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Chi è il mandante?

“Davanti a tanta sofferenza il fatto che questa crisi sia iniziata da Hamas il 7 ottobre è irrilevante (…) non è legittimo che dopo tanto tempo un primo ministro sia guidato ancora dalla sete di vendetta. Che cosa stiamo facendo? Come usciamo da questa situazione? Vogliamo altri cento anni di guerra? Dopo decenni di occupazione, terrore, violenza: non ci basta? Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli: ancora odio?

 Sono le parole di David Grossman, riportate da Francesca Caferri per Repubblica. Che pubblica un’intervista allo scrittore israeliano, casualmente, nel giorno stesso in cui due diplomatici dell’Ambasciata dello Stato di Israele sono stati uccisi, davanti al Jewish Museum di Washington. 

Forse l’esecutore materiale del duplice delitto è stato arrestato.

Quello che è certo è chi sia il mandante: si chiama Benjamin Netanyahu, quello che massacra palestinesi di ogni età, quello che  oltre le case, gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto a Gaza sta definitivamente riducendo in macerie la reputazione degli ebrei nel mondo. 

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Attualità

Palestina, che fare?

Nella prefazione a “L’ultima terra”, di Ramzy Baroud, (Lebeg Edizioni 2023), Ilan Pappè scrive: “Antonio Gramsci sosteneva che la resistenza culturale può essere il presupposto della resistenza politica o l’insieme di strumenti impiegati quando la resistenza politica non si rende possibile”.

Ecco che alla luce degli attuali eventi in Palestina, un gran numero di registi ha reso disponibili online gratuitamente i propri film sulla Palestina.

Di seguito sono riportati i link ai film. Sentitevi liberi di guardarli e condividerli per diffondere il nostro messaggio al mondo:

•⁠ ⁠Una raccolta di film documentari di Al Jazeera Documentary:
Italiano: https://bit.ly/3yp2nBI
Italiano: https://bit.ly/2SSpMeC
Italiano: https://bit.ly/3f0KK3P

•⁠ ⁠Il film documentario “Guardiano della Memoria”:
Italiano: https://youtu.be/eywuYeflWzg

•⁠ ⁠Il film documentario “Empty Seat”:
Italiano: https://youtu.be/an4hRFWOSQQ

•⁠ ⁠Il film documentario “Resistance Pilot”:
Italiano: https://youtu.be/wqSmdZy-Xcg

•⁠ ⁠Il film documentario “Jenin”:
Italiano: https://vimeo.com/499672067

•⁠ ⁠Il film documentario “L’Ulivo”:
Italiano: https://vimeo.com/432062498

•⁠ ⁠Il film documentario “Scene dall’occupazione di Gaza 1973”:
Italiano: https://youtu.be/1JlIwmnYnlE

•⁠ ⁠Il film documentario “Gaza combatte per la libertà”:
Italiano: https://youtu.be/HnZSaKYmP2s

•⁠ ⁠Il film documentario “I figli di Arna”:
Italiano: https://youtu.be/cQZiHgbBBcI

•⁠ ⁠Il cortometraggio “Fragola”:
https://vimeo.com/209189656/e5510a6064

•⁠ ⁠Il cortometraggio “The Place”:
Italiano: https://youtu.be/fgcIVhNvsII

•⁠ ⁠Il film documentario “Il Sindaco”:
Italiano: https://youtu.be/aDvOnhssTcc

•⁠ ⁠Il film documentario “La Creazione e la Nakba 1948”:
Italiano: https://youtu.be/Bwy-Rf15UIs

•⁠ ⁠Il film documentario “Occupazione 101”:
Italiano: https://youtu.be/C56QcWOGSKk

•⁠ ⁠Il film documentario “L’ombra dell’assenza”:
Italiano: https://vimeo.com/220119035

•⁠ ⁠Il film documentario “The Don’t Exist”:
Italiano: https://youtu.be/2WZ_7Z6vbsg

•⁠ ⁠Il film documentario “Come disse il poeta”:
Italiano: https://vimeo.com/220116068

•⁠ ⁠Il film documentario “Cinque telecamere rotte”:
Italiano: https://youtu.be/TZU9hYIgXZw

•⁠ ⁠Il lungometraggio “Paradise Now”:
Italiano: https://vimeo.com/510883804

•⁠ ⁠Il cortometraggio “Abnadam”:
Italiano: https://youtu.be/I–r85cOoXM

•⁠ ⁠Il lungometraggio “Le Nozze di Galilea”:
Italiano: https://youtu.be/dYMQw7hQI1U

•⁠ ⁠Il lungometraggio “Keffiyeh”:
Italiano: https://vimeo.com/780695653

•⁠ ⁠Il film documentario “Slingshot Hip Hop”:
Italiano: https://youtu.be/hHFlWE3N9Ik

•⁠ ⁠Il film documentario “Tal Al-Zaatar”:
Italiano: https://youtu.be/Ma8H3sEbqtI

•⁠ ⁠Il film documentario “Tal Al-Zaatar – Gli aspetti nascosti della battaglia”:
Italiano: https://youtu.be/Ma8H3sEbqtI

•⁠ ⁠Il film documentario “Nella morsa della resistenza”:
Italiano: https://youtu.be/htJ10ACWQJM

•⁠ ⁠Il film documentario “Swings”:
Italiano: https://youtu.be/gMk-Zi9vTGs

•⁠ ⁠Il film documentario “Naji Al-Ali: un artista visionario”:
Italiano: https://youtu.be/Y31yUi4WVsU

•⁠ ⁠Il film documentario “The Upper Gate”:
Italiano: https://vimeo.com/433362585

•⁠ ⁠Il film documentario “Alla ricerca della Palestina”:
Italiano: https://vimeo.com/184213685?1

•⁠ ⁠Il lungometraggio “Il sale di questo mare”:
Italiano: https://bit.ly/3c10G3Z

•⁠ ⁠Il film documentario “Tell, Little Bird”:
Italiano: https://youtu.be/wdkoxBjKM1Q

•⁠ ⁠La serie “Estrangement palestinese”:
Italiano: https://bit.ly/3bXNAVp

•⁠ ⁠La serie “Io sono Gerusalemme”:
Italiano: https://bit.ly/3hG8sDV

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Attualità

I LAVORATORI, ANELLO DEBOLE DELLA CATENA

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Martedì 20 maggio Giuseppe Busia, dal 2020 presidente dell’Anac, l’Autorità Anticorruzione, ha presentato alla Camera dei Deputati la Relazione al Parlamento sull’attività dell’agenzia nel 2024.

Busia è tornato a puntare il dito contro il Codice dei contratti pubblici varato dal governo Meloni nel 2023, meglio noto come Codice degli appalti, e contro il cosiddetto Correttivo entrato in vigore quest’anno, sottolineandone le ricadute letali sulla sicurezza e la salute dei lavoratori.

“È inammissibile che si continuino a registrare ancora troppi incidenti e troppe morti sul lavoro – è stato il preambolo – Al Casellario delle imprese di Anac risultano 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza solo nel 2024, con un incremento del 43% rispetto al 2023 e dell’87% rispetto al 2022.

In questo contesto, i rischi maggiori vengono dai subappalti, specie se realizzati “a cascata”. Il ricorso a tale istituto, quando non è giustificato da ragioni sostanziali, legate alla specificità delle prestazioni da realizzare, rivela spesso una previsione non corretta della stazione appaltante nel dimensionamento della gara o nella suddivisione in lotti.

Ne derivano ripercussioni negative sulla stessa stazione appaltante, che si ritrova con prestazioni di qualità inferiore; sui subappaltatori, in particolare PMI, che vedono erosi i propri margini di profitto, e soprattutto sui lavoratori, troppo spesso anello debole della catena”.

Busia contesta il boom degli affidamenti diretti e il crollo degli appalti di lavori, che nel 2024 si sono ridotti del 38,9%, per via “dell’eccesso di frazionamento artificioso degli appalti per rimanere al di sotto delle soglie di legge, dietro cui sovente si nascondono sprechi e infiltrazioni criminali e mafiose.

Troppi continuano ad essere gli affidamenti diretti, la cui incidenza numerica, sul totale delle acquisizioni di servizi e forniture del 2024, è risultata essere di circa il 98%.

Preoccupa, soprattutto, il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135.000 e i 140.000 euro, a ridosso della soglia: più che triplicato rispetto al 2021, quando il valore-limite era di 75.000 euro.

Specie in alcuni contesti, gli amministratori onesti si trovano più esposti a pressioni indebite, non potendo più opporre l’esigenza di dover almeno aprire un qualche confronto competitivo con altri operatori economici, al di sotto dei 140.000 euro”.

Quanto al correttivo al Codice dei contratti, il presidente di Anac rileva come “non è stato introdotto l’obbligo di dichiarare il titolare effettivo delle imprese, mentre appare evidente la necessità che il contraente pubblico conosca con chi si rapporta, al di là degli schermi societari.

Questo, non solo per ridurre il rischio di pericolose infiltrazioni, ma anche per prevenire offerte combinate o altre gravi alterazioni della concorrenza.

Nessun intervento è stato fatto sulle soglie per aumentare trasparenza e competitività, come pure per ripristinare verifiche preventive sugli affidamenti in house, utili ad evitare distorsioni del mercato e rallentamenti conseguenti a possibili contenziosi”.

Sul sito dell’Anac (anticorruzione.it) il rapporto completo.

#giuseppebusia#ANAC#appalti#sicurezzasullavoro

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Attualità

Sono 8 e non 7 le vittime del lavoro di lunedì 19 maggio.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Ai nomi già segnalati si aggiunge quello di Valentina Barbagallo, 56enne funzionaria dell’Università di Catania, dove era coordinatrice dell’Unità operativa relazioni internazionali.

È morta poco dopo le 7 del mattino, mentre in scooter raggiungeva il posto di lavoro: in viale Ulisse si è scontrata con un’utilitaria ed è spirata prima dell’arrivo dei soccorsi.

Domenica 18 maggio un lavoratore di 54 anni è morto nel polo logistico Eurospin di Bacanella, nel comune di Magione (Perugia). Si tratta di Stefano Lancetti, residente a Bastia Umbra e dipendente della Coop Servizi Associati di Perugia, che ha in gestione il magazzino.

Uno dei tanti lati oscuri del settore, in cui le aziende non hanno dipendenti diretti ma appaltano il lavoro a cooperative che nascono e muoiono come funghi e spesso sono oggetto di inchieste della magistratura.

Lancetti si è sentito male durante il suo turno ed è morto sul posto. Il suo corpo è rimasto nel magazzino fino a tarda sera, in attesa degli accertamenti, mentre i suoi colleghi continuavano a lavorare.

Antonio Meloni, 75enne di Terralba (Oristano), è morto martedì 20 maggio cadendo da un vecchio montacarichi esterno al caseificio Sepi di Marrubiu, sempre nell’Oristanese.

Meloni, fratello del leader indipendentista sardo Doddore morto nel 2017 dopo 66 giorni di sciopero della fame nel carcere di Uta, indipendentista anch’egli, mentre portava avanti dei lavori di ammodernamento è salito sul montacarichi, il cui uso era inibito da diversi cartelli, ed è caduto da un’altezza di circa 4 metri.

Il grave trauma cranico ne ha causato la morte sul posto.

#valentinabarbagallo#stefanolancetti#antoniomeloni#mortidilavoro

Maggio 2025: 52 morti (sul lavoro 43; in itinere 9; media giorno 2,6)

Anno 2025: 391 morti (sul lavoro 321; in itinere 70; media giorno 2,8)

54 Lombardia (sul lavoro 43, in itinere 11)

43 Veneto (36 – 7)

33 Campania (25 – 😎

32 Sicilia (22 – 10)

30 Emilia Romagna (23 – 7)

29 Lazio (24 – 5)

28 Puglia (24 – 4)

26 Toscana (20 – 6)

22 Abruzzo (20 – 2)

21 Piemonte (19 – 2)

11 Calabria (11 – 0); Liguria (8 – 3)

9 Marche (8 – 1); Umbria (9 – 0)

7 Basilicata (7 – 0); Friuli Venezia Giulia (6 – 1)

6 Trentino (6 – 0)

5 Alto Adige (5 – 0); Sardegna (4 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

La sesta vittima del lavoro con meno di 20 anni in questo inizio 2025 è Anna Chiti.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/ Mortidilavoro

Anna Chiti, morta di lavoro a 17 anni.

Anna Chiti è morta a 17 anni al primo giorno di lavoro come marinaia su un catamarano che fa crociere per turisti nella laguna di Venezia.

Uno sbocco lavorativo naturale per lei, studentessa al quarto anno dell’Istituto Tecnico Nautico Sebastiano Venier, indirizzo “trasporti e logistica e conduzione del mezzo marino”: l’anno prossimo si sarebbe diplomata allievo ufficiale di coperta.

Il diploma non lo vedrà mai e la Capitaneria di Porto, che indaga sulla sua morte, vorrebbe sapere se la ragazza ha mai visto e firmato un contratto prima di imbarcarsi.

Anna Chiti era entusiasta di questa prima esperienza lavorativa in mare, una sorta di test al termine del quale le avrebbero comunicato la conferma o meno per la prossima stagione estiva.

Un sogno, per chi si era trasferita dalla natia Treviso a Venezia proprio per frequentare il Nautico, alloggiando nel convitto dell’istituto a Malcontenta.

Il fatto: sabato 17 maggio il catamarano intorno alle 18 è rientrato in darsena, nell’isola di Sant’Elena, dopo un’escursione con un gruppo di turisti per una festa in maschera.

L’imbarcazione era ferma ma non ormeggiata, il vento era sostenuto e c’erano onde anche in laguna. Forse per uno sbandamento, Anna Chiti è caduta in acqua con le gambe imprigionate da una cima che poi si è attorcigliata all’elica, ed è rimasta intrappolata sotto la superficie della laguna.

L’allarme è stato immediato, dopo 8 minuti sono intervenuti i sommozzatori dei vigili del fuoco, che hanno tagliato la cima e riportato la ragazza all’aria. I medici hanno scoperto una profonda ferita alla testa e hanno tentato di rianimarla, senza risultato.

Che tutto questo sia accaduto alla vigilia della Giornata mondiale per le donne nel settore marittimo rende l’accaduto ancora più terribile.

Umberto Chiti, il padre, accusa: «Per una barca di quelle dimensioni che porta in giro i turisti ci voleva più personale. Invece lei era da sola col marinaio e da quanto sapevo era stata presa perché parlava molto bene l’inglese, ma non era ancora pronta per tenere una barca o fare altro».

Non a caso la Capitaneria di Venezia vuole sapere quali mansioni le fossero state affidate.

I media non hanno riservato attenzione all’accaduto. Immaginiamo lo faranno con un paio di giorni di ritardo, gridando allo scandalo.

Ignorando che Anna Chiti è la sesta vittima del lavoro con meno di 20 anni in questo inizio 2025.

Andando a ritroso, il 17 marzo è morto a Nocera Inferiore il 17enne Yassine Bousenna, che lavorava in nero in una falegnameria sotto sequestro giudiziario;

il 31 marzo il 17enne Felice Laveglia è morto schiacciato da un trattore a Montopoli Valdarno;

il 17 marzo il 18enne Rosario Lucchese, in attesa di un figlio con la compagna, è morto con altri due braccianti in un incidente stradale a Carlentini;

il 25 febbraio la 19enne Daniela Gambardella è morta a Roma mentre tornava a casa dal lavoro di receptionist;

il 10 gennaio Patrizio Spasiano, 19 anni, è morto intrappolato in un serbatoio a Grigignano di Aversa, avvelenato dall’ammoniaca.

#annachiti#mortidilavoro#yassinebousenna#felicelaveglia#rosariolucchese#danielagambardella#patriziospasiano

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Attualità

“Caravaggio Perduto”, al Cinema Farnese di Roma.

Lun 19 maggio 2025, alle 17.45, Riccardo Tavani introduce il film IL CARAVAGGIO PERDUTO e la presentazione-lectio del professore Giuseppe Di Giacomo sul suo recentissimo libro CARAVAGGIO L’ETERNITÀ DELL’ISTANTE (Edizioni Shibboleth).

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Attualità

Ancora tre vittime nella media dei tre morti di lavoro al giorno.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Un boscaiolo romeno di 41 anni, di cui per ora si ignorano le generalità, è morto venerdì 16 maggio nel bosco della Digola, a Sappada (Udine). Il lavoratore faceva parte di una squadra che con l’ausilio di una teleferica stava spostando i tronchi appena abbattuti. Uno di questi si è però incagliato e con una sorta di effetto fionda ha colpito l’operaio, che è morto nel giro di poco tempo. Lunghe e complicate le operazioni di recupero del corpo, stanti le difficoltà di accesso all’area boschiva, che hanno richiesto l’intervento del Soccorso Alpino e degli elicotteri della Guardia di Finanza.

Mario Serafinelli, 64enne carrozziere di Pomezia (Roma), è morto venerdì 16 maggio mentre controllava la copertura della sua officina. A causa di un cedimento l’artigiano è precipitato da un’altezza di circa 6 metri, riportando lesioni fatali che hanno reso inutili i soccorsi.

Giovanni Cucco, 78enne di Pecetto Torinese (Torino), è morto nel tardo pomeriggio di giovedì 15 maggio mentre con il trattore lavorava un suo terreno. L’agricoltore ha perso il controllo del mezzo, che si è schiantato contro un albero e si è ribaltato, schiacciando Cucco. Si tratta della terza vittima dei trattori in poco più di 24 ore.

#marioserafinelli#giovannicucco#mortidilavoro

Maggio 2025: 39 morti (sul lavoro 32; in itinere 7; media giorno 2,4)

Anno 2025: 378 morti (sul lavoro 310; in itinere 68; media giorno 2,8)

52 Lombardia (sul lavoro 41, in itinere 11)

41 Veneto (34 – 7)

32 Campania (24 – 😎

30 Emilia Romagna (23 – 7); Sicilia (21 – 9)

28 Puglia (24 – 4); Lazio (23 – 5)

25 Toscana (19 – 6)

22 Abruzzo (20 – 2)

20 Piemonte (19 – 1)

11 Calabria (11 – 0); Liguria (8 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

7 Basilicata (7 – 0); Friuli Venezia Giulia (6 – 1)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0)

4 Sardegna (3 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

Un tribunale condanna l’Inail a risarcire un lavoratore vittima dei Pfas, mentre il governo è in colpevole ritardo sulla legge che ne limiti l’uso.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Per la prima volta in Italia un tribunale ha riconosciuto il nesso tra la morte di un lavoratore e la sua esposizione ai Pfas (Per- e PolyFluorinated Alkylated Substances, in italiano sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate), una classe di sostanze chimiche che dal 1938 (invenzione del teflon), vengono usate nella produzione di una miriade di oggetti di uso quotidiano, dall’abbigliamento alla cosmetica, dagli imballaggi ai telefoni.

La sentenza del tribunale del lavoro di Vicenza condanna l’Inail a risarcire i famigliari di Pasqualino Zenere, operaio della Miteni di Trissino dal 1979 al 1992, morto per un tumore alla pelvi renale nel 2014.

Il giudice ha stabilito che la morte del lavoratore è dovuta alla lunga e continua esposizione a Pfoa (acido perfluoroottanoico) e Pfos (acido perfluoroottansulfonico), sostanze oggi vietate perché cancerogene e inquinanti.

In particolare la fallita Miteni (fondata nel 1965 come RiMar dal conte Giannino Marzotto, e poi passata attraverso le mani di multinazionali europee e giapponesi) è oggetto di un procedimento penale a Vicenza nel quale l’accusa ha chiesto condanne fino a 17 anni per 9 manager e dirigenti, accusati dell’avvelenamento delle acque potabili di mezzo Veneto attraverso incauti sversamenti e smaltimenti, inquinamento che secondo alcune stime in 30 anni avrebbe causato circa 4000 vittime.

I Pfas sono oggetto di una convenzione internazionale del 2009 che ne vieta e/o limita la produzione e l’uso, convenzione peraltro bellamente ignorata da paesi come gli Stati Uniti.

In Italia il 13 marzo il governo Meloni ha varato un decreto legge che riduce i livelli di Pfas consentiti nell’acqua potabile e ne introduce per l’acido trifluoroacetico, che finora non è sottoposto a limitazioni.

Il decreto è ancora all’esame del Parlamento, che evidentemente parametra la propria dimensione temporale su quella dei Pfas, definiti “forever chemicals” (sostanze eterne).

#mortidilavoro#pasqualinozenere#miteni#PFAS#inquinamentoambientale

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Attualità

Il trattore killer.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Due vittime dei trattori, entrambe 74enni. Diventano così 5 questo mese i morti provocati da macchine agricole.

Armando Stefani, 74enne di Padova, giovedì 15 maggio era andato a sfalciare l’erba in un suo uliveto, posto nei Colli Euganei sul versante sud del monte Vendevolo, nel comune di Cinto Euganeo (Padova).

In un punto particolarmente scosceso il trattore si è ribaltato e Stefani è stato sbalzato ad alcuni metri di distanza. Un suo vicino ha lanciato l’allarme ma l’uomo è morto prima dell’arrivo dei soccorsi.

Novario Magnani, 74enne di Montefiore Conca (Rimini), è morto intorno alle 21 di mercoledì 14 maggio mentre con il trattore rientrava dal lavoro nei campi.

Per motivi da chiarire il mezzo è uscito di strada ribaltandosi in un fossato. Magnani è morto sul colpo. La magistratura di Rimini ha disposto l’autopsia.

#armandostefani#novariomagnani#mortidilavoro

Maggio 2025: 36 morti (sul lavoro 29; in itinere 7; media giorno 2,4)

Anno 2025: 375 morti (sul lavoro 307; in itinere 68; media giorno 2,8)

52 Lombardia (sul lavoro 41, in itinere 11)

41 Veneto (34 – 7)

32 Campania (24 – 😎

30 Emilia Romagna (23 – 7); Sicilia (21 – 9)

28 Puglia (24 – 4)

27 Lazio (22 – 5)

25 Toscana (19 – 6)

22 Abruzzo (20 – 2)

19 Piemonte (18 – 1)

11 Calabria (11 – 0); Liguria (8 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

7 Basilicata (7 – 0)

6 Friuli Venezia Giulia (5 – 1)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0)

4 Sardegna (3 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

3 vittime, nella terribile media dei morti di lavoro in Italia.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Vito Nicola Eramo, bracciante 63enne di Gioia del Colle (Bari), è morto nella mattina di martedì 13 maggio mentre a bordo di un trattore con cisterna procedeva al trattamento fitosanitario di un vigneto nelle campagne tra Turi e Conversano, sempre nel Barese.

Causa della morte, il ribaltamento del mezzo agricolo, per motivi da stabilire. L’allarme è stato lanciato da un altro trattorista al lavoro in un campo vicino, ma per Eramo non c’era più nulla da fare.

Antonio Iavazzo, 50enne campano dipendente di una ditta che ha vinto l’appalto per l’ampliamento della scuola dell’infanzia comunale di Montemurlo (Prato), è morto intorno alle 7 di martedì 13 maggio, mentre entrava nel cantiere, stroncato probabilmente da un infarto.

I soccorsi sono stati rapidi ma il lavoratore è spirato poco dopo il ricovero all’ospedale fiorentino di Careggi.

Un facchino 54enne romeno, residente a Ostia, è stato trovato senza vita poco prima delle 6 del mattino in una strada lidense.

Il lavoratore, che stava raggiungendo il posto di lavoro, è stato probabilmente stroncato da un malore, talmente improvviso che tra le dita stringeva una sigaretta ancora accesa. Secondo alcune fonti l’uomo sarebbe stato un cardiopatico.

#vitonicolaeramo#antonioiavazzo#mortidilavoro

Maggio 2025: 30 morti (sul lavoro 25; in itinere 5; media giorno 2,3)

Anno 2025: 369 morti (sul lavoro 303; in itinere 66; media giorno 2,8)

51 Lombardia (sul lavoro 40, in itinere 11)

40 Veneto (33 – 7)

31 Campania (24 – 7)

29 Emilia Romagna (22 – 7); Sicilia (20 – 9)

28 Puglia (24 – 4)

26 Lazio (22 – 4)

25 Toscana (19 – 6)

22 Abruzzo (20 – 2)

19 Piemonte (18 – 1)

11 Calabria (11 – 0); Liguria (8 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

7 Basilicata (7 – 0)

6 Friuli Venezia Giulia (5 – 1)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0)

4 Sardegna (3 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

MARCH TO GAZA

Riceviamo e pubblichiamo.

30 minuti di silenzio digitale.

Da giovedì 8 maggio è iniziata la prima azione coordinata del movimento MTG:
una pausa digitale quotidiana di 30 minuti, ogni sera dalle 21.00 alle 21.30 (ora locale di ogni paese).

Durante questo buco nessuna connessione sulle reti sociali, nessun messaggio e nessun commento. Telefoni e computer spenti.
Questo gesto collettivo creerà un segnale digitale forte negli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza di fronte al silenzio imposto.

Il concetto
Ogni giorno, a un’ora precisa, milioni di utenti in tutto il mondo spengono completamente i loro social network per 30 minuti. Nessun post, nessun like, nessun commento, nessuna apertura di app. Silenzio digitale totale.
Non è un’assenza, è un atto di resistenza: uno sciopero digitale planetario.

2.⁠ ⁠Perché è potente?
1.⁠ ⁠Impatto algoritmico
I social network funzionano grazie all’engagement costante degli utenti.
Un calo brusco e sincronizzato dell’attività, anche se breve, può:

1.⁠ ⁠Perturbare gli algoritmi di visibilità
2.⁠ ⁠Influenzare le statistiche del traffico in tempo reale
3.⁠ ⁠Inviare un segnale tecnico ai server su un’anomalia comportamentale

Questo attira l’attenzione degli analisti delle piattaforme, dei giornalisti tech e perfino degli investitori.

B. Impatto simbolico
In un mondo iperconnesso, tacere digitalmente è un atto radicale.
Crea un contrasto netto tra il frastuono dei social e il silenzio imposto a Gaza.
È un lutto mondiale visibile, un momento di raccoglimento collettivo.

C. Impatto politico
Se l’azione diventa massiccia, i leader vedranno che i cittadini possono spegnere il mondo per Gaza.
Capiranno che esiste una forza civica organizzata, capace di perturbare l’economia dell’attenzione.

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Attualità

Venire in Italia a morire di lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Un terzo delle vittime del lavoro di maggio, 9 su 27, non erano nate in Italia: 2 erano albanesi, 2 marocchine, le altre venivano da Bulgaria, Kosovo, Olanda, Senegal e Ucraina.

L’ultima dell’elenco è un 57enne albanese residente a Lugo (Ravenna), che nella vicina Sant’Agata sul Santerno, lunedì 12 maggio, lavorava insieme a un collega alla posa degli impianti di irrigazione da collegare alle idrovore.

Nel primo pomeriggio il muletto che usavano per spostarsi è rotolato giù per l’argine del fiume: uno dei due operai è riuscito a salvarsi, mentre il 57enne è rimasto schiacciato sotto il mezzo.

Stefano Di Lorenzo, un 55enne di Sanremo (Imperia), è morto intorno alle 7 di lunedì 12 maggio mentre con altri caricava un piccolo escavatore su un camion.

Secondo alcune testimonianze l’automezzo si sarebbe mosso improvvisamente – da stabilire se il freno fosse stato inserito o se abbia ceduto – e in retromarcia avrebbe travolto Di Lorenzo. L’uomo è morto sul colpo.

#stefanodilorenzo#mortidilavoro

Maggio 2025: 27 morti (sul lavoro 23; in itinere 4; media giorno 2,2)

Anno 2025: 366 morti (sul lavoro 301; in itinere 65; media giorno 2,8)

51 Lombardia (sul lavoro 40, in itinere 11)

40 Veneto (33 – 7)

31 Campania (24 – 7)

29 Emilia Romagna (22 – 7); Sicilia (20 – 9)

27 Puglia (23 – 4)

25 Lazio (22 – 3)

24 Toscana (18 – 6)

22 Abruzzo (20 – 2)

19 Piemonte (18 – 1)

11 Calabria (11 – 0); Liguria (8 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

7 Basilicata (7 – 0)

6 Friuli Venezia Giulia (5 – 1)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0)

4 Sardegna (3 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

Guarda che lo dico a mio fratello, eh?

La strana diplomazia europea mette in scena un farsa: vanno in cinque a Kiev per parlare di tregua. Ma se la guerra è tra Ucraina e Federazione Russa, come si fa a parlare di tregua solo con uno dei due belligeranti? E poi, andare in delegazione da uno e non dall’altro, che trattativa è? Non contenti, chiamano Trump. Cioè minacciano, della serie: guarda che lo dico a mio fratello. E questa sarebbe l’autonomia politica e diplomatica della Ue? Ma quali volenterosi, questi sono perdigiorno. Stiamo perdendo tempo, perdendo la faccia, perdendo la guerra.

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Attualità

Ipocrisia, doppiezza, apparenze: i vizi attuali della nostra società.

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Attualità

A Bracciano per quel bisogno di impegno civile.

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Attualità

La nave maledetta.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

l Bayesian, il superyacht di 56 metri affondato il 19 agosto 2024 300 metri al largo di Porticello, nel comune di Santa Flavia (Palermo), ha fatto un’altra vittima: si tratta di un sommozzatore olandese di 39 anni, Rob Cornelius Maria Hujiben, morto venerdì 9 maggio a 49 metri di profondità, durante le operazioni preliminari al recupero dello scafo disposto dalla magistratura di Termini Imerese per fare luce sui fatti che causarono la morte di 7 persone.

Hujiben, tecnico della Hebo di Rotterdam, impresa incaricata di un recupero il cui costo è stimato in oltre 130 milioni di euro, si era immerso con i colleghi per tagliare il boma del Bayesian e smontare il gigantesco albero di 72 metri.

Poi due pontoni con gru avrebbero riportato in superficie lo yacht. Fallito un tentativo con le chiavi inglesi, i sub hanno fatto ricorso ai cannelli da taglio subacquei. Sui monitor di controllo si è visto il boma, non appena staccato, fare da leva su alcuni pezzi in coperta, uno dei quali ha colpito Hujiben, che è morto sul colpo.

Carlo Rosi, agricoltore 81enne di Capannori (Lucca), è morto folgorato venerdì 9 maggio mentre lavorava in un suo terreno nella frazione di Segromigno in Monte. Non è ancora chiaro quale apparecchiatura abbia causato il decesso.

#robcorneliushujiben#carlorosi#mortidilavoro

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Attualità

UNDICIMILA EURO PER UNA VITA

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Tutti contenti alla fine dell’incontro tra governo e sindacati per affrontare il devastante (e impunito) fenomeno delle morti sul lavoro. Chiacchiere e promesse molte, grande cordialità tra le parti, fatti zero.

La presidente Meloni si è rivenduta per l’ennesima volta lo stanziamento di 1,2 miliardi da destinare a iniziative per aumentare la sicurezza dei lavoratori. Iniziative tutte da discutere con le parti, perciò lontane e avvolte nella nebbia.

L’unica certezza è che quei 1200 milioni non li metterà il governo: sono soldi presi all’Inail, quindi ai lavoratori, da girare alle aziende.

Peccato che questo balletto milionario vada in scena proprio mentre accadono fatti scandalosi, che vedono coinvolta proprio l’Inail.

Alessandro D’Andrea

È di oggi la notizia che alla famiglia di Alessandro D’Andrea (nella foto), una delle 7 vittime della strage di Suviana del 9 aprile 2024, l’Inail ha offerto un risarcimento complessivo di 11.000 (undicimila) euro, da dividere tra i genitori, le sorelle e la compagna del tecnico 37enne di Forcoli (Pisa), residente a Milano.

“Quasi offensiva”, l’ha definita Gabriele Bordoni, legale dei D’Andrea. Che a Bologna Today ha spiegato le motivazioni vere della proposta.

“La legge è del 1965 e meriterebbe di essere rivista perché i nuclei familiari sono modificati – ha detto l’avvocato – ma ancora oggi i genitori sono indennizzabili soltanto se erano mantenuti dalla persona deceduta. Sorelle e fratelli sono indennizzabili soltanto se conviventi con la persona deceduta, mentre la compagna convivente non ha diritto a nulla perché vale soltanto il rapporto formale di cognome, quindi di matrimonio”.

La famiglia D’Andrea promette ricorsi anche in Cassazione. Governo, Inail, Parlamento hanno qualcosa da dire?

#stragedisuviana#suviana#alessandrodandrea#mortidilavoro#Inail#sicurezzasullavoro

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Attualità

In Italia il lavoro continua a uccidere.

Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Sejdi Jilali, 48enne operaio marocchino residente con la famiglia a Bellaria (Rimini), è morto nell’ospedale Bufalini di Cesena dopo 8 giorni di coma.

Vi era stato ricoverato il 28 aprile scorso dopo una lunga e complicata operazione di soccorso.

L’operaio si trovava sul tetto di un edificio in costruzione a Russi (Ravenna), dove era appena stata stesa una guaina che copriva anche i lucernari. Jilali, che non indossava protezioni né era assicurato a sistemi anticaduta, è precipitato attraverso uno dei lucernari finendo 3 metri più in basso.

Pompieri e 118, compreso l’elisoccorso, hanno lavorato a lungo per stabilizzare l’operaio, che aveva riportato un grave trauma cranico, e trasportarlo al Bufalini. Martedì 6 maggio il quadro clinico si è aggravato e l’operaio è morto.

La Procura di Ravenna indaga per omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme contro gli infortuni sul lavoro e ha iscritto una persona nel registro degli indagati.

Un autista bulgaro di 59 anni, dipendente di una ditta di Castel San Giorgio (Salerno), appaltatrice della Pac2000 di Fiano Romano (Roma), è morto giovedì 8 maggio durante le operazioni di scarico di merci destinate ai supermercati romani.

La piattaforma del tir ha ceduto improvvisamente sotto il peso di un pesante collo di scatolame, travolgendo il lavoratore e causandone la morte sul colpo

Aniello De Rosa, 55enne macellaio di Gragnano (Napoli), addetto al banco carni del supermercato Treesse di Piano di Sorrento, è morto nella notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 maggio all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli).

Mercoledì nel tardo pomeriggio si era schiantato con il suo maxiscooter contro un’automobile mentre rientrava a casa, dove lo attendevano moglie e tre figli. Ricoverato in rianimazione per le gravi ferite, è sopravvissuto poche ore.

Nerio Salvatorelli, 62enne di Montesilvano (Pescara), supervisore logistico in una ditta di autotrasporti di Pineto (Teramo), è morto mercoledì 7 maggio per un malore che lo ha colpito mentre era al lavoro.

Si è accasciato improvvisamente ed è spirato prima che arrivassero i soccorsi.

#sejdijilali#anielloderosa#neriosalvatorelli#mortidilavoro

Maggio 2025: 21 morti (sul lavoro 18; in itinere 3; media giorno 2,6)

Anno 2025: 360 morti (sul lavoro 296; in itinere 64; media giorno 2,8)

51 Lombardia (sul lavoro 40, in itinere 11)

40 Veneto (33 – 7)

31 Campania (24 – 7)

28 Emilia Romagna (21 – 7); Sicilia (19 – 9)

27 Puglia (23 – 4)

25 Lazio (22 – 3)

22 Abruzzo (20 – 2)

21 Toscana (16 – 5)

19 Piemonte (18 – 1)

11 Calabria (11 – 0)

10 Liguria (7 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

7 Basilicata (7 – 0)

6 Friuli Venezia Giulia (5 – 1)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0)

4 Sardegna (3 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

La strage del 9 aprile 2024.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Nella foto, in alto da sinistra Paolo Casiraghi, Adriano Scandellari e Angelo Cotugno; in basso da sinistra Vincenzo Franchina, Vincenzo Garzillo e Alessandro D’Andrea. A destra Pavel Petronel Tanase.

Una strage quasi dimenticata, quella nella centrale Enel Greenpower di Bargi, sul lago di Suviana, dove il 9 aprile 2024 persero la vita 7 lavoratori. Ora il fascicolo della Procura di Bologna non è più contro ignoti, ma è a carico di 5 persone per i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo sul lavoro e lesioni colpose. I nomi e i ruoli non sono ancora noti.

Quel giorno era in corso il collaudo di un generatore al nono piano sotto il livello del lago, a 60 metri di profondità.

Un alternatore pesante 150 tonnellate, ruotando a 370 giri al minuto su cuscinetti a olio iniziò improvvisamente a vibrare, uscendo fuori asse e generando le scintille che provocarono l’esplosione in cui 7 tecnici morirono e altri 6 rimasero ustionati.

Le vittime furono Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano; Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Forcoli (Pisa); Vincenzo Franchina, 35 anni, di Messina; Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli; Mario Pisani, 64 anni, di Taranto; Adriano Scandellari, 57 anni, di Ponte San Nicolò (Padova); Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno, di Settimo Torinese (Torino).

La centrale oggi è praticabile fino al piano -5. Dal -6 è ancora invasa dall’acqua. Le iscrizioni nel registro degli indagati servono a dare alle 5 persone sotto inchiesta la possibilità di avere propri consulenti agli accertamenti irripetibili disposti dagli inquirenti per verificare la ricostruzione dei fatti.

I vigili del fuoco dovranno svuotare i piani ancora allagati, ma prima dovranno recuperare i dispositivi che i consulenti della procura riterranno necessari agli accertamenti.

#suviana#stragedisuviana#mortidilavoro#paolocasiraghi#alessandrodandrea#VincenzoFranchina#vincenzogarzillo#mariopisani#adrianoscandellari#pavelpetroneltanase

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Attualità

La Lombardia tocca l’impressionante cifra di 50 morti di lavoro in 126 giorni.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Significa una vittima ogni 62 ore o, in altri termini, che nella regione si è verificato quasi il 15% delle 354 morti di lavoratori nel 2025 (1 ogni 7).

Roberto Vitale, 60enne autista della BS Trasporti di Brescia, è morto poco prima delle 23 di lunedì 5 maggio nella sede DHL di Carpiano (Milano). Vitale aveva appena scaricato e stava attraversando il piazzale quando è stato investito da una motrice ed è morto sul colpo. La Uil accusa, sostenendo che l’uomo fosse un pensionato costretto a lavorare per integrare una pensione insufficiente, ma BS Trasporti smentisce: «il signor Vitale era assunto con contratto a tempo pieno in data 15 aprile 2018, inquadrato come autista, in conformità con quanto previsto dal Ccnl Logistica, trasporto merci e spedizione vigente».

Endrit Ademi, 24enne operaio kosovaro residente a Rovato (Brescia), dipendente di Morina srls, è morto martedì 6 maggio in un cantiere in zona Lambrate, a Milano. Ademi stava tinteggiando le mura al terzo piano di uno stabile, utilizzando un trabattello con protezione posteriore, quando ha perso l’equilibrio ed è caduto all’indietro, abbattendo la protezione e precipitando da un’altezza di 12 metri. È morto sul colpo.

Un operaio marocchino di 30 anni, di cui ancora non conosciamo le generalità, è morto intorno alle 17 di martedì 6 maggio in un cantiere a Valle Castellana (Teramo). Mentre stava scaricando le ringhiere da installare in un edificio a due piani nella frazione di San Vito, il lavoratore è stato travolto dalle inferriate, che ne hanno causato la morte.

#RobertoVitale#endritademi#mortidilavoro

Maggio 2025: 15 morti (sul lavoro 13; in itinere 2; media giorno 2,5)

Anno 2025: 354 morti (sul lavoro 291; in itinere 63; media giorno 2,8)

50 Lombardia (sul lavoro 39, in itinere 11)

40 Veneto (33 – 7)

30 Campania (24 – 6)

28 Sicilia (19 – 9)

27 Puglia (23 – 4); Emilia Romagna (20 – 7)

24 Lazio (21 – 3)

21 Abruzzo (19 – 2); Toscana (16 – 5)

19 Piemonte (18 – 1)

11 Calabria (11 – 0)

10 Liguria (7 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

7 Basilicata (7 – 0)

6 Friuli Venezia Giulia (5 – 1)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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