibattito attorno al ruolo italiano di questi anni nello scenario della guerra preventiva al terrorismo, così come è stata imposta dagli Usa al mondo, e dal governo Berlusconi negli scorsi 5 anni, ha la sua valenza e dignità. Ma la domanda è: quale è stato il ruolo dell’Italia durante gli ultimi cinque anni? Cioè: qual è stata la contraddizione principale?

Essa è stata l’appoggio incondizionato alla politica estera Usa. Una politica imperiale e, dunque unilaterale: ha spaccato la politica estera della Ue, ha diffamato prima e messo all’angolo poi l’Onu. La politica estera Usa ha prodotto guerra, ha esportato il terrorismo islamico, ha coinvolto le politiche interne dei paesi europei, compreso il nostro, sul terreno della sicurezza nazionale.

Non sono state violate solo le costituzioni nazionale, come la nostra, per mandare in “guerra” soldati in Afghanistan prima e in Iraq poi. Sono state violate ripetutamente le stesse sovranità territoriali, come il sequestro, pianificato, di cittadini di nazionalità araba sui territori europei ha dimostrato.

Sono state assunte norme restrittive, in automatica applicazione delle direttive del Pentagono e dei servizi di sicurezza Usa, scavalcando i parlamenti e gli stessi ministeri europei degli affari interni, ridotti a rango di notai di decisioni prese a Washinton o a Londra. La situazione nei nostri cieli e nei nostri aeroporti valga come esempio eclatante.

In sostanza, si è applicato a man bassa l’antico principio, secondo il quale “un popolo spaventato si governa meglio”.

Il governo Berlusconi è stato nemico della pace e della legalità internazionale, ma soprattutto del lavoro, della cultura, della libertà d’informazione, dei migranti e, per il semplice fatto di essere rozzamente e smaccatamente neoliberista, è stato il nemico giurato di ogni forma di eguaglianza.

La politica estera dell’attuale governo di centro-sinistra si muove tra le macerie lasciateci dal berlusconismo. Sul caso specifico, però, ha riportato sulla scena la questione dell’autonomia delle cancellerie europee, ha rimesso in partita l’Onu. Questo è un fatto politico. E’ su questo fatto politico che va ricalibrato il dibattito. Non si tratta di dire mi piace o non mi piace, né di testimoniare distinguo o adesioni. Si tratta di valutare una fase nella quale il governo italiano non è più nemico, esso può essere considerato un avversario, bisogna calibrare una nuova dialettica, caso per caso, questione per questione: lavoro, cultura, libertà civili, libertà d’informazione, comando sui sistemi di informazione di massa, la tv in prima istanza, migranti.

E’ stato scritto che il movimento per la pace deve rivendicare autonomia di valutazioni sulle posizioni del governo in politica estera. Sacrosanto. Autonomia non significa, però non vedere il cambio di passo. Perché questo metodo sarebbe opportunismo: la pura ricerca di una identità di pezzi e spezzoni della sinistra, alla ricerca di suggestioni “autocelebrative” la propria ragion d’essere, e che oggi soffrono del nuovo ruolo dell’Italia in politica estera, come se gli asciugasse l’acqua in cui nuotare. Il piccolo cabotaggio è un male antico.

Autonomia significa capire la fase, agire di conseguenza. In altre parole, vuol dire tornare a fare politica. La politica ci dice oggi che il ritorno del protagonismo dell’Europa, accanto all’Onu sullo scenario mediorientale va registrato con attenzione. Ci sono tutte le incognite. Ma cosa sarebbe la politica senza incognite? Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Cosa può fare un blog?

A proposito del mio “I giorni dell’Ira”, la signora Lucia Mancusi ha scritto un commento che è una richiesta di aiuto. Provo un terribile senso di impotenza. Non posso fare altro che dare un maggior risalto al suo commento. Nella vana speranza le sia di un qualche aiuto. Beh, buona giornata.

“Commenti
aiutateci ad avere giustiziaa anche noi abbiamo perso un nostro caro ucciso dalla polizia thailandese a Nong khay il 20/10/2002. Mio fratello Marcello Mancusi viene percosso selvaggiame4nte e poi strangiolato mentre si trovava in caserma.

Scritto da: mancusi lucia | 24/08/06 a 11:19”

Share
Categorie
Nessuna categoria

Brividi.

Il Cavaliere è stato accolto al grido di “Silvio, Silvio” dal popolo ciellino, riunito al Meeting di Rimini . “Secondo noi l’Italia deve essere cattolica e degli italiani. La sinistra pensa invece a un’Italia plurietnica”.

Non basta, perché vuole l’applauso:” Cercai Don Giussani nel ’93, per averlo accanto nelle decisioni di scendere in politica e ho tentato di averlo sempre accanto. Ricordo con commozione gli ultimi incontri e ho ancora i brividi ripensandoci. Lui mi disse che il destino mi aveva fatto diventare l’uomo della provvidenza”.

Anche noi abbiamo ancora i brividi. Beh, buona giornata

Share
Categorie
Nessuna categoria

Ben tornata Europa.

E’ un messaggio in diretta televisiva, alle 20, a segnare la svolta: quello del presidente francese Jacques Chirac, che annuncia l’invio in Libano di altri 1600 soldati francesi, che andranno ad aggiungersi ai 400 già nel Paese L’annuncio della Francia, appreso “con soddifazione” da Romano Prodi, dà certezza all’Italia che è disposta a inviare fino a 3.000 uomini.

Comincia a delinearsi l’ossatura della missione che sotto la bandiera azzurra dei Caschi Blu sarà l’espressione dell’impegno di tutta l’Europa per contribuire a risolvere la crisi. Il Belgio dovrebbe inviare un contingente di sminatori, la Finlandia un contingente di 150-200 “scarponi”, la Polonia starebbe pensando a un contributo di circa 700 soldati, e altrettanti ne potrebbe inviare la Spagna.

Anche la Gran Bretagna, impegnata su più scacchieri in Medio Oriente, contribuirà con mezzi aerei, mentre la Germania dovrebbe fornire mezzi navali per la sorveglianza delle coste libanesi. Mezzi aerei e navali potrebbero venire anche da Danimarca e Grecia.
Chi guiderà la missione? Quali le regole d’ingaggio? ”Ho sentito oggi Kofi Annan, a Bruxelles annuncerà tutti i dettagli”. Anche sui numeri della missione ”non voglio precedere Annan” ha dichiarato Prodi: “L’Italia si atterrà a quanto stabilito dal Palazzo di Vetro”.
Ben tornato Onu, ben tornata Europa. Ben tornata l’Italia in Europa. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

Il pianeta nano.

E’ durato poco il sistema solare a dodici pianeti. La stessa commissione internazionale di astronomi che pochi giorni fa aveva promosso i tre nuovi pianeti Cerere, Caronte e 2003 UB313 (Xena), ha deciso oggi di togliere a Plutone la stessa “dignità”, retrocedendolo al rango di “pianeta nano”. Il sistema solare secondo gli astronomi della Iau (Unione astronomica internazionale) riuniti in questi giorni a Praga è quindi formato da undici pianeti. Otto quelli “classici”: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Urano e Nettuno in ordine di distanza dal Sole.

Il declassamento di Plutone è stato dettato dalle sue dimensioni troppo piccole (il suo diametro medio è di circa 2306 chilometri). I miglioramenti nelle osservazioni spaziali stanno permettendo infatti agli scienziati di scoprire l’esistenza di molti altri corpi celesti della grandezza simile a quella dell’ex pianeta e da qui l’esigenza di introdurre la categoria dei “pianeti nani”.

Per il momento non si registrano reazioni da Arcore. Beh, buona giornata.

Share
Categorie
Nessuna categoria

I migranti che fecero l’impresa.

Secondo l’Osservatorio della Confartigianato gli imprenditori extra-comunitari in Italia sono 372 mila. Si tratta di una quantità significativa, pari al 4,7% degli imprenditori in Italia.

La presenza più consistente di imprenditori extracomunitari si concentra nelle costruzioni (68,3%), segue il tessile-abbigliamento (9,4%) e trasporti (7,4%). Il 48,5% proviene dai Paesi dell’Europa non comunitaria, per il 25,7% dall’Africa, 13,2% dall’Asia.
Chissà come ci sono rimasti male Calderoli e soci. Beh, buona giornata.

Share
Follow

Get every new post delivered to your Inbox

Join other followers: